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31 mag 2020
2,4 milioni per le nostre vallate - 2,4 milijona za naše doline
Una buona, ottima notizia in questi tempi di crisi, arriva per Benecia, Resia e Valcanale dalla Commissione regionale consultiva per la minoranza slovena, riunitasi il 20 maggio in videoconferenza, sotto la presidenza dell’assessore Pierpaolo Roberti. È stato dato, infatti, il via libera al riparto di 2,4 milioni di euro, provenienti dall’articolo 21 della legge statale per gli sloveni, per lo sviluppo economico del territorio della provincia di Udine nel quale è insediata la comunità linguistica. Si tratta dei fondi stanziati dallo Stato nei quattro esercizi finanziari dal 2016 al 2020.
Nel corso del dibattito, Roberti ha evidenziato che sicuramente alla Regione non fa piacere vedere i soldi fermi e cerca di fare di tutto e di più affinché vengano spesi sul territorio. «Anche perché stiamo parlando di aree particolarmente depresse. E pensare di avere soldi a disposizione fermi nel cassetto, non fa piacere a nessuno. Sicuramente di queste risorse su quel territorio c’è bisogno immediatamente. Anche dal punto di vista comunicativo, cioè del messaggio che si vuol dare alla popolazione sul fatto che vengono messe in campo delle risorse importanti», ha affermato.
La proposta di distribuzione dei fondi relativa al triennio 2016-2019, già presentata e approvata dalla Commissione consultiva nel luglio dell’anno scorso, ma poi non avvenuta per intoppi burocratici, è stata modificata negli importi, aggiungendo i 516 mila euro previsti per il 2020. Vi sono contemplati cinque interventi.
1. Istituto bilingue
Il primo intervento prevede uno stanziamento di 50.000 euro per un’iniziativa progettuale promossa dal Comune di San Pietro al Natisone, con il sostegno di tutte le amministrazioni comunali del territorio, che riguarda la realizzazione di un sistema di ombreggiamento della sede dell’Istituto comprensivo bilingue al fine di migliorare le condizioni ambientali degli spazi e di migliorare l’efficienza energetica.
2. Sviluppo turistico
Il secondo intervento è destinato alla prosecuzione del progetto per lo sviluppo turistico del territorio compreso tra Tarvisio e Prepotto. All’Uti del Natisone, in convenzione con le Uti del Torre e del Canal del Ferro Val Canale e con partner l’Istituto per la cultura slovena, saranno destinati 500 mila euro. Gli obiettivi del nuovo progetto sono di riproporre l’esperienza positiva del bus transfrontaliero Benečija gor in dol; promuovere passeggiate ed escursioni su sentieri storici e percorsi tematici al fine di favorire la visita delle chiese votive e dell’architettura rurale dei paesi in quota (i sentieri dovranno essere dotati di cartellonistica bi/plurilingue); dedicare particolare impegno alla diffusione della conoscenza del museo SMO, dei siti collegati, delle proprie attività, delle nuove acquisizioni e in genere del territorio interessato tramite un’appropriata campagna promozionale, al fine di richiamare un sempre maggior numero di visitatori.
3. Aziende agricole
Il terzo intervento, da 800 mila euro, andrà a sostegno prioritario delle aziende agricole e forestali professionali ed eventualmente artigianali. Titolare dell’iniziativa saranno le Uti del Natisone, del Torre e del Canal del Ferro-Valcanale e avranno come beneficiari le imprese operanti sul territorio. Si prevede un bando aperto a tutte le imprese con previsioni di graduali punteggi per sostenere prioritariamente le aziende mediante un abbattimento parziale delle spese di gestione delle aziende stesse.
4. Produzioni autoctone
Con il quarto intervento saranno destinati 200 mila euro al progetto per la valorizzazione e l’incremento delle produzioni agricole autoctone e per la loro valorizzazione con particolare attenzione al sistema produttivo ad indirizzo biologico. Titolari dell’iniziativa saranno, anche in questo caso le Uti, che avranno per partner la Kmečka zveza, l’Ersa e l’Università di Udine.
