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👉📘 Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga (◕‿◕)

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1 giu 2024

GIUGNO


 Poesia di Giosuè Carducci

Giugno 

E' il mese dei prati erbosi e delle rose; 
il mese dei giorni lunghi e delle notti chiare.
 Le rose fioriscono nei giardini, si arrampicano
 sui muri delle case. Nei campi, tra il grano,
 fioriscono gli azzurri fiordalisi e i papaveri
 fiammanti e la sera mille e mille lucciole 
scintillano fra le spighe.
Il campo di grano ondeggia al passare 
del vento: sembra un mare d'oro.
Il contadino guarda le messi e sorride. Ancora
pochi giorni e raccoglierà il frutto delle sue fatiche.

PROVERBIO FRIULANO


 Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi
“San Marcèlin bon pa l’aghe e bon pal vin” ovvero San Marcellino (il 2 giugno) è buono per l’acqua, la pioggia, e per il vino, verosimilmente l’andamento dell’uva.
Tutte le reazi

31 mag 2024

IL FATTO DEL GIORNO

 


Tre giovani trascinati via dalla piena del Natisone: chiamano i soccorsi, poi spariscono nel nulla

Orsaria di Premariacco, in via Ponte Romano, dal pomeriggio di venerdì 31 maggio, è in corso un intervento dei vigili del fuoco per soccorrere tre giovani, tra i 17 e i 25 anni, che, secondo quanto appreso, sono state trascinate via dalla corrente del fiume Natisone in piena.
La notizia è in aggiornamento

IL FATTO DEL GIORNO

 

30 mag 2024

LE ZECCHE

 


Le zecche

Quest’anno in Friuli Venezia Giulia si prevedono più zecche degli altri anni,quindi se andate a camminare dovrete prendere cautele adeguate.
1-vestire di chiaro per poter vedere l’insetto sull’indumento
2-coprire il corpo:pantaloni e maniche lunghe,possibilmente con elastico in fondo
3-mettere cappellino in testa
4-calzare scarpe alte con calzini
5-rientrati a casa esaminare ogni parte del corpo per controllare se vi sono zecche
6-fare la doccia e cambiare tutti gli indumenti
7-non tutte le zecche sono infette ,quindi se non vi arrossate non fate nulla,ma tenete la parte dove siete stati morsi sotto osservazione
8-per rimuovere la zecca usare l’apposita pinzetta che si trova in farmacia o altrove ,ce ne sono di vari tipi anche in rete.
La zecca deve essere afferrata con una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicino alla superficie della pelle, e rimossa tirando dolcemente cercando di imprimere un leggero movimento di rotazione.

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autore André Karwath aka Aka
Gli Ixodida sono un sottordine di acari che comprende tre famiglie di zecche. Le due principali sono: Ixodidae o “zecche dure” e Argasidae o “zecche molli”. La terza famiglia che comprende una sola specie (Nuttalliella namaqua), è quella delle Nuttalliellidae.
Sono parassiti ematofagi di molti animali e anche dell’uomo, e possono essere pericolosi agenti di trasmissione di malattie infettive.
Le zecche sono vettori di diverse malattie, sia dell’uomo sia degli animali.
  • La piroplasmosi, o babesiosi, è causata da un protozoo che, iniettato dalla zecca tramite la saliva, si localizza nei globuli rossi invadendoli e distruggendoli provocando ittero, febbre ed emoglobinuria. Rari casi di infezione umana sono stati segnalati nel nord-est degli Stati Uniti d’America e nell’Europa settentrionale.
  • La rickettsiosi, o febbre bottonosa, il cui agente è Rickettsia conori e il cui vettore è la zecca del cane Rhipicephalus sanguineus appartenente alla famiglia degli Ixodidae. Questa malattia provoca febbrecefaleaartralgia e una tipica eruzione esantematica localizzata sugli arti e sul tronco.
La specie Ixodes ricinus (Fam. Ixodidae) può trasmettere:
Femmina di Ixodes ricinus, una specie di zecca dura diffusa in Europa, parte dell’Asia e dell’Africa del Nord.
Per la lotta contro questi ectoparassiti temporanei è importante conoscere la biologia e il comportamento delle varie specie, giacché esse presentano una grande diversità.
Habitat, periodi di attività e riposo, ospiti preferenziali, ciclo di sviluppo della specie in questione sono tutti fattori importanti per la riuscita di un intervento di disinfestazione.
In generale per il trattamento di bestiame e animali domestici si usano prodotti insetticidi, mentre per il trattamento di aree aperte, con infestazione generalmente meno intensa, bastano la semplice rotazione dei pascoli e la falciatura dell’erba.

Metodo d’estrazione

  • Non bruciare il parassita, non applicare alcuna sostanza, non rimuovere la zecca a mani nude. Così facendo si eviterà che la zecca rigurgiti, diminuendo notevolmente il rischio d’infezione.
  • Tramite una pinzetta, afferrare la zecca nel punto più vicino alla cute per evitare la rottura dell’apparato boccale. Non afferrare la zecca per il corpo per evitare il cosiddetto “effetto siringa” o di spezzare il parassita. In farmacia sono disponibili pinzette specifiche o penne con un laccio per agevolare la rimozione.
  • Estrarre il parassita afferrandolo il più possibile vicino alla superficie della pelle, e rimuoverlo tirando dolcemente cercando di imprimere un leggero movimento di rotazione.
  • Durante la rimozione bisogna prestare la massima attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito che aumenterebbe la possibilità di trasmissione di agenti patogeni.
  • Se il rostro dovesse rompersi, si noterà un puntino nero al centro della puntura. Si dovrà cercare di estrarlo usando la punta di un ago da siringa sterile. Se non si riuscisse, contattare un medico.
  • Disinfettare la cute evitando disinfettanti colorati.
  • Controllare per 30-40 giorni se si forma un alone “a bersaglio” detto eritema migrante, caratteristico della malattia di Lyme e di altre possibili patologie. Se compaiono sintomi quali una cefalea non abituale, un’artrite acuta, una sintomatologia neurologica o un malessere simil influenzale non altrimenti spiegato contattare un medico. Non assumere farmaci di propria iniziativa.
    • La formazione di una crosticina rossa pruriginosa è il decorso normale della puntura. da wikiwand


Complici le giornate insolitamente calde di marzo, quest’anno sono comparse più presto e in maggior numero le zecche. Molti tra coloro che sono andati a camminare in montagna o a lavorare nei campi si sono imbattutti nel pericolo rappresentato da questi animaletti. Infatti le zecche, che in Benecia sono chiamate sia «klopi» sia «pišurje», possono trasmettere il virus della meningoencefalite, una malattia molto pericolosa per l’encefalo. Si tratta di una specie di meningite, curabile con molta difficoltà e che può protrarsi per tutta la vita. Per questo è necessario guardarsi bene dalle zecche.
Le zecche vivono in luoghi incolti, dove l’erba è alta, con molti cespugli e animali selvatici. Sono presenti soprattutto nelle zone alpine e prealpine, tra i 500 e i 2000 metri di altitudine.
Nella maggior parte dei casi l’uomo contrae il virus della meningoencefalite dopo essere stato morso e infettato da una zecca.
La meningonecefalite da zecca (TBE) – che nelle nostre zone è trasmessa soprattutto dalla zecca «Ixodes ricinus» – è una malattia che si manifesta nella bella stagione, da maggio a ottobre. I primi casi casi possono presentarsi già a marzo, ma il loro picco è nei mesi caldi dell’estate, a luglio e agosto. Raramente la malattia si presenta a novembre o dicembre, solitamente solo quando l’inverno non è rigido in attività legate alla stalla.
La meningoencefalite si manifesta in due fasi. I  sintomi della prima si presentano tra i 7 e i 14 giorni successivi all’infezione: il paziente avverte malessere, dolore muscolare, ha febbre, cefalea, mal di stomaco e diarrea. Tale fase prosegue fino a 6 giorni.
Dopodiché sembra che il paziente sia guarito, perché non presenta sintomi o avverte solo un po’ di mal di testa. Tale stato prosegue fino a due settimane.
Nella seconda fase, che inizia con febbre alta e vomito, il paziente avverte forte mal di testa e a volte perde addirittura conoscenza. È necessario portarlo in ospedale, dove il ricovero prosegue per diverso tempo. È difficile che la malattia porti alla morte, ma le conseguenze condizionano molto, in prospettiva, la qualità della vita. Dopo il ricovero in ospedale va effettuata terapia riabilitativa. La meningoencefalite da zecca può portare a disturbi del sistema nervoso centrale, che si trascinano per molto tempo.
La maggior parte dei pazienti avverte mal di testa, disorientamento, si concentra con difficoltà, ha depressione, disturbi nel funzionamento del sistema nervoso autonomo e disturbi dell’umore e all’udito. Alcuni pazienti si muovono con difficoltà; può comparire anche atrofia muscolare.
Tutto ciò dimostra la pericolosità delle zecche: non va loro permesso di giungere alla pelle. Ogni volta che si va a camminare nel verde o a lavorare nei campi è, quindi, necessario portare indumenti e scarpe adeguati. La raccomandazione è di indossare pantaloni lunghi e maglie con maniche lunghe; scarpe lisce; pantaloni infilati nelle scarpe e così via.
Si possono anche anche utilizzare repellenti, che col proprio odore respingano gli insetti e, ovviamente, anche le zecche. Non va dimenticato, però, che i repellenti hanno efficacia solo per alcune ore, dopodiché vanno nuovamente e ripetutamente applicati. Parimenti va prestata attenzione a rimuovere eventuali zecche che si posino sul corpo e a togliere il prima possibile quelle che lo stiano già mordendo.
Al rientro a casa bisogna ispezionarsi attentamente, fare una doccia e lavare la testa, nonché ripulire e lavare i vestiti.
Nel caso in cui venga individuata una zecca, bisogna sbarazzarsene quanto prima.
In caso vengano, invece, avvertiti i primi sintomi della malattia, è necessario recarsi il prima possibile dal medico.

Pioverà

 


Discorso di Giacomo Matteotti del 30 maggio 1924


 Il 30 maggio 1924 Giacomo Matteotti, segretario del Partito Socialista Unitario, prese la parola alla Camera dei deputati per contestare i risultati delle elezioni del 6 aprile. Il discorso è rimasto famoso sia perché l'oratore denunciò con grande coraggio la nuova serie di violenze, illegalità ed abusi commessi dai fascisti per riuscire a vincere le elezioni, sia perché dopo soli undici giorni il deputato socialista fu rapito e assassinato da cinque fascisti.In base alla nuova legge elettorale (legge 18 novembre 1923 n. 2444, nota come legge Acerbo), alla lista più votata a livello nazionale - purché avesse almeno il 25% dei voti validi - venivano assegnati i 2/3 dei seggi in tutte le circoscrizioni, mentre gli scranni rimanenti erano assegnati alle altre liste in proporzione ai voti ottenuti e secondo ordine di preferenza personale.

La consultazione, tuttavia, si svolse in un grave clima di intimidazione e da ripetute violenze da parte dei sostenitori del Partito Nazionale Fascista. Il candidato socialista Antonio Piccinini fu ucciso, altri candidati di sinistra furono feriti, ovunque furono impediti i comizi, bruciati i giornali, impedito l'affissione dei manifesti, anche attaccando le stamperie, Vi furono brogli anche superiori alla media (alta) dell'Italia dell'epoca. In diverse circoscrizioni, soprattutto meridionali, il voto non fu esercitato in condizioni di libertà, ma in maniera palese e con la presenza di esponenti fascisti nei seggi e nelle cabine elettorali, mentre i prefetti ebbero ordini di contrastare l'astensionismo convogliando voti a favore del governo, il che rende rimarchevole il risultato delle opposizioni. Inoltre il listone nazionale di Mussolini aveva assorbito le macchine elettorali di molti partiti di centro e di centro destra, e transfughi (detti "traditori") del sardismo e del partito popolare, garantendosi una base elettorale più larga del semplice fascismo, oltre che vari specialisti del voto di scambio.

Il risultato fu quindi ampiamente favorevole alla lista governativa, con l'elezione in blocco di tutti i suoi 356 candidati. Al momento di convalidare le decisioni della Giunta delle elezioni, diversi parlamentari di minoranza segnalarono proteste per le modalità di voto in alcune circoscrizioni (AbruzziCampaniaCalabriaPuglie e Sicilia) e fu presentata una richiesta da parte degli onorevoli Arturo Labriola, Giacomo Matteotti ed Enrico Presutti per il rinvio degli atti alla Giunta

continua https://it.wikipedia.org/wiki/Discorso_di_Giacomo_Matteotti_del_30_maggio_1924

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