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🌞Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine🌞 (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga

INNO SLOVENO

তততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততত INNO SLOVENO "Vivano tutti i popoli che anelano al giorno in cui la discordia verrà sradicata dal mondo ed in cui ogni nostro connazionale sarà libero, ed in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico!"❤️ FRANCE PREŠEREN poeta sloveno তততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততত

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8 ago 2022

Non dimenticare la tragedia di Marcinelle

 L'8 agosto 1956 in Belgio persero la vita 262 minatori, tra cui 136 italiani, sette dei quali friulani

Non dimenticare la tragedia di Marcinelle

L'8 agosto del 1956, nella miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio, un incendio, causato dalla combustione d'olio ad alta pressione innescata da una scintilla elettrica, causò la morte di 262 minatori, dei quali 136 italiani e, tra questi, sette friulani.

Si trattava di Pietro Basso di Bannia, Mario Buiatti di Udine, Ruggero Castellani di Ronchis, Lorenzo De Santis di Flaibano, Ferruccio Pegorer di Azzano Decimo, Ciro Natale Piccolo di Povoletto e Armando Zanelli di San Giorgio di Nogaro.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 66esimo anniversario della tragedia di Marcinelle e della 21esima Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, ha inviato il seguente messaggio: "Rivolgo un commosso pensiero ai minatori che l’8 agosto 1956 perirono a Marcinelle. Quella tragedia costò la vita, tra gli altri, a 136 connazionali. Dal 2001 la ricorrenza è stata proclamata Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo affinché, nel ricordo di quanto accaduto al Bois du Cazier, possa essere onorata la memoria di tutti gli italiani caduti sul lavoro all’estero"."L’emigrazione dei nostri connazionali e il sacrificio che questa ha comportato hanno segnato l’identità dell’Italia e anche lo stesso processo d’integrazione europea. Le dolorose esperienze dei lavoratori migranti, maturate nei decenni precedenti il Trattato di Maastricht, hanno sollecitato la promozione dei diritti dei lavoratori al livello europeo, contribuendo alla creazione di un’Europa coesa, solidale, fondata anche su un pilastro sociale. In questo spirito, rinnovo ai familiari delle vittime di quella tragedia e di tutti gli altri episodi che hanno tristemente coinvolto i nostri connazionali in altri contesti, i sentimenti di solidale partecipazione al loro dolore e, a tutti gli italiani che lavorano all’estero, le espressioni della riconoscenza della comunità nazionale", conclude il Capo dello Stato.

“La tragedia di Marcinelle è diventata simbolo universale della nuova Europa, quella in cui il lavoro è un’opportunità di riscatto e un’acquisizione di diritti non una condizione di inferiorità e di discriminazione, di rischio della vita. E’ toccato agli italiani costretti a migrare, a lungo denigrati e sfruttati, è toccato a tanti popoli anche nella storia d’Europa. Come pur hanno fatto altre volte, Meloni e gli altri esponenti della destra italiana, invece di polemizzare oggi potevano essere a Marcinelle assieme al segretario Letta, dimostrando plasticamente che su alcuni valori fondamentali l’Italia è unita. Sui diritti umani e sociali, sulla vita che si perde nelle viscere della terra o in fondo al mare, non si fa propaganda”. Lo afferma la presidente del gruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani, nell’anniversario della tragedia di Marcinelle.

“L'emigrazione del dopoguerra è stata un fenomeno segnato da tragedie immani che ha coinvolto famiglie, intere comunità, tutto il Paese. Con i caduti friulani di Marcinelle, ricordiamo i triestini, istriani, sloveni di qua e di là del confine che hanno dovuto partire. Spinti da povertà, assenza di prospettive, paura sono andati dove c’era pane e futuro, nell’Europa che si ricostruiva, in America o in Australia. Il primo dovere è il rispetto per quei sacrifici, quella tenacia, quei caduti, impegnandoci affinché la nostra Repubblica sia davvero fondata sul lavoro, dove ognuno ha il diritto di non morire”. Lo afferma la senatrice Tatjana Rojc (Pd) nell’anniversario della tragedia di Marcinelle.

https://www.ilfriuli.it/articolo/politica/non-dimenticare-la-tragedia-di-marcinelle/3/270124

    6 ago 2022

    Riflessioni


     Ho notato che in questi giorni ci sono meno visite e commenti.Siete tutti in vacanza,o non volete stare al Pc perchè fa caldo?

    O non commentate perchè il format commenti non funziona nel mio blog?

    In ogni caso vi auguro un bel fine settimana!