5. Interventi comunali
Il quinto intervento, ancora con titolari le tre Uti, darà ai Comuni 800 mila euro per realizzare opere pubbliche e progetti funzionali al miglioramento delle condizioni operative delle aziende produttive del territorio, nonché sostenere le attività produttive colpite dalla crisi generata dall’emergenza Covid-19. A titolo indicativo, saranno interventi su viabilità produttiva, elettrificazioni, acquedotti, ripristino e ristrutturazione di fabbricati da destinarsi ad attività produttive, acquisto macchinari per il mantenimento del territorio, progetti di mantenimento delle superfici produttive, etc.
Nel dibattito sono stati esaminati i problemi che potrebbero derivare dal trasferimento dei fondi durante il passaggio dalle Unioni territoriali intercomunali alle nuove Comunità. L’assessore Roberti farà tutte le verifiche necessarie. L’ipotesi più probabile è quella di trasferire subito la prima annualità, in modo che venga gestita dalle Uti, e le successive annualità ali novi enti. Non è escluso, comunque, che si possa trasferire subito tutti i 2,4 milioni, se si dovesse accertare l’assenza di complicazioni burocratiche nel passaggio alle Comunità.
Quanto alle difficoltà emerse nell’utilizzo dei fondi degli anni 2014-2016 – tre dei sette interventi non sono stati completati – Roberti ha messo in evidenza come quella di Benecia, Resia e Valcanale sia «un’area particolarmente in difficoltà sotto tutti i punti di vista», anche su quello della dimensione dei Comuni che la compongono. In ogni caso, «il fatto che i soldi purtroppo non riescono ad essere spesi in modo puntuale sul territorio, è un problema che riguarda tutta la Regione ad esclusione dei Comuni più strutturati o che hanno forme di collaborazione importante con i Comuni più strutturati». Con particolare riferimento ai 40 mila euro non utilizzati, che dovranno essere restituiti alla Regione per essere poi destinati ai periodi successivi, l’assessore si è detto certo che, se nello scorso periodo non sono stati utilizzati tutti i soldi per le imprese, questa volta non ci saranno problemi nell’erogarli. «Immagino che ci sarà la fila per richiederli», ha detto.
L’auspicio è che le problematiche emerse sulla gestione e l’utilizzo dei fondi possa essere risolto dalla riforma delle autonomie locali. Il posticipo dell’avvio delle Comunità di montagna fornisce ai Comuni l’opportunità che negli statuti si possa prevedere che tra le funzioni gestite in modo associato dai nuovi enti ci siano anche le risorse per lo sviluppo economico che vengono messi a disposizione dall’articolo 21 della legge statale di tutela della minoranza slovena. (R. D.)
V sredo, 20. maja, je zasedala posvetovalna komisija za slovensko jezikovno manjšino. Na seji, ki jo je predsedoval odbornik Dežele Furlanije Julijske-krajine za krajevne avtonomije, Pierpaolo Roberti, so razdelili sredstva iz 21. člena zaščitnega zakona za Slovence v štiriletju 2016-2020. Bralce spominjamo, da 21. člen spodbuja razvoj območja videnske pokrajine, kjer je tradicionalno prisotna slovenska manjšina.
Sredstva v višini 2,4 milijona evrov bodo tako namenjena petim posegom.
S sredstvi v višini 50.000 evrov bodo povečali energetsko učinkovitost Večstopenjskega zavoda s slovensko-italijanskim dvojezičnim poukom v Špietru.
500.000 evrov bodo namenili turističnemu projektu, ki bo vrednotilo območje med Trbižem in Prapotnim. Sredstva bodo namenili MTU Nediža, ki bo sklenila konvencijo z MTU Ter in MTU za Železno in Kanalsko dolino in partnerstvo z Inštitutom za slovensko kulturo.
Spet preko že omenjenih medobčinskih teritorialnih unij bodo s sredstvi v višini 800.000 evrov podpirali kmetijstvo in gozdarstvo.
