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29 mar 2021

In Italia si parla l'Italiano. Ci risiamo. Una proposta di legge su cui c'è poco da ironizzare



Il 1 luglio 1947  il deputato autonomista, ma aderente inizialmente al fascismo, 
Codignola, contrario all'autonomia del Friuli-Venezia Giulia, riportava durante il dibattito sull'articolo 6 della Costituzione, un telegramma di protesta che arrivava da Gorizia da parte del Comitato di liberazione nazionale di Gorizia, che diceva testualmente: «Gorizia allarmata eleva alta protesta contro imposizione statuto regionale Friuli-Venezia Giulia contrastante aspirazioni et tradizioni nazionali popolazione esige riesame problema spirito democratico previa consultazione popolare et ampia pubblica non affrettata discussione». C'era contrarietà da una parte politica e culturale italiana nel voler riconoscere autonomismo e identità linguistiche, ricordiamo che la Regione del FVG troverà luce solo nel 1963. Una prima versione dell'articolo 6 voleva la seguente formula:  "La Repubblica detta norme per la tutela delle minoranze linguistiche", poi verrà adottata il 20 dicembre del 1947 la seguente formula "La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche". Nella nostra Costituzione non c'è stata alcuna necessità di dover scrivere che la lingua italiana è la lingua ufficiale dell'Italia. Per un semplice motivo. Il fascismo. Il fascismo con il suo regime, con le sue politiche di italianizzazione forzata ha imposto a colpi di legislazione, violenza, e barbarie, la supremazia della lingua italiana sulle altre, con le conseguenze drammatiche che si sono conosciute soprattutto ma non solo nel confine orientale italiano. Ancora oggi sono migliaia le famiglie che non hanno restituito il proprio cognome alla loro forma originaria, slava, germanica. In Italia sono poco più di una decina le lingue minoritarie tutelate per legge. Dal 2018 in Parlamento c'è dormiente una proposta di legge che puntualmente ogni anno vien tirata fuori. Il pretesto di quest'anno è stato il Dantedì. Proposta da un partito di estrema destra che è passato nel giro di pochi anni a percentuali da governo. Da non credere, ma così è. Su questa proposta di legge si è fatta tanta ironia. C'è chi ha detto che la prossima cosa da fare sarà quello di scrivere in Costituzione che l'Italia è una penisola. Si tratta di una proposta costituzionale che vuole intervenire a modificare proprio l'articolo 6 della Costituzione.  E da ironizzare c'è veramente poco. E nella premessa si legge quanto segue:  "Un altro aspetto non trascurabile riguarda il riconoscimento dell’italiano come lingua ufficiale della Repubblica, fino ad oggi non ancora avvenuto nella nostra Carta fondamentale, nonostante che la lingua italiana sia il fondamento della nostra unità culturale e, prima ancora, nazionale e statuale. Tra gli elementi costitutivi della unità nazionale deve, pertanto, certamente essere annoverata la lingua italiana e, soprattutto in questa fase, si ritiene indispensabile riconoscere il suo ruolo quale fattore identificante della comunità nazionale. Con la presente proposta di legge costituzionale si intende, pertanto, inserire tra i valori fondanti della nostra Costituzione anche il riconoscimento della lingua italiana come unica lingua ufficiale, avente precedenza su qualsiasi altra lingua e dialetto minoritari".

Avente precedenza su qualsiasi altra lingua e dialetto minoritari. Insomma, in Italia si parla l'Italiano. E l'articolo 6 verrebbe stravolto in questa maniera:  "La lingua italiana è la lingua ufficiale della Repubblica. La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche e i dialetti".

È lo spirito della legge che deve preoccupare, delle intenzioni, non c'è alcuna necessità di mettere mano all'articolo 6 della Costituzione e di costituzionalizzare la precedenza dell'italiano sulle altre lingue minoritarie, perchè significherebbe tornare indietro in quel '900 che non riusciamo proprio a lasciarci alle spalle. 

Giù le mani dalle minoranze linguistiche che devono essere tutelate in via prioritaria e non subordinata rispetto all'uso della lingua italiana in un Paese unito con la forza ed artificiosamente come non mai nella storia europea.

mb

tratto da http://xcolpevolex.blogspot.com/2021/03/in-italia-si-parla-litaliano-ci-risiamo.html

28 mar 2021

Un film d'azione sul Canin e lo Stol



Anni fa, le scene finali della seconda parte del film "Stories from Narnia" / Alcuni anni fa nella zona di Bovec furono girate nella regione di Bovec-Plezzo.



