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antifascista

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13 feb 2022

Felicità è...

 Felicità è

- accontentarsi delle piccole cose
- godere delle bellezze della natura
- accettarsi per come si è
- fare qualcosa per gli altri
- non ascoltare cosa si dicono di te
- riempire le proprie giornate
- amare il prossimo
- vedere il lato positivo in tutte le cose
....e voi cosa volete aggiungere ....


San Valentino in Benecia


 Lunedì 14 febbraio è la festa di San Valentino, patrono degli innamorati. Ad Azzida il programma comprende l’intera giornata: alle 9.30 apertura del mercatino sulla piazza della chiesa, alle 10.30 Santa Messa con benedizione del pane e delle chiavette, alle 18 vesperi solenni. A Liessa la Santa Messa, con «oufar», sarà celebrata alle 11 e sarà cantata dal coro Rečan, dalle 14.30 alle 16.30 ci sarà l’adorazione eucaristica. A Masseris festeggeranno, invece, domenica 13 febbraio, con la Santa Messa alle 9.30 seguita da un momento conviviale in piazza.

https://www.dom.it/svet-valentin-v-azli-na-liesah_san-valentino-ad-azzida-e-liessa/

La festa di san Valentino è una ricorrenza dedicata agli innamorati, celebrata in gran parte del mondo (soprattutto in Europa, nelle Americhe e in Estremo Oriente) il 14 febbraio.


La leggenda della rosa della riconciliazione

Un giorno San Valentino sentì passare, al di là del suo giardino, due giovani fidanzati che stavano litigando. Decise di andare loro incontro con in mano una magnifica rosa. Regalò la rosa ai due fidanzati e li pregò di riconciliarsi stringendo insieme il gambo della rosa, facendo attenzione a non pungersi e pregando affinché il Signore mantenesse vivo in eterno il loro amore.
Qualche tempo dopo la giovane coppia tornò da lui per invocare la benedizione del loro matrimonio.
La storia si diffuse e gli abitanti iniziarono ad andare in pellegrinaggio dal vescovo di Terni il 14 di ogni mese.
Il 14 di ogni mese diventò così il giorno dedicato alle benedizioni, ma la data è stata ristretta al solo mese di febbraio perché in quel giorno del 273 San Valentino morì.

fonte web

La prima statua di una scienziata in Italia sarà dedicata a Margherita Hack

immagine da wikipedia

 Lo scorso settembre a Milano è stata inaugurata la prima statua della città dedicata a una donna laica, Cristina di Belgioioso. E a giugno verrà inaugurata quella dedicata all’astrofisica Margherita Hack, popolarissima ricercatrice fiorentina, la prima donna a ricoprire l’incarico di presidente dell’Osservatorio di Milano, scienziata di fama internazionale e divulgatrice amatissima dal grande Pubblico.

La Fondazione Deloitte, in collaborazione con Casa degli artisti e con il supporto del Comune di Milano - Ufficio arte negli spazi pubblici, ha annunciato nel corso di una conferenza stampa che la scultura per Margherita Hack verrà realizzata dall’artista e accademica bolognese Daniela Olivieri, in arte Sissi e che verrà inaugurata a giugno in occasione del centenario della nascita di Hack. La scultura, dal titolo “Sguardo fisico”, rappresenterà Margherita Hack intenta a osservare le stelle mentre emerge da un vortice raffigurante una galassia. L’astrofisica è raffigurata mentre alza le braccia verso l’alto, simulando un telescopio: un gesto emblematico e un vero e proprio invito alla scoperta e all’immaginazione, che dichiara quella determinazione e tenacia che le permisero di affrontare la sfida con il mondo scientifico, al tempo dominato da figure maschili. L’opera di Sissi ha vinto un concorso di idee a cui hanno partecipato in totale 8 artiste italiane e internazionali: oltre a Sissi, infatti figurano Chiara Camoni, Giulia Cenci, Zhanna Kadyrova, Paola Margherita, Marzia Migliora, Liliana Moro e Silvia Vendramel. La giuria, presieduta dall’accademico e critico d’arte Vincenzo Trione, ha conferito una menzione speciale all’artista Marzia Migliora per il suo progetto di una piazza dedicata ad Hack che riproduce una costellazione (la Fondazione e il Comune di Milano si sono detti interessati a capire come trasformare il progetto di Migliora in realtà, magari in un quartiere periferico della città)...continua

 https://www.wired.it/article/statua-margherita-hack-milano-dove-foto/

12 feb 2022

245 allievi alla scuola bilingue

 


Sono 245 gli allievi iscritti per l’anno scolastico 2022-2023 all’istituto comprensivo statale bilingue di San Pietro al Natisone. 7 gli iscritti alla sezione primavera; 49 alla scuola dell’infanzia, 112 alla primaria  e 77 alla media inferiore. L’istituto, intitolato a Paolo Petricig, da settembre avrà 25 allievi in meno rispetto a quest’anno.