Četrtemu posegu so namenili 200.000 evrov. Z njimi bodo vrednotili domače pridelke. Spet bodo pobudo izvajali prej omenjene medobčinske teritorialne zveze, tokrat v partnerstvu s Kmečko zvezo, zavodom Ersa in Univerzo v Vidnu.
Prav tako preko že omenjenih medobčinskih zvez bo peti in zadnji poseg s sredstvi v višini 800.000 evrov podpiral javna dela in projekte, ki naj bi podjetjem na teritoriju izboljšali delovne razmere.
Z ozirom na težave pri izkoriščanju sredstev iz 21. člena v triletju 2014-2016 odbornik Roberti računa na to, da bo reforma krajevnih avtonomij olajšala dostop do sredstev v združeni obliki tudi manjšim in manj strukturiranim občinam.
30 mag 2020
GUBANZA-GUBANA dolce tipico delle Valli del Natisone/Nediške doline
29 mag 2020
Il maggiociondolo
foto personale |
Il maggiociondolo (Laburnum anagyroides Medik., 1787) è un piccolo albero caducifoglio (perde le foglie) alto dai 4 ai 6 metri, appartenente alla famiglia delle Fabaceae.
Ha portamento arbustivo, la corteccia è liscia, con rami espansi verdi scuri e ramoscelli penduli e pubescenti. Le foglie (composte da tre foglioline) hanno un lungo picciolo, glabre superiormente e pelose inferiormente. I fiori sono di colore giallo oro, molto profumati, sono raggruppati in lunghi racemi penduli (fino a 25 cm) e fioriscono tipicamente in maggio.
I frutti sono legumi dai numerosi semi neri contenenti citisina (un alcaloide), estremamente velenosi (per l'uomo, ma anche per capre e cavalli) specie se immaturi. Alcuni animali selvatici tuttavia (come lepri, conigli e cervi) se ne possono cibare senza problemi, e per questo in alcune regioni è ritenuta una pianta magica.
Il legno è duro e pesante, di colore giallo/bruno, ottimo per pali, lavori al tornio e come combustibile. In passato - ma anche oggi nelle rievocazioni storiche - era utilizzato come ottimo legno per la costruzione degli archi.
Anche Giovanni Pascoli la nomina:
«Il tempo si cambia: stasera
vuol l'acqua venire a ruscelli.
L'annunzia la capinera
tra li albatri li avornielli:
tac tac.»
|
Primo piano sul Dom del 31 maggio
Nel nono numero 2020, recante la data del 31 maggio, il quindicinale Dom apre con le previsioni per la stagione turistica in Benecia, Resia e Valcanale. Secondo gli esperti di turismo, borghi alpini autentici, seconde case, attività sportive in solitaria, esperienze a contatto con la natura saranno quest’anno le tendenze, in quanto bisognerà passare anche le vacanze con le mascherine ed evitando assembramenti, condizione che pone come meta ideale la montagna. E non quella delle località turisticamente rinomate, bensì quella vera, quella più tranquilla e autentica, come la nostra. Lo testimoniano le notevoli presenze di escursionisti registrate nelle scorse settimane sul Matajur, sul Colovrat, sullo Joanaz, in Val Resia e in Valcanale. «La prossima estate le regole relative al distanziamento sociale porteranno gli ospiti a preferire luoghi all’aperto, ma senza affollamento – riporta il documento previsionale dell’Osservatorio italiano di turismo montano –. Si tratterà soprattutto di un turismo di prossimità, infraregionale». Abbiamo chiesto, allora, ad alcuni operatori del territorio cosa si aspettano per i prossimi mesi.
https://www.dom.it/ne-spreglejte-doma-z-dne-31-maja_primo-piano-sul-dom-del-31-maggio/
https://www.dom.it/ne-spreglejte-doma-z-dne-31-maja_primo-piano-sul-dom-del-31-maggio/
Dr. Canciani: come sono belle e sane queste valli
L’emergenza causata dal coronavirus ha messo in evidenza, tra i tanti problemi e disagi, anche i vantaggi della vita in aree come Benecia, Resia e Valcanale, territori salubri e a bassa densità di popolazione. Probabilmente il Corona resterà con noi per diversi anni. È probabile che con il calo delle misure restrittive avremo nuovi focolai, che andranno circoscritti al più presto mediante quarantena, tracciabilità dei contatti e degli spostamenti. Anche se la mappa dell’inquinamento è abbastanza sovrapponibile a quella della diffusione del virus, per ora non abbiamo prove incontrovertibili, ma sappiamo che l’inquinamento causa una continua infiammazione dei bronchi, predisponendo a varie infezioni, soprattutto virali.
