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Questo blog parla delle minoranze linguistiche del Friuli:SLOVENA,FRIULANA eTEDESCA,articoli dei giornali della minoranza slovena,degli usi,costumi,eventi e tanto altro.Buona lettura.OLga

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5 lug 2023

A Masarolis servono più posti letto

 

Mažeruola potrebujejo več ležišč
A Masarolis servono più posti letto


Nello sviluppo turistico di Masarolis/Mažeruola un ruolo fondamentale è giocato dalla disponibilità di posti letto. Questa necessità diventa evidente in particolar modo in questo periodo dell’anno, in cui la stagione di passaggio di pellegrini e turisti lungo il Cammino celeste, che fa tappa proprio in paese, è avviata. Certo, da un lato è vero che la comunità, piuttosto vivace e intraprendente, ha attrezzato un punto di pernottamento e ricezione dei pellegrini al Centro sociale, come è anche vero che, soprattutto nei fine settimana, a ristorare camminatori e pellegrini ci pensa il chiosco della Pro loco. Ma è anche vero che, in una logica di sviluppo, da cosa nasce cosa. Da questo punto di vista, qualche posto letto in più potrebbe significare molto.

Qualche mese fa l’amministrazione comunale di Torreano, guidata dal sindaco Francesco Pascolini, ha fatto sapere che è in preparazione un progetto di valorizzazione turistica del rifugio degli Alpini, situato verso la cima del monte Joanaz.

Nel centro di Masarolis, però, un ruolo molto importante potrebbe essere giocato dalla casa donata alla comunità da Filippo Sturmig, che fa capo alla fondazione Aminta Flebus.

L’edificio è di particolare pregio sia per le proprie caratteristiche, che hanno conservato storia e tradizione, sia per la propria posizione, vicino alla chiesa di Santa Maria ad Nives.(Luciano Lister)

Za nadaljnji turistični razvoj bi Mažeruola potrebovale večje število ležišč. Vse bolj razvidno to postane prav te dni, ko v vas pride vse večje število pohodnikov in romarjev po Nebeški poti. Aktivni domačini so k sreči že pred leti uredili sobe za romarje v poslopju vaškega družbenega centra. Preko turistično društvo upravljajo vsak konec tedna tudi kiosk, kjer ponudijo hrano in pijače.

Na začetku leta je župan Občine Tavorjana, Francesco Pascolini, sporočil, da bi v turistične namene rad vrednotil kočo alpincev, ki se nahaja blizu vrha gore Juanac.

Osrednjo vlogo v okviru turističnega razvoja vasi bi pa lahko igrala hiša, ki jo je skupnosti zapustil pokojni mizar Filippo Sturmig. Stavbo trenutno upravlja fundacija Aminta Flebus.

Spomin na Filippa Sturmiga (1920-2010) je v Mažeruolah še živ, saj je bil v skupnosti zelo aktiven. Dokler je imel dovolj moči, je med drugim bil vaški zvonar. Kasneje je skupnosti podaril napravo za avtomatizacijo zvonjenja.

dal  Dom

23 giu 2023

La cultura in Benecia


 556,08 euro. È quanto ha investito il Comune di Stregna per le attività culturali per ciascuno dei suoi 341 residenti. Il dato, riportato da un’indagine del portale internet Openpolis e riferito al 2021, colloca il piccolo comune valligiano al primo posto nella spesa pro capite per la ‘tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali’ fra tutti i Comuni del Friuli Venezia Giulia. Compresi capoluoghi delle ex Province e centri più conosciuti e con ben altre capacità di spesa. Chiaramente, va precisato, il dato è influenzato dal numero assoluto di abitanti: un singolo evento culturale determina una spesa pro capite molto più alta là dove ci sono meno residenti. Non è strano quindi che ai primi posti della classifica si trovino Comuni di dimensioni ridotte.

Stregna, però, ha superato anche i Comuni che hanno, grossomodo, le stesse dimensioni. In maniera piuttosto netta: al secondo posto, ad esempio, troviamo Forni di Sopra (955 residenti) che ha speso per ogni cittadino 305,6 euro, più di 250 euro in meno. Inoltre, più di altri territori, soffre la marginalizzazione (si veda la classificazione di Comune in fascia E, periferico, per la strategia dell’area interna), l’invecchiamento della popolazione (ha l’ottavo indice di vecchiaia più alto fra i Comuni del Friuli Venezia Giulia) e il reddito medio pro capite fra i più bassi della Regione, al quintultimo posto secondo il report dell’Ires riferito proprio al 2021.
Il primato di Stregna si spiega, certo, anche con il finanziamento ottenuto per il progetto Ikarus, che ha portato diversi spettacoli di musica e teatro, fra l’estate e l’autunno del 2021, su tutto il territorio delle Valli del Natisone e del Torre.

