Per l'8 marzo tutti si ricordano di donne famose,io invece voglio parlarvi di quelle non hanno fatto cose grandi ,ma che hanno contribuito a fare la storia della Slavia friulana.Le donne della Benecia restavano per mesi o anni da sole e si dedicavano al duro lavoro nei campi ,nella stalla ,accudivano i figli ed aspettavano che i mariti rientrassero dall'estero.Lavoravano giorno e notte,salivano sulle montagne con le loro pesanti gerle che riempivano di fieno,legna ed altro.Erano donne forti ,di poche parole,combattevano tutti i giorni per sopravvivere, la storia della Benecia è stata scritta anche da loro.
DESCRIZIONE BLOG
PAGINE/STRANI
INNO SLOVENO
CERCA NEL BLOG
Modulo di contatto
translate
blog antifascista
follower
arhiv
7 mar 2021
6 mar 2021
Web sul blog: Firmate la petizione: “Tutti hanno diritto alla pr...
Covid-19, superfarmaco israeliano
Anche in questo trentanovesimo aggiornamento settimanale il dott. Mario Canciani, allergo-pneumologo, fornisce notizie pratiche sull’infezione da Coronavirus, basate sulle domande che gli vengono poste più spesso. Il report non vuole sostituire il ruolo del curante, né quelle della sanità regionale, le cui indicazioni invitia sempre a rispettare. Per chi lo desiderasse, giovedì il dott. Canciani sarà presente su UdineseTV, canale 110, alle ore 21.00. Si parla anche di asma e di malattie allergiche. Poiché non si possono fare delle domande in diretta, chi avesse dei quesiti, può mandarli a: studio@mariocanciani.com
COS’È IL SUPER FARMACO ISRAELIANO?
I colleghi di Tel Aviv hanno segnalato che, facendo respirare per una volta al giorno per 5 giorni un farmaco a base di Esosoni arricchiti con la proteina CD14 – la quale inibirebbe la tempesta citochinica, quella che causa i maggiori problemi al nostro organismo, dovuta a una iperisposta del sistema immunitario – si aveva un’ottima risposta clinica. Lo studio ha riguardato 36 pazienti di età compresa tra 37 e 77 anni in condizioni critiche. A parte un paziente, che ha richiesto un tempo superiore, tutti sono stati dimessi in 3-5 giorni. I vantaggi del farmaco sono costituiti dalla praticità di somministrazione, dal non causare effetti collaterali e dal costare pochissimo.
COSA S’INTENDE PER “SCIENZA PARTECIPATA” E QUAL È IL SUO LEGAME CON IL CORONAVIRUS?
Dall’esplosione della pandemia si sono registrati – oltre agli eventi negativi legati alla malattia – alcuni positivi: maggior accesso alle informazioni scientifiche, maggior numero di pubblicazioni e in tempi più rapidi, messa a punto di nuovi vaccini con nuove metodiche che saranno applicate anche ad altri farmaci come quelli antitumorali, collaborazione da parte di persone volonterose che hanno messo a disposizione gratuitamente il loro tempo per diffondere dati che sono utili ai ricercatori. Da qui è nato il termine di “scienza partecipata”, che speriamo prosegua anche in futuro e faccia aprire un nuovo capitolo per lo studio delle malattie.
PERCHÉ SI PARLA DI PREVISIONI EPIDEMICHE?
Come ci siamo abituati a prevedere il tempo mettendo in comune tutte le informazioni metereologiche tra le varie nazioni, così l’Università di Harvard ha proposto di creare un servizio mondiale per prevedere l’arrivo di nuove epidemie. Il progetto è semplice e si basa sull’esame di piccole quantità di sangue che vengono raccolte periodicamente, sulle quali si eseguono delle ricerche su batteri e virus per capire se in un luogo vi siano un’aumentata circolazione di patogeni, la sua entità, l’area di diffusione e la reazione dell’organismo. Confrontando i dati dei vari Stati, si dovrebbe riuscire a prevedere la diffusione di nuove malattie, di lanciare un’allerta precoce ai primi segnali di contagio anomali, di avere dati sulla risposta immunitaria e della differenza tra ammalati e asintomatici.