A marzo la Valle dell'Isonzo diventerà di nuovo teatro di un film americano tra due mesi. 
La location è già stata visitata in questi giorni da un regista di fama mondiale, il cui nome rimane per ora ufficialmente un mistero, anche se 
il nome di Ron Howard sta circolando Questa volta le scene del nuovo film d'azione saranno girate sulla pista da sci di Graben na Kanin e presso il vicino Stol.

La troupe cinematografica, parte della quale ha avuto fretta a Posočje-Alta valle dell'Isonzo nelle ultime settimane, riempirà le capacità ricettive.

La stazione sciistica slovena più alta è già stata visitata da un team di produzione cinematografica.

Oltre al team di 400 membri, circa 100 persone del posto saranno coinvolte nella realizzazione del film. Tutti i dettagli sul film e sugli attori, tuttavia, rimangono un mistero per ora.

Con ogni probabilità, sarà il sesto film su Jason Bourne, un agente dell'American Intelligence Agency - CIA, interpretato da Matt Damon.

Che la soleggiata Isonzo sia uno sfondo cinematografico attraente è stato scoperto e dimostrato da registi americani anni fa.

Nell'autunno 2019, durante le riprese della serie hollywoodiana Bike Time The Wheel of Time ), l' attrice nominata all'Oscar Rosamund Pike.

La più clamorosa è stata la ripresa delle scene finali della seconda parte del film Storie di Narnia nella regione di Bovec. I creatori del film erano allora affascinati dal fiume Isonzo, sul quale hanno anche costruito un ponte per i propri bisogni, che hanno rimosso dopo la fine delle riprese.

Secondo Viljam Kvalič, direttore dell'Istituto pubblico per il turismo Dolina Soče, l'attuazione di un tale progetto è un grande risultato in ogni pre-stagione e ancora più gradito nell'attuale turismo sfavorevole.

La direttrice di Sončni Kanin, Manuela Božič Badalič, ha affermato che solo una parte della stazione sciistica di Graben sarebbe stata chiusa per le riprese, mentre altrove gli sciatori avrebbero potuto godersi la neve senza interruzioni.

Nella marcia del Posočje c'era un altro set cinematografico. Stanno arrivando, arrivando e membri del team che realizzeranno un nuovo film.

Anche se si tratta di voci, sembra che il regista sia Ron Howard e che il film girato sarà il sesto della serie incentrata sull'agente della Cia Jason Bourne, interpretato da Matt Damon.

Il film è girato sulla passerella del canino e del vicin Stol; oltre ai 400 membri dell'equipe, le riprese coinvolgeranno anche un centinaio di collaboratori locali. L'arrivo dell'equipe impegnerà tutte le capacità recettive della zona.

Il direttore dell'entrata del turismo della Valle dell'Isonzo, Viljam Kvalič, ha detto che la ristampa del nuovo film è stata costituita da una caratteristica della zona nell'ottica della destinazione turistica. Le dinamiche generate dall'aiuto del turismo in un periodo di libertà.

Negli ultimi anni il Posočje ha destato l'interesse di diversi produttori cinematografici. Nel 2019 vi è stata girata la serie hollywoodiana «The Wheel of Time»; della zona si è parlato molto, inoltre, quando è diventata il set di alcune scene conclusive della seconda parte di «Le cronache di Narnia»

tradotto da https://www.dom.it/akcijski-film-na-kaninu-in-stolu_un-film-dazione-sul-canin-e-lo-stol/

OLIFAVICA-DOMENICA DELLE PALME

 

Chiesa di San Giorgio -Sveti Jurij Bardo-Lusevera

Lusevera-Bardo

Te dan na Olifavicu semo šli sousje po olif,tuò ke nu diélajo še nas judje.A zàt semò a neslì ta kišì ,ke potin te stari,kar o paršou hùd timp su a sažgali.Su a sažgali ta-na orade,ta- na zuna (.).(.). Su se žénali kudan ,nič druzaa,niésu gali nič. Su zuoniéli  zuoni ,kar to bo hud tìmp so zuoniéli zuoni :alòre judje su šli po te olif žénani,su daaržali te stari e se tu niésu miéli taa staraa ,su uzéli nu mar taa novaa,ne, ma nu niesu mai sažgali usaa ,zake tu -u kìši o miéu bitì simpri te zénani olif. Kar o mar katéri ke su paršli ženuuat alòre su tu u den bujùt tu -u nu riéč uodu anu olif, ke saka kiša na a miéla.

