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🌞Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine🌞 (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga

INNO SLOVENO

INNO SLOVENO "Vivano tutti i popoli che anelano al giorno in cui la discordia verrà sradicata dal mondo ed in cui ogni nostro connazionale sarà libero, ed in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico!"❤️ FRANCE PREŠEREN poeta sloveno

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5 lug 2020

«Dopo il Narodni dom, restituire anche il Trgovski dom di Gorizia»

GORIZIA – GORICA


foto da xcolpevolex


La proposta del deputato Guido Germano Pettarin: «È tempo che anche questo importante immobile venga restituito alla minoranza slovena, cui venne tolto». Ma l’idea spacca Forza Italia «La restituzione del Narodni dom alla comunità slovena il 13 luglio sarà una occasione essenziale di unità e coesione per un territorio che ha patito le molteplici tragedie della prima metà del Novecento e che ha da pochissimo superato anche le dolorose separazioni causate dalla pandemia», afferma il deputato di Forza Italia Guido Germano Pettarin. «Ma accanto al Narodni dom c’è anche l’analogo caso del Trgovski dom di Gorizia. È tempo che anche questo importante immobile venga restituito alla minoranza slovena, cui venne tolto, ed è urgentissimo che questo passo vada compiuto soprattutto ora, soprattutto dopo la restituzione del Narodni dom e soprattutto dopo la visita congiunta dei presidenti della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, e della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor, alla foiba di Basovizza e al monumento, sempre a Basovizza, ai quattro sloveni del Tigr fucilati nel 1930». «Le logiche che vanno sviluppate non debbono limitarsi ai termini di attuazione delle importanti norme di tutela o degli impegni nel tempo assunti dai governi, ma devono essere molto di più: debbono essere la emersione definitiva di un percorso che conferisce ai nostri territori ulteriore lustro quali centri di conviven- SLOVIT n° 6 del 30/6/20 | pag. 9 za e collaborazione transnazionale. L’approccio lungimirante e costruttivo che ha portato alla restituzione del Narodni dom, deve replicarsi nelle forme necessarie per la restituzione del Trgovski dom da parte di tutti i soggetti convolti, onde il Trgovski sia un nuovo e determinante tassello di coesione delle nostre comunità, conviventi in armonia e progresso sul medesimo territorio, radice comune per sloveni, friulani e italiani», prosegue Pettarin. «Così come per il Narodni, anche per il Trgovski l’importantissimo atto restitutorio ci aiuterà a non guardare solo nel tragico passato di un secolo fa, ma ci permetterà di traguardarci al futuro, in una atmosfera feconda di convivenza e condivisione e lavoro comune, convinti di percorrere insieme il solco dei grandi ideali sui quali si fonda l’Unione europea. È una grande famiglia la nostra; ne facciamo parte tutti, friulani, italiani e sloveni: siamo Europei dentro e fuori, lavoriamo quotidianamente, insieme, per la pace, la libertà e la prosperità di tutti. In ciò il Trgovski sarebbe un viatico eccezionale: tecnicamente molto più semplice di quanto risolto per il Narodni, nel Trgovski potremmo realizzare un polo multiculturale e plurilingue, che sarebbe lustro all’edificio, alla città di Gorizia, al Gect Go, a Nova Gorica. Un ambizioso progetto della minoranza slovena, totalmente condiviso da quanti vivono da Europei la nostra storia, con il Trgovski quale centro della multiculturalità goriziana, in un contesto pancittadino in cui l’univoco contesto di Nova Gorica e Gorizia si propongono insieme quali Capitale della Cultura Europea 2025 e in cui la realtà del Gect Go testimonia l’eccellenza europea del nostro essere un vero e proprio laboratorio dell’Europa del futuro. Cogliamo questa importante opportunità; completiamo a tempo di record gli adempimenti amministrativi e riconsegniamo il Trgovski alla storia europea della nostra unica terra. Lo merita la storia dei nostri avi e lo pretende il futuro dei nostri figli», conclude Pettarin. «Le parole dell’onorevole Pettarin in merito alla restituzione alla comunità slovena del Narodni Dom di Trieste e del Trgovski dom di Gorizia rispecchiano una posizione personale legittima ma totalmente estranea alla linea del partito. Forza Italia ha in più occasioni manifestato la propria contrarietà all’operazione relativa al Balkan, così come a quella relativa all’immobile di Gorizia». Lo scrive in una nota la deputata e coordinatrice di Forza Italia Fvg, Sandra Savino a commento delle dichiarazioni del deputato Pettarin. «Donazione o semplice affidamento degli spazi? E a quali condizioni economiche? A poco più di due settimane dal 13 luglio non conosciamo ancora i dettagli relativi alla riconsegna alla minoranza slovena dell’ex Narodni dom: siamo certi che oltre al valore economico dell’immobile, l’Italia non debba pagare altre forme di indebito risarcimento nascoste nelle pieghe degli atti a cui sta lavorando il ministero degli Esteri? Sono anni che si parla della restituzione dell’ex Balkan e mesi dall’annuncio della partecipazione alla cerimonia dei presidenti Mattarella e Pahor: possibile che ancora non siano stati definiti i dettagli? Possibile che affrontando questi temi il ministro Di Maio non abbia posto all’attenzione della Slovenia la questione dei risarcimenti agli esuli dell’Istria e della Dalmazia?», incalzano Savino e il deputato Roberto Novelli in merito alle polemiche legate alla restituzione alla minoranza slovena della Casa nazionale slovena a Trieste. «La forma è anche sostanza. All’invito delle istituzioni italiane a presenziare nell’occasione a una cerimonia alla foiba di Basovizza la Slovenia ha risposto ponendo una condizione: l’omaggio alle vittime delle foibe deve essere preceduto dall’omaggio ai ‘quattro martiri’, condannati a morte e fucilati nel 1930 dal regime fascista. Stiamo parlando di quattro aderenti al movimento irredentista slavo Tigr – Trst, Istra, Gorica e Rijeka – le quattro province giuliane rivendicate dagli slavi. Come ricorda in un suo libro lo storico Raoul Pupo, il Tigr si macchiò di numerosi atti di violenza e terroristici. Ne sono al corrente i registi della cerimonia? Apprezziamo ogni iniziativa che va verso la storicizzazione di quei drammatici anni e la pacificazione tra i popoli, ma questo non deve essere né apparire una genuflessione dell’Italia di fronte alla Slovenia». (ilfriuli.it, 25. 6. 2020) da SLOVIT

