DETTO FRIULANO

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Quando mi alzo al mattino,mi guardo in giro: la montagna...la pianura... Una voce nel cuore mi dice:

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30 ago 2021

Meta Blagšič poesie

 


Roke

 

delaš

kar znaš

kažeš prst

dviguješ pest

 

zdaj končno razpri to prekleto dlan

zazri se v prostranstvo oblazinjene pokrajine

 

so tu še hribi in doline

je dovolj zraka za soteske

vidiš pot do obal petih morij

 

se spominjaš dotika kostanjeve ježice

odmaknil si se

mar ne

 

na koncu

so te roke

samo tvoje

in to je vse

kar imaš

 

Mani

 

Fai

ciò che sai fare

mostri il dito

sollevi il pugno

 

ora finalmente apri quel maledetto palmo della mano

osserva l’infinità del paesaggio imbottito

 

ci sono qui ancora monti e valli

c’è abbastanza aria per le forre

vedi la via che porta alle rive dei cinque mari

 

ricordi il contatto con il riccio della castagna

ti sei spostato

piuttosto no

 

alla fine

queste mani sono

solo tue

e questo è tutto

ciò che hai

 

Traduzioni di Michele Obit

 

 

*

Meta Blagšič (1979) vive a Maribor. Si è laureata in biblioteconomia e sociologia della cultura a Lubiana. Sino ad ora ha pubblicato le sue poesie solo sulla rivista slovena Dialogi.

https://perigeion.wordpress.com/2021/05/05/meta-blagic-tre-poesie/


24 ago 2021

IL MERITO DI MOLTI EROISMI È DOVUTO A OCCHI CELESTI


 




I poeti sanno
che vanno abbattuti solo i pini diritti

ma non smettono
di camminare tranquillamente
e a testa alta
sul campo minato

e svegli e dormienti
procedono
come seguiti dagli sguardi
delle anime amate
che credono nei loro fragili corpi e nelle loro
tenere parole

(da Barbara e il barbaro, Il Narratore, 1995 – Traduzione di Jolka Milič)

JOSIP OSTI

.

.

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LA FRASE DEL GIORNO
Se sapessi che cosa è accaduto e sta accadendo nel mio Paese e  nel mondo – ha detto una volta – non avrei bisogno di scrivere poesie, di pensare. Vivrei e basta.
JOSIP OSTI


6 ago 2021

JOSIP OSTI

 Josip Osti

josip-osti-1
Poeta, narratore, saggista, critico letterario, curatore di antologie e traduttore. Josip Osti, nato nel 1945, si è laureato alla Facoltà di Filosofia ed è stato redattore del giornale studentesco “Naši dani” (I nostri giorni), redattore nella casa editrice “Veselin Masleša”, segretario della Sezione dei letterati della città di Sarajevo, direttore della Manifestazione letteraria internazionale “I giorni di poesia di Sarajevo”, segretario dell’Associazione dei letterati della Bosnia ed Erzegovina, presidente dell’Associazione dei traduttori letterari della Bosnia ed Erzegovina e lettore/correttore nella casa editrice “Svjetlost”. È un libero artista, o, come ama dire lui stesso, vive d’amore e di ciò che scrive e traduce in Slovenia, tra Lubiana e Tomaj sul Carso, e in Bosnia ed Erzegovina, a Sarajevo.
Ha all’attivo dieci raccolte di poesie, libri di saggistica e critica letteraria, libri per l'infanzia e diverse antologie. Ha tradotto circa ottanta libri svolgendo un'operazione di continuo scambio tra la letteratura bosniaca e quella slovena. Le sue poesie sono presenti in numerose antologie e tradotte in più lingue (italiano, sloveno, turco, inglese, boemo, polacco, greco).
Molte le traduzioni italiane, "Barbara e il barbaro" (1995), "Il libro dei morti di Sarajevo" (1977), l’antologia "Con l’oro antico dei ricordi" (1977), "Poesie" (1999) e "Confliti – Poesia delle molte guerre" (2001). Ha ricevuto riconoscimenti per le traduzioni e molti premi letterari, tra i quali spicca il Premio Internazionale "Vilenica ’94".
Nel 2004 viene pubblicata dalla Multimedia Edizioni l’antologia trilingue "L'albero che cammina", la raccolta forse più importante e completa pubblicata in Italia, poi nell'aprile 2008 "Rosa Mystica", scritto in sloveno, nel 2015 la raccolta di haiku "Nella terra di nessuno" e infine nel 2018 "Tutti gli amori sono straordinari". I quattro volumi sono stati tradotti in italiano dalla grande Jolka Milič, un vero ponte tra Slovenia e Italia.
È uno dei poeti più assidui e fedeli di Casa della poesia.
Ha preso parte alle varie edizioni degli "Incontri internazionali di poesia di Sarajevo" (2002-2007), nel 2001 a "Il cammino delle comete" (Pistoia) e a "Poesia contro la guerra", nel 2002 a Sidaja, nel 2003 a "In Memoriam. Izet Sarajlic", nel 2005 "Pianeta Sarajevo", nel 2006 a "Poesia nel Borgo", nel 2007 a "VersoSud" (Reggio Calabria), nel 2019 a "Le molte lingue della poesia" a Desenzano del Garda.
Alla fine del 2016 viene pubblicato il volume "Tutti gli amori sono straordinari" e nel 2019 "Barbara e il barbaro" sempre dalla Multimedia Edizioni e sempre con la traduzione di Jolka Milič.

