Il nuovo arcivescovo di Udine, mons. Riccardo Lamba, ha definito l’arcidiocesi, alla guida della quale è stato chiamato, «di antichissima tradizione, punto di incontro di diverse culture, di diversi popoli, espressione autentica di una Chiesa ricca di testimonianze di fede, in dialogo fra di loro, e che proprio per questo con il passar dei secoli risplende ancora di più di una bellezza antica e sempre nuova».
Lo ha fatto subito, all’inizio della sua prima omelia in cattedrale a Udine, durante la celebrazione eucaristica di insediamento, domenica 5 maggio. Ed è alquanto significativo e incoraggiante che il nuovo pastore abbia saputo cogliere immediatamente il tratto caratterizzante della Chiesa di Udine, nella quale da secoli convivono friulani, sloveni e tedeschi. Mons. Lamba si è presentato al suo popolo. «Nella mia vita sono state veramentepoche le cose che ho scelto io: quale liceo frequentare; l’indirizzo di studi universitari; far parte di un gruppo parrocchiale di giovani con i quali abbiamo fatto un bellissimo percorso di fede; chiedere di fare un percorso di discernimento vocazionale al Seminario Romano Maggiore, conclusosi con l’ordinazione sacerdotale 35 anni fa. Tutto qui! Tutto il resto (la famiglia di origine, le bellissime conoscenze e amicizie personali di laici e di consacrati, l’elezione a vescovo, la chiamata al servizio episcopale nella Chiesa di Roma prima e in quella di Udine adesso) non le ho scelte io!», ha sottolineato.
Poi ha spiegato: «Dio ha scelto me, proprio me. Dio ha scelto ciascuno di voi, solo ed esclusivamente per amore! Non c’è un motivo o una serie di buone motivazioni per cui Dio ci ama. San Bernardo direbbe: “Dio ci ama perché… è Amore!”. Questa consapevolezza del fatto che Dio ha scelto proprio me, solo ed esclusivamente per amore, oltre che stupirmi ogni volta che mi fermo a pensarci, mi ha dato la grazia, sin dagli anni della giovinezza, di guardare le persone che incontro nella vita, sotto una luce particolare ». L’arcivescovo ha quindi spiegato: «Nella mia vita ho avuto modo di incontrare tante persone, tante anime belle, sia in ambienti ecclesiali che laicali, sia tra credenti sia tra coloro che dicono di non essere credenti, sia tra i cattolici come tra gli ebrei, i luterani, gli ortodossi, i musulmani. In tutti loro (anziani, giovani, malati, bambini, professionisti con grandi competenze e operai e contadini senza particolari titoli accademici; persone di nazionalità, etnie, culture molto diverse fra di loro), in tutti loro ho colto le tracce dell’opera dell’Amore di Dio, in tutti loro ho riconosciuto la firma discreta dell’insuperabile artista che è Dio! Che bello! Che gioia!».
Su questa strada proseguirà anche alla guida della Chiesa Udinese che gli è stata affidata. E, infatti, ha concluso: «Carissimi sorelle e fratelli, sono sicuro che anche qui, in questa terra friulana che porta scolpiti nella pietra i simboli della tradizione cristiana e inscritti nei cuori di un popolo i valori della Fede, assaporerò ancora la stessa gioia di cui parla Gesù nel Vangelo, se rimarremo nel Suo Amore… tutti insieme! Ducj insieme! Vsi skupaj! Wir alle gemeinsam!». (R. D.)
dal dom