Quando ascolto la tua voce, Jure,
mi torna vivo in mente
come saltavi dai Brejc.
Ballavamo in una folle estasi,
probabilmente un po’ ubriachi, ancor più facile
che non lo fossimo. Era una di quelle notti
da inizio vita di due outsider,
anche se ci eravamo già profondamente persi
nella giungla della poesia.
Con invidia e brama ci osservavano
dalle poltrone appoggiate alle pareti.
Ma di questo allora ce ne rendevamo conto
solo a metà,
la passione che prorompeva
solo più tardi ha complicato radicalmente tutto.
Ora sono in gran parte tutti morti,
noi due invece continuiamo come pazzi a saltare,
con i capelli lunghi, una fauna macilenta
con una corona verde di foglie
e un rametto spezzato di fico
in testa,
e la morte è lontana
al di là del limite
del mondo.
Iztoh Osojnik
https://wordpress.com/read/blogs/77265079/posts/13544#comments
Una poesia profonda....
RispondiEliminaOttimi versi.
RispondiEliminaAdoro leggere poesie!
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