Oltre alle bellezze paesaggistiche e naturalistiche e all’interesse etnografico e culturale, queste valli offrono sempre la possibilità di offrire dei «farmaci naturali » e senza costi. Mi riferisco alla foresto e speleoterapia che abbiamo sperimentato con dei soggiorni per bambini e ragazzi asmatici.
L’esperienza maggiore è quella con i soggiorni climatici che svolgiamo da 17 anni, dapprima a Sauris e da 9 anni a Fusine, integrata in quest’ ultima località dalla speleoterapia. I bambini vengono seguiti da 2 medici, una psicologa e 16 volontari dell’Associazione allergie e pneumopatie infantili- Alpi.
Gli obiettivi del soggiorno sono: dare ai bambini autonomia nella gestione della propria malattia; aiutare i bambini a sentirsi «normali»; favorire il confronto e il sostegno tra le famiglie; ottimizzare l’efficacia dei trattamenti attraverso una valutazione al di fuori dell’ ambiente ospedaliero, con la supervisione di personale adatto, medico e paramedico; favorire stili di vita corretti e l’approccio all’attività fisica; valutare i pazienti in un luogo ottimale dal punto di vista medico (scarso inquinamento e allergeni), come è l’alta montagna; eseguire indagini strumentali complesse (indagini cliniche, spirometrie, ossido nitrico esalato, test da sforzo, metaboliti sul condensato esalato).
Tutte le attività vengono proposte ai bambini sotto forma di gioco e di divertimento. Si fanno escursioni, attività all’area aperta, momenti di gioco-apprendimento, nel corso dei quali vengono spiegate alcune tecniche per gestire la malattia respiratoria in situazioni di sforzo, di stress emozionale, di infezione, di scarsa «compliance» familiare.
Le attività all’aria aperta hanno il duplice obiettivo di giovare alla salute dei bambini (per questo si è scelta una località salubre e montana) e di farli sentire «normali», in quanto anche loro, sia pure con qualche limite, possono fare le stesse attività dei bambini «normali».
Nel corso degli anni abbiamo rilevato: un calo degli attacchi d’ asma, sia a riposo, sia sotto sforzo; un miglioramento della spirometria; un calo dei marcatori d’ infiammazione
bronchiale; un miglioramento della resistenza allo sforzo.
Per quanto riguarda la speleoterapia, questa è una forma particolare di terapia climatica che si avvale dell’effetto terapeutico del microclima presente nelle grotte – ad esempio Villanova nell’Alta Val Torre – e nelle miniere dismesse, come quelle di Raibl a Cave del Predil.
Presupposto per l’uso terapeutico di centri di speleoterapia fredda sono le seguenti caratteristiche microclimatiche: temperature basse costanti; umidità relativa intorno al 100%; bassa umidità assoluta; elevatapurezza dell’aria; correnti d’aria moderate.
L’inspirazione dell’aria fredda, pura e molto umida presente nelle grotte facilita il drenaggio del tessuto edematoso dei bronchi e aumenta il lume delle vie respiratorie, per cui il paziente respira più liberamente. Possiamo dire che il 30 per cento dei bambini riporta un miglioramento dell’asma, valutato non solo clinicamente, ma con metodi più sensibili, come la spirometria per bambini, la temperatura dei gas del respiro e l’ossido nitrico esalato, finissimo marcatore d’infiammazione bronchiale. Detto miglioramento in genere persiste per qualche mese, spesso senza bisogno di aggiungere dei farmaci. È probabile che con una maggiore frequentazione della speleoterapia (due settimane invece di una) e per un paio di ore al giorno i risultati siano ancor più evidenti.
