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antifascista

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16 gen 2021

Citazione

 Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi.

(Two things are infinite: the universe and human stupidity; and I’m not sure about the universe)

– Albert Einstein

dal web


In Friuli

 

Siamo arrivati alla fine della settimana e oggi fa più freddo di ieri - 2,5.In Friuli da domani saremo in zona arancione per due settimane (non si potrà uscire dal proprio comune salvo deroghe)

Ieri alcuni bar e ristoranti  hanno aderito all'iniziativa "io apro"e hanno tenuto aperto dopo le ore 18,sono scattate le multe e alcuni si sono ritirati.

A Cividale i ragazzi di un liceo si sono messi a seguire le lezioni col loro Pc portatile davanti allea scuola ben coperti per proteggersi dal freddo.

Il Tar ha dato ragione ai genitori che chiedevano la riapertura delle scuole,Fedriga ha detto che farà una nuova ordinanza per non riaprire prima del 1 febbraio.

dal Messaggero Veneto


Quelle bandiere sbeffeggiate


 Fu il tricolore della Francia rivoluzionaria ad ispirare bandiere semplicemente tricolori e sotto il potere francese, per rappresentare la repubblica Cisalpina, nel lontano 1797 prese forma la bandiera coi colori che oggi vediamo sventolare sui pennoni italiani. Fu un certo Giuseppe Compagnoni a suggerirne i colori. Il verde – che prese il posto del blu francese e che, tra l’altro, riproduceva il verde dei Visconti di Milano – avrebbe simboleggiato la natura e i diritti naturali, ossia libertà e uguaglianza, ma soprattutto il colore delle pianure italiane e del rigoglioso territorio nazionale. Il bianco come richiamo simbolico al biancore invernale dei rilievi montani al centro della bandiera, affiancato, sul battente, dal rosso a simboleggiare il sangue dei caduti per liberare l’Italia dagli invasori. Tuttavia il vessillo dell’Italia libera, nella sua semplice vivacità cromatica, si presta a svariate interpretazioni al di là del richiamo ai valori ereditati dalla rivoluzione francese.

Ecco, quindi, il ricco e variegato mondo che la bandiera nasconde dentro i suoi colori ed il messaggio che dovrebbe comunicare a chi vi guardasse come idealità per una nazione chiamata alla solidarietà, alla collaborazione, all’unità di valori, di intenti e di progetti di vita individuale e sociale.

È passata quasi sotto silenzio, quest’anno, la Giornata nazionale del Tricolore, indetta per il 7 gennaio, per celebrare il 224°anniversario della nascita del vessillo nazionale e, constatando il presente politico e sociale della «nazione», leggo più come un auspicio che come dato reale le parole del presidente Mattarella: «Il Tricolore, come forse mai accaduto di recente in maniera così intensa, ha saputo rappresentare la nostra identità, il sentimento di coesione di un popolo che vuole guardare avanti, senza dimenticare le sofferenze provocate dalla pandemia, ma con la volontà di ripartire».

Bandiere di ogni tipo in circolazione, troppo spesso una contro l’altra, in competizione se non in lotta tra loro; più disfide da ring, per ora incruente, che competizioni tra campioni per acclamare i migliori. Il simbolo d’unità nazionale per antonomasia esposto sui balconi più per sostenere la squadra di calcio nazionale che per acclamare chi

l’Italia la vuole unita, solidale, autrice e sostenitrice dei valori che la bandiera tricolore simboleggia.

La cosa che più mi colpisce e spaventa l’ho vista rappresentata nelle immagini sconvolgenti che ci sono giunte dai tanto celebrati Stati «uniti» d’America. Uniti da che cosa? In nome di quali principi, quali valori e intenti? Il simbolo a stelle e strisce, vessillo di libertà, democrazia, rispetto dei valori fondanti la grande nazione, sbandierato dai rivoltosi, ostentato su pettorine, cappelli, magliette e quant’altro, nel mentre si violentava, si umiliava, si distruggeva irridendo in modo blasfemo la concretezza dei luoghi dove quei valori trovavano la propria sede, forza e dignità. Campidoglio di Washington, sede del parlamento federale statunitense, dove una masnada di mentalmente e sentimentalmente plagiati sbeffeggiava il luogo dove si esercitano i diritti e i doveri simboleggiati dalla bandiera dell’Unione e dove la stessa bandiera veniva sventolata per svilirne e svuotarne del suo nobile contenuto ideale. E pensare che a fomentare questa discrasia, questa frattura si staglia contro un cielo plumbeo la figura del capo dello Stato, il garante dei valori rappresentati da Campidoglio e bandiera nazionale.

Non è la prima volta che proprio la bandiera, i suoi colori e i valori umani e civili che simboleggia viene usata per contraddire gli stessi.

Quante volte ho visto lungo le strade della Benečija, sui balconi e pennoni dei nostri paesi sventolare il tricolore con l’intento specifico e determinato di affermare un’appartenenza per escluderne un’altra. Come gridare: «Siamo italiani», ma non nel senso rappresentato dalla bandiera, la quale, interpretando la Costituzione non esclude, anzi tutela, il diverso per lingua o per altro. Esporla per affermare un nazionalismo discriminante e razzista. Quanti crimini e quante prevaricazioni nel nome di una bandiera usata come arma sguainata per dividere invece che mano tesa per chiamare a raccolta e favorire l’unità.https://www.dom.it/quelle-bandiere-sbeffeggiate_oskrunjene-zastave/?fbclid=IwAR3bJspzzYzGb3LY_9dz2XXYmqQfoEPfJRdaNTvMmJBXf7kLyZsGygl9j3g

 

15 gen 2021

La pitina che cos'è?

 

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Pitina_IGP_01.jpg#/media/File:Pitina_IGP_01.jpg

La pitina è una polpetta di carne affumicata originaria della Val Tramontina a nord di Pordenone in Friuli Venezia Giulia.In passato, nelle valli a nord di Pordenone, quando si abbatteva un camoscio o un capriolo, se si feriva o ammalava una pecora o una capra (troppo preziose per essere seppellite) era d'obbligo trovare un metodo di conservazione di lungo periodo. Proprio dall'esigenza di conservazione delle carni nacque la pitina e le sue varianti[1]. L'animale veniva disossato e la carne triturata finemente nella pestadora (un ceppo di legno incavato). Alla carne si aggiungevano sale, aglio, pepe nero spezzettato. Con la carne macinata si formavano piccole polpette, si passavano nella farina di mais e si facevano affumicare sulla mensola del focolare bruciando soprattutto legno di pino mugo. Una volta affumicata la pitina poteva resistere per molti mesi e diventava quindi un riferimento nella dieta dei tramontini.Sembra che già nella prima metà del 1800 fosse in uso fra le genti che abitavano le borgate di Frassaneit, località sita nel comune di Tramonti di Sopra[2].Originalmente la pitina era composta esclusivamente da carni ovine o caprine o da selvaggina ungulata d'alta montagna (camoscio o capriolo). La forma di polpetta è dovuta al fatto che in zone montane non c'erano possibilità di reperire budella per insaccare la carne e quindi conservarla, per cui si era sfruttato questo espediente per sopperire questa carenza. La preparazione non richiedeva particolari attrezzature quindi era possibile prepararle ovunque anche in malghe lontane da centri abitati. Questo succedeva normalmente senza un preciso programma, per cui una capra che si spezzava una zampa, un malessere da parto o l'abbattimento di un camoscio, erano l'occasionale condizione per l'immediata preparazione delle Pitine.https://it.wikipedia.org/wiki/Pitina

Tentativi di Haiku


 neve candida

copre tutto il prato

gioia dei bimbi

*****

confinamento

 stanno tutti in casa

è reclusione

*****



Il rito del mattino




Dopo aver ascoltato  rai regionale mi alzo e preparo la colazione per noi due.Mi metto al pc e leggo i giornali online:notizie della regione e dell'Italia,i necrologi.Poi vado nei miei 2 blog e rispondo ai commenti.e comincio a pensare quali post scrivere.Io sono pensionata,quindi non ho impegni lavorativi.

E voi avete dei riti che si ripetono?


Citazione

 Chi non ha pretese non ha  neanche dispiaceri.

Pier Paolo Pasolini



14 gen 2021

Addio a Edda Agarinis, moglie di Carlo Sgorlon

 


12 gennaio 2021

Si è spenta a 91 anni Edda Agaris, moglie dello scrittore friulano Carlo Sgorlon, scomparso nel dicembre 2009. Era ricoverata in ospedale a Palmanova, positiva al Covid, quando le sue condizioni sono peggiorate ed è sopraggiunta la morte. Maestra elementare, nel 1960 aveva sposato Sgorlon e, dopo la morte, era divenuta custode del patrimonio letterario del marito.