3 lug 2020

DAN BOT-UN TEMPO

Tou košu

Možje so siekli travo.
S sabom tou košu so nosili osounik,
oslu,butaču,rabje,varvi za briemana.
So nosili s sabon še obed,pojužnjak ali juženo.

Lo sfalcio  (traduzione personale)

Gli uomini falciavano l'erba.
Con sè avevano nel gerlo il porta cote,
la cote,il fiasco,il rastrello,le corde.
Portavano con sè la colazione,la merenda o il pranzo.

il testo nel dialetto sloveno dell'alta val Torre è tratto da un vecchio calendario edito dal Centro ricerche culturali di Bardo/Lusevera

Lavori di un tempo

Vouna

So strile ouce.
So predle vouno
So ložle dvje niti ukop
anu povile klovac


La lana

Tosavano le pecore.
Filavano la lana.
Mettevano due fili assieme
e facevano la matassa.

filatoio o corleta o gorleta
per filare la lana

1 lug 2020

Proverbio di luglio


  
Proverbio delle  valli del Natisone; pregovor iz Nediške doline

 Se questo mese è troppo secco, l'uva resta piccola - Če je tel miesec presuhuo, ostane grozdje zlo drobnuo.

dal giornale Dom autore:Moreno Tomazetig

UNA ROSA

Parola verdeggiante d’amore


PIERLUIGI CAPPELLO

UNA ROSA

Che cos’è quella rosa sul tavolo
ferma nella sua freschezza come un lago alpino
alta nel suo silenzio più del fragore
dei quotidiani affastellati lì accanto
più del disordine dei notiziari,
la concitazione delle chiavi di casa.
Che cos’è questa parola verdeggiante d’amore
se non il suolo dove lasciarsi cadere
la penombra di un bosco da attraversare
e la mano che si apre e prende la mia
e mi conduce a me.

(da Mandate a dire all’imperatore, Crocetti, 2010)
.
Che cos’è una rosa? È una rosa una rosa una rosa si potrebbe rispondere con Gertrud Stein. È un’emozione che assembla colore e profumo, bellezza e poesia, come in questi versi del poeta friulano Pierluigi Cappello. È memoria e amore, è natura e vita: “Stacca dal colore della rosa / la prima volta che te ne portarono un mazzo”.
.