dal numero unico Zavarh 27 žetnjaka 1997 a cura del Centro ricerche culturali Bardo

Nel giorno della Domenica delle Palme tutti andavamo a prendere l’olivo,ciò che fa ancor oggi la nostra gente. Tutti lo portavano a casa e quello vecchio quando era brutto  tempo veniva bruciato all’aperto nel campo.Con l’olivo ci  si benediva. Quando era brutto tempo suonavano le campane,allora la gente prendeva l’olivo, teneva quello vecchio e se non lo aveva usava un po’ di quello nuovo.Ma non lo bruciava tutto,perchè in casa doveva esserci sempre l’olivo benedetto .

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Mito e epica: il Friuli di Carlo Sgorlon (LIS)

 In Slovenia la situazione epidemiologica, dopo un periodo di miglioramento che ha portato il governo ad alleggerire le misure, sta di nuovo e molto velocemente peggiorando: stando ai dati relativi al 24 marzo l’incidenza su 100 mila abitanti negli ultimi 14 giorni è di 545 casi, con una media di 882 test positivi nei 7 giorni precedenti. In aumento anche il numero dei pazienti covid ospedalizzati (501), 106 attualmente i malati covid in terapia intensiva.

L’infettivologa Mateja Logar, che guida il comitato consultivo, già nei giorni scorsi ha sottolineato che il Paese si trova all’inizio della terza ondata, senza aver superato la seconda. Analisi confermata anche dal ministro della salute Janez Poklukar nella conferenza stampa odierna: “Siamo in piena terza ondata”.
Tre regioni sono di nuovo “rosse”: quella goriziana, di cui fa parte anche l’Alta valle dell’Isonzo, la litorale-carsica e la carinziana. In tutte e tre è stato quindi ripristinato il divieto – tranne che per i motivi previsti dalla normativa – di uscire dai confini regionali. Tutte le altre regioni continuano a rimanere per il momento “arancioni”. Le scuole rimangono in ogni caso aperte in tutto il paese e dappertutto sono consentiti assembramenti fino a 10 persone, la stessa soglia vale per gli eventi e per le manifestazioni. Inoltre è stato ridotto di due ore il coprifuoco, che ora vige dalle 22 alle 5 come in Italia (prima il divieto assoluto di spostamenti non giustificati scattava alle 21 e durava fino alle 6). Per entrare in Slovenia o per la revoca del provvedimento di quarantena non vale più il test antigenico rapido, tranne che per le categorie di persone che hanno l’obbligo di effettuare un test ogni 7 giorni per entrare nel Paese, quindi i lavoratori transfrontalieri, gli studenti con più di 13 anni e i loro accompagnatori, per le visite mediche e per chi ha svolto attività di assistenza e aiuto a persone con necessità in un altro paese membro UE o dell’area Schengen che possono presentare anche il risultato negativo di un test rapido. Niente più tamponi obbligatori invece per i doppi proprietari o affittuari di terreni nella zona di confine o su entrambi i lati del confine di Stato, che lo attraversano allo scopo di eseguire lavori agricolo – forestali facendo rientro entro 10 ore. Le nuove disposizioni dovrebbero essere valide da domani e fino al 2 aprile, ma il governo, assieme ai partiti politici ed al comitato consultivo, deciderà entro domenica prossima, 28 marzo, se adottare il lockdown dall’1 al 12 aprile, come già fatto l’anno scorso in prossimità delle festività pasquali.
Per quanto riguarda la campagna vaccinale, la Slovenia ha aggiornato il proprio piano vaccini e da lunedì dovrebbero partire con le vaccinazioni degli over 60, per poi proseguire con la fascia over 50. “Attualmente 185.852 persone sono state vaccinate con la prima dose, mentre 103.757 sono state immunizzate ed hanno ricevuto entrambe le dosi previste,” ha fatto sapere il ministro Poklukar sottolineando i buoni risultati ottenuti tra gli over 80 e confermando che anche tra gli over 75 la campagna procede speditamente e si sta avvicinando alla meta desiderata.