“Il mio ricordo dell’ultimo incontro avuto con Edda Agarinis in occasione della presentazione di un inedito di Carlo Sgorlon è quello di una donna ancora straordinariamente appassionata alla vita - ricorda il sindaco di Udine Pietro Fontanini -, consapevole della grande responsabilità derivante dal fatto di essere la custode dell’opera del marito Carlo Sgorlon e intenzionata a lottare affinché questa ricevesse finalmente la meritata attenzione, liberandola dall’oblio ideologico nel quale negli anni era caduta”.


“Per questo sono orgoglioso di poter dire che si deve a questa Amministrazione il rinato interesse nei confronti di questo nostro autore e la decisione di rendergli omaggio attraverso la realizzare una sua statua che sarà collocata nei prossimi mesi, alla conclusione dei lavori alla Biblioteca Joppi, in piazzetta Marconi. Ma oggi il nostro pensiero affettuoso, grato e commosso va a Edda, il cui nome è inscindibilmente legato da quello del marito che senza di lei non sarebbe stato il gigante della letteratura che è stato”, ha concluso Fontanini.

Gli fa eco l’assessore alla cultura Fabrizio Cigolot ha voluto esprimere il proprio cordoglio. “In questi anni - ha spiegato - ha sempre seguito con passione e apprezzato le nostre iniziative legate al nome del marito, cui era legata da un amore profondo e da una sintonia intellettuale straordinaria. Ora che Edda non c’è più, questa Amministrazione si impegnerà con ancora maggiore determinazione a difendere e valorizzare il nome e l’opera di Carlo Sgorlon, della cui eredità è stata custode”.

"Esprimo profondo dolore per la scomparsa di Edda Agarinis che con dolcezza e determinazione ha sempre saputo diffondere il messaggio universale contenuto nei libri di Carlo Sgorlon - la ricorda Furio Honsell, già sindaco di Udine e  il consigliere regionale di Open Sinistra Fvg -. In numerosissime occasioni in qualità di Rettore prima e di sindaco di Udine poi ho avuto il privilegio di incontrarla e apprezzarla. Interpretava con delicatezza tanti dei valori dai quali nasceva lo sguardo di Sgorlon. Esprimo le condoglianze ai suoi familiari."https://www.ilfriuli.it/articolo/cronaca/addio-a-edda-agarinis-moglie-di-carlo-sgorlon/2/234574


Medici di base Fvg pronti per la seconda fase della vaccinazione

 


13 gennaio 2021

"L'alta adesione nel sottoporsi alla vaccinazione da parte dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta è un fattore che la Regione accoglie con grande soddisfazione, dimostrando la loro forte attenzione alla campagna di immunizzazione avviata in Friuli Venezia Giulia. A ciò si aggiunge l'importante disponibilità espressa dalla categoria nel compiere le inoculazioni nelle prossime fasi, elemento di importanza strategica per arrivare, nel minor tempo possibile, alla più ampia copertura della popolazione. Questa positiva disponibilità dovrà tenere conto della sostenibilità nella catena del freddo e la scelta della gestione commissariale nazionale".

Lo ha detto il vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi nel corso di un incontro telematico al quale hanno partecipato i presidenti degli Ordini dei medici e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei medici di medici medicina generale.

Al centro dell'incontro l'organizzazione della seconda fase della somministrazione dei vaccini, che riguarderà a breve gli ultraottantenni e i disabili residenti in Regione. Riccardi ha ricordato innanzitutto i numeri riguardanti le due categorie che saranno chiamate a immunizzarsi in questa seconda fase della campagna definita a livello commissariale.

"I dati in nostro possesso - ha detto il vicegovernatore - ci dicono che saranno circa 100 mila gli ultraottantenni ai quali potrà essere inoculato il vaccino, a cui si aggiungono altre 3 mila persone con disabilità. I partecipanti alla riunione - spiega ancora Riccardi - hanno espresso la propria piena disponibilità nel compiere i vaccini, forti anche del fatto che, meglio di tutti, conoscono la storia clinica dei propri pazienti nonché le relative patologie. Non possiamo quindi che accogliere con favore questa loro volontà che ora porteremo all'attenzione del tavolo nazionale con il Governo, poiché su questa partita non abbiamo autonomia operativa. L'auspicio è che si possa trovare la quadra nel minor tempo possibile per poter procedere spediti nella campagna vaccinale che abbiamo avviato nella nostra regione. Ora attenderemo di conoscere come proseguire la campagna a partire dal flusso di consegna dei vaccini alla regione per completare la prima fase e iniziare la seconda fase". https://www.ilfriuli.it/articolo/salute-e-benessere/medici-di-base-fvg-pronti-per-la-seconda-fase-della-vaccinazione/12/234651




Inchino al Friuli 2020

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Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

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