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10 feb 2024

Crimini-italiani-e-germanici-in-Jugoslavia-durante-la-seconda-guerra-mondiale/


 Quanto segue è una documentazione pubblica.

O meglio: lo era stata, prima che la disgregazione della Repubblica Federativa di Jugoslavia portasse anche alla distruzione di buona parte della documentazione sulla Resistenza.
Distruggere il patrimonio ideale, documentale e monumentale di uno dei più forti movimenti partigiani europei aveva un senso preciso nella strategia dei nazionalismi che si spartirono negli anni ’90 del 20° secolo la Jugoslavia. La Resistenza era l’episodio fondativo della Repubblica federativa socialista, era stata il movimento egemonizzato dal Partito Comunista di Tito, Kardelj, Gilas, Rankovic e degli altri dirigenti della nuova Jugoslavia. Un movimento che liberò praticamente da solo quel paese, combattendo duramente contro i troppi fascisti occupanti che lo avevano martirizzato dal 1941 al 1945 (italiani, tedeschi, ungheresi, rumeni, bulgari, albanesi), ma anche contro le milizie indigene degli ustaša croati, četnici serbi, belogardisti sloveni ed SS musulmani bosniaci.
La documentazione fotografica che pubblichiamo era conservata in una biblioteca pubblica dell’ex Jugoslavia, e fu salvata dalla distruzione da un cittadino di quel paese, diventato esule come centinaia di migliaia di altri. Ci è giunta attraverso un amico, il sindacalista della Cgil pordenonese Claudio Petovello, che ha avuto l’idea di riprodurre le fotografie.
I protagonisti delle immagini sono quasi sempre militari italiani impegnati nell’uccisione di massa di civili jugoslavi (cfr. anche la documentazione contenuta in altro luogo in questo stesso sito: http://www.storiastoriepn.it/quante-volte-ragazze-croate-guardavate-i-bersaglieri-italiani-come-fosse-il-demonio-le-foto-del-bersagliere-riccardo-lorenzon-durante-loccupazione-italiana-della-jugoslavia/). Solo in una minoranza dei casi qui documentati gli assassini sono soldati germanici.
Il materiale fotografico è corredato da una classificazione che lo colloca tra quello raccolto dalle autorità jugoslave nel dopoguerra, per l’identificazione dei criminali invasori e dei loro aiutanti. Un’azione di giustizia che, con la complicità delle autorità dei vari paesi coinvolti nel conflitto, in primo luogo i governi dell’Italia postbellica, non è mai stata fatta. Lasciando così libero spazio alle rivendicazioni nazionalistiche ed al revisionismo e negazionismo storico.

Le foto non sono sempre corredate da una apposita didascalia. Quelle che c’erano, le abbiamo riprodotte tra virgolette « ». Successivamente alla pubblicazione, abbiamo ricevuto alcune richieste di chiarimento, che ci hanno indotto ad approfondire l’origine delle foto. Cosa che si è rivelata possibile per la maggioranza di esse, anche se non ancora per tutte.

Utili, oltre alle segnalazioni di alcuni studiosi con cui siamo in corrispondenza, sono i quattro ponderosi volumi fotografici Fotografski dokumenti o boju Komunistićne Partije Slovenije, Ljubljana, Inštitut za zgodovino delavskega gibanja in muzej ljudske revolucije, 1959-1964, rintracciati nella sorprendente biblioteca personale di Mario Bettoli.

Infine, un gruppo di altre foto è stato identificato grazie al catalogo della mostra Una lunga notte 1942-1945. La collezione Erminio Delfabro, edita dal Comune di Gradisca d’Isonzo e dal Centro isontino di ricerca e documentazione storica e sociale “Leopoldo Gasparini” (Gorizia, 2001, a cura di Dario Mattiussi, Luciano Patat e Marco Puppini). In questo caso, si tratta di una selezione delle foto che il fotografo partigiano gradiscano raccolse, dapprima riproducendo clandestinamente i rullini dei soldati tedeschi portati a sviluppare nel laboratorio del (pure antifascista) Valentino Zuliani presso cui lavorava, e poi continuando il lavoro di documentazione con i reparti partigiani e nel dopoguerra in Jugoslavia, presso la sezione fotografica dell’ufficio informazioni della Presidenza del Consiglio della Repubblica popolare di Slovenia, ove «collabora[va] alla raccolta di prove fotografiche sulle atrocità compiute da fascisti e nazisti in Slovenia» (Una lunga notte, cit., p. 14).

