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19 giu 2022

Desertificazione e siccità rendono molte aree ostili alla vita umana

 


Desertificazione e siccità rendono molte aree ostili alla vita umana

Ambiente

La desertificazione è uno degli effetti più dannosi del cambiamento climatico, perché la mancanza di acqua crea problemi di approvvigionamento idrico e insicurezza alimentare. Sempre più persone si trovano per questo costrette a migrare.
https://www.openpolis.it/

Il maestro del re. Un racconto su Paolino II d'Aquileia.

Radio magica in viaggio

 



Siamo orgogliose di allargare il perimetro dell’inclusione partendo dai bambini: il progetto #InViaggioConRadioMagica sostenuto dalla Direzione Cultura e Sport della Regione Friuli Venezia Giulia e da Fondazione Aquileia è arrivato a Gorizia grazie alla professoressa Antonina Dattolo direttrice del Sasweb Lab dell’Università degli Studi di Udine, del Comune di Gorizia - Eventi e del Consorzio per lo sviluppo del Polo Universitario di Gorizia.


18 giu 2022

Roberto Dapit "La Slavia friulana - Beneška Slovenija "

 



Roberto Dapit "La Slavia friulana - Beneška Slovenija" Lingue e culture: Resia, Torre,Natisone Bibliografia ragionata

