GORIZIA – GORICA
La proposta del deputato Guido Germano Pettarin: «È tempo che anche questo importante immobile venga restituito alla minoranza slovena, cui venne tolto». Ma l’idea spacca Forza Italia «La restituzione del Narodni dom alla comunità slovena il 13 luglio sarà una occasione essenziale di unità e coesione per un territorio che ha patito le molteplici tragedie della prima metà del Novecento e che ha da pochissimo superato anche le dolorose separazioni causate dalla pandemia», afferma il deputato di Forza Italia Guido Germano Pettarin. «Ma accanto al Narodni dom c’è anche l’analogo caso del Trgovski dom di Gorizia. È tempo che anche questo importante immobile venga restituito alla minoranza slovena, cui venne tolto, ed è urgentissimo che questo passo vada compiuto soprattutto ora, soprattutto dopo la restituzione del Narodni dom e soprattutto dopo la visita congiunta dei presidenti della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, e della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor, alla foiba di Basovizza e al monumento, sempre a Basovizza, ai quattro sloveni del Tigr fucilati nel 1930». «Le logiche che vanno sviluppate non debbono limitarsi ai termini di attuazione delle importanti norme di tutela o degli impegni nel tempo assunti dai governi, ma devono essere molto di più: debbono essere la emersione definitiva di un percorso che conferisce ai nostri territori ulteriore lustro quali centri di conviven- SLOVIT n° 6 del 30/6/20 | pag. 9 za e collaborazione transnazionale. L’approccio lungimirante e costruttivo che ha portato alla restituzione del Narodni dom, deve replicarsi nelle forme necessarie per la restituzione del Trgovski dom da parte di tutti i soggetti convolti, onde il Trgovski sia un nuovo e determinante tassello di coesione delle nostre comunità, conviventi in armonia e progresso sul medesimo territorio, radice comune per sloveni, friulani e italiani», prosegue Pettarin. «Così come per il Narodni, anche per il Trgovski l’importantissimo atto restitutorio ci aiuterà a non guardare solo nel tragico passato di un secolo fa, ma ci permetterà di traguardarci al futuro, in una atmosfera feconda di convivenza e condivisione e lavoro comune, convinti di percorrere insieme il solco dei grandi ideali sui quali si fonda l’Unione europea. È una grande famiglia la nostra; ne facciamo parte tutti, friulani, italiani e sloveni: siamo Europei dentro e fuori, lavoriamo quotidianamente, insieme, per la pace, la libertà e la prosperità di tutti. In ciò il Trgovski sarebbe un viatico eccezionale: tecnicamente molto più semplice di quanto risolto per il Narodni, nel Trgovski potremmo realizzare un polo multiculturale e plurilingue, che sarebbe lustro all’edificio, alla città di Gorizia, al Gect Go, a Nova Gorica. Un ambizioso progetto della minoranza slovena, totalmente condiviso da quanti vivono da Europei la nostra storia, con il Trgovski quale centro della multiculturalità goriziana, in un contesto pancittadino in cui l’univoco contesto di Nova Gorica e Gorizia si propongono insieme quali Capitale della Cultura Europea 2025 e in cui la realtà del Gect Go testimonia l’eccellenza europea del nostro essere un vero e proprio laboratorio dell’Europa del futuro. Cogliamo questa importante opportunità; completiamo a tempo di record gli adempimenti amministrativi e riconsegniamo il Trgovski alla storia europea della nostra unica terra. Lo merita la storia dei nostri avi e lo pretende il futuro dei nostri figli», conclude Pettarin. «Le parole dell’onorevole Pettarin in merito alla restituzione alla comunità slovena del Narodni Dom di Trieste e del Trgovski dom di Gorizia rispecchiano una posizione personale legittima ma totalmente estranea alla linea del partito. Forza Italia ha in più occasioni manifestato la propria contrarietà all’operazione relativa al Balkan, così come a quella relativa all’immobile di Gorizia». Lo scrive in una nota la deputata e coordinatrice di Forza