Il Friuli Venezia Giulia è al momento la sola regione in Italia ad avere un ente unico che fa da regia al progetto della Strada, segue tutte le azioni legate all'operatività con le proprie risorse interne ed è, inoltre, la prima regione in Italia a regolare (ex art.6 lr 22/2015) la somministrazione di produzioni agroalimentari tradizionali e produzioni tipiche e di qualità non cucinate, unitamente all'assaggio del vino durante le visite in cantina
Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga❤️
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Questo blog parla delle minoranze linguistiche del Friuli:SLOVENA,FRIULANA eTEDESCA,articoli dei giornali della minoranza slovena,degli usi,costumi,eventi e tanto altro.Buona lettura.OLga
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23 mag 2020
Strada del vino e del sapore: ecco le bellezze del Friuli Venezia Giulia
Il Friuli Venezia Giulia è al momento la sola regione in Italia ad avere un ente unico che fa da regia al progetto della Strada, segue tutte le azioni legate all'operatività con le proprie risorse interne ed è, inoltre, la prima regione in Italia a regolare (ex art.6 lr 22/2015) la somministrazione di produzioni agroalimentari tradizionali e produzioni tipiche e di qualità non cucinate, unitamente all'assaggio del vino durante le visite in cantina
La scuola bilingue e la didattica a distanza “Una novità per tutti, noi ci siamo mossi così”
Fa discutere, certo non solo a livello locale, la reale efficacia della didattica a distanza a cui sono co- stretti, ancora per una ventina di giorni, scolari e studenti delle scuo- le in Italia. Mentre in altri Stati europei le lezioni sono riprese tra le mura scolastiche (anche se in Francia alcune scuole hanno richiuso dopo una settimana), in Italia infatti il ritorno sui banchi avverrà a settembre. Con modalità tutte da definire. Di tutto questo ne parliamo con il dirigente dell’Istituto scolastico bilingue di S. Pietro, Davide Clodig. “Per noi, come per altri, è tutto nuovo, non ci sono indicazioni e non c’è una preparazione ad hoc, anche se dal punto di vista della formazione digitale siamo avvantaggiati per aver già realizzato progetti specifici, come quello della classe 2.0. Ora però la didattica è tutta così, ed è una novità anche per chi è tecnicamente preparato. Questo vale per gli allievi, per le famiglie e anche per gli insegnanti”, ci dice.
Delle difficoltà, comunque, ci sono. “Ci sono ma sono anche superabili” afferma il dirigente, che spiega: “Abbiamo casi limitati dove non c’è possibilità di connessione a internet. In questo caso si caricano i materiali didattici su una chiavetta Usb e li si fornisce all’allievo. O anche con fotocopie.” Clodig fa an- che sapere che, per quanto riguarda le classi della primaria, da qualche settimana sono partite le lezioni in videoconferenza, “forse in ritardo per due motivi: abbiamo deciso di uniformarci a soluzioni simili se non uguali alle altre scuole slovene del territorio regionale, attra- verso il programma della ‘digitalna šola’, e poi perché abbiamo dovuto risolvere alcune situazioni per famiglie che avevano problemi: non avevano una connessione o non se la potevano permettere. Con fondi del Ministero abbiamo cercato di coprire questo genere di spese fornendo, quando necessario, tablet, pc portatili o anche router per il wi-fi. Questo valeva per gli allievi, ma anche per gli insegnanti. Come per tutto, siamo partiti e cerchiamo di aggiustare il tiro in corsa, perché non è facile capire quanto le famiglie siano capaci di rispondere a questo genere di innovazioni.”
La scuola bilingue ha messo quindi a disposizione circa 45 tra tablet e computer portatili (tra i pri- mi 5 sono stati donati dalla Zadružna Kraška Banka assieme all’Unione regionale economica slovena e all’Ufficio regionale per le scuole con lingua di insegnamento slovena, tra i pc portatili 3 sono dono del gruppo di volontariato La via di Bet di Clenia).
Il dirigente della bilingue rimarca, oltre all’aspetto formativo, anche quello psicologico legato alla qua- rantena. Un supporto alle famiglie e anche agli insegnanti, in questo senso, viene portato dalla psicologa Mara Floreancig. Va posto poi l’accento su problemi più specifici, ad esempio quando l’alunno non ha chi a casa lo possa aiutare con la lingua slovena. In questo caso, come per chi ha problemi di dislessia, si sta pensando di acquisire programmi con lettori vocali di testo.