E' possibile che al linguista non slavista il titolo non dica gran che. Eppure, per merito anche del linguista polacco Jan Baudouin de Courtenay, il dialetto sloveno di Resia, del Torre e del Natisone, queste parlate slovene sono fra le più studiate, anche dai linguisti stranieri: De Courtenay, poi, più recentemente Gian Battista Pellegrini, Giuseppe Francescato, Giovanni Frau, Antonio Maria Raffo da parte italiana e friulana; per la parte slovena possiamo ricordare Karel Štrekelj, Fran Ramovš, Tine Logar, Pavle Merku, Neva Godini, Liliana Spinozzi-Monai, Rado Lenček. E' doveroso, poi, citare l'americano Bric Hamp e l'olandese Han Steenwijk. Un posto a parte spetta a Milko Matičetov perchè congiunge gli interessi linguistici con quelli etnologici.
Roberto Dapit è un giovane studioso, oriundo di Gemona, vissuto nella Val Canale,laureatosi a Udine, che da alcuni anni concentra la sua attività scientifica appunto sulle lingue e le tradizioni popolari di questo territorio.
Friulano di nascita, bilingue italo-friulano,si è impadronito anche della lingua slovena: non ha difficoltà nello svolgere minuziose inchieste delle parlate slovene nella regione Friuli-Venezia Giulia, anzi del suo estremo lembo orientale, dove si incontrano il mondo romanzo e quello slavo. Difatti,
questo territorio è un raro esempio in tale senso. Se si escludono la Romania, immersa nel mondo slavo, l'Istria e alcune isole del Quarnero, non c'e che questa regione italiana dove, tutt' oggi, si incontrano gli slavi e i romani. Se si pensa ai contatti tra la Germania e la Romania, ci si rende conto che una contropartita alla grande opera di Gamillscheg, Romania germanica, non può essere nemmeno immaginabile. E' pero sempre degna di interesse la situazione linguistica, il che comporta, senza dubbio alcuno,lo studio delle reciproche influenze linguistiche. E' ovvio che l'interesse dei più sarà rivolto a constatare e valutare le influenze romanze, vale a dire, friulane e italiane,nelle parlate slovene. Non va dimenticato tuttavia che, se i contatti diretti, durante secoli,ebbero luogo tra i parlanti friulano e i parlanti sloveno, l'italiano, soprattutto dall'unificazione dell'Italia, si fa sempre più importante: e la lingua della vita pubblica,della scuola; in pratica, chi aspira ad una ascesa sociale deve conoscere e servirsi dell'italiano. Aggiungerei che gli sloveni di questo territorio non hanno mai avuto scuole nella propria lingua. Anche questo rende le loro parlate cosl indipendenti dallo sloveno letterario. Inoltre, più di ogni altra parlata slovena, sono state e sono tuttora esposte all'influsso linguistico friulano e italiano.L'opera del Dapit non vuol essere altro che un'accurata bibliografia dei lavori sulle parlate slovene che si trovano, amministrativamente, nella Provincia di Udine e più precisamente nella cosiddetta Slavia Friulana. Però, si tratta di una bibliografia ragionata,critica: l' Autore non solo dà indicazioni bibliografiche delle singole opere - il che sarebbe già un lavoro degno di lode - ma aggiunge a ogni opera indicata una succinta presentazione, spesso critica. Dà, insomma, una valutazione quando è necessario e sotto questo aspetto il lavoro e una assoluta novità.Il Dapit non ha potuto sottrarsi al problema del resiano. E' nota la leggenda dell'origine dei resiani in base alla quale sarebbero discendenti dei russi. La leggenda l'aveva trovata sul luogo già Baudouin de Courtenay (si vedano i suoi Materialien zur sudslavischen Dialektologie und Ethnographie, I, 800 e 801); egli dunque non ne ha colpa. Però, il grande linguista polacco ebbe l'idea sbagliata di vedere nell'armonia vocalica del resiano un fenomeno assimilabile a quello presente nel turanico.
Come ha dimostrato il Ramovš, il fenomeno non è sorprendente e s'inquadra bene nel sistema del vocalismo in sloveno, tenendo conto del legame originario del resiano con i dialetti carinziani, fatto che a De Courtenay non poteva essere noto. Del resto, il linguista polacco,ottantenne, si ricredette sulle proprie idee di molti decenni prima in una lettera a Carlo Tagliavini, il quale gli chiese il suo parere quando stava preparando per l'Enciclopedia italiana il lemma in questione. Si veda Dapit, a pag. 33.L' elenco delle opere inizia con le fonti antiche dove primeggiano i manoscritti quattrocenteschi di Castelmonte (Stara gora), di Cergneu e di Udine, seguiti dall'elenco degli studi che questi manoscritti suscitarono. In seguito, l' Autore ha riunito le opere che riguardano le parlate slovene della Slavia friulana in vari capitoli: lessico,toponomastica, onomastica, contatti di lingue, dove c'entra anche il tedesco carinziano.Questo territorio, non certo sotto la dominazione diretta austriaca, salvo la Val Canale,come ad esempio il goriziano o il triestino, è stato nel periodo dei patriarchi ghibellini, e più tardi, nei tempi a noi più vicini, anche per la secolare emigrazione, linguisticamente influenzato dal tedesco. L' Autore constata con ragione e con un po' di rammarico che l'interesse dei linguisti è stato rivolto soprattutto ai problemi di fonetica: gli studi cominciarono in piena epoca dei neogrammatici. Tuttavia, nel quadro degli studi sui tre rami (Resia, Torre, Natisone, pp. 25-41) si trovano anche opere che includono nell'analisi i problemi sintattici. Basti pensare ai lavori del Pellegrini, dello Steenwijk, della Benacchio.
Parecchi lavori sono stati dedicati alla situazione sociolinguistica (pp. 65-76); vi
sono elencati anche i periodici che appaiono, per lo più bilingui, in italiano e in sloveno.Bisogna inoltre precisare che gli scritti in sloveno appaiono in lingua letteraria o in dialetto locale (così i quindicinali o settimanali Dom, Matajur e alcuni bollettini parrocchiali).
Alla parola stampata è legato il problema di come scrivere il resiano: l'elenco
degli studi sulla codificazione della lingua resiana si trova alle pp. 77-78. Rappresenta una assoluta novità il panorama delle opere che fanno parte della tradizione popolare.
Panorama ricchissimo, pp. 86-120, prezioso per l'etnologo, non meno importante per il dialettologo e il linguista: personalmente considero gli scritti di stampo folkloristico genuini, autentici e, soprattutto per una ricerca sintattica, degni di fede. Chiude il libro il capitolo dove sono menzionati gli strumenti di lavoro, vale a dire, bibliografie e cataloghi,dizionari, atlanti linguistici ed enciclopedie. Per mettere in luce l' acribia dell' Autore, sia menzionato a questo punto che vi è indicato anche l'Atlas linguistique pour servira l'etude du duel en slovene di Lucien Tesniere, opera pubblicata nel 1925.
Vi sono comprese, infatti, le aree di Resia e della Benecia.
II nostro giudizio su questo lavoro non può che essere entusiasticamente positivo.L' Autore ha raccolto i titoli di certe opere che appena si conoscevano e di altre difficilmente reperibili. Ha elencato anche le tesi di laurea, discusse presso le Universita di Padova, Udine e Ljubljana, le quali, spesso, ahimè, giacciono sepolte nell' armadio del professore, ha spogliato giornali e riviste che, in parte almeno, si occupano di questo territorio, ha facilitato e per certi aspetti addirittura reso possibile il lavoro sui problemi linguistici di un importante territorio plurilinguistico.
Mitja Skubic