JOS VAN RISWICK, “NATURA MORTA”
Pierluigi Cappello (Gemona del Friuli, 8 agosto 1967 – Cassacco, 1º ottobre 2017), poeta italiano. La sua vita è stata gravemente segnata da un incidente stradale occorsogli quando aveva sedici anni: dallo schianto della moto contro la roccia uscì con il midollo spinale reciso e una perenne immobilità. Ha scritto numerose opere, anche in lingua friulana.
https://cantosirene.blogspot.com/search?updated-max=2019-07-07T05:00:00%2B02:00&max-results=7

“Il mio Brasile nell’onda del coronavirus”




Professore (insegna Teoria letteraria alla State University di Londrina, città brasiliana di 500 mila abitanti dove vive) e traduttore, Frederico Fernandes ha conosciuto le Valli del Natisone nell’estate del 2014. Si trovava, in quel periodo, a Bologna per un progetto di ricerca sui festival in Italia, ed era incappato in un’iniziativa culturale molto particolare, Stazione di Topolò. A cui aveva preso parte, come spettatore, per alcuni giorni, definendola “la scoperta più interessante che ho fatto in Italia”.
Oggi si parla di Brasile soprattutto per un motivo. In questo momento è, assieme agli Stati Uniti, il Paese dove si registrano il maggior numero di contagiati (1 milione 350 mila) e di morti (58 mila) al mondo dal coro navirus. Un triste primato dovuto, secondo quanto riferiscono molti mass-media, anche all’opposizione del governo guidato dal presidente Jair Bolsonaro al lockdown e alla scelta di puntare su terapie non approvate dall’Oms (Organizzazione mondiale sanità) a scapito di tamponi e test.
Per capire quale è la reale situazione che si sta vivendo in Brasile abbiamo contattato Fernandes, che ci ha gentilmente risposto.
In questo momento in Brasile ci sono oltre 1 milione 300 contagi e più di 50 mila morti a causa del coronavirus. Ci sono delle zone o delle città più colpite delle altre?
“Sicuramente le aree più povere e i centri più densamente popolati sono i più colpiti. Gli Stati di San Paolo e Rio de Janeiro hanno il maggior numero di casi, concentrati principalmente nei quartieri periferici. Dopo di questi il numero maggiore di contagiati si registra negli Stati del Nordest e del Nord, che sono le regioni brasiliane più povere.”
Quanto influiscono sulla situazione le condizioni sociali e sanitarie in cui vive il Paese?
“I contagi sono avvenuti sia nei quartieri più ricchi che in quelli più poveri. Il primo caso è stato quello di uno che era stato in Italia come turista. I casi di contaminazione nativa si sono verificati nei quartieri periferici. In molti di questi quartieri ci sono problemi con i servizi igienico-sanitari di base e i residenti vivono con una costante mancanza di acqua. È una popolazione con molti disoccupati, il cui reddito era incentrato sui lavori di consegna oppure come conducenti di taxi on demand (Uber). Con la crisi pandemica, la situazione legata al reddito, che era già compromessa, è peggiorata molto. Anche l’assistenza medica pubblica è precaria e la raccomandazione è di andare in ospedale quando si ha difficol-à a respirare.”
Quali sono le misure che sono state prese per evitare i contagi (quarantena, mascherine, distanziamento sociale, ecc.)?
“A causa dell’incompetenza amministrativa da parte del presidente della Repubblica, che è arrivato al punto di affermare che il Covid-19 era solo un’influenza non importante, c’è stato una sorta di ‘braccio di ferro’ tra Stati, Comuni e Governo federale per vedere chi aveva il potere di sospendere il commercio. Bolsonaro, supportato da uomini d’affari, non voleva chiudere, ma molti governatori e sindaci, sensibili a ciò che stava accadendo in Paesi come l’Italia, hanno decretato rapidamente la chiusura del commercio. Attualmente alcuni Stati stanno limitando l’apertura dei negozi. Le aperture, nel mezzo della crisi, sono dovute alla crisi economica e alla necessità, per i più poveri, di tornare a lavorare.”
Quali pensi possano essere le conseguenze che avrà questa pandemia sull’economia in Brasile?
“Se pensiamo in termini di industria e commercio, saranno catastrofiche. La previsione è che il PIL diminuisca del 10,5% nel secondo trimestre. Nell’anno il calo previsto è del 6%. Non esiste un piano chiaro per riprendere la crescita. L’insieme delle misure per preservare il reddito e l’occupazione è insufficiente. Il tasso di disoccupazione dovrebbe raggiungere, alla fine dell’anno, il 16- 18%. Il settore che ha sofferto meno della crisi è l’agroindustria. Quest’anno il paese ha registrato un raccolto record e l’esportazione in Cina ci ha salvato ancora una volta. Se non ci sarà però una distribuzione del reddito, il Paese non riprenderà la sua crescita e il caos politico tenderà a peggiorare.”

Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

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MAGGIOLATA DI GIOSUè CARDUCCI

  Maggio risveglia i nidi, maggio risveglia i cuori; porta le ortiche e i fiori, i serpi e l’usignol. Schiamazzano i fanciulli in terra, e i...

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