Cosa succederà, però, a settembre? “Tutti i dirigenti – risponde Clodig – stanno cercando di fare delle ipotesi, ma al momento non ci sono indicazioni. Fino a che non ci saranno protocolli chiari su come vanno organizzati gli spazi, è difficile immaginare qualsiasi scenario. È chiaro che la presenza dei bambini e dei ragazzi è ideale, ma questo si scontra con gli aspetti legati a spazi e personale".
Monsignor Ivan Trinko
Nato a Tercimonte di Sotto (Savogna) il 25 gennaio 1863, T. frequentò la scuola elementare di Cividale del Friuli e il Ginnasio arcivescovile di Udine. Ordinato sacerdote nel 1886, entrò in seminario come prefetto, quindi dal 1895 al 1943 vi insegnò filosofia, disciplina su cui pubblicò alcuni saggi. Fu canonico onorario del Capitolo metropolitano di Udine, componente della Commissione d’arte sacra, per la riforma della musica sacra, deputato per la censura ecclesiastica, esaminatore sinodale. L’attaccamento alla parlata delle Valli del Natisone lo spinse ad approfondire la conoscenza della lingua slovena letteraria e ad insegnarla dal 1929 in seminario; scrisse la Grammatica della linguaslovena ad uso delle scuole edita a Gorizia nel 1930. Poeta e narratore, con i mezzi a sua disposizione tradusse letteratura slovena, croata, serba, ceca, polacca, russa per diffonderne la conoscenza. Su periodici regionali e stranieri pubblicò testi poetici e in prosa soprattutto di autori sloveni, ma anche di Puskin, Tolstoj, Turgenev, Gogol. Interlocutore privilegiato di Jan Baudouin de Courtenay, si fece interprete dell’esigenza della sua gente di avvicinarsi all’insegnamento religioso e scolastico nel proprio idioma, consapevole dell’identità comunitaria in tempi avversi alla convivenza delle diversità. Geografo attento agli aspetti economici e ai modelli sociali, tentò una Storia politica, letteraria ed artistica della Jugoslavia nel 1940 e si occupò della storia delle comunità sul confine occidentale sloveno. Dirigente dell’Azione cattolica, riuscì a sposare il sacerdozio con l’impegno politico nel Partito popolare, come consigliere ed assessore provinciale di Udine sin dal 1902. Nel secondo dopoguerra si attivò con i movimenti per l’autonomismo friulano, nel comune interesse per le minoranze. …http://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/trinko-ivan-trinco-giovanni-grisostomo/
22 mag 2020
Salus Infirmorum a Porzus
Da lunedì 18 maggio sarà di nuovo possibile la celebrazione delle Sante Messe con la partecipazione dei fedeli e domenica 24 maggio a Porzus/ Porčinj si celebrerà per la prima volta dopo molti anni la festa dellaMadonna della salute/Salus infirmorum. Alle 16.30 don Carlo Gamberoni, il parroco di Servola (Trieste), che con le proprie ricerche e i propri libri ha dato un contributo determinante a riscoprire e far conoscere le apparizioni mariane nel paese sopra Attimis/Ahten, presiederà la concelebrazione in italiano e sloveno. La possibilità per i fedeli di partecipare, seppure con le necessarie limitazioni, all’Eucaristia a Porzus, viene letta da molti come un segno del Cielo. La festa della Madonna della salute, istituita dagli abitanti di Porzus dopo la terribile epidemia di colera che nel 1855, l’anno delle apparizioni a Teresa Dush, che si portò via una quindicina di paesani, compreso il curato, don Giusepe Costaperaria, è stata rimessa in calendario alla fine delo scorso anno, quando del coronavirus Covid-19, non c’era traccia, né sentore. Poi a fine inverno e inizio primavera l’emergenza legata alla pandemia ha imposto la modifica del programma dell’anno dei pellegrinaggi 2020. Sono state annullate le celebrazioni previste il sabato e la domenica dopo Pasqua (18 e 19 aprile), date nelle quali si apriva tradizionalmente la stagione estiva, e l’apertura è stata spostata