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Questo blog parla delle minoranze linguistiche del Friuli:SLOVENA,FRIULANA eTEDESCA,articoli dei giornali della minoranza slovena,degli usi,costumi,eventi e tanto altro.Buona lettura.OLga

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22 feb 2022

NO ALLE GUERRE

 


UOMO DEL MIO TEMPO di Salvatore Quasimodo


Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
-t'ho visto- dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero,
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all'altro fratello:
"Andiamo ai campi". E quell'eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

Trombette di Carnevale

 


ANTONIA POZZI

NOTTE DI FESTA

Sgrana gli occhi, soldato alpino,
stringi più forte la tua ragazza:
sono venute le signorine
a ballare nella tua osteria.

Che belle rose di carta gialla
alle pareti di legno d'abete.
Chi suona
con le trombette di carnevale?
Vino.
E frittelle unte.
Una stella filante verdolina
lega i tuoi chiodi
alle mie scarpe
d'argento.
Chi strilla
con le trombette di carnevale?

Oggi sotto al Cristallo
è caduta la valanga.

Non bestemmiare, soldato alpino:
batti gli occhi nell'aperta notte.

Le signorine ballano ancora.
Come sono strane
queste mie spalle nude:
chi cercava
le mascherette di cartapesta?
io canto
un sonnolento ritornello.
E già sui vetri illividisce e intesse
gelate fioriture l'alba:
segna
palpebre viola,
pallide labbra nella stanza spenta.
In alto
tu fra i mortali blocchi
erri solo:
scavano ferree le tue mani rosse.

Vuota sotto una croda
nella prima
aurora
la slitta attende
coi suoi rami verdi
in croce.

Misurina, 6 gennaio 1936

(da Parole, 1939)

da https://cantosirene.blogspot.com/2015/02/trombette-di-carnevale.html

21 feb 2022

Oggi è la giornata internazionale della lingua madre

 


La giornata internazionale della lingua madre è una celebrazione indetta dall'UNESCO per il 21 febbraio di ogni anno per promuovere la madrelingua, diversità linguistica e culturale e il multilinguismo. Istituita nel 1999, è celebrata dall'anno seguente; nel 2007 è stata riconosciuta dall'Assemblea Generale dell'ONU, contemporaneamente alla proclamazione del 2008 come Anno internazionale delle lingue.

Il 21 febbraio è stato scelto per ricordare il 21 febbraio 1952, quando diversi studenti bengalesi dell'Università di Dacca furono uccisi dalle forze di polizia del Pakistan (che allora comprendeva anche il Bangladesh) mentre protestavano per il riconoscimento del bengalese come lingua ufficiale.

La mia lingua madre è la lingua SLOVENA!!!

Niente green pass in Slovenia


da fb


🟢 Niente più green pass per l'ingresso in Slovenia 🇸🇮 via libera anche per negozi e locali
Il governo sloveno ha emanato un nuovo decreto che revoca le limitazioni dei decreti anti-covid precedenti.
✅ Per l'ingresso in Slovenia non è più necessario il green pass.
✅ Lo stesso vale per l'accesso a negozi, ristoranti, hotel e locali in genere: il green pass non è più richiesto.
⏱ Non ci sono più limitazioni di orario per i locali.
😷 Permane l'obbligo di indossare la mascherina negli ambienti chiusi.
Fonte: sito web del Governo della Repubblica di Slovenia