È scomparso il 26 giugno 2021.

L’amore mi ha fatto poeta...
L’amore che con una velenosa freccia
d’oro nella prima gioventù mi ha trafitto
il cuore aprendo una inguaribile ferita,
in cui cresce un cristallo nero dagli orli
aguzzi. Un cristallo, bello e doloroso,
che brilla al bivio dell’anima e del corpo.
E mi indica la strada, per la quale ritorno
di continuo là, da dove veramente non sono
mai partito. Nella città natìa e nel tempo
dell’infanzia. Nella preistoria dei miei amori...
L’amore mi ha reso poeta...
L’amore che mi ha dato la forza di non dormire
una notte dopo l’altra, bensì di scrivere nel
diario dell’insonnia migliaia di poesie tristi sulla
vita e, spero, almeno una poesia allegra
sulla morte.

30 lug 2021

Il canto del fiume/Pesem o reki

 

Ljubljanica

By Savinjc, sodelavec projekta Wikipedija (jezik: slovenščina)., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=31537174

TONE PAVČEK

IL CANTO DEL FIUME                             Traduzione: Jolka Milič

 

Voglio pensare come pensa il fiume.
Correre dalla fonte alla foce
come lui che entro le sue rive
non è mai lo stesso e sempre vivo
scorre nell’eternità
e incessantemente esiste.
Scalza tutto ciò che sfiora
e si porta dietro, lava e sciacqua
gli errori del tempo, i guai degli avi,
la fiducia dei nipoti, l’incredulità,
l’entusiasmo e i meriti, moderando
tutto in giusta misura.
Corri allora. Semplicemente come il fiume.
Dalla sorgente fino all’estuario.
E non dimenticare come sono belli
i grembi dei salici, dove il vento
nasconde i suoi canti,
e gli irraggiungibili orizzonti.


PESEM O REKI

 Misliti hočem kot misli reka.
Teči od izvira do izliva
kot ona, ki med bregove ujeta
nikoli ista in zmeraj živa
odteka v večnost
in neprenehoma biva.
Vse dosegljivo spodjeda
in nosi s sabo, umiva in spira
zablode časa, zagate dedov,
zaupanje vnukov, nevero,
zanos in zasluge in vse umirja
na pravo mero.
Teči torej. Preprosto kot reka.
Od izvira pa do izliva.
In ne pozabiti, kako so lepa
naročja vrb, kamor skriva
pesmice veter,
in obzorja nedosgljiva.

Tone Pavček è nato il 29/9/1928. Laureato in giurisprudenza è stato per lunghi anni nella redazione culturale della RTV slovena e come direttore nella casa editrice Cankarjeva.
Negli anni del disgelo (gli ’80) è stato Presidente della Lega degli scrittori sloveni e ha svolto altre cariche e impegni sociali importanti.
Tra i premi ricevuto spicca la “Prešernova nagrada”, il massimo riconoscimento nazionale per le arti contemporanee.
Pavček ha debuttato in poesia nella famosa raccolta “Pesmi štirih” (“Liriche a quattro voci”), del 1953, che rimane una pietra miliare nella letteratura slovena del dopoguerra (raccolta programmatica dell’intimismo poetico di quattro autori (oltre a Pavček, Ciril Zlobec, Janez Menart e Kajetan Ković).
Tra i suoi tanti libri di poesia: “Ujeti ocean” (L’oceano imbrigliato,1964), “Zapisi” (Annotazioni,1972), “Poganske hvalnice” (Odi pagane,1976), “Dediscina” (Lascito,1983), “Golicava” (Pianura sterile, 1988), “Temna zarja” (Albore oscuro 1996), “Upocasnitve” (Ultima china 1998).
I suoi saggi sono in due libri: “Cas duse, cas telesa I – II” (Tempo dell’anima, tempo di vollutà, I e II, ‘94 e ‘97).
Su di lui ha scritto un saggio critico in italiano, anche Arnaldo Bressan nel suo libro “Le avventure della parola”, ed. Il Saggiatore,1985.
Intensa la sua attività di traduttore dal russo (Jesenin, Majakovski, Pasternak, Ahmatova, Cvetajeva, Zabalotski, Voznesenski, Brodski), questi in libri autonomi, e tanti altri nell’ampia “Antologia della poesia russa del’900”. Dalla poesia georgiana ha tradotto il poema di Rustavelli “Il cavaliere nella pelle di tigre”, dal croato Kovacić “Jama” e altri ancora.
Ha partecipato nel 1999 a “Napolipoesia. Incontri internazionali di poesia” e nel 2004 agli “Incontri internazionali di poesia di Sarajevo” dedicati al suo caro amico, Izet Sarajlić.
Pavček è morto il 21 ottobre del 2011.

 da http://www.gruppo2009.it/poeti-dal-mondo-2-tone-pavcek/

17 lug 2021

Aleš Debeljak


ales-debeljak-1
Aleš Debeljak è nato a Ljubljana nel 1961. Si laurea in Filosofia e Letterature Comparate all’Università di Ljubljana. Nel 1993 acquisice il Ph.D. in Sociologia presso la Maxwell School dell’Università di Syracuse, nello Stato di New York. Pubblica per molte riviste e collane letterarie in diversi paesi del mondo. Le sue opere sono state tradotte in moltissimi stati, tra cui la Francia, la Spagna, l’Austria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, l’Ungheria, la Croazia, la Finlandia, la Lituania, la Yuogoslavia, la Polonia, l’Inghilterra, gli U.S.A. e il Giappone. Per la sua attività di ricercatore e di poeta ha vinto numerosi premi letterari ed è stato insignito di illustri titoli onorifici e accademici in tutto il mondo, tra i quali ricordiamo la nomina ad Ambasciatore delle Scienze della Repubblica di Slovenia, l’incarico di Senior Fulbright Fellow all’Università Berkeley, nello Stato della California, e il premio letterario Chiqyu vinto a Tokyo, nel 2000. Dal 1999 riveste il ruolo di Professore Associato nella Scuola di Scienze Sociali dell’Università di Ljubljana. È a buon diritto considerato una delle figure di punta dell’intelligentija slovena contemporanea. In Italia ha pubblicato "Momenti d’angoscia" (Minute strahu), trad. di Tea Štoka, commento di Charles Simic, Napoli, Fulvio Pagano Ed., 1992.
Quello che tu hai piantato nel mio midollo, il lo traduco in un linguaggio
Che ancora non ho dominato: la cadenza di un grido che raggiunge
La profondità del cuore, il tuono di un treno sotterraneo,
navate di una chiesa priva di altare, divinità che mormorano nel bacino. Tu:
tu rosa da una conchiglia come scultura fragile dalla fornace
di un soffiatore di vetro. Mi hai insegnato lo spasimo e l’umiltà
prima del vangelo di un profeta interrogativo. E la libertà
di una cerva che salta attraverso i prati di un paradiso assopito.
Non posso raggiungerli senza di te. Posso sentire il crepitio delle castagne
sulle terrazze del mio villaggio. L’asfalto si sta raffreddando. Non mi interessa.
Preferirei piuttosto tremare di piacere, come una casa al limitare del suo restauro,
quando tu canti una nuova melodia. Nell’ora più buia del giorno mi indichi
l’alfabeto del vento e il fato e i semi. Leggo le macchie nella cantina della storia.
So che la mia casa sarà qui, dove tu delimiti il selvaggio giardino.
(da: “Interpretazioni dell’amore”)
Angelo Floramo

17 giu 2021

poesia di Iztoh Osojnik

 


Quando ascolto la tua voce, Jure,

mi torna vivo in mente

come saltavi dai Brejc.

Ballavamo in una folle estasi,

probabilmente un po’ ubriachi, ancor più facile

che non lo fossimo. Era una di quelle notti

da inizio vita di due outsider,

anche se ci eravamo già profondamente persi

nella giungla della poesia.

Con invidia e brama ci osservavano

dalle poltrone appoggiate alle pareti.

Ma di questo allora ce ne rendevamo conto

solo a metà,

la passione che prorompeva

solo più tardi ha complicato radicalmente tutto.

Ora sono in gran parte tutti morti,

noi due invece continuiamo come pazzi a saltare,

con i capelli lunghi, una fauna macilenta

con una corona verde di foglie

e un rametto spezzato di fico

in testa,

e la morte è lontana

al di là del limite

del mondo.

Iztoh Osojnik

 https://wordpress.com/read/blogs/77265079/posts/13544#comments

31 mag 2021

Jernej Kusterle, poesie

 


Traduzioni di Michele Obit

Misliti Ku1

 

Lepoto sanj kot pepel

lupine stresa med pomije.

Rezek smeh kljuva

ostanke brizgajoče bližine,

ki se topi pod debelo

plastjo moknate svetlobe.

Tema potujene noči

zavrača tujek; mene. Ponoči

me drži za vrat nekaj

vražje tihega, kar čez dan

preži na razum.

Sledim si v podkožje,

da iztrgam prisluhe z jezika

poltrdih obrisov. Ko bom

sestradan zgrizel

cvetoče drobtine veselja,

se bom z želatinastimi

gibi prebudil ukrivljen vase.

 

蠱 (pinyin: Gǔ; Wade-Gilesova romanizacija: Ku): strup, pridobljen iz različnih strupenih bitij, zlobni duh ali črna magija.

 

 

Pensare Ku1

 

La bellezza dei sogni come la cenere

scuote le bucce mentre pulisce.

Un sorriso aspro punge

i resti di una vicinanza zampillante

che si scioglie sotto il denso

strato di luce farinosa.

L’oscurità di una notte aliena

restituisce un corpo estraneo; me. Di notte

qualcosa di diabolicamente silenzioso

mi tiene per il collo, di giorno

attende al varco la ragione.

Mi seguo nella sottocute

per poter strappare le visioni dalla lingua

dei contorni semiduri. Quando

estenuato masticherò

le briciole in fiore dell’universo,

con movimenti gelatinosi

mi desterò curvo su me stesso.

 

1 蠱 (pinyin: ; Romanizzazione Wade-Giles: Ku): veleno ottenuti da diversi essere velenosi, spirito malvagio o magia nera.

 https://wordpress.com/read/blogs/77265079/posts/13301

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"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

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