QUALI SONO GLI EFFETTI SOCIALI POSITIVI DEL LOCKDOWN?
Due studi, uno scozzese ed uno australiano, hanno evidenziato che per una discreta percentuale di persone – 50 e 70% rispettivamente – il lockdown ha permesso di fare più attività fisica, di scoprire tante cose che erano trascurate, di stare di più in famiglia. In entrambi gli studi è stata sottolineata la variabile tempo, con maggiore disponibilità per sé stessi e per la famiglia. Hanno tratto maggiore beneficio le donne, i giovani, i coniugati o conviventi, chi aveva un lavoro stabile e non aveva problemi di salute. Lo studio scozzese ha anche evidenziato che al termine del lockdown metà delle persone manteneva le abitudini acquisite durante le restrizioni.
continua QUI https://www.dom.it/covid-19-superfarmaco-israeliano_covid-19-izraelsko-superzdravilo/
PRIMAVERA
PRIMAVERA
Oggi sento un'aria diversa,
è la nuova stagione che avanza:
odo trilli d'uccelli ovunque,5 mar 2021
5 marzo 1922 nasce Pier Paolo Pasolini
Alla mia nazione
Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.
TINA MODOTTI
| da wikipedia |
«Ogni volta che si usano le parole "arte" o "artista" in relazione ai miei lavori fotografici, avverto una sensazione sgradevole dovuta senza dubbio al cattivo impiego che si fa di tali termini. Mi considero una fotografa, e niente altro.» |
| (Introduzione di Tina Modotti alla sua mostra del 1929) |
Creatura nomade per antonomasia, Assunta Adelaide Luigia Modotti Mondini, figlia di una cucitrice e di un carpentiere, nasce in Italia sul finire del XIX secolo ed esprime nel suo breve e luminoso percorso biografico – costellato di viaggi, passioni pubbliche e private, separazioni laceranti – gran parte delle inquietudini culturali e politiche che marcano l’apertura del Novecento.
Già la prima infanzia viene segnata da un breve percorso migratorio, quando per il lavoro del padre a soli due anni viene portata temporaneamente nella vicina Austria, a Klagenfurt. Ben più consistente sarà poi il viaggio negli Stati Uniti, dove nel 1913 si ricongiunge ancora adolescente alla famiglia nel frattempo emigrata; si trasferisce in seguito da San Francisco a Los Angeles e, nel 1923, dalla California al Messico. Espulsa sei anni dopo con il pretesto ufficiale di aver partecipato a un attentato al presidente, Ortiz Rubio, viaggia su una nave diretta a Rotterdam ottenendo asilo politico a Berlino; vola a Mosca, dove la sua attività per il Comintern la porta a Parigi; poi tra il 1935 e il 1939, con Soccorso Rosso Internazionale, partecipa alle convulse vicende della guerra civile in Spagna. Dopo un breve rientro alla volta della Francia torna in Messico, sua patria d’adozione, e lì vi muore nel 1942, a soli quarantacinque anni.Considerando i due soggiorni, «la permanenza quasi decennale in Messico […] fu, nella sua esistenza adulta, il periodo più lungo trascorso in un solo paese»[1]. In questa terra, che attraverso giganti della pittura muraria come Diego Rivera e David Siqueiros rielabora nuove tendenze artistiche anche grazie al processo di rottura innescato dalla Revolución armada, Tina matura il suo impegno verso la fotografia, l’attività per la quale verrà in primo luogo ricordata, in una fusione costante tra tensione estetica e impegno politico. Vicina sin da bambina a questa forma di espressione artistica (lo zio Pietro Modotti aveva uno studio), in età adulta perfeziona le basi tecniche con Edward Weston, maestro e per alcuni anni compagno di vita, e radicalizza poi il suo stile di pari passo con la crescente militanza. Alle scelte già condivise con quest’ultimo, infatti, cioè l’abbandono della fotografia “pittorica”, dagli effetti sfumati e dai contorni imprecisi per prediligere invece i tratti ben marcati degli oggetti e dei luoghi della vita reale, aggiunge un decisivo allargamento della gamma dei possibili soggetti. Immortala non solo gli emblemi della Rivoluzione, ancora così profondamente incisi nella memoria collettiva messicana, come cartucciere, falci, chitarre, murales, sombreros; ma anche mani che lavorano, donne con bambini (celebri quelle di Tehuantepec), tessuti, fiori.