Postregna: primo posto frutto di investimenti che il Comune fa da diversi anni
Secondo il sindaco Luca Postregna però, il primo posto in classifica “è dovuto anche agli investimenti fatti dall’amministrazione che destina annualmente una quota relativamente importante del bilancio in progetti legati a turismo e cultura. Progetti che nel tempo sono serviti a costruire le rete che ha portato alla realizzazione di Ikarus, certo, ma più in generale a fidelizzare attorno al Comune partner qualificati”.
Postregna tiene infatti a precisare che da un lato la capacità di ottenere finanziamenti è dovuta all’impegno costante di tempo e risorse nella costruzione di progetti validi. Dall’altro, che nella maggior parte dei casi i bandi prevedono una quota di co-finanziamento da parte dell’ente che mediamente si aggira attorno fra il 20 e il 30 per cento del budget complessivo.

Ai primi posti anche Resia e Cividale del Friuli
Scorrendo la graduatoria, dopo Stregna, Forni di Sopra e Visco, troviamo, appena fuori dal podio, un altro Comune della fascia confinaria, quello di Resia che per i suoi mille residenti ha una spesa pro capite in cultura di 230,86 euro. Subito dopo c’è Malborghetto – Valbruna, altro Comune in cui è tutelata la comunità linguistica slovena, che, sempre nel 2021, ha investito nella valorizzazione di beni e attività culturali 226,26 euro per ciascuno dei suoi 919 cittadini.
All’ottavo posto, primo fra i Comuni che superano i 10mila abitanti, c’è Cividale del Friuli (11.176 residenti), location di Mittelfest, che ha registrato una spesa pro capite di 185,75 euro, ossia in termini assoluti, più di due milioni di euro.
Primo fra i capoluoghi delle ex Province è il Comune di Udine – 22esimo in graduatoria – che ha speso per 99.518 cittadini 105,64 euro pro capite.

Lusevera con zero euro a bilancio fanalino di coda
Molto distanti invece altri Comuni della fascia confinaria. Lusevera nel 2021 ha destinato zero euro per la cultura e si trova all’ultimo posto della graduatoria di Openpolis assieme ad altri sette Comuni del Friuli Venezia Giulia (Frisanco, Fiumicello, Vajont, Villa Vicentina, Monrupino – Repentabor, Treppo Carnico e Ligosullo). Poco più in su, al terzultimo posto, il Comune di San Leonardo con una spesa pro capite nel settore di 0,95 euro. Un investimento solo poco inferiore a quello dei Comuni di Taipana (4,21 euro per cittadino), Prepotto (4,18) e Savogna (4,04). Nella parte destra della classifica troviamo anche Grimacco (8,95 euro pro capite), Faedis (11,5), Torreano (12,72), Pulfero (13,8) e Nimis (13,36). Nella prima metà invece ci sono Drenchia (37,65 euro), Attimis (50,24) e San Pietro al Natisone (60,12).https://draft.blogger.com/blog/post/edit/2963768517500394620/5545709696669458396

11 giu 2023

Qui tra prevenzione e illusione

 

Tu med preventivo in iluzijo
Qui tra prevenzione e illusione

Non sono di certo passate inosservate, nelle Valli del Natisone, le tremende immagini delle esondazioni in Emilia Romagna. Il ricordo è andato dritto al 5 giugno 2020, quando una quantità eccezionale di pioggia (180 millimetri), scaricatasi in poche ore sulle convalli del Natisone, dell’Alberone, dell’Erbezzo e del Cosizza, provocò vasti allagamenti da Biarzo ad Azzida, dalle pendici del Matajur fino a Cosizza e Scrutto.

Chi le ha ben vive negli occhi quelle immagini è senza dubbio il sindaco di San Pietro al Natisone, Mariano Zufferli, che in quelle ore, come primo responsabile di Protezione Civile per l’incolumità dei propri cittadini, era in prima linea ad affrontare il disastro.

«La zona di Tarpezzo fu interessata da frane e smottamenti, al punto di dover sgomberare una casa; nella zona di Azzida, alla confluenza dei torrenti Cosizza, Alberone ed Erbezzo, tutto l’assetto idrico andò in tilt, e perfino la statale 54 fu trasformata in un fiume – racconta Zufferli –. Purtroppo vedere oggi le immagini dell’Emilia Romagna mi porta a fare delle considerazioni amare, anche se non ho perso la speranza di poter fare qualche cosa di importante per la prevenzione degli eventi alluvionali sul mio territorio».

L’esperienza di Zufferli, infatti, ha dell’incredibile e getta una lunga ombra sul significato della parola prevenzione che in queste ore viene ripetuta ossessivamente da politici e tecnici. «La prima brutta sorpresa fu che, dopo numerosi e interminabili sopralluoghi e valutazioni, i comuni delle Valli colpiti non vennero inseriti nel perimetro della calamità naturale e rimasero esclusi da quel tipo di aiuti straordinari», evidenzia Zufferli. Ma l’amministrazione di San Pietro al Natisone non si fece scoraggiare. «Capimmo che non potevamo solo rincorrere gli eventi straordinari e riparare i danni, ma che ci voleva una strategia per anticipare le catastrofi attraverso una adeguata politica di prevenzione. Per questo conferimmo ad una società specializzata uno studio sul terreno, costato oltre 20 mila euro, per capire cosa si doveva fare per mettere in sicurezza idrogeologica il nostro territorio».