Italia Fvg, Sandra Savino a commento delle dichiarazioni del deputato Pettarin. «Donazione o semplice affidamento degli spazi? E a quali condizioni economiche? A poco più di due settimane dal 13 luglio non conosciamo ancora i dettagli relativi alla riconsegna alla minoranza slovena dell’ex Narodni dom: siamo certi che oltre al valore economico dell’immobile, l’Italia non debba pagare altre forme di indebito risarcimento nascoste nelle pieghe degli atti a cui sta lavorando il ministero degli Esteri? Sono anni che si parla della restituzione dell’ex Balkan e mesi dall’annuncio della partecipazione alla cerimonia dei presidenti Mattarella e Pahor: possibile che ancora non siano stati definiti i dettagli? Possibile che affrontando questi temi il ministro Di Maio non abbia posto all’attenzione della Slovenia la questione dei risarcimenti agli esuli dell’Istria e della Dalmazia?», incalzano Savino e il deputato Roberto Novelli in merito alle polemiche legate alla restituzione alla minoranza slovena della Casa nazionale slovena a Trieste. «La forma è anche sostanza. All’invito delle istituzioni italiane a presenziare nell’occasione a una cerimonia alla foiba di Basovizza la Slovenia ha risposto ponendo una condizione: l’omaggio alle vittime delle foibe deve essere preceduto dall’omaggio ai ‘quattro martiri’, condannati a morte e fucilati nel 1930 dal regime fascista. Stiamo parlando di quattro aderenti al movimento irredentista slavo Tigr – Trst, Istra, Gorica e Rijeka – le quattro province giuliane rivendicate dagli slavi. Come ricorda in un suo libro lo storico Raoul Pupo, il Tigr si macchiò di numerosi atti di violenza e terroristici. Ne sono al corrente i registi della cerimonia? Apprezziamo ogni iniziativa che va verso la storicizzazione di quei drammatici anni e la pacificazione tra i popoli, ma questo non deve essere né apparire una genuflessione dell’Italia di fronte alla Slovenia». (ilfriuli.it, 25. 6. 2020) da SLOVIT
foto da xcolpevolex |
La proposta del deputato Guido Germano Pettarin: «È tempo che anche questo importante immobile venga restituito alla minoranza slovena, cui venne tolto». Ma l’idea spacca Forza Italia «La restituzione del Narodni dom alla comunità slovena il 13 luglio sarà una occasione essenziale di unità e coesione per un territorio che ha patito le molteplici tragedie della prima metà del Novecento e che ha da pochissimo superato anche le dolorose separazioni causate dalla pandemia», afferma il deputato di Forza Italia Guido Germano Pettarin. «Ma accanto al Narodni dom c’è anche l’analogo caso del Trgovski dom di Gorizia. È tempo che anche questo importante immobile venga restituito alla minoranza slovena, cui venne tolto, ed è urgentissimo che questo passo vada compiuto soprattutto ora, soprattutto dopo la restituzione del Narodni dom e soprattutto dopo la visita congiunta dei presidenti della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, e della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor, alla foiba di Basovizza e al monumento, sempre a Basovizza, ai quattro sloveni del Tigr fucilati nel 1930». «Le logiche che vanno sviluppate non debbono limitarsi ai termini di attuazione delle importanti norme di tutela o degli impegni nel tempo assunti dai governi, ma devono essere molto di più: debbono essere la emersione definitiva di un percorso che conferisce ai nostri territori ulteriore lustro quali centri di conviven- SLOVIT n° 6 del 30/6/20 | pag. 9 za e collaborazione transnazionale. L’approccio lungimirante e costruttivo che ha portato alla restituzione del Narodni dom, deve replicarsi nelle forme necessarie per la restituzione del Trgovski dom da parte di tutti i soggetti convolti, onde il Trgovski sia un nuovo e determinante tassello di coesione delle nostre comunità, conviventi in armonia e progresso sul medesimo territorio, radice comune per sloveni, friulani e italiani», prosegue Pettarin. «Così come per il Narodni, anche per il Trgovski