a domenica 24 maggio, data nella quale era già prevista la celena della festa della Madonna della salute. A presiedere la Santa Messa quel giorno avrebbe dovuto esserci mons. FrancoAgostinelli, vescovo emerito di Prato, nonché assistente nazionale delle 700 Misericordie d’Italia, nate nel 1244 a Firenze, per portare aiuto, conforto nel mondo del dolore e della sofferenza. Successivamente anche questo appuntamento è stato modificato, in considerazione del protrarsi dell’emergenza. In ogni caso, il curatore pastorale di Porzus, don Vittorino Ghenda, aveva confermato la celebrazione dell’Eucaristia senza la presenza di fedeli e con trasmissione in diretta Facebook sulla pagina Pro loco Amici di Porzus. Poi la buona notizia della riapertura delle celebrazioni all’intervento dei fedeli dal 18 maggio, cosicché proprio il 24 maggio sarà la prima domenica con i fedeli di nuovo in chiesa. In quanto successo, don Ghenda trova più di una coincidenza. «II 1855, l’anno delle apparizioni, è stato l’anno di un terribile colera che ha ucciso ben 20 milioni di persone in tutta Europa – ha scritto –. Anche a Porzus sono morte 15 persone da giugno ad agosto, tra le quali il parroco, don Giuseppe Costaperaria di Vernasso. Qui a Porzus, però, dopo le apparizioni il colera è cessato, mentre altrove si protrasse anche l’anno successivo, addirittura in forma più grave. Per questo, ad opera della gente, in primo luogo, e dal fratello della veggente Giovanni Battista Dush, è stato commissionato al pittore Lorenzo Bianchini, nel 1887, il bel quadro della Madonna con in braccio Gesù Bambino, dal titolo Salus Infirmorum, salute degli infermi. Evidentemente un grazie alla Madonna per la cessazione del colera e per una preghiera di assistenza in altri mali. Il bel quadro sarà anche il motivo di una festa in onore della Madonna a Porzus, il 24 maggio: festa andata poi in disuso». In tutto questo, il sacerdote responsabile della pastorale di Porzus scorge «una forte coincidenza, per quel che riguarda almeno le nostre terre. Coincidenza dalla quale può emergere una finalità. Infatti – sottolinea – io vedo in questa coincidenza, come un invito, un richiamo a guardare a Santa Maria di Porzus, la Salus Infirmorum, così come l’hanno chiamata i vecchi porzusani, esperti di quel terribile colera nel tempo delle apparizioni». «È un forte invito a guardare a Lei con uno spirito di fiducia, di affidamento. Soprattutto nei momenti del dolore, delle malattie, che non sono soltanto il coronavirus», conclude don Ghenda.
Maca anche in Val Saisera - Maca tudi za dolino Zajzera
Maca-Museo a cielo aperto, l’applicazione che tramite la tecnologia dei codici QR già porta alla scoperta del Sentiero del Pellegrino e del santuario del Monte Santo di Lussari/Svete Višarje, sta per sbarcare anche in Val Saisera.
Nell’ambito del progetto Festival Risonanze 2020, finanziato con un contributo di 30.000 euro dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, il Comune di Malborghetto-Valbruna ha approvato la posa di 15 cartelli Maca sul Forest sound track, il percorso che porta alla scoperta della Val Saisera e degli abeti di risonanza. La pandemia di covid-19 impone il mantenimento di distanze sociali di sicurezza e limita spostamenti e comportamenti, costringendo anche il Comune di Malborghetto-Valbruna a ridurre il programma previsto per quest’estate nell’ambito delFestival Risonanze. Tuttavia da alcuni giorni le disposizioni delle autorità permettono di svolgere attività fisica all’aperto e così anche passeggiate e camminate, pur in considerazione delle prescrizioni di sicurezza. In questo contesto il progetto digitale Maca svela ulteriori potenzialità, visto che le caratteristiche di Maca permettono la visita dei percorsi senza contatti fisici ravvicinati.