Lo studio ha arricchito non poco la cartografia di rischio elaborata dalla Protezione civile regionale per il comune di San Pietro al Natisone e su questa base si decise di inserire questi interventi nel piano triennale delle opere pubbliche e di inoltrare domande di finanziamento per effettuare gli interventi attraverso due canali: i fondi dedicati a questo scopo dalla Protezione civile regionale e i fondi messi a disposizione dai vari ministeri nazionali.



Risultato? Zero assoluto! «Sia la Regione che Roma non hanno dato seguito alle nostre richieste – spiega Zufferli –. Non ho perso la speranza di vedere concretizzato ciò che serve al nostro territorio. O deve prima accadere una disgrazia prima che ci si renda conto che è necessario agire?».

Zufferli ne ha parlato recentemente con un viceministro e si dice fiducioso che un supporto arriverà. Intanto l’attenzione del sindaco è sempre concentrata sul gruppo comunale di Protezione civile, formato da volontari, essenziale per gestire le emergenze.

«Sono infinitamente grato a chi si mette in gioco e assume una responsabilità e un impegno per proteggere gli altri e in particolare i più deboli – evidenzia il sindaco –. Mi rendo conto, però, che in questo campo bisogna fare sempre di più e meglio per contrastare il cambiamento climatico. Occorrono più mezzi, ma anche un personale con una età media più bassa: oggi abbiamo tanti anziani nei gruppi comunali e questo è anche un ostacolo alla formazione e all’ingres-so di nuove competenze».

Sulla base dell’esperienza vissuta, Zufferli sa che spesso a fare la differenza sono le persone sul campo: «I piani di emergenza sono fatti molto bene e abbiamo cercato di diffonderli il più possibile tra la popolazione. Ma quando un fiume esonda, d’improvviso cambia la geografia di un territorio e ciò che è scritto sulla carta può risultare non più adeguato. Fondamentali sono le risorse umane che operano nei gruppi comunali di Protezione civile».

Zufferli intende organizzare presto degli incontri sul territorio con la popolazione: «È fondamentale che siano conosciuti i comportamenti corretti quando si verifica un’emergenza, a partire da chi bisogna avvertire ». (Roberto Pensa)dal Dom

8 apr 2023

450 piante per rilanciare il castagno

 



La Comunità di montagna del Natisone e Torre negli scorsi giorni con il membro del comitato esecutivo Antonio Comugnaro, in presenza dei tecnici dell’ ERSA Fvg e del consigliere regionale Giuseppe Sibau, ha effettuato la consegna delle prime 450 piante di castagno di varietà autoctone locali a 25 agricoltori che si impegneranno a custodirle e coltivarle. Si tratta della fase finale di un lungo lavoro finalizzato alla salvaguardia delle varietà di castagno locali e che rappresentano una biodiversità di valore non indifferente.https://www.dom.it/450-sadik-da-bi-oziveli-kostanj_450-piante-per-rilanciare-il-castagno/

Dopo avere effettuato l’analisi genetica e definito con precisione le singole varietà, sono state realizzate potature di risanamento e ringiovanimento di piante secolari già presenti sul territorio. Da queste piante sono state prelevate le marze necessarie per innestare giovani piante e quindi garantire la continuità varietale del patrimonio castanicolo locale. Agli agricoltori è stato consegnato anche il manuale tecnico per la corretta gestione delle piante.

Lo sviluppo e comportamento delle piante verrà monitorato dai tecnici dell’Ersa che effettueranno valutazioni agronomiche per giungere alla realizzazione anche di impianti di castagno specializzati. Questo intervento ha anche una valenza paesaggistica, culturale e storica del territorio.

L’obiettivo del progetto è anche l’aumento della produzione di castagne di varietà locali che in questi ultimi anni aveva subito una notevole contrazione.

Oltre alla produzione di castagne fresche, l’Ersa e l’Università di Torino stanno continuando la ricerca anche sulla qualità della farina di castagne. Gli ultimi dati confermano che la farina di castagne delle varietà locali «Purčinka» e «Objak» ha eccellenti qualità organolettiche.

Il progetto è finanziato con i fondi dell’art. 21 della legge di tutela della minoranza linguistica slovena del Friuli Venezia Giulia, finalizzati ad azioni di sviluppo sociale, culturale ed economico per il territorio della provincia di Udine dove è insediata la minoranza slovena.

3 apr 2023

Finalmente artefici del nostro destino?

 



Eppur si muove! Tre parole significative di un percorso di rivincita attribuite a Galileo Galilei, dopo che ebbe subìto anni di torture, affinché riconoscesse come errore il moto di rivoluzione della terra. Si muove, al di là delle inveterate credenze. L’umanità doveva ammettere che il pianeta Terra non era proprio al centro dell’universo.

Lo so, è un paragone forzato, ma mi è venuto in mente dopo aver seguito con interesse la recente evoluzione positiva delle prospettive che si affacciano sul nostro piccolo pianeta beneciano: la Slavia, la Benecìa. Dopo un secolo e mezzo di patimenti di un mondo etnico e culturale – il nostro sloveno – predestinato allo sfacelo, in parte avvenuto, finalmente qualcosa pare muoversi verso un possibile futuro, per un progettato riscatto, per nuove serie di promesse non più a vuoto ma di possibile di attuazione.

Nasce un’iniziativa dall’interno, pare ci sia un clima nuovo, una speranza primaverile di un migliore futuro possibile su questa fascia confinaria già negletta, trascurata, lasciata a se stessa a languire da una matrigna irresponsabile, come un figlio rachitico e deforme.

Ci sono stati da sempre studi, riunioni, indirizzi, progetti, promesse, verifiche, fiumi di parole, mentre la realtà mostrava il lento esaurirsi di speranze di giorno in giorno deluse in un’area per due volte teatro di guerre sanguinose e violente e poi di guerra fredda con la Cortina di ferro a dividere di qua e separare di là, una pressione snazionalizzatrice da parte delle istituzioni e una parziale tutela riconosciuta solo a cavallo del millennio.

Il quadro della situazione odierna è apparso abbastanza chiaro e deludente nella relazione del prof. Igor Jelen al «Dan emigranta » del 6 gennaio scorso. Sfacelo demografico, svuotamento senza freni delle forze vitali della comunità, abbandono del territorio alla rivincita della Natura di quello che era stato lo sforzo umano per estorcere al terreno tutto quanto poteva dare. Ma c’è un possibile riscatto, una possibilità di sopravvivere e crescere.

Potrebbe anche essere valida la speranza, ma essa senza sforzo e senza coraggio si trasforma in ulteriore delusione. È stato più volte ribadito, confermato anche da voci autorevoli, come quella del ministro della Slovenia Matej Arčon e della senatrice Tatiana Rojc, che c’è in atto una seria volontà di prendersi a cuore le sorti della Benecìa.

La Slovenia promette aiuti. Significativo l’incontro augurale per il nuovo anno tra le autorità slovene del Posočje, dell’alto Isontino, e i sindaci delle nostre comunità valligiane. «Siamo una comunità unica, senza confine», è stato detto nella riunione a Kobarid. È una specie di proclama che indicherebbe la seria volontà di abbatterlo realmente il confine maledetto con programmi concreti di interventi mirati per poter espandere anche sul versante della Benecìa quello sviluppo, quella crescita, quella prospettiva che sono fioriti sull’altro che ci affianca.

Anche le istituzioni italiane pare siano divenute più aperte, più responsabili e collaborative ad iniziare dalla Regione FVG. Ilterritorio del Posočje si pone da esempio dei modi e dei metodi perattirare su di sé l’attenzione e l’interesse del settore turistico ed il nostro territorio, da diversi punti di vista, potrebbe non valere di meno se mettesse in atto adeguate strategie di marketing e uno sforzo di azione globale, non frammentata e contraddittoria tra le diverse strutture amministrative locali. Appare a tutti chiaro che ormai, conl’affermazione del valore paesaggistico, culturale, sociale, anche sanitario dell’ambiente valligiano, il settore economico privilegiato su cui esso può contare per una possibile rinascita è quello turistico.Tanti potrebbero essere i progetti più o meno condivisi, ma quello su cui vale la pena prendere atto e posizione è quello elaborato per conto dell’Inštitut za slovensko kulturo / Istituto per la cultura slovena di Špietar / S. Pietro al Natisone dall’agenzia «Sontius», nel concreto da Janko Humar e Gorazd Skrt.

Come leggiamo sul Dom del 14 febbraio, «Il progetto “Benecia 2023-2028” è stato redatto dopo un’attenta analisi delle potenzialità e della situazione di partenza. I risultati ottenuti in passato dai due progettisti, autentici luminari dello sviluppo sostenibile, danno la garanzia che il piano sia realizzabile e i risultati siano alla portata. Alla presentazione del 30 gennaio a S. Pietro al Natisone si è colto, poi, un clima favorevole tra gli amministratori locali e gli operatori turistici».

Promoturismo FVG, investimenti promessi dalla Repubblica di Slovenia, fondi per lo sviluppo della Benecìa, Resia e Valcanale previsti dalla legge di tutela potrebbero, in effetti «smuovere» il vecchio immobilismo colposo, invertire il circolo vizioso del disinteresse e far partire il volano del rinnovamento. Non sarà facile attuare le «Quattro direttrici fondamentali per far funzionare il Piano», esposti in sintesi nel Dom, ma se l’iniziativa dovesse fallire, disperdendosi in sterili diatribe pseudopolitiche e deleteri campanilismi, questo sarebbe il colpo di grazia, la condanna definitiva per una comunità già svuotata dalle sue originarie forze vitali.

Venga, quindi, uno scatto di orgoglio identitario nella riscoperta delle nostre radici culturali e linguistiche, perché se non siamo consapevoli noi valligiani dei nostri valori cosa potremmo proporre a coloro che dovremmo attrarre in funzione della nostra rinascita?

I primi a valorizzare ciò che siamo, ciò che abbiamo, ciò che vogliamo possiamo essere solo noi. Collaborazione, coraggio e coerenza tra promesse, intenti ed azioni concrete. Insieme.

Riccardo Ruttar

27 mar 2023

Torreano, molte case da sistemare

Masarolis


Anche nel comune di Torreano le imprese hanno dovuto fronteggiare diverse difficoltà dovute ai mancati introiti per la sospensione delle attività nel periodo delle chiusure legate alla pandemia di coronavirus. Per contribuire ad un sollievo almeno parziale, il Comune si è attivato distribuendo 38.000 euro stanziati allo scopo a 35 realtà del territorio.

La notizia è stata portata ai cittadini dall’assessora al bilancio, Alessandra Cudicio, nel corso di un recente incontro organizzato dalla maggioranza consiliare di Torreano a Masarolis/Mažeruola. Oltre a molti numeri e cifre, Cudicio ha riferito ai cittadini una novità che snellirà notevolmente almeno una piccola parte del futuro carico burocratico agli uffici del municipio. D’ora in poi, infatti, al momento della consegna della domanda di residenza i nuovi abitanti del comune dovranno consegnare subito anche le metrature delle strutture occupate. Una notizia ghiotta è, poi, che il Comune ha riscontrato 1.700.000 di avanzo d’amministrazione.

Sul fronte della sanità e dell’assistenza sociale, l’assessora Miriam Macorig, residente proprio a Masarolis/ Mažeruola, ha rilevato come rispetto all’anno precedente siano venuti meno 250.000 euro. Nel corso del 2022 il Comune ha speso circa 68.000 euro in assistenza alle persone con diverse abilità. Col comparire di ulteriori casi, nel prossimo futuro la cifra supererà i 100.000 euro. Ricordando che l’amministrazione comunale è tenuta a partecipare alle spese delle case di riposo per gli anziani che non dispongono di fondi propri, Macorig ha anche annunciato che di recente gli uffici municipali hanno partecipato a un bando regionale, con l’auspicio di accedere a un fondo per l’invecchiamento attivo della popolazione.

Come molti cittadini, anche l’assessore alla cultura e vicesindaco, Giuliano Lesa, ha auspicato l’installazione di un bancomat presso la posta di Torreano. Nel plesso scolastico del capoluogo, poi, dove sono attive le scuole d’infanzia e primaria in seno all’Istituto comprensivo di Cividale, Lesa ha seguito gli interventi di ritinteggiatura delle aule, di sostituzione dei servizi igienici e dei giochi per i bambini. Dal municipio ci si è attivati, tra l’altro, per segnalare alla scuola bandi di contributo per l’acquisto di giochi all’aperto.

Gli sforzi del municipio sono, tuttavia, concentrati anche su un ampliamento dell’offerta di iniziative culturali in generale. D’importanza strategica è ritenuto, anzitutto, individuare uno storico che segua anche la zona di Torreano.

Un proposito di tutta la compagine di maggioranza, poi, è organizzare incontri culturali di vario genere almeno una volta al mese. Nel solco di questo proposito rientra la conferenza di Andrea Vazzaz dal titolo «Il Deutsche Alpenkorps sul monte Mladessena», che si svolgerà in municipio a Torreano venerdì, 31 marzo, alle 20.30.

Lesa ha rimarcato l’importante ruolo aggregativo svolto dalla squadra di calcio di Torreano, a cui è andato un contributo di 3.500 euro. Visto l’importante ruolo dello sport, sarebbe ideale ristrutturare al più presto il campo sportivo, affinché diventi un punto di riferimento per tutto il territorio comunale. Allo scopo è stato richiesto un contributo di 1.200.000 euro; se il progetto andasse in porto, ulteriore auspicio sarebbe installare pannelli fotovoltaici sulla rinnovata struttura.

Per una migliore riuscita di tutta la comunità sul piano turistico, infine, Lesa ritiene che su tutto il territorio comunale sarebbe necessario proseguire nella sistemazione delle case la cui costruzione e ristrutturazione è rimasta in sospeso, magari già dai tempi del terremoto del 1976.

Con tanti piccoli gesti quotidiani e iniziative, sul territorio è molto significativa anche l’azione di associazioni e giovani. Nel 2022, ha rilevato la consigliera con delega alle associazioni, Federica Cudicio, le attività associative hanno visto una piccola ripartenza, con una maggiore presentazione al Comune di domande di contributo. Un ruolo fondamentale nella proposta di iniziative – e anche nella riuscita di alcune kermesse, come Calici di stelle a Torreano nell’agosto del 2022 – è stato giocato dalla piccola ma attiva Pro loco di Masarolis.

Rispetto alle politiche sociali e giovanili, il consigliere delegato Simone Clavora ha ricordato lo stanziamento di 1.700 euro per i centri vacanza e la raccolta di 1.400 euro ricavata dalla vendita di ciclamini, da distribuire in buoni spesa alle famiglie bisognose. (Luciano Lister)

17 mar 2023

Benecia presto paradiso dei ciclisti?