Gian Luigi Bettoli

Web sul blog: La storia di Lepa Radić

Web sul blog: La storia di Lepa Radić: Articolo da   Antifašistički vjesnik Questo articolo è stato tradotto automaticamente. La traduzione rende il senso dell’articolo, tuttavia ...
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9 feb 2024

"E allora le foibe?" incontro con Eric Gobetti

Slovenia:giornata della cultura




 L'8 febbraio si è celebrata la giornata della cultura slovena, legata idealmente al poeta sloveno France Prešeren!

Sapevate che nell’ex casa canonica di Valbruna/Ovčja vas – dove oggi ha sede l’Associazione/Združenje Don Mario Cernet – ha trascorso la propria vecchiaia Jurij Prešeren, fratello di France Prešeren?
Negli ultimi anni della sua vita prestò servizio nel paese come parroco. Allora la lingua d'uso tra la maggioranza dei valbrunesi era il locale dialetto sloveno zegliano; la comunità necessitava, quindi, di un sacerdote residente che parlasse anche lo sloveno.
A tutta la Valcanale ne servirebbe uno anche oggigiorno.
Jurij Prešeren spirò nella canonica del paese (n. 53, vulgo Farouž, che in dialetto sloveno vuol dire proprio «canonica») il 7 ottobre 1868, alle due del mattino.
Nei riti della vicina chiesa oggigiorno lo sloveno è ancora presente nella preghiera e nel canto, accanto a italiano e tedesco.

In Slovenia la cultura ha un'importanza storica e sociale molto speciale. Grazie soprattutto alla cultura e alla lingua comune – lo sloveno, gli sloveni si sono formati e riusciti a resistere come popolo. La lingua e la cultura sostituivano attraverso i secoli la mancanza del proprio stato e delle istituzioni politiche. La Slovenia è una delle rare nazioni, se non l'unica al mondo, a celebrare come festa nazionale la giornata della cultura.
In onore del poeta
La giornata della cultura in Slovenia viene festeggiata l'8 febbraio, il giorno dell'anniversario della morte del sommo poeta sloveno France Prešeren. Questi, nella prima metà dell'Ottocento, creò straordinarie poesie, considerate opere romantiche europee di spicco. È di sua creazione il Brindisi (Zdravljica), l'inno nazionale sloveno. La comunicatività del poeta ebbe un ruolo importante anche nella preparazione del primo vero programma politico nazionale che aiutò a plasmare l’identità nazionale slovena. Anche i massimi premi annui per le migliori e più risonanti opere e interpretazioni della cultura slovena portano il suo nome, ovvero Prešernove nagrade (Premi France Prešeren).http://www.slovenia.info/it/kultura.htm?kultura=0&lng=4

7 feb 2024

Web sul blog: L'aria è diventata irrespirabile

Web sul blog: L'aria è diventata irrespirabile: Articolo da  Unimondo Decresce troppo lentamente l’inquinamento atmosferico nelle città italiane mettendo a rischio la  salute  dei  cittadi...

Denis, scelta di vita a Tamoris

 


A 19 anni ha preso in mano l’azienda di famiglia, avviata da venticinque anni. Denis Guion, che abita a Tamoris/Tamora, nella zona montana di Torreano, non ha avuto dubbi. «Era arrivato il momento di un cambio di generazione e avevo da poco finito la scuola. Anche se ciò che ho studiato non era esattamente afferente, perché ho un diploma da installatore d’impianti elettrici, ho deciso di prenderla in mano».

Non sono storie che si sentono spesso. Tamoris è la frazione di Torreano che si trova più in alto, a circa 800 metri, verso la cima del monte Ioanaz. Nella borgata, dove lo sloveno locale è ancora piuttosto parlato (anche Denis ha iniziato a spiegarci la sua storia così), è rimasta una decina di abitanti. Molti sono pensionati; alcuni per lavorare scendono verso la pianura, chi per andare in fabbrica, chi per andare a fare pulizie.

Denis, invece, ha scelto di restare in paese, anche perché nella sua attività non è partito da zero. «Ho sempre avuto l’esempio e l’impronta da mio padre Egidio, così mi sono ritrovato già abbastanza pratico delle attività da seguire». Nel concreto, insieme a suo padre pulisce i terreni e i prati di Masarolis/Mažeruola, un po’ più a valle, e Tamoris. «In questa zona di montagna, dove non ci sono campi grandi come quelli di pianura, in estate continuiamo a tenere pulito, ossia a fare il fieno, mentre in inverno, quando il fieno non si può fare, produciamo legna da ardere», spiega il giovane agricoltore, che ha anche altri progetti.

«Nell’ultimo periodo mi sto specializzando, in ambito agricolo, preparandomi a prendere degli animali, esclusivamente al pascolo, che al momento sto strutturando. L’intenzione sarebbe di avere qualche capra, qualche asino – da lasciare allo stato brado, grezzo, non in allevamenti di stalla. Abbiamo avuto, poi, qualche piccolