Oggi a Kemerovo(Siberia) . città dove abita la mia amica Irina ,è successo un grave incidente provocato dallo scontro di due tram.(100 feriti e un morto).Tra i feriti anche 7 bambini.Speriamo che i feriti guariscano presto.Auguri!!!
da wikipedia |
Ottant'anni fa quasi settemila navi e oltre 150 mila uomini la mattina del 6 giugno 1944 si presentarono di fronte alle coste della Normandia. I dati ufficiali parlano di 6.939 navi, tra cui 20 incrociatori, 221 tra cacciatorpediniere, fregate e corvette, oltre a 864 navi di supporto logistico per il trasporto di cibo, attrezzature e munizioni e sulle quali erano stati allestiti alcuni ospedali. Tutte distribuite in 47 convogli, con oltre quattromila zattere a motore, munite di portelloni per scaricare uomini e mezzi: i barconi che ormai tutti conoscono come “mezzi da sbarco”, ma che erano stati progettati e realizzati appositamente per quell’azione. In totale su quelle navi trovavano posto 156.177 uomini.
Di questi, 133 mila vennero sbarcati a ondate successive sulle cinque spiagge scelte dal Comando Alleato e battezzate con nomi convenzionali: Omaha, Juno, Sword, Utah e Gold, per un fronte che andava dalla foce della Senna alla penisola di Cotantin. Nome in codice dell’attacco: “Operazione Nettuno”, prima fase della “Operazione Overlord”. Obiettivo: liberare la Francia e puntare sulla Germania, stringendola in una morsa con le truppe dell’Unione Sovietica che avanzavano da Est. Era l’inizio del D-Day: una espressione di uso comune negli eserciti angloamericani per indicare il giorno fissato per l’inizio di un attacco. Da quella mattina del giugno 1944 però D-Day (Jour-J per i francesi e i canadesi francofoni) è diventata la sigla universalmente conosciuta per indicare il giorno dello sbarco in Normandia...
Riposate in pace!!!
Lo ha fatto subito, all’inizio della sua prima omelia in cattedrale a Udine, durante la celebrazione eucaristica di insediamento, domenica 5 maggio. Ed è alquanto significativo e incoraggiante che il nuovo pastore abbia saputo cogliere immediatamente il tratto caratterizzante della Chiesa di Udine, nella quale da secoli convivono friulani, sloveni e tedeschi. Mons. Lamba si è presentato al suo popolo. «Nella mia vita sono state veramentepoche le cose che ho scelto io: quale liceo frequentare; l’indirizzo di studi universitari; far parte di un gruppo parrocchiale di giovani con i quali abbiamo fatto un bellissimo percorso di fede; chiedere di fare un percorso di discernimento vocazionale al Seminario Romano Maggiore, conclusosi con l’ordinazione sacerdotale 35 anni fa. Tutto qui! Tutto il resto (la famiglia di origine, le bellissime conoscenze e amicizie personali di laici e di consacrati, l’elezione a vescovo, la chiamata al servizio episcopale nella Chiesa di Roma prima e in quella di Udine adesso) non le ho scelte io!», ha sottolineato.
Poi ha spiegato: «Dio ha scelto me, proprio me. Dio ha scelto ciascuno di voi, solo ed esclusivamente per amore! Non c’è un motivo o una serie di buone motivazioni per cui Dio ci ama. San Bernardo direbbe: “Dio ci ama perché… è Amore!”. Questa consapevolezza del fatto che Dio ha scelto proprio me, solo ed esclusivamente per amore, oltre che stupirmi ogni volta che mi fermo a pensarci, mi ha dato la grazia, sin dagli anni della giovinezza, di guardare le persone che incontro nella vita, sotto una luce particolare ». L’arcivescovo ha quindi spiegato: «Nella mia vita ho avuto modo di incontrare tante persone, tante anime belle, sia in ambienti ecclesiali che laicali, sia tra credenti sia tra coloro che dicono di non essere credenti, sia tra i cattolici come tra gli ebrei, i luterani, gli ortodossi, i musulmani. In tutti loro (anziani, giovani, malati, bambini, professionisti con grandi competenze e operai e contadini senza particolari titoli accademici; persone di nazionalità, etnie, culture molto diverse fra di loro), in tutti loro ho colto le tracce dell’opera dell’Amore di Dio, in tutti loro ho riconosciuto la firma discreta dell’insuperabile artista che è Dio! Che bello! Che gioia!».
Su questa strada proseguirà anche alla guida della Chiesa Udinese che gli è stata affidata. E, infatti, ha concluso: «Carissimi sorelle e fratelli, sono sicuro che anche qui, in questa terra friulana che porta scolpiti nella pietra i simboli della tradizione cristiana e inscritti nei cuori di un popolo i valori della Fede, assaporerò ancora la stessa gioia di cui parla Gesù nel Vangelo, se rimarremo nel Suo Amore… tutti insieme! Ducj insieme! Vsi skupaj! Wir alle gemeinsam!». (R. D.)
dal dom
𝐃𝐈𝐊𝐋𝐄 𝐙𝐠𝐨𝐝𝐨𝐯𝐢𝐧𝐚 𝐬𝐩𝐨𝐦𝐢𝐧𝐨𝐯 | 𝐃𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐞𝐦𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 Žensko izseljevanje iz Nediških dolin L...