La mora di gelso


Da Vita nei Campi 

 La mora di gelso

di Raffaele Testolin
Il gelso non è spontaneo da noi, ma lo conosciamo da quando l’abbiamo introdotto dall’Asia a partire dal 1400 per alimentare i bacchi da seta. Dopo un ritorno di fiamma agli inizi dell’’800, quando lo Zanon rilanciò l’allevamento come fonte di reddito per le famiglie contadine, il bacco da seta è caduto in disuso. Un progetto finanziato dal Piano di Sviluppo Rurale prevede la reintroduzione dell’allevamento in Friuli e il riuso del gelso. Se son rose, fioriranno.
Esistono due varianti: il gelso bianco e il gelso nero. Il primo era tipicamente usato per l’alimentazione dei bacchi da seta e spesso non si vedevano i frutti a causa delle drastiche potature che subiva l’albero, al quale venivano tolti i rami con le foglie destinate all’alimentazione del nobile bruco. Il secondo, meno interessante per la bachicoltura, produce dei frutti neri (chiamate more, tecnicamente il frutto è un sorosio, cioè un frutto composito, fatto di piccole bacche) destinati alla produzione di confetture, succhi, sciroppi ed altri prodotti trasformati.
Se poi l’idea di produrre succhi e confetture non vi convince, leggete la letteratura e troverete che non c’è malattia umana che non venga contrastata da prodotti a base di frutti, foglie, corteccia e radici del povero gelso. Anche il bozzolo del bacco da seta è oggetto di sperimentazione per le sue proprietà farmacologiche.
Io ho qualche diffidenza per tutte queste proprietà medicinali e non pianterei il gelso per la mia salute e nemmeno per alimentare bacchi da seta, ma succhi e confetture sono una prelibatezza e, quando ho occasione di andare in Sicilia, non mi faccio mancare una granita a base di more di gelso.
Il gelso è pianta rustica, si adatta a tutti i tipi di terreno. Esistono piante maschili e piante femminili e per produrre frutti è necessario acquistare queste ultime. Tutti abbiamo negli occhi i bellissimi filari di gelso capitozzati lungo le vie di accesso alle dimore rustiche padronali in Friuli, ma provate a coltivarlo a cespuglio, dando alla pianta lo spazio necessario alla sua grande vigoria, Vedrete che spettacolo.
Anche il gelso – come altre piante di cui abbiamo parlato di recente - non ha bisogno di particolari cure, ma attenti che il bacco da seta non è l’unico bruco interessato al gelso. Altre specie di lepidotteri, se prendono di mira la vostra pianta, potrebbero defogliarla. Buona fortuna e arrivederci alla prossima puntata.

Le nostre lingue di casa anche a scuola

 


Le amministrazioni comunali della Valcanale non ci stanno. Nelle scorse settimane su diversi media di lingua slovena nella zona a ridosso del triplice confine il vicepresidente del circolo sloveno Sks Planika di Ugovizza/Ukve, Rodolfo Bartaloth, ha espresso un giudizio piuttosto critico rispetto all’insegnamento dello sloveno nelle scuole della Valcanale, e ha riproposto il modello della scuola bilingue di San Pietro al Natisone/Špietar. La scelta del Planika di sostenere al momento l’insegnamento plurilingue sarebbe dovuta, infatti, solo a prevenire ogni eventualità che l’insegnamento dello sloveno esca di nuovo dalle scuole della valle.

In particolar modo, Bartaloth ha rilevato come gli insegnanti siano selezionati da un’agenzia interinale, che non conosce la realtà locale, e ha aggiunto che l’insegnamento dello sloveno inizia a fine ottobre o addirittura novembre. L’esponente del Centro Planika è stato particolarmente critico anche rispetto ai metodi di lavoro a scuola e alle conoscenze conseguite dai bambini.

Ma di altro parere sono le amministrazioni comunali di Tarvisio e Malborghetto-Valbruna, che insieme all’Associazione/Združenje don Mario Cernet e al circolo Kanaltaler Kulturverein sostengono concretamente il progetto plurilingue fin dall’inizio.

Dal municipio di Malborghetto l’assessore all’istruzione, Alberto Busettini, continua a crederci con forza. «In questi anni di strada ne è stata fatta. Anzitutto dal punto di vista formale, perché la Regione Fvg sostiene fortemente il progetto, che attualmente rientra nella riforma scolastica regionale ed è al vaglio del ministero dell’Istruzione anche per l’ottenimento della sperimentazione ministeriale. Lo stesso presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, ha affermato più volte di considerare la stabilizzazione dell’insegnamento plurilingue in Valcanale come una priorità». Partito nel 2017 a Ugovizza con fondi comunali, di fatto il progetto trova da anni il sostegno della Regione grazie ai fondi della legge 38/01 di tutela della minoranza linguistica slovena. Dal 2022, per tre anni, sarà finanziato grazie alle risorse ministeriali di Aree interne relative al settore istruzione, in un’ottica di verticalizzazione verso le scuole superiori.

«Nel 2017 il progetto plurilingue aveva ottenuto il sostegno di tutte le amministrazioni comunali e di tutte le associazioni di minoranza linguistica dalle Valcanale, nessuna esclusa (Planika compreso ndr). In quel solco ci siamo sempre mossi, insieme all’Istituto omnicomprensivo di Tarvisio e agli altri comuni della valle», sottolinea Busettini, che non nasconde le criticità.

«Abbiamo anche dovuto affrontare alcune problematiche, come la difficoltà a reperire docenti o la burocrazia, che in questa fase ci impone di passare attraverso un’agenzia interinale e ci impedisce a volte di dare la giusta continuità al progetto. Negli ultimi due anni si sono sommate la chiusura della scuola nel 2020 per la pandemia e le difficoltà che sta subendo ancora adesso per il Covid-19». Non si possono, quindi, paragonare i risultati riscontrati a fine 2019 con quelli di adesso, in cui docenti e alunni di tutto il mondo scolastico devono continuamente misurarsi tra quarantene, DAD, distanziamento. «Ma va dato atto – evidenzia Busettini – che le lingue sono diventate una parte integrante dell’offerta formativa locale, con ore di lingua settimanali e ore di insegnamento in lingua trasversali ad altre materie, e soprattutto in tutte le scuole della Valcanale».

Anche l’assessore all’istruzione della vicina Tarvisio, Barbara Lagger, rileva i molti passi avanti compiuti. «Il progetto sicuramente non è andato avanti come avrebbe dovuto e il tutto è dovuto alla pandemia, che ha generato un rallentamento, anche rispetto al reperimento degli esperti linguistici, soprattutto per due plessi. Rispetto a quanto dichiarato dal signor Bartaloth, vorrei sottolineare che associazioni come Kanaltaler Kulturverein e don Mario Cernet hanno cofinanziato il progetto fin dagli inizi. Il circolo del vicepresidente Bartaloth non mi pare lo abbia mai fatto, anche se, nel gennaio 2017, ha sottoscritto la risoluzione congiunta per la scuola plurilingue come tutti gli altri. Il progetto plurilingue e l’iter per la regionalizzazione della scuola sono finalmente arrivati al ministero dell’Istruzione. Si tratta di due temi che stanno avanzando di pari passo».

I tempi sono lunghi. «Anzitutto dovremmo puntare al riconoscimento della sperimentazione e poi, chiaramente, al passaggio vero e proprio del riconoscimento ministeriale della scuola stessa in quanto scuola plurilingue con una legge ad hoc. Però, se già riuscissimo a giungere al riconoscimento della sperimentazione, sarebbe un bellissimo traguardo», dice Lagger. Per fortuna, oltretutto, ora è partito il finanziamento del progetto plurilingue tramite Aree interne e, quindi, la situazione dovrebbe essere abbastanza stabile dal punto di vista finanziario. Dal prossimo anno scolastico, poi, sarà direttamente l’Istituto scolastico a reperire e organizzare i docenti, cosa che sicuramente contribuirà a stabilizzare maggiormente il progetto plurilingue.

Da Malborghetto, Busettini guarda avanti e nota l’interesse suscitato altrove dall’esperimento valcanalese: «Ovviamente in parallelo bisognerà lavorare per formare gli insegnanti del futuro, in modo che anche la Valcanale abbia docenti bilingui come in altre località della regione. Non da ultimo l’interessamento del Comune di Sappada nell’adottare in futuro un modello bilingue per la propria scuola, esportando quello della Valcanale, testimonia la bontà e le potenzialità di un progetto vagliato da una commissione scientifica». (U. D.)

 https://www.dom.it/avtohtoni-jeziki-so-v-soli-doma_le-nostre-lingue-di-casa-anche-a-scuola/

buon lunedì

da fb
vogliamoci bene

 

20 feb 2022

L'erba di Alfonso Gatto

 


L’erba, il silenzio, il muovere dell’ombra

soli, nel pianto tuo della mattina,
l’erba, il silenzio, il muovere dell’ombra
e gli steli del vento. Il tuo sollievo
è di vederti calma nell’attesa
ch’io giunga da lontano, il tuo riposo
è la speranza d’incontrarci a sera
per caso in un inverno.
Lasciarti per sparire,
per essere il tuo cielo dove guardi
senza rimorsi, avere il tuo rimpianto,
la tua memoria, le tue mani vuote…
Forse è più dolce piangermi che avermi.

La gentilezza

 


Il più piccolo atto di gentilezza vale più della più grande delle intenzioni.
Kahlil Gibran (Gibran Khalil Gibran)
Forza - da PensieriParole.it <https://www.pensieriparole.it/aforismi/frasi-forza/>

Italia-Slovenia: il raccordo ecologico

Buja, in Friuli e sullo sfondo le Prealpi Giulie - © Jay-Dee/Shutterstock

 Grazie alla lunga esperienza di collaborazione con il Parco nazionale del Triglav in Slovenia, il Parco Naturale delle Prealpi Giulie è stato coinvolto come partner di progetto nel progetto Adrion Interreg Dinalpconnect  . Le attività del parco si concentrano nell’area pilota a cavallo tra Italia e Slovenia, un’area particolarmente importante in quanto “raccordo” tra le montagne dinariche e le Alpi. Abbiamo intervistato il direttore del Parco Antonio Andrich.