Spero che altri genitori iscrivano i propri figli,perchè è una scuola bilingue e veramente valida!

https://www.dom.it/category/clanki-articoli/

11 feb 2022

Mascherina all'aperto

 

immagine dal web
Io continuerò ad indossare la mascherina anche all'aperto, Non mi fido,non vorrei prendere il Covid.Ho visto in TV che tanti continuano a indossarla.E voi cosa intendete fare?

All'aperto senza mascherina

 

 Via le mascherine all'aperto, e finalmente riaprono anche le discoteche! 👍👏🏻 Alle quali, tuttavia, si dovrà accedere con il lasciapassare verde ultra strong e solo con la capienza limitata al 50% al chiuso, e del 75% all'aperto.

Naturalmente sarà necessaria anche la mascherina, che però si dovrà indossare sempre. In particolare ai tavoli, al chiuso, ma anche all'esterno se non si rispetta la distanza di sicurezza di almeno un metro. 📏📐
Si potrà togliere solo quando si balla, a patto che la distanza tra i ballerini non sia inferiore a due metri! 
💃🏻📏📐🕺🏻😯😁
E a condizione che si trattenga il fiato... 🤣🤣🤣
Staremo a vedere quanti contagiati ci saranno prossimamente, visto che i ballerini sono tutti supervaccinati. A meno che non sia questa la scusa per prolungare lo "stato d'emergenza", e farci così digerire a forza nuove restrizioni! 
😱😖😟😧 

Saluti da Micottis


 Micottis-Mecote (Lusevera)
foto di Francesco Artini

10 feb 2022

Rodari e la guerra

 





Promemoria

Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno, né di notte,
né per mare, né per terra:
per esempio, la guerra.

Gianni Rodari

Con cani e gatti non c'è futuro

 


Mi sono sempre interessato alla demografia, perché è una delle componenti fondamentali per la comprensione delle dinamiche di qualsiasi territorio, ampio o circoscritto, di questa nostra casa comune che è la Terra. Ovviamente l’attenzione primaria rimane sempre orientata al proprio mondo, a quello in cui sono nato, all’ambiente ed alla gente che mi sta attorno e che è anche stato l’oggetto dei miei studi e del mio lavoro. Ricordo i miei primi anni di insegnante elementare nei diversi ambiti del confine orientale, da Dreka/Drenchia a Učja/Uccea (Rezija/Resia), da Bela Peč/Fusine in val Romana a Žabnice/Camporosso. In particolare mi ha interessato la frazioncina di Uccea sotto il Kanin/ Canin. Con alla mano i registri parrocchiali ho esaminato e catalogato tutta la popolazione di allora, presente ed emigrata, le classi d’età e le rispettive condizioni sociali e lavorative. Poco più di 120 abitanti in parte sparsi sul ripido versante montuoso. Uno dei primi esempi emblematici dei particolari fenomeni antropici del nostro territorio di confine.

Ho continuato a studiare le questioni demografiche della Benečija col mio lavoro nello Slovenski raziskovalni inštitut (Istituto di ricerche sloveno) e dal 1979 per oltre quattro decenni ho potuto constatare il decadimento inesorabile della presenza umana sul territorio sloveno di confine.

Le mie Valli del Natisone le vedo come un contenitore bucherellato che spande da innumerevoli fori, reso impossibilitato a poter riaccumulare le perdite. I primi ad andarsene sono stati i giovani, in cerca di migliori opportunità di vita e, forse, solo negli ultimi tempi si può intravvedere un rallentamento del fenomeno dopo una presa d’atto della necessità di soluzioni concrete al disagio sociale ed economico globale.

Quello che mi crea una forte perplessità è constatare la progressiva perdita dell’identità etnolinguistica che, invece, caratterizzò i nostri antenati. Ho l’impressione che una qualche rinascita ed un qualche sviluppo economico sia in atto, ma mi chiedo quanto questo miglioramento possa favorire ancor più la perdita dei valori linguistici e culturali della nostra tradizione ancestrale. Ha certamente il suo valore il centro scolastico bilingue di Špietar/ San Pietro al Natisone, ma secondo il mio modesto parere, non avendo contribuito se non parzialmente al travaso linguistico e culturale dai nonni/ genitori ai nipoti/figli, c’è il rischio che dialetto ed il mondo delle tradizioni secolari del passato vengano ridotte al rango folcloristico dei PowWow degli «indiani» canadesi, a riproduzioni museali, a ricordi sbiaditi dei tempi che furono.