    5 ago 2022

    SIGNOR BONAVENTURA



    Quando ero bambina papà alla domenia andava a comperare il suo giornale e a me comprava il Corriere dei piccoli

     Il Signor Bonaventura è un personaggio immaginario dei fumetti ideato nel 1917 da Sergio Tofano e pubblicato dal Corriere dei Piccoli fino al 1978[1][2] Il personaggio è entrato col suo proverbiale milione nella cultura italiana del Novecento. Oltre alle riedizioni delle tavole storiche, da parte di editori come Adelphi, sono state realizzate trasposizioni televisive, teatrali e cinematografiche del personaggio.Il personaggio è un uomo alto sempre vestito con una giacca e un cappello rossi, larghi pantaloni bianchi e accompagnato da un cane bassotto; vive complicate avventure che lo portano invariabilmente a ricevere una ricompensa di un milione di lire.[1][2]

    I testi dei fumetti erano tutti composti da distici di ottonari a rima baciata, e iniziavano con le parole[3]:

    «Qui comincia la sventura
    del Signor Bonaventura...»

    che divennero ben presto un tormentone noto a intere generazioni di bambini. Talvolta Tofano usò delle variazioni, come Qui comincia l'avventura...Ricomincia la sventura...Il signor Bonaventura, ricco ormai da far paura.... Le storie seguivano uno schema altamente regolare: la sventura del protagonista si trasformava in un beneficio altrui e culminava inevitabilmente nella fortunata vincita di "un milione" (di lire: cifra astronomica per l'epoca, divenuto "un miliardo" negli anni cinquanta). La ricompensa era quasi sempre raffigurata in forma di un enorme biglietto di banca manoscritto. Poche le storie che finiscono male per Bonaventura, come quando il cane, azzuffandosi con una gatta, riduce a brandelli i pantaloni del bel Cecè, e il nostro eroe si sente in dovere di risarcire il bellimbusto.

    Tofano affiancò a Bonaventura il fedele bassotto giallo, che è presente in quasi tutte le storielle. Un altro personaggio ricorrente, ma decisamente molto più secondario, è il "bellissimo Cecè", la cui vanità lo trascina in problematiche situazioni immancabilmente risolte dal casuale intervento di Bonaventura. Il mondo di Bonaventura era popolato altresì da generosissimi re, baroni, contesse, ma non mancavano i cattivi, come il torvo ed invidioso Barbariccia, col volto sempre coperto da una maschera verdognola, e il disonesto barone Partecipazio. In seguito, sulle pagine del Corriere dei Piccoli, appare di tanto in tanto ad affiancare il protagonista il piccolo Pizzirì (Pizzirino, per intero, in alcuni episodi), figlio di Bonaventura, una vera e propria copia del padre distinguibile solo dalle dimensioni più ridotte e dai pantaloni alla zuava. Bonaventura ha anche una moglie, che appare poche volte e solitamente è vestita di verde e con una coroncina gialla sul capo.

    Le avventure del Signor Bonaventura si distinguono per tre filoni principali. Il primo, che caratterizza il personaggio, in cui le sue azioni apparentemente maldestre finiscono per tornare utili al prossimo, e terminano sempre con la ricompensa economica. Il secondo vede come coprotagonista di ogni storia un animale diverso, le cui caratteristiche specifiche portano involontariamente al tradizionale finale remunerativo. Il terzo vede Bonaventura ricco e invidiato da Barbariccia, il quale trova sempre il modo di sottrargli il denaro di nascosto, ma che in un modo o nell'altro non riesce a trattenere il bottino, finendo per lasciarlo tornare in mano al protagonista con dinamiche simili alle storie di Pierino e il burattino di Antonio Rubino.

    da wikipedia ubblicato dal Corriere dei Piccoli fino al 1978[1][2] Il personaggio è entrato col suo proverbiale milione nella cultura italiana del Novecento. Oltre alle riedizioni delle tavole storiche, da parte di editori come Adelphi, sono state realizzate trasposizioni televisive, teatrali e cinematografiche del personaggio.Il personaggio è un uomo alto sempre vestito con una giacca e un cappello rossi, larghi pantaloni bianchi e accompagnato da un cane bassotto; vive complicate avventure che lo portano invariabilmente a ricevere una ricompensa di un milione di lire.[1][2]

    I testi dei fumetti erano tutti composti da distici di ottonari a rima baciata, e iniziavano con le parole[3]:

    «Qui comincia la sventura
    del Signor Bonaventura...»

    che divennero ben presto un tormentone noto a intere generazioni di bambini. Talvolta Tofano usò delle variazioni, come Qui comincia l'avventura...Ricomincia la sventura...Il signor Bonaventura, ricco ormai da far paura.... Le storie seguivano uno schema altamente regolare: la sventura del protagonista si trasformava in un beneficio altrui e culminava inevitabilmente nella fortunata vincita di "un milione" (di lire: cifra astronomica per l'epoca, divenuto "un miliardo" negli anni cinquanta). La ricompensa era quasi sempre raffigurata in forma di un enorme biglietto di banca manoscritto. Poche le storie che finiscono male per Bonaventura, come quando il cane, azzuffandosi con una gatta, riduce a brandelli i pantaloni del bel Cecè, e il nostro eroe si sente in dovere di risarcire il bellimbusto.

    Tofano affiancò a Bonaventura il fedele bassotto giallo, che è presente in quasi tutte le storielle. Un altro personaggio ricorrente, ma decisamente molto più secondario, è il "bellissimo Cecè", la cui vanità lo trascina in problematiche situazioni immancabilmente risolte dal casuale intervento di Bonaventura. Il mondo di Bonaventura era popolato altresì da generosissimi re, baroni, contesse, ma non mancavano i cattivi, come il torvo ed invidioso Barbariccia, col volto sempre coperto da una maschera verdognola, e il disonesto barone Partecipazio. In seguito, sulle pagine del Corriere dei Piccoli, appare di tanto in tanto ad affiancare il protagonista il piccolo Pizzirì (Pizzirino, per intero, in alcuni episodi), figlio di Bonaventura, una vera e propria copia del padre distinguibile solo dalle dimensioni più ridotte e dai pantaloni alla zuava. Bonaventura ha anche una moglie, che appare poche volte e solitamente è vestita di verde e con una coroncina gialla sul capo.

    Le avventure del Signor Bonaventura si distinguono per tre filoni principali. Il primo, che caratterizza il personaggio, in cui le sue azioni apparentemente maldestre finiscono per tornare utili al prossimo, e terminano sempre con la ricompensa economica. Il secondo vede come coprotagonista di ogni storia un animale diverso, le cui caratteristiche specifiche portano involontariamente al tradizionale finale remunerativo. Il terzo vede Bonaventura ricco e invidiato da Barbariccia, il quale trova sempre il modo di sottrargli il denaro di nascosto, ma che in 

    Chi di voi miei lettori lo leggeva?

    Booster Phizer


     Ieri io e mio marito abbiamo fatto la 4 dose Phizer.Tutto bene ,nessuna reazione.

    4 ago 2022

    Villanova delle grotte /Zavarh in agosto

     

    la catena dei Musi
    In agosto il paese rivive per le varie manifestazioni che vi si fanno:la sagra della Vošnica/Assunta,l'antico rito del Bacio delle Croci,la Messa solenne cantata in italiano,parlata slovena locale e friulano,la processione per le vie del paese,la marcialonga,il ballo serale.
    Da un paio di anni il borgo Zajama (dietro la grotta) rivive:si fa la festa del borgo ,si organizza una cena alla quale partecipano tutti gli abitanti ivi residenti e gli emigrati altrove.Per l'occasione tutte le case sono ornate con decorazioni ed altro.Il borgo ha trenta case e cinque abitanti residenti ,tutti maschi.I partecipanti alla cena sono giunti in ferie a Zavarh dalla Francia,Torino,Milano,Novara,Pavia,Pordenone.Gorizia .Il borgo una volta era il più abitato ed aveva anche la propria latteria chiusa negli anni 60'.In tutta Villanova c'erano due latterie ,sostituite da una nuova più moderna.
    Un altro borgo è Dolina (valle) caratterizzato da case dalla tipica architettura locale,vincolate dalla soprintendenza.Qui molte persone di Udine e di altri luoghi hanno acquistato la casa per trascorrervi i fine settimana e per Ferragosto si riempie.
    Anche borgo Russa a nord del Belvedere della piazza si è riempito di persone.Qui abita l'artista del paese Dario Pinosa che ha abbellito il borgo con le sue opere e che per Natale  con la Sunta allestisce i Presepi.
    In agosto il paese avrà tanti visitatori per la visita alle grotte ed al nuovo percorso turistico illuminato ed attrezzato.

    foto da fb
    Festa dell'Assunta-Vošnica

    festeggiamenti in Zajama

    foto dal balcone della piazza della chiesa


    l'artista Dario Pinosa di borgo Zajama

    borgo Funtič

    borgo Dolina con la
    caratteristica architettura
    borgo Dolina


                                                      le foto di archivio blog sono di olgica

    3 ago 2022

    proverbio di agosto


     “Se al plûf di avòst, / al plûf gran e most” ovvero se piove durante il mese di agosto piove grano e mosto, quindi abbondanza.

    Il ritorno dei falciatori - Vrnitev Senosieku 18 luglio 21

    Quel Carso Felice

     


    In questi giorni di caldo infernale stiamo guardando impotenti, impauriti, gli incendi che hanno distrutto il Carso, una terra severa, difficile, ma incredibilmente, selvaggiamente bella. Di qua e di là del confine il fuoco sta mangiando ettari ed ettari di bosco, la casa di tantissimi animali e minaccia le case.

    Guardiamo attoniti l'impegno sovrumano che viene messo dai #vigilidefuoco e dai #gasilci. dalla protezione civile e da tantissimi volontari.
    In questo frangente mi è venuta in mente una delle più belle poesie di Srečko Kosovel, il grande cantore del #Carso, una poesia che parla dei maestosi pini, piante secolari "come guardie sotto la vetta".
    Una poesia che riporto qui sotto con a fronte la traduzione di Michele Obit (pubblicata nella raccolta antologica Quel Carso Felice della Transalpina Editore, 2017) e di cui esiste anche una versione musicata da Alojz Srebotnjak che potete sentire nel link.
    Srečko Kosovel: Bori Srečko Kosovel: Pini (trad. di
    Michele Obit)
    Bori, bori v tihi grozi, Pini, pini nel muto orrore,
    bori, bori v nemi grozi, pini, pini nel silente orrore,
    bori, bori, bori, bori! pini, pini, pini, pini!
    Bori, bori, temni bori Pini, pini, tetri pini
    kakor stražniki pod goro come guardie sotto la vetta
    preko kamenite gmajne per le lande pietrose
    težko, trudno šepetajo. sussurrano grevi e stanchi.
    Kadar bolna duša skloni Quando l’anima sofferta si china
    v jasni noči se čez gore, oltre le vette nella chiara notte,
    čujem pritajene zvoke sento i suoni soffocati
    in ne morem več zaspati. e più non so dormire.
    «Trudno sanjajoči bori, “Stanchi sognanti pini,
    ali umirajo mi bratje, muoiono forse i miei fratelli,
    ali umira moja mati, muore forse mia madre
    ali kliče me moj oče?» o è mio padre a chiamarmi?”
    Brez odgovora vršijo Senza risposta mormorano
    kakor v trudnih, ubitih sanjah, come gravati da sogni angosciosi,
    ko da umira moja mati, come se morisse mia madre,
    ko da kliče me moj oče, come se chiamasse mio padre
    ko da so mi bolni bratje. e sofferenti fossero i miei fratelli.

    da fb

    2 ago 2022

    Cuori senza frontiere Luigi Zampa 1950 con Gina Lollobrigida e Raf Vallone

    Skrat figura mitica della Benečija

     Il Friuli Venezia Giulia è una regione di confine,segna infatti il confine orientale del nostro paese e si trova all’incrocio delle tre grandi famiglie etnico-linguistiche dell’Europa,la slava,la tedesca e la romana. Dal punto di vista paesaggistico, la regione è un “piccolo compendio dell’universo”, come la definì Ippolito Nievo nelle sue Confessioni di un italiano. In effetti in poco più di 200 chilometri da Nord a Sud si passa dalle Alpi e Prealpi Carniche e Giulie alle colline moreniche, alla pianura e infine alle lagune e al mare.

    http://www.lintver.it/cultura-tradizioni-skrati_gor.html


    ultimi commenti 👁️‍🗨️

    03 Mar: Giorgio Thieme su problemi: “Ho anch'io problemi di account non riesco più a pubblicare immagini ed ho perso la raccolta di…”

    27 Feb: Cavaliere oscuro del web su problemi: “Nei giorni scorsi, usciva una pubblicità, evita di installare componenti di terze parti, spesso…”

    26 Feb: Ирина Полещенко su problemi: “Olga, rielabori costantemente i tuoi blog. Puoi modificare i modelli, l'intestazione del blog,…”

    27 Dic: Anonymous su dikle: “ciao”

    15 Dic: antonypoe su dikle: “visto che ci sono ti saluto anche qui :)ciao”

    10 Dic: Karen Wiggins su proverbio friulano: “Nice bblog thanks for posting”

    Ivan Trinko

    "O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

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