Se fosse una corsa ciclistica, la situazione si potrebbe sintetizzare dicendo che non sappiamo ancora se il traguardo che si intravede all’orizzonte è la fine della corsa o l’ennesimo “Gran premio della montagna” che prelude ad altre impegnative salite. In realtà, non stiamo parlando di ciclismo, anche se le due ruote centrano tantissimo, ma del rapporto tra sviluppo economico della Slavia Friulana e burocrazia. La Comunità di montagna del Natisone e Torre è infatti in attesa di importanti notizie da Venezia. L’Autorità di bacino della città lagunare (che ha competenza anche sul regime idraulico del bacino del Natisone) deve decidere se il progetto di pista ciclabile che dal valico di Stupizza porterà a Ponte San Quirino rispetta le normative vigenti. Non si tratta di un’opera a sé stante, ma del fondamentale tassello del progetto “Bimobis” che a regime porterà i cicloturisti da Kobarid a Cividale e di qui verso il mare Adriatico, a Grado, oppure verso le montagne del Tarvisiano passando da Tarcento. Non a caso l’opera è anche al centro delle attenzioni del progetto strategico di sviluppo «Benecia 2028» promosso dall’Istituto per la Cultura Slovena che punta molto anche sullo sviluppo del cicloturismo.

Per capire quanto potrebbe essere importante quest’opera, si può prendere ad esempio Palmanova. Prima che venisse realizzata la bella pista ciclabile che dalla Città Stellata porta a Grado, utilizzando da Cervignano in giù l’antico sedime della ferrovia commerciale che ai primi del ‘900 portava fino a Belvedere, di turisti nella Fortezza se ne vedevano davvero pochi e in modo molto discontinuo. Ora con la pista ciclabile, la presenza di visitatori, spesso parlanti lingue straniere, in sella alla loro bici, è pressoché continua dalla primavera all’autunno, con benefici effetti sul tessuto economico ma soprattutto per le nuove prospettive di investimenti nel turismo e nell’abbellimento e ristrutturazione della città. E’ vero che non è tutto merito delle due ruote, perché contemporaneamente Palmanova è diventata sito Unesco patrimonio dell’umanità, ma anche le Valli del Natisone possono giocare la carta della vicinanza a Cividale, anch’essa Patrimonio dell’umanità Unesco e importante tappa della pista ciclabile, unendo le attrattive naturalistiche a quelle storico-monumentali.

«Siamo ad un bivio cruciale – spiega Antonio Comugnaro, sindaco di San Leonardo e membro del comitato esecutivo della Comunità di montagna Natisone e Torre (nella foto a sinistra) – per il decollo dell’opera. In pratica ci manca una sola autorizzazione, l’ultima di una lunga serie già ottenute». L’Autorità di bacino deve certificare che il progetto presentato rispetti le dinamiche idrauliche del Natisone anche in situazione di piena secolare e risulti compatibile con l’habitat naturale fluviale. «Ci hanno detto che l’istituzione veneziana generalmente è efficiente e siamo fiduciosi in un via libera rapido», spiega Comugnaro.

Le attenzioni sono, naturalmente tutte puntate sulla gola di Stupizza che non solo è il tratto più bello ed emozionante della pista ciclabile, ma anche quello tecnicamente più difficile da progettare. «Nei punti più stretti la larghezza della gola è così esigua che la progettazione ha dovuto trovare soluzioni innovative – evidenzia Comugnaro –. Salendo verso Caporetto correrà dapprima parallela alla statale e prima della galleria si sposterà sul versante opposto con un ponte ciclabile. In quel tratto si è dovuta elevare parecchio la quota del tracciato sul greto del fiume per evitare problemi con le piene. D’altra parte l’Anas ha detto che non si poteva utilizzare neanche un centimetro dell’attuale sede stradale e purtroppo, per problemi di caduta massi, non si è potuto utilizzare in quel tratto (come invece è avvenuto in altri tratti) nemmeno il tracciato della vecchia ferrovia Cividale- Caporetto costruita durante la prima guerra mondiale». I progettisti sono riusciti a risolvere il rebus con un solo ponte ciclabile sul Natisone e a realizzare un tracciato che ha già avuto il via libera dall’Ente tutela pesca (sotto il profilo della protezione della fauna ittica), del servizio geologico regionale e di quello ambientale (anche per il tema della nidificazione di alcune specie di uccelli che era stato a suo tempo sollevato da Legambiente).

«Sono fiducioso che le soluzioni tecniche che abbiamo trovato supereranno il vaglio delle autorità, così presto passeremo alla fase realizzativa – conclude Comugnaro –. E con la realizzazione dell’opera cominceremo anche a lavorare con gli esercenti e gli imprenditori del territorio per vedere come fare di questa pista ciclabile un volano di sviluppo e di reddito per le Valli del Natisone». (Roberto Pensa)

dal Dom

26 feb 2023

Trasporta 32 migranti stipati in una cisterna

 


Nei giorni scorsi, il personale del Settore Polizia di Frontiera di Gorizia, nel corso delle attività a contrasto del favoreggiamento all’immigrazione proveniente dalla rotta balcanica, ha controllato un autocarro leggero con targa rumena proveniente dalla Slovenia, alla cui guida c'era un 22enne rumeno.

Nel vano di carico del Fiat Ducato c'era una cisterna in vetroresina di grosse dimensioni, che occupava l’intero ambiente. Il forte odore e alcuni rumori hanno insospettito gli agenti: una volta saliti sul mezzo, hanno scoperto che all'interno c'erano stipate 32 persone dai tratti somatici asiatici.