Probabilmente, anche per le conseguenze dei disastri che la Naturaarrabbiata distribuisce a iosa ed i blandi tentativi di limitarne i danni, territori come quelli delle Valli potrebberovedere in un futuro neppur tanto lontano una qualche rivalutazione. Ma a qualsiasi sviluppo sarà sempre più improbabile poter attribuire la parola «naše/nostro» nel senso d’appartenenza e di identità che il termine una volta esprimeva.

Nelle nostre Valli il vero problema demografico si manifesta nel confrontotra il numero dei nati e quello dei morti considerando i dati dell’ultimo mezzosecolo trascorso. Questi dati, nel confronto con quello migratorio, vale a dire di emigrati ed immigrati, appaiono addirittura marginali, sebbene neidibattiti e nei mass media tutti attribuiscano a questo fenomeno l’impressionante calo demografico locale. Il famoso detto: «s trebuhan za kruhan – la pancia dietro il pane». Effettivamente, già nei primi decennidel secolo scorso, quando, ad esempio, i sette comuni del Natisone, contavanooltre 15 mila residenti, furono le giovani donne le prime ad emigrare perfare le «dikle/serve» in giro per l’Italia.Il fenomeno non si fermò e a tal proposito ricordo l’amara espressione colorita di don Gujon che parlò di «ratto delle Slavine» per denunciare la fuga anomala delle nostre giovanidonne. Non è un caso, da me personalmente verificato dai dati censuari, che nell’ultimo trentennio del secolo scorso ed oltre, più della metà della popolazione maschile locale risultasse «celibe». Anche per lacarenza in loco di partner in età procreativa. Ed allora, va detto per inciso, il termine «famiglia» aveva ancora il suo significato originale, così come quello di «matrimonio» e quello di «genere». E qui le problematiche si complicano. A tutti e tre i termini sono stati attribuiti significati complessi, equivoci, ambigui, implicando forme e contenuti morali, sociali e giuridici in costante fermento. Un fenomeno ormai senza confini territoriali, particolarmente acuto nel nostro Paese; tanto che non solo i demografi, bensì lo stesso papa Francesco lo denuncia senza mezzi termini.

Sarò certamente condizionato dalla mia età e dalla mia impostazione morale, religiosa e culturale, tuttavia non posso non prendere in considerazione, a proposito dei più attuali fenomeni demografici, la strana evoluzione dei comportamenti umani nel campo procreativo. Specie in Italia. Come dicevo, lo stesso papa Francesco denuncia «la tragedia dell’inverno demografico che attanaglia la nazione, che va contro le nostre famiglie, la nostra patria ed il nostro futuro». Fa impressione leggere che nelle famiglie italiane, quasi come membri effettivi, ci siano più animali da compagnia che tutta la popolazione censita e che, come denuncia il papa, essi, i cani o i gatti, sostituiscano, prendano il posto dei bambini. Altro che «paternità responsabile»!

Riccardo Ruttar

https://www.dom.it/con-cani-e-gatti-non-ce-futuro/

L 'Associazione Cernet sulla critica delle spese di una scuola trilingue

 


Nelle scorse settimane su diversi media di lingua slovena nella zona a ridosso del triplice confine il vicepresidente del circolo sloveno SksPlanika di Ugovizza/Ukve, Rodolfo Bartaloth, ha espresso un giudizio piuttosto critico rispetto all’insegnamento dello sloveno nelle scuole della Valcanale, e ha riproposto il modello della scuola bilingue di San Pietro al Natisone/Špietar. Alle critiche risponde con una lettera l’associazione “don Mario Cernet” che supporta concretamente l’istituto scolastico onnicomprensivo di Tarvisio e le amministrazioni comunali di Malborghetto-Valbruna e Tarvisio nel progetto di scuola trilingue. «Il modello di istruzione trilingue può essere migliorato con un approccio costruttivo. Con continue critiche, senza proporre soluzioni appropriate, tali che siano davvero accettabili per i genitori, ci affosseremo. Sappiamo molto bene quale era la situazione quando lo sloveno a scuola non c’era. I membri dell’associazione don Mario Cernet ci adopereremo con ogni mezzo affinché non si torni indietro», si legge nella lettera, nella quale si esorta l’intera minoranza slovena ad attivarsi per accelerare il riconoscimento ministeriale dell’insegnamento plurilingue.

continua il sloveno https://www.dom.it/pristranske-informacije-o-trijezicni-soli/?fbclid=IwAR3jr4crtytp6SBYt4ZbEAIo6VHlPqfgeBB52DW-JJYY7qdCQgvu3wyvpxc

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