l’importantissimo atto restitutorio ci aiuterà a non guardare solo nel tragico passato di un secolo fa, ma ci permetterà di traguardarci al futuro, in una atmosfera feconda di convivenza e condivisione e lavoro comune, convinti di percorrere insieme il solco dei grandi ideali sui quali si fonda l’Unione europea. È una grande famiglia la nostra; ne facciamo parte tutti, friulani, italiani e sloveni: siamo Europei dentro e fuori, lavoriamo quotidianamente, insieme, per la pace, la libertà e la prosperità di tutti. In ciò il Trgovski sarebbe un viatico eccezionale: tecnicamente molto più semplice di quanto risolto per il Narodni, nel Trgovski potremmo realizzare un polo multiculturale e plurilingue, che sarebbe lustro all’edificio, alla città di Gorizia, al Gect Go, a Nova Gorica. Un ambizioso progetto della minoranza slovena, totalmente condiviso da quanti vivono da Europei la nostra storia, con il Trgovski quale centro della multiculturalità goriziana, in un contesto pancittadino in cui l’univoco contesto di Nova Gorica e Gorizia si propongono insieme quali Capitale della Cultura Europea 2025 e in cui la realtà del Gect Go testimonia l’eccellenza europea del nostro essere un vero e proprio laboratorio dell’Europa del futuro. Cogliamo questa importante opportunità; completiamo a tempo di record gli adempimenti amministrativi e riconsegniamo il Trgovski alla storia europea della nostra unica terra. Lo merita la storia dei nostri avi e lo pretende il futuro dei nostri figli», conclude Pettarin. «Le parole dell’onorevole Pettarin in merito alla restituzione alla comunità slovena del Narodni Dom di Trieste e del Trgovski dom di Gorizia rispecchiano una posizione personale legittima ma totalmente estranea alla linea del partito. Forza Italia ha in più occasioni manifestato la propria contrarietà all’operazione relativa al Balkan, così come a quella relativa all’immobile di Gorizia». Lo scrive in una nota la deputata e coordinatrice di Forza Italia Fvg, Sandra Savino a commento delle dichiarazioni del deputato Pettarin. «Donazione o semplice affidamento degli spazi? E a quali condizioni economiche? A poco più di due settimane dal 13 luglio non conosciamo ancora i dettagli relativi alla riconsegna alla minoranza slovena dell’ex Narodni dom: siamo certi che oltre al valore economico dell’immobile, l’Italia non debba pagare altre forme di indebito risarcimento nascoste nelle pieghe degli atti a cui sta lavorando il ministero degli Esteri? Sono anni che si parla della restituzione dell’ex Balkan e mesi dall’annuncio della partecipazione alla cerimonia dei presidenti Mattarella e Pahor: possibile che ancora non siano stati definiti i dettagli? Possibile che affrontando questi temi il ministro Di Maio non abbia posto all’attenzione della Slovenia la questione dei risarcimenti agli esuli dell’Istria e della Dalmazia?», incalzano Savino e il deputato Roberto Novelli in merito alle polemiche legate alla restituzione alla minoranza slovena della Casa nazionale slovena a Trieste. «La forma è anche sostanza. All’invito delle istituzioni italiane a presenziare nell’occasione a una cerimonia alla foiba di Basovizza la Slovenia ha risposto ponendo una condizione: l’omaggio alle vittime delle foibe deve essere preceduto dall’omaggio ai ‘quattro martiri’, condannati a morte e fucilati nel 1930 dal regime fascista. Stiamo parlando di quattro aderenti al movimento irredentista slavo Tigr – Trst, Istra, Gorica e Rijeka – le quattro province giuliane rivendicate dagli slavi. Come ricorda in un suo libro lo storico Raoul Pupo, il Tigr si macchiò di numerosi atti di violenza e terroristici. Ne sono al corrente i registi della cerimonia? Apprezziamo ogni iniziativa che va verso la storicizzazione di quei drammatici anni e la pacificazione tra i popoli, ma questo non deve essere né apparire una genuflessione dell’Italia di fronte alla Slovenia». (ilfriuli.it, 25. 6. 2020) da SLOVIT
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