Arte e politica costituiscono per molti anni un binomio inscindibile. Figlia di un operaio con simpatie verso il socialismo, lavoratrice in filanda nella prima giovinezza in Italia e poi in una fabbrica di moda nel primo periodo californiano, si sensibilizza ancor più al conflitto sociale proprio in questi anni. Ricordata essenzialmente per la breve carriera da attrice nell’industria cinematografica di Hollywood – si ricordi ad esempio il film The Tiger’s Coat (1920), o I Can Explain (1922) -, a detta della biografia storica di Letizia Argenteri – una delle più recenti e documentate – la fase californiana non è stata infatti sufficientemente compresa nella sua valenza cruciale, cioè quella di formazione politica, nella quale Tina prende contatto con le organizzazioni operaie in seno alla comunità italiana e con l’attività dei patronati [2].
Iscritta nel 1927 al Partito Comunista messicano, partecipa con Frida Kahlo e Diego Rivera al Fronte Unico per Sacco e Vanzetti, alla campagna Manos fuera de Nicaragua contro l’occupazione statunitense e traduce per il giornale «El Machete», denunciando le violenze del fascismo italiano e attirandosi così la qualifica di “persona non grata” nel suo paese d’origine.
Recenti riletture del percorso biografico della Modotti tendono a decostruire il mito(riproposto anche da figure del calibro di Octavio Paz) della femme fatale che vive guidata dalla passione per i suoi amanti e che da questi viene condizionata anche nei comportamenti pubblici. Studiose come Argenteri ipotizzano anzi il contrario, cioè che a partire dal periodo messicano la scelta dei suoi compagni di vita fu sempre dettata dal suo orientamento politico e ideologico e a questo funzionale.
Andar per erbe
In questa stagione amo passeggiare nei prati per raccogliere erbe spontanee con le quali preparo piatti prelibati: risotti,minestre,frittate,contorni crudi o cotti.
Tarassaco o dente di leone,modar (Valli del Torre) ossia cicoria selvatica,tarassaco,ledrichessa a Udine .Usato come contorno cotto in insalata,crudo e condito con pezzettini di lardo o bacon abbrustolito, nelle frittate e risotti
Humulus lupulus ,urtizon ,luppolo selvatico,bruscandolo
I germogli della pianta ,lunghi circa 20 cm,raccolti in marzo-maggio sono utilizzati come gli asparagi , più gustosi quando sono più grossi.Lessati per 5-10 minuti con poca acqua o al vapore,vengono conditi con olio e aceto,oppure saltati in padella per fare risotti,frittate e minestre.

Ruscus aculeatus (pungitopo) ,ruscli,
I germogli molto amarognoli .vengono raccolti da marzo a maggio,vengono usati in cucina come fossero asparagi,lessati in insalata,minestre e frittate.
Auruncus ioicus,barba di capra o asparago di monte,
Chenopodium bonus-enricus , buonenrico, spinacio selvatico ,pel di mus
Si usa lessata come gli spinaci,in padella,si usano i germogli delle piante giovani.

Attenzione ,ci sono dei limiti per la raccolta delle erbe spontanee.forestale
Tutte le immagini sono prese dal web da wikipedia,wikiwand,wikimedia.
Ivan Trinko
evidenzia
MAGGIOLATA DI GIOSUè CARDUCCI
Maggio risveglia i nidi, maggio risveglia i cuori; porta le ortiche e i fiori, i serpi e l’usignol. Schiamazzano i fanciulli in terra, e i...