Di cosa si occupa il progetto Dinalpconnect cosa significa “connettività ecologica”?

Il progetto riprende alcuni aspetti di un progetto precedente che si era realizzato sull’arco alpino, ALPBIONET 2030  , calandolo però sulle montagne dinariche e collegandoci all'arco alpino attraverso la nostra zona pilota, tra Italia e Slovenia, che è un punto di raccordo, di frontiera. 

Che cos'è la connettività ecologica? Nella sostanza il tema è quello di capire quali possono essere le barriere e gli ostacoli sia di natura fisica sia di natura gestionale che possono minacciare o impedire la “libera circolazione”, il movimento delle specie animali tra un territorio e l'altro.

Il progetto di fatto si concentra su questo all'interno di aree pilota che sono aree a cavallo tra vari stati. Questo tema della connettività ecologica è ovvio che si realizza in qualsiasi ambiente e in qualsiasi situazione, ma l'obiettivo è quello di cominciare a dialogare tra paesi che hanno ovviamente norme diverse, abitudini, regolamenti e una cultura anche magari gestionale diversa. 

L’obiettivo è dire: bene se questa è la situazione che abbiamo da una parte e dall'altra del confine, se queste sono le caratteristiche, geografiche, geomorfologiche, naturalistiche di quest'area vediamo quali sono gli elementi critici che possono in qualche modo condizionare il fatto che ci sia una continuità ecologica.

Ad esempio la gestione della caccia magari è diversa tra un paese e l'altro quindi già quello potrebbe essere un problema; oppure la gestione forestale si basa su principi differenti, magari da una parte c'è la gestione della selvicoltura naturalistica, dall'altra vi è ancora il taglio produttivo a raso; magari una specie animale da un lato è considerata una specie autoctona e dall'altra invece una specie alloctona, cioè ci sono differenze anche abbastanza importanti… 

In questo contesto l'obiettivo è quello di cominciare a dialogare e vedere se si riesce anche dal basso, anche attraverso i partner del territorio, a costruire delle reti di contatto e di condivisione di contenuti e di prospettive pur sapendo che in questo ci sono dei limiti perché poi certe decisioni vengono prese a determinati livelli politici: possiamo anche fare tante belle proposte, poi si sa che ci vuole sempre una volontà a livello macro, governativo. 

Il Parco Naturale delle Prealpi Giulie da anni collabora, sul lato sloveno, con il Parco del Triglav…

Sì, e facciamo entrambi parte dell’Europarc Federation  che è la Federazione europea dei parchi e delle aree protette che collega tutte le aree protette dei parchi d'Europa. Europarc ha individuato al suo interno una rete di parchi transfrontalieri, quindi parchi che pur da una parte e da un'altra di un confine collaborano e lavorano proprio nella direzione che dicevo prima cioè hanno cominciato anche in passato a fare attività di ricerca, di formazione, di informazione ambientale in modo sinergico sugli stessi temi che sono quelli legati alla gestione dell'area protetta. Nel nostro caso dal 2009 noi siamo riconosciuti come transboundary ecoregion delle Alpi Giulie, noi inteso come il territorio del parco più il territorio del parco del Triglav e anche della riserva della biosfera Alpi Giulie slovena, che è un’area ancora più ampia.

In più sempre all'interno di questa ecoregione abbiamo dal 2015 anche un altro riconoscimento che è quello della carta europea del turismo sostenibile. 

Nella vostra “area pilota” del progetto Dinalpconnect vi occupate di alcune specie animali particolari?

All'interno del progetto - tra le molte cose - abbiamo cominciato a lavorare su delle linee guida che dovrebbero mettere in evidenza quelle che potrebbero essere le buone pratiche, le politiche che favoriscono la connettività con specifico focus sulla questione gestionale agricola forestale. In questo contesto abbiamo anche individuato delle specie su cui focalizzare l'attenzione: camoscio, stambecco e poi due specie di uccelli, gallo cedrone e l'allocco degli Urali.

Ad esempio per quanto riguarda lo Stambecco, che comunque è abbastanza stanziale, il tema forte tra noi e la Slovenia è che di qua non è cacciabile e di là lo è. Per quanto riguarda quest’ultimo e il camoscio ad esempio il lavoro che è stato fatto è stato quello di cominciare a condividere perlomeno le metodiche di monitoraggio, alla base delle politiche gestionali...continua qui

https://www.balcanicaucaso.org/aree/Italia/Italia-Slovenia-il-raccordo-ecologico-215423

Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

La frase di oggi

 

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