Abbiamo sperimentato la forestoterapia nelle Valli del Natisone, dapprima con il soggiorno di un giorno e poi di 2 giorni, ai quali ha partecipato una trentina di persone, tra bambini e adulti.
I partecipanti sono stati sottoposti a un controllo medico (visita, rinoscopia, spirometria, dosaggio dell’ossido nitrico esalato) prima e al termine del soggiorno, per valu- tarne il beneficio.
La qualità dell’aria è stata valutata con i nostri strumenti per la rilevazione di inquinanti, la presenza di sostanze vegetali è stata rilevata in precedenza da un naso elettronico creato ad hoc, il quale permette l’analisi e lo studio degli odori su campioni d’aria prelevati nelle valli. Le analisi olfattometriche risultano indispensabili per capire le reali concentrazioni di odore e delle sostanze benefiche.
Oltre alla parte medica, sono stati valutati lo stato di ansia e di attenzione con dei questionari somministrati da una psicologa, i quali hanno evidenziato un calo dell’asma.
Possiamo concludere che nelle Valli del Natisone c’è un microclima adatto agli asmatici e inadatto al proliferare degli acari, che con le loro feci costituiscono una delle prime fonti di patologie dell’apparato respiratorio, specialmente nei bambini. Dalle cortecce degli alberi si liberano delle sostanze tra cui i terpeni, che sono dei potenti antiossidanti, utili per prevenire le malattie cardiovascolari e respiratorie. Con una frequenza più prolungata, si potrebbero avere risultati migliori, i quali potrebbero avere ricadute positive sia per i pazienti, sia per la zona, che potrebbe essere rivalutata nell’ottica di un turismo lento ed ecologico, oggi in forte ascesa.
Si tiene a sottolineare che questa è l’unica attività del genere in Friuli Venezia Giulia e una delle poche in Italia e in Europa. Foresto e speleoterapia sono, dunque, una ragione in più per frequentare Benecia e Valcanale.
Mario Canciani
27 mag 2020
Il meraviglioso mondo sotterraneo dell’Alta Val Torre -
Villanova delle grotte/Zavarh |
foto da http://www.comune.lusevera.ud.it/index.php?id=5221 |
Un mondo nascosto sotto terra
Villanova delle Grotte custodisce un gioiello di rara bellezza e spettacolarità: il complesso carsico delle grotte di Villanova; quattro imponenti cavità, per uno sviluppo complessivo di oltre 20 km, formate dalla paziente opera dell’acqua durante il silenzioso trascorrere di milioni di anni. La cosiddetta Grotta Nuova fu scoperta nel 1925 da alcuni abitanti del paese che osservarono una fenditura naturale, dalla quale fuoriusciva una corrente d’aria umida, che si addensava in vapore.
La grotta nuova presenta una singolarità morfologica che la differenzia notevolmente dalle altre grotte di origine carsica. E’ formata a contatto di due tipi di roccia sottoposti a differenti modelli di carsismo; il risultato è una grotta con ambienti diversi a seconda del tipo di roccia in cui si sono sviluppati.
Ogni ramo della Grotta Nuova è dissimile dall’altro e varia ogni poche decine di metri per forma, dimensioni e fenomeni di concrezionamento. Questo tipo di grotte è molto raro e la Grotta Nuova, nel suo genere ed è una delle più estese al mondo (con quasi 9 km di sviluppo).
Speleoturismo . Per chi vuole scoprire questo mondo nascosto esistono più possibilità. Ben illuminato e provvisto di comodi camminamenti, il percorso turistico attraversa ampie gallerie dalle forme singolari, imponenti saloni e tortuosi “canyon” ornati da stalattiti e stalagmiti, che conducono i visitatori verso luoghi d’incomparabile bellezza, come lo spettacolare “Angolo dei Cristalli” e la “Sala del Gran Portone”, con il suo maestoso arco naturale. La visita è guidata ed ha una durata di 1 ora e 15 minuti circa. La temperatura della grotta è di 11° costanti.