Ricordiamo che, attraverso i codici QR riportati sui cartelli colorati (i Maca, per l’appunto), con uno smartphone dotato di lettore di codici QR e un paio di cuffiette si può accedere a racconti, approfondimenti, video e fotografie. I contenuti in genere sono realizzati in quattro lingue – italiano, sloveno, tedesco e inglese. La realizzazione dei nuovi 15 Maca, da disporre lungo tutto il Forest sound track, sarà curata dall’associazione culturale Età dell’acquario di Camporosso/Žabnice, che nell’ambito del progetto Festival Risonanze 2020 è già partner del Comune di Malborghetto- Valbruna.
Il sodalizio ha proposto un corrispettivo di 2.160 euro, che saranno erogati attingendo al contributo per la realizzazione del festival. (Luciano Lister)
Projekt MACA (v italijanščini »Museo a cielo aperto«, to je v slovenščini »Muzej na prostem«) se širi tudi na dolino Zajzera. Ob pešpoti Forest sound track, ki opozarja na bogastvo resonančnega lesa, bodo postavili 15 pisanih kažipotov. Preko kod QR, ki jih bodo s svojimi pametnimi telefoni lahko brali na kažipotih, bodo obiskovalci imeli dostop do predstavitev, slik, pripovedi in posebnih vsebin. Vsebine bodo dostopne v italijanščini, slovenščini, angleščini in nemščini.
V okviru projekta MACA so desetino pisanih kažipotov s kodami QR že postavili ob stari romarski poti na Svete Višarje.
Za postavitev nadaljnjih kažipotov v dolini Zajzera bo poskrbelo žabniško društvo L’età dell’Acquario. Dežela Furlanija-Julijska krajina je Občini Naborjet-Ovčja vas svojčas namenjala prispevek v višini 30.000 evrov za letošnjo izvedbo Festivala Risonanze. Zaradi pandemije koronavirusa je Občina Naborjet-Ovčja vas razne točke v programu morala odpovedati ali prilagoditi. V okviru novih razmer razkriva projekt MACA nadaljnji potencial, saj med pohodi zagotavlja dostop do vsebin ob upoštevanju varnostnih ukrepov. Društvo L’età dell’acquario je med partnerji, s katerimi Občina Naborjet-Ovčja vas izvaja Festival Risonanze 2020; za pripravo novih vsebin in kažipotov v okviru projekta MACA bo iz sredstev za letošnjega festivala prejel prispevek v višini 2.160 evrov.
21 mag 2020
Affresco con invocazione in sloveno a Canalutto/Skrìla in comune di Torreano-Tavorjana
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Peculiarità del territorio di Torreano è di trovarsi a cavallo tra l'area linguistica friulana (della quale fa parte la maggioranza dei locutori) e quella slava della Benecia, in cui è ancora diffuso un dialetto legato al sistema linguistico sloveno. Nelle frazioni della parte alta del comune (Costa/Podgrad, Canalutto/Skrìla, Masarolis/Mažeruola, Reant/Derjan, Tamoris/Tamora) è tuttora parlato il locale dialetto sloveno, tutelato ai sensi della Legge 38/2001.
Questo affresco su una casa rurale di CANALUTTO/SKRILA è la dimostrazione che nel secolo scorso anche qui si pregava e parlava in sloveno.
Oggi è una zona italianizzata e friulanizzata,senza tabelle con toponimi in sloveno.
Affresco su una casa rurale a Canalutto/Skrìla con diciture in latino-italiano-sloveno .
Opera probabilmente anche se rimaneggiata di Jacum Pitor /Giacomo Meneghini di Cergneu-Cerneja
Personaggio vagabondo e solitario, unico nel suo genere, Jacun Pitôr è stato
uno dei più popolari artisti näif che hanno vissuto e lavorato nella nostra regione
a cavallo tra ’800 e ‘900. Durante i suoi spostamenti ha lasciato diverse
testimonianze della sua eclettica arte in osterie, chiesette di campagna,
casolari e case nobili in cambio di ospitalità e di modesti compensi.
Nelle sue opere si respira la tipicità della cultura popolare: i temi pittorici trattati,
con armonia e semplicità, spaziano dal sacro al profano, accompagnati
molte volte da autentiche perle di saggezza rurale friulana, intrise di sottile ironia.
RIAPERTURA CENTRO VISITE DEL PARCO
Parco Naturale Prealpi Giulie
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