L’accesso alla cisterna non era visibile dall’esterno in quanto posizionato sul lato opposto rispetto ai portelloni di accesso al vano di carico; ne è risultata, come è intuibile, una modalità particolarmente pericolosa di trasporto delle persone, costrette a viaggiare in condizioni precarie per lunghe distanze, senza poter avere un sufficiente ricambio d’aria o idratarsi.

Il passeur è stato così arrestato e accompagnato nella Casa Circondariale di Gorizia, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria; l’autocarro è stato sequestro, mentre i 32 cittadini stranieri hanno chiesto protezione internazionale.https://www.ilfriuli.it/articolo/cronaca/trasporta-32-migranti-stipati-in-una-cisterna/2/278122

22 feb 2023

È costato più di un milione: doveva essere un caseificio, servirà alla produzione di vino

 


È costato un milione e centomila euro. Doveva essere un caseificio. Per la precisione, il centro di produzione della Latteria sociale di Cividale e Valli del Natisone. Dal 2017 però, anno in cui è terminata la costruzione del capannone nella zona industriale di San Pietro, su incarico dell’allora Uti del Natisone, l’edificio è rimasto vuoto.

A breve, però, diventerà un centro per la produzione di vino. A gestirlo sarà Martina Moreale, già titolare dell’azienda Il Roncal di Cividale del Friuli. Unica offerente per il bando della Comunità di montagna del Natisone e Torre, subentrata nella proprietà della struttura all’Uti, pubblicato ad agosto 2022.

Produzione, negozio e nuovi posti di lavoro
“Quanto prima – ci dice Moreale – intendiamo portare lì la produzione del vino e, non appena materialmente possibile, allestire anche un punto vendita dei prodotti”.
L’auspicio è anche quello di reperire al più presto il personale necessario per avviare l’attività “che – sono sempre le parole dell’imprenditrice – mi auguro possa essere residente nelle Valli del Natisone”.
Ci spiega Moreale che da tempo era alla ricerca di una struttura in cui potesse installare una linea di produzione. Avendo letto il bando della Comunità di montagna, e avendo visionato gli spazi, ha ritenuto la struttura di San Pietro al Natisone particolarmente adeguato per le sue esigenze. Sia per la struttura in sé, che si presenta ancora in buone condizioni e pronta all’uso, sia per il contesto del luogo, che – ci spiega – è paesaggisticamente più accogliente – e dunque adatto ad un’azienda vitivinicola – rispetto ad altre realtà anche poco distanti.

La (lunga) storia del caseificio che non ci sarà
L’aggiudicazione, avvenuta il 10 ottobre dello scorso anno, chiude una lunga vicenda iniziata nei primi anni duemila.
All’epoca l’idea era stata quella di trasferire lì, da Cividale, l’intera produzione casearia della Latteria sociale di Cividale e Valli del Natisone. I fondi, però, erano arrivati materialmente, nelle casse dell’Uti, solo nel 2016. All’epoca quindi il progetto venne realizzato proprio sulla base della ‘manifestazione di interesse’ espressa dalla Latteria sociale. E sulla base di questa vennero realizzati i lavori, tanto che, ancora oggi, ci sono affisse nei locali del capannone le insegne con le indicazioni per quel tipo di produzione. A lavori ultimati però la Latteria sociale non ritenne fossero stati realizzati secondo le proprie necessità. Ancora ad ottobre del 2019 il presidente della cooperativa Dario Roiatti disse in un’intervista per il nostro settimanale che “siamo molto, molto lontani dal poter definire quella struttura un caseificio.” Si riferiva – spiegò – non solo all’assenza dei macchinari, ma proprio agli spazi e ai materiali impiegati per pareti (in cartongesso) e pavimenti.
Certamente per l’ente pubblico proprietario della struttura quella della recente assegnazione è un’ ottima notizia. Sia perché la Comunità di montagna incasserà 16mila e 200 euro all’anno per la locazione, sia perché il rischio – ormai concreto – era quello di assistere al deterioramento di un bene su cui è stato fatto un investimento importante senza che venisse mai utilizzato.

Comugnaro soddisfatto per l’investimento nelle Valli
Antonio Comugnaro, del Comitato esecutivo della Comunità di montagna (e sindaco di San Leonardo), è infatti particolarmente soddisfatto.
“Certo – precisa – dispiace per l’esito che ha avuto la vicenda con la Latteria di Cividale. Ma forse un caseificio di quelle dimensioni avrebbe avuto senso nelle Valli quando qui c’erano ancora diversi allevatori e si produceva ancora tanto latte. Appunto, avrebbe avuto un riscontro significativo per l’economia venti anni fa quando venne pensato il progetto. Oggi molto meno. L’obiettivo più importante ora è che quella struttura, come anche le altre di proprietà della Comunità di montagna, vengano utilizzate al meglio. Da imprenditori locali o che quantomeno creino per questa zona opportunità lavorative”.

https://novimatajur.it/category/attualita

16 feb 2023

Primo piano sul Dom del 14/2

 


«Benecia turisticamente attrattiva» è il titolo di apertura dell’edizione del 14 febbraio del quindicinale Dom. La Benecia è viva e crede fermamente che un futuro per le comunità di montagna della Slavia Friulana è possibile, nonostante il drammatico spopolamento delle terre alte e i decenni di immobilismo e contrasti generati dalla Guerra fredda. Dopo le consultazioni aperte a tutti i soggetti interessati al progetto di sviluppo turistico «Benecia 2023-2028», promosso dall’Istituto per la cultura slovena, lo confermano senza alcuna incertezza anche i workshop tenuti sul territorio in autunno e la prime indicazioni di elaborazione strategica (cioè quella che detta gli obiettivi fondamentali del piano) Se ne è parlato lunedì 30 gennaio nella sala consiliare di San Pietro al Natisone, davanti ad un pubblico delle grandi occasioni. Non solo per la numerosità, ma soprattutto per le qualificate presenze: rappresentanti dei Comuni delle Valli del Natisone, Torre, Resia e Valcanale, del Consiglio regionale, di Promoturismo FVG, operatori turistici e culturali locali e numerosi cittadini. C’è, insomma, la consapevolezza che questo progetto, lanciato la primavera scorsa dall’Istituto per la cultura slovena, costituisce forse l’ultima spiaggia per la Benecia.

dal Dom

1 feb 2023

Ci sono 1,2 milioni di italiani che possiedono armi da fuoco

 L'omicidio di Martina Scialdone, uccisa a Roma dall'ex compagno Costantino Bonaiuti con un'arma regolarmente detenuta, ha riaperto il dibattito sulle armi da fuoco presenti nel nostro paese. Quante sono, cioè, quelle presenti nelle case degli italiani? Rispondere a questa domanda è tutt'altro che semplice.

Un punto di partenza è certamente rappresentato dalle licenze in corso di validità, ovvero dai permessi di porto d'armi rilasciati dalle questure. Secondo la Polizia di Stato, nel 2021 erano 1,2 milioni. Si tratta, per la maggior parte, di permessi per gli appassionati di caccia (631mila) e di tiro a volo (543mila). Nel grafico sottostante il dettaglio.

Beninteso, si sta parlando di licenze, ovvero di persone cui è stato riconosciuto il permesso di acquistare un'arma. In realtà, il numero di pistole e fucili che questi soggetti possono comprare è maggiore: un'unica licenza permette di comprare fino a 3 armi comuni e fino a 12 armi da fuoco sportive. Oltre a un numero illimitato di fucili e carabine da caccia.

Affermare quindi che in Italia ci siano 1,2 milioni di armi da fuoco legalmente detenute, ovvero tante quanti i titolari di porto d'armi, rischia seriamente di essere una stima per difetto. Senza contare che a queste si aggiungono quelle illegali. Come per esempio la Smith&Wesson calibro 38 trovata in uno dei covi del boss Matteo Messina Denaro.

Una stima di quelle che possono essere le armi da fuoco effettivamente presenti nel nostro paese, contando quelle legali, quelle illegali e quelle in dotazione alle forze dell'ordine la si trova sul sito GunPolicy.org, portale della University of Sidney dedicata a questo tema. La stima più recente, perché di questo si tratta, risale al 2017 e parla di poco più di 8 milioni tra fucili e pistole possedute in Italia. Il che significa 13,02 armi da fuoco ogni 100 abitanti. Va detto, però, che il numero di persone titolari di una licenza per possedere un arma è in diminuzione, come mostra il grafico sottostante.

continua qui ,...https://www.wired.it/article/armi-italia-pistole-fucili-numeri-licenze/

12 gen 2023

Sostegno a boscaioli e contadini


Ben 66 aziende agricole e forestali hanno beneficiato del contributo a favore delle imprese del settore primario, operanti nei territori dei comuni aderenti alla Comunità di montagna del Natisone e Torre e finalizzato all’abbattimento parziale delle spese di gestione sostenute nell’anno 2021. Complessivamente l’ente montano ha erogato un totale di 153.810,02 euro. Si tratta di un primo provvedimento, in attesa del completamento dell’istruttoria di alcune pratiche ancora in corso. I fondi erogati fanno riferimento all’art.21 della legge statale per la tutela della minoranza linguistica slovena del Friuli Venezia Giulia e destinati specificamente ad interventi a favore dello sviluppo economico, sociale e cultura del territorio dove è insediata la comunità.

Questo è un intervento molto importante per il settore primario in considerazione anche della lievitazione dei costi di gestione che le aziende hanno dovuto affrontare nel corso dell’anno 2022.

L’ente montano ha provveduto anche ad approvare la graduatoria riferita agli aiuti alle imprese commerciali, compresi i pubblici esercizi, e ai soggetti che gestiscono l’attività di distribuzione dei carburanti in montagna, nonché ai gestori dei rifugi alpini di difficile accessibilità, finalizzati alla riduzione dei maggiori costi dovuti allo svantaggio localizzativo. Le imprese commerciali beneficiarie dell’aiuto sono 16. È stato erogato loro l’importo complessivo di 46.533,14 euro.

https://www.dom.it/podpora-za-kmete-in-gozdarje_sostegno-a-boscaioli-e-contadini/


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