E’ però possibile prenotare anche delle facili escursioni guidate di 3 o 5 ore alle parti più interne della grotta, solitamente riservate agli speleologi. Le particolarità geologiche, le miriadi di concrezioni che ornano le gallerie con le loro forme bizzarre, l’aria fresca e pura che percorre i cunicoli ed il suono dell’acqua, che a tratti scorre quieta e a tratti si ode impetuosa, là dove il torrente interno forma cascate come nastri d’argento, accompagnano gli speleoturisti in un’esperienza indimenticabile.
Le grotte di Villanova/Zavarh
Col termine generico di grotte di Villanova vengono indicate le principali grotte che si aprono nell'area di Villanova delle Grotte (frazione di Lusevera, in provincia di Udine).
In una piccola area delle Prealpi Giulie compresa fra il massiccio dei Monti La Bernadia e la catena del Gran Monte sono state scoperte numerose cavità fra cui le maggiori sono la Grotta Doviza, la Grotta Nuova di Villanova, la Grotta Egidio Feruglio e l'Abisso Vigant. Le prime tre cavità si aprono nel territorio del comune di Lusevera, la quarta in quello di Nimis. Altre grotte si aprono nel territorio di Taipana (Monteaperta, ...).
Le grotte dell'area di Villanova sono state esplorate da intere generazioni di speleologi a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Attualmente sono stati esplorati e rilevati oltre quindici chilometri di gallerie.
Grotta Doviza
La grotta Doviza o Tazajama si apre nei pressi di Villanova delle Grotte (Lusevera, Udine) con tre ingressi posti sul versante destro della valle Ta pot Cletia. La lunghezza delle gallerie esplorate finora è superiore a tre chilometri. La grotta, particolarmente complessa, si sviluppa su più livelli. I rami principali sono percorsi da alcuni ruscelli che si uniscono nel Salone delle Confluenze. Le prime esplorazioni della grotta Doviza risalgono alla seconda metà del XIX secolo (1876), ma l'esplorazione ed il rilievo topografico più completi risalgono al primo decennio del Novecento ad opera di Giovanni Battista De Gasperi. All'epoca delle prime esplorazioni erano noti solamente due ingressi, definiti come Superiore ed Inferiore. La pianta topografica e la descrizione della cavità vennero pubblicate nel 1916 sulla monografia Grotte e Voragini del Friuli nell'ambito della rivista Mondo Sotterraneo del Circolo Speleologico ed Idrologico Friulano. Nella seconda metà del Novecento ulteriori contributi al rilievo topografico della grotta vennero da speleologi di diverse associazioni friulane ed isontine. La scoperta del terzo ingresso della cavità è avvenuta nel 2007.
Grotta Nuova di Villanova
La grotta Nuova di Villanova si trova esattamente in corrispondenza dell'abitato di Villanova delle Grotte (Lusevera). La Grotta Nuova è particolarmente interessante poiché si tratta di una delle maggiori cavità di contatto conosciute: si sviluppa infatti al contatto fra una bancata di flysch ed una di conglomerato calcareo. Le gallerie principali sono caratterizzate da una tipica sezione trapezoidale, col soffitto in conglomerato, pareti in flysch e fondo coperto da sedimenti.
La grotta venne scoperta nel 1925 da un abitante del luogo, Pietro Negro. Quasi subito egli fondò insieme ad altri locali il Gruppo Esploratori e Lavoratori delle Grotte di Villanova, che esplorò la cavità e la rese accessibile al pubblico attraverso un accesso artificiale. Ancora oggi le visite guidate alla grotta sono gestite dalla stessa associazione locale.
Abisso Vigant
L'abisso Vigant è una cavità che si apre nei pressi di borgo Vigant, in comune di Nimis. È costituita da un inghiottitoio, diversamente dalle tipiche entrate a pozzo. Con 10 verticali abbastanza semplici si arriva a una profondità di meno 254 metri.
Grotte di Monteaperta
Grotta "pod Lanisce" (semi-allagata) presso la località Ponte Sambo, grotte "del Briec e del Celò" (sopra Debellis), grotta "della Divia Jáma" (sopra la pod Biéla Skála a Monteaperta).
foto di Guido Marchiol |
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