27 mar 2021

torna l'ora legale

 

L'ora legale in Italia è l'anticipazione di un'ora dell'orario per sfruttare la presenza estiva del sole nelle ore mattutine. 

L'ora legale fu adottata per due periodi dal Regno d'Italia dal 1916 e dal 1940 in occasione delle due guerre mondiali; fu poi ripresa in forma stabile dal 1966.

Nel Regno d'Italia l'ora legale fu adottata per la prima volta portando l'ora dalle 24 del 3 giugno 1916 all'una del 4 giugno.[1] Tra il 1916 e il 1920 singoli provvedimenti furono emanati per l'inizio e per la fine del periodo in cui era in vigore l'ora solare.

Nel settembre 2018 la Commissione europea ha proposto l'abolizione del cambio stagionale dell'ora a partire dal 2019; i singoli paesi avrebbero dovuto scegliere se adottare definitivamente l'ora solare o l'ora legale.[34] A marzo 2019 il Parlamento europeo ha approvato la proposta, rinviando all'anno 2021 la scelta sull'orario per i singoli stati.[35] da wikipedia

Tre Minuti di Friuli - 3. VILLA DE CLARICINI DORNPACHER E IL CODICE DANT...

Poco conosciuta è la splendida villa De Claricini Dornpacher a Bottenicco, sede dell'omonima Fondazione con scopi culturali che, per le celebrazioni di Dante per l'anno 2021, presenterà il Codice Dantesco De Claricini.

L'Aula si schiera compatta a difesa delle lingue minoritarie


 È stata approvata dall’Aula all’unanimità la mozione di censura, sostenuta trasversalmente da tutti i Gruppi Consiliari di maggioranza e opposizione, nei confronti della Commissione europea, dopo la decisione di non accogliere le richieste contenute nel “Minority SafePack”, voltando in tal modo le spalle a più di un milione e 100 mila cittadini europei e a diverse istituzioni territoriali che, con tale iniziativa, avevano chiesto protezione giuridica per i 50 milioni di cittadini dell’Unione appartenenti a minoranze nazionali, culturali e linguistiche.

“Il Consiglio regionale e la Regione Fvg ribadiscono il loro pieno appoggio alle minoranze linguistiche e stigmatizzano con convinzione la decisione presa dalla Commissione Eu di rigettare le istanze di 1.128.385 cittadini europei, in rappresentanza di oltre 50 milioni di individui che appartengono a comunità nazionali minoritarie, contenute nel Minority SafePack Initiative”, afferma il consigliere regionale della Lega, Diego Bernardis, primo firmatario della mozione.“La specialità del Friuli Venezia Giulia – spiega Bernardis – è dovuta alla presenza di quattro lingue, fra cui il friulano, lo sloveno e il tedesco. È evidente che la tutela delle minoranze linguistiche è fondamentale per la nostra comunità regionale, dunque ritengo doverosa ogni possibile iniziativa che dà valore aggiunto e maggiori garanzie alla nostra specialità”.

“La posizione presa dalla Commissione europea è estremamente preoccupante – commenta l’esponente della Lega – in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, l’attaccamento alle nostre radici dovrebbe essere tutelato e valorizzato per guardare al futuro con cauto ottimismo”.

“Esprimo grande soddisfazione per il voto unanime di quest’oggi, che assume un valore ancor più importante se consideriamo l’approssimarsi della festa per la Patria del Friuli del prossimo 3 aprile” conclude la nota stampa del consigliere regionale Diego Bernardis.

Una presa di posizione condannata da subito dal Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia, "un atto gravissimo della Commissione Europea che più volte aveva dichiarato prioritarie l’inclusione e il rispetto della ricca diversità culturale e linguistica dell’Europa, ma che, alla prova dei fatti, ha negato i diritti di milioni di cittadini europei appartenenti a comunità linguistiche minoritarie", osservano i consiglieri regionali del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli.

Senza dimenticare che, respingendo le richieste contenute nel “Minority SafePack”, "i legislatori si sono allontanati ulteriormente dai cittadini che rappresentano, cittadini che si erano avvalsi dell’unico strumento di democrazia partecipativa dell’Unione Europea", concludono Bidoli e Moretuzzo, auspicando un processo democratico più trasparente e inclusivo di tutti i popoli nel processo decisionale all’interno dell’UE e un’azione politica che metta al centro anche il tema della valorizzazione delle diversità e riconosca la libertà dei popoli di autodeterminarsi, di decidere del proprio futuro.

