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17 mar 2023

Benecia presto paradiso dei ciclisti?


Se fosse una corsa ciclistica, la situazione si potrebbe sintetizzare dicendo che non sappiamo ancora se il traguardo che si intravede all’orizzonte è la fine della corsa o l’ennesimo “Gran premio della montagna” che prelude ad altre impegnative salite. In realtà, non stiamo parlando di ciclismo, anche se le due ruote centrano tantissimo, ma del rapporto tra sviluppo economico della Slavia Friulana e burocrazia. La Comunità di montagna del Natisone e Torre è infatti in attesa di importanti notizie da Venezia. L’Autorità di bacino della città lagunare (che ha competenza anche sul regime idraulico del bacino del Natisone) deve decidere se il progetto di pista ciclabile che dal valico di Stupizza porterà a Ponte San Quirino rispetta le normative vigenti. Non si tratta di un’opera a sé stante, ma del fondamentale tassello del progetto “Bimobis” che a regime porterà i cicloturisti da Kobarid a Cividale e di qui verso il mare Adriatico, a Grado, oppure verso le montagne del Tarvisiano passando da Tarcento. Non a caso l’opera è anche al centro delle attenzioni del progetto strategico di sviluppo «Benecia 2028» promosso dall’Istituto per la Cultura Slovena che punta molto anche sullo sviluppo del cicloturismo.

Per capire quanto potrebbe essere importante quest’opera, si può prendere ad esempio Palmanova. Prima che venisse realizzata la bella pista ciclabile che dalla Città Stellata porta a Grado, utilizzando da Cervignano in giù l’antico sedime della ferrovia commerciale che ai primi del ‘900 portava fino a Belvedere, di turisti nella Fortezza se ne vedevano davvero pochi e in modo molto discontinuo. Ora con la pista ciclabile, la presenza di visitatori, spesso parlanti lingue straniere, in sella alla loro bici, è pressoché continua dalla primavera all’autunno, con benefici effetti sul tessuto economico ma soprattutto per le nuove prospettive di investimenti nel turismo e nell’abbellimento e ristrutturazione della città. E’ vero che non è tutto merito delle due ruote, perché contemporaneamente Palmanova è diventata sito Unesco patrimonio dell’umanità, ma anche le Valli del Natisone possono giocare la carta della vicinanza a Cividale, anch’essa Patrimonio dell’umanità Unesco e importante tappa della pista ciclabile, unendo le attrattive naturalistiche a quelle storico-monumentali.

«Siamo ad un bivio cruciale – spiega Antonio Comugnaro, sindaco di San Leonardo e membro del comitato esecutivo della Comunità di montagna Natisone e Torre (nella foto a sinistra) – per il decollo dell’opera. In pratica ci manca una sola autorizzazione, l’ultima di una lunga serie già ottenute». L’Autorità di bacino deve certificare che il progetto presentato rispetti le dinamiche idrauliche del Natisone anche in situazione di piena secolare e risulti compatibile con l’habitat naturale fluviale. «Ci hanno detto che l’istituzione veneziana generalmente è efficiente e siamo fiduciosi in un via libera rapido», spiega Comugnaro.

Le attenzioni sono, naturalmente tutte puntate sulla gola di Stupizza che non solo è il tratto più bello ed emozionante della pista ciclabile, ma anche quello tecnicamente più difficile da progettare. «Nei punti più stretti la larghezza della gola è così esigua che la progettazione ha dovuto trovare soluzioni innovative – evidenzia Comugnaro –. Salendo verso Caporetto correrà dapprima parallela alla statale e prima della galleria si sposterà sul versante opposto con un ponte ciclabile. In quel tratto si è dovuta elevare parecchio la quota del tracciato sul greto del fiume per evitare problemi con le piene. D’altra parte l’Anas ha detto che non si poteva utilizzare neanche un centimetro dell’attuale sede stradale e purtroppo, per problemi di caduta massi, non si è potuto utilizzare in quel tratto (come invece è avvenuto in altri tratti) nemmeno il tracciato della vecchia ferrovia Cividale- Caporetto costruita durante la prima guerra mondiale». I progettisti sono riusciti a risolvere il rebus con un solo ponte ciclabile sul Natisone e a realizzare un tracciato che ha già avuto il via libera dall’Ente tutela pesca (sotto il profilo della protezione della fauna ittica), del servizio geologico regionale e di quello ambientale (anche per il tema della nidificazione di alcune specie di uccelli che era stato a suo tempo sollevato da Legambiente).

«Sono fiducioso che le soluzioni tecniche che abbiamo trovato supereranno il vaglio delle autorità, così presto passeremo alla fase realizzativa – conclude Comugnaro –. E con la realizzazione dell’opera cominceremo anche a lavorare con gli esercenti e gli imprenditori del territorio per vedere come fare di questa pista ciclabile un volano di sviluppo e di reddito per le Valli del Natisone». (Roberto Pensa)

dal Dom

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