fonte http://revije.ff.uni-lj.si/linguistica/article/viewFile/4172/3871

buon sabato


 

17 giu 2022

Dela na cesti med Rezijo in Slovenijo/ Lavori sulla strada Resia-Slovenia

 

Lischiazze-Karnica
foto di Daniele Buttolo


La Val Resia si estende per quasi 120 kmq e, come molte aree rurali della Regione Friuli Venezia Giulia, è caratterizzata da una scarsissima densità demografica.

Ad opera della Protezione civile regionale e in continuità a quelli realizzati lo scorso anno, lunedì, 30 maggio, sono iniziati i lavori di manutenzione straordinaria della strada che da Sella Carnizza/Karnïca porta ad Uccea/Učja in comune di Resia. Da allora è stato necessario, quindi, chiudere con ordinanza comunale la strada al transito.

La situazione ricorrerà anche nei mesi successivi e si rifletterà di certo sull’economia della zona, soprattutto nella località di Gnivizza/Njïvica dove operano alcune attività ricettive ma, come spiega Anna Micelli sindaco di Resia, «il disagio che purtroppo tutti vivremo è l’unico modo per garantire una viabilità sicura e funzionale nel tempo». Tali lavori si sono resi urgenti e necessari proprio per mettere in sicurezza una viabilità che presenta ancora importanti criticità. Si interverrà soprattutto nella messa in sicurezza dei ponti presenti lungo la stessa, nel ripristino dei guardrail installati e nel posizionamento di nuovi, ove necessario. Questi lavori sono eseguiti su una strada che attraversa l’area protetta del Parco delle Prealpi Giulie ed è percorsa ogni anno da migliaia di veicoli, soprattutto motociclisti, anche se è stretta e tortuosa.

La prima parte, salendo da Lischiazze, è immersa in un bellissimo bosco, senza protezioni, a tratti ripida e con tornanti senza visibilità.

Passata la sella e il bivio che porta alla chiesetta della Madonna di Carnizza (conosciuta anche come Santa Anna), la strada dà l’impressione di stringersi ulteriormente. Purtroppo per 20 anni non è stata eseguita una manutenzione strutturale costante; oggi intervenire è urgente, per evitare più gravi problemi. Per i valligiani la via è un’importante arteria che collega la Val Resia con la frazione di Uccea, attraverso l’omonima vallata. Là molti possiedono boschi e planine, che nella bella stagione sono raggiunti per attività agresti o monticazione. La strada ha anche un respiro internazionale. Immettendosi, all’altezza del borgo di Uccea, nella ex statale e oggi regionale 646, risulta un veloce collegamento tra la valle del Fella e quella dell’Isonzo, in Slovenia.

Altri lavori saranno eseguiti da Lischiazze a Sella Carnizza sui quali, spiega sempre la sindaco, «sarà data informazione per tempo in relazione alle modalità di svolgimento».

Un plauso all’attuale amministrazione comunale, perché sarebbe assurdo incentivare il turismo transfrontaliero con la Slovenia, in particolare con la vallata dell’Isonzo – dove le presenze turistiche sono notevoli – e non avere un collegamento viario decente con i confinanti comuni di Bovec e Kobarid. (Sandro Quaglia)


VENERDI' eventi

 


Domenica 19 giugno XXIX. ESCURSIONE SU UNA LINEA IMMAGINARIA

Benvenuti!
- con Kd Ivan Trinko

16 giu 2022

Valentina Tereskova

 

  • Primo lancio: 16 giugno 1963

    Quando sei nello spazio puoi apprezzare quanto piccola e fragile sia la Terra.

La lunga lista dei femminicidi da inizio 2022



Da Nadia Bergamini a Stefania Pivetta, uccisa oggi a Samarate, passando per Alice Scagni, Carol Maltesi, Romina Vento e Anna Borsa. Una lunga scia di sangue con oltre 20 casi da gennaio a oggi.Gli atti di violenza nella coppia nei confronti delle donne, sono causati da un sistema di credenze culturali che spinge di frequente a considerare la donna in una posizione gerarchicamente inferiore all'uomo.

Codroipo, uccide la moglie nella notte mentre le figlie dormono

La tragedia nella villetta di famiglia, in via delle Acacie. Il 44enne ha confessato l'omicidio, ricostruendo l'accaduto

https://www.ilfriuli.it/articolo/cronaca/femminicidio-nella-notte-a-codroipo/2/267646

V Viškorši za poljubljanje križev / A Monteaperta per il bacio delle croci


Tra i momenti di maggiore richiamo per la comunità dei fedeli delle Valli del Torre e del Cornappo c’è di certo la festa della Santissima Trinità a Monteaperta/Viškorša con il tradizionale Bacio delle Croci, che quest’anno si è svolta domenica, 12 giugno, nella chiesetta che nel paese è intitolata proprio alla Trinità.

Dopo le limitazioni imposte dalle prescrizioni per impedire la diffusione del Covid-19, quest’anno è stato possibile organizzare la cerimonia in tutta la sua completezza. A celebrare la Messa, con parti in italiano, sloveno, latino e friulano, sono stati don Giacinto Miconi e il diacono di Chialminis. Alla funzione è seguita una processione. Sotto un sole caldo, è stato celebrato il Bacio delle Croci, che ha visto la presenza delle croci di S. Michele e S. Lorenzo di Monteaperta/ Viškorša, del Sacro Cuore di Cornappo/Karnahta, di S. Floriano di Villanova delle Grotte/Zavarh e di S. Elena Imperatrice di Chialminis/ Vizont.

Per l’occasione ha collaborato alla celebrazione col canto il Coro di Cavalicco Tourdion, diretto dalla maestraEleonora Petri.

Alla cerimonia è seguito un momento conviviale, all’insegna della compagnia e dell’allegria. A offrire una pastasciutta è stata la Pro Loco Val Cornappo – che ha anche allestito tendoni, tavoli e panche per i partrick – mentre ai dolci ha pensato la comunità di Monteaperta.

L’antichissimo rito del «Bacio delle Croci» rappresenta al tempo stesso un momento di riflessione, di testimonianza della propria identità e della propria storia, come anche d’impegno a conservare antichi legami di fratellanza. La tradizione che alcuni documenti storici indicano tra le più antiche in Friuli, in questa e altre zone continua a sopravvivere, a testimonianza di fede e unione tra le genti.

Il santuario della Madonna della «Santissima» a Monteaperta ha origini che sfumano tra storia e leggenda. Ricordiamo che in zona, secondo la tradizione, nel maggio del 1241 la Madonna apparve a un gruppo di pastori che pascolavano le loro greggi sui prati ai piedi del Gran Monte. Per secoli il santuario è stato considerato la Chiesa-madre delle comunità religiose del Nord-est, ma anche delle vicine località del Posočje, nell’odierna Repubblica di Slovenia. La fede, infatti, travalica i confini fisici e mentali che l’uomo crea, esprimendosi, tra l’altro, in tutte le lingue. (Luciano Lister)

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"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

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Bambini azzannati da pitbull

  La notizia di   bambini azzannati da pitbull   è sempre tragica e scioccante. Ecco alcuni incidenti recenti che coinvolgono pitbull: Campo...

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