"La recente revoca, da parte del Parlamento Europeo, dell’immunità parlamentare a tre eurodeputati appartenenti a partiti indipendentisti catalani non va certamente in questa direzione", ricorda Moretuzzo.


Carlo Michelstaedter

 


Carlo Michelstaedter nasce a Gorizia nel 1887 in una famiglia ebrea di lingua italiana.

Studiò a fondo Platone e i presocratici (si veda il suo Dialogo della salute), la Bibbia e i tragici greci, i grandi poeti della nostra letteratura, sempre anelando a quel mondo incondizionato che sta al di là dei limiti della vita umana.

Desiderava dunque fuggire da un qui-ed-ora in cui si doveva subire la volontà di un Assoluto imperscrutabile, per annullarsi e diventare egli stesso assoluto.

Trasferitosi a Firenze vi frequentò la facoltà di lettere. Terminata nella città natale (ottobre del 1910) la stesura della tesi di laurea (La persuasione e la retorica) decise di porre termine alla sua fatica di vivere con un colpo di rivoltella.

Come risulta evidente anche nelle sue poesie, Michelstaedter non riesce ad accettare il mistero della creazione, non crede in fondo né ad un amore divino né tantomeno ad un suo riflesso efficace nell’uomo, e desidera solo dissolversi nel nulla.

Nonostante questo sfondo pessimistico e nichilista, la poesia di Michelstaedter ci dona immagini di struggente bellezza a volte un po’ giocate altre volte vere e perfette nell’uso della lingua.

Note biografiche a cura di Alessandro Ramberti.

 POESIE 

dall'incipit del libro

Se camminando vado solitario

per campagne deserte e abbandonate
se parlo con gli amici, di risate
ebbri, e di vita,

se studio, o sogno, se lavoro o rido
o se uno slancio d’arte mi trasporta
se miro la natura ora risorta
a vita nuova,

Te sola, del mio cor dominatrice
te sola penso, a te freme ogni fibra
a te il pensiero unicamente vibra
a te adorata.

A te mi spinge con crescente furia
una forza che pria non m’era nota,
senza di te la vita mi par vuota
triste ed oscura.

Ogni energia latente in me si sveglia
all’appello possente dell’amore,
vorrei che tu vedessi entro al mio cuore
la fiamma ardente.

Vorrei levarmi verso l’infinito
etere e a lui gridar la mia passione,
vorrei comunicar la ribellione
all’universo.

Vorrei che la natura palpitasse
del palpito che l’animo mi scuote…
vorrei che nelle tue pupille immote
splendesse amore.

Ma dimmi, perché sfuggi tu il mio sguardo
fanciulla? O tu non lo comprendi ancora
il fuoco che possente mi divora?…
e tu l’accendi…

Non trovo pace che se a te vicino:
io ti vorrei seguir per ogni dove
e bever l’aria che da te si muove
né mai lasciarti.


26 mar 2021

VESNA dea primavera nella mitologia slava

 


La
 vesna è un personaggio mitologico femminile associato alla giovinezza e alla primavera nell'antica mitologia slava, particolarmente in Serbia e Slovenia. Insieme al suo compagno Vesnik, veniva associata ai rituali svolti nelle aree rurali nel corso della primavera. Nel XIX secolo, i contadini russi celebravano il ritorno della primavera il 1º marzo andando nei campi e portando su un perno una scultura in argilla di una allodola decorata con fiori. Cantavano canzoni in cui si chiamava la stagione primavera col nome di vesna. Ancora oggi vesna è la parola poetica che sta per "primavera" in lingua slovena e lingua russa.

Nella mitologia slovena, le bellissime donne chiamate vesne vivevano in palazzi in cima a montagne nei quali discutevano il destino dei raccolti e degli abitanti umani. Un circolo magico attorno ai loro palazzi impediva loro di lasciare la cima della montagna, tranne che nel mese di febbraio, quando potevano scendere su carri di legno nella valle sottostante. Alcune persone soltanto erano in grado di sentire i loro canti. Le persone che riuscivano a introdursi furtivamente nei loro palazzi sulle montagne potevano sì conoscere il loro destino, ma rischiavano una spiacevole fine se venivano catturati dalle vesne.

L'immagine di una vesna è stata raffigurata su un francobollo sloveno nel 2005

fonte wikipedia

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Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

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