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9 gen 2021

Tarcento, il Pignarul Grant si farà



Gli organizzatori hanno deciso di allestire i tradizionali falò epifanici sabato 9 gennaio, ma senza pubblico

Il Pignarul Grant di Coia, così come tutti i fuochi epifanici della Conca tarcentina, una decina in tutto, saranno accesi in contemporanea sabato 9 gennaio alle 18. Gli organizzatori hanno ricevuto l’autorizzazione. Il tutto si svolgerà in assenza di pubblico e nel rispetto di tutte le normative vigenti.

Il Pignarul Grant di Tarcento deve ancora essere completamente allestito. Si attendeva il via libera, che è arrivato oggi. Le operazioni si concluderanno in tempo per l’accensione di sabato. E’ previsto anche il vaticinio del Vecchio Venerando.

https://www.ilfriuli.it/articolo/tendenze/tarcento-il-pignarul-grant-si-fara/13/234252


Sembra che questa usanza derivi da riti purificativi e propiziatori diffusi in epoca pre-cristiana. I Celti, per esempio, accendevano dei fuochi per ingraziarsi la divinità relativa e bruciavano un fantoccio rappresentante il passato. Mentre il falò ardeva, i contadini in cerchio gridavano e cantavano varie formule augurali[1].

Rimasta intatta come rituale da svolgersi nella vigilia dell'Epifania, ancor oggi la fiamma simboleggia la speranza e la forza di bruciare il vecchio (non a caso si può bruciare la "vecchia" posta sopra la pira di legna).

Il rogo è talvolta benedetto dal parroco e lo scoppiettare dell'acqua santa nel fuoco viene identificato con il demonio infuriato che fuggiva.

La direzione del fumo e delle faville (talvolta alzate di proposito dai contadini usando una forca) viene letta come presagio per il futuro. Si notino i seguenti detti popolari:

(FUR)

«Se il fum al va a soreli a mont,
cjape il sac e va pal mont.
Se il fum al va a soreli jevât,
cjape il sac e va al marcjât»

(IT)

«Se il fumo va a occidente,
prendi il sacco e vai per il mondo [emigra].
Se il fumo va a oriente,
prendi il sacco e vai al mercato [a vendere il raccolto]»

(Friuli)


Il rito dei fuochi è anche un momento in cui la comunità si raccoglie per stare in compagnia. Viene accompagnato dalla degustazione di vin brulé e di pinza, focaccia tipica di questa festa e cotta talvolta tramite gli stessi roghi. Attualmente, per l'occasione possono venire organizzati spettacoli pirotecnici.

6 commenti:

  1. Che bello questa tradizione e bellissimo non saltarla per questa pandemia. Come ho letto CELTI mi sono ritemprato, ho letto molto su diloro.
    Da noi si brucia la quercia e agrifoglio nei giorni tra santa Lucia e il 21 dicembre. Cioè si bruciava adesso tutto dimenticato. Ricordo mio nonno che ci teneva tanto e il fuoco se lo faceva nell'orticello e seguiva le faville. Credo sognasse guerrieri Celti erranti era un grande romantico,

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  2. Buon fine settimana anche per te Olga sei gentile grazie.
    Maurizio

    RispondiElimina
  3. Bella tradizione, e interessante tutta la storia che ci proponi. Bene che non venga saltata, sarebbe stato un vero peccato.
    Buona serata, Stefania

    RispondiElimina
  4. Boa tarde Olga, fico feliz que apesar de toda dificuldade, vocês conseguiram manter a tradição. Um ótimo sábado.

    RispondiElimina
  5. Immagino che si vedranno da casa e con un po' di fantasia per quest'anno si potrò credere di essere lì accanto al fuoco, Ciao.

    RispondiElimina

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Generalmente rispondo ai commenti,ma seguendo parecchi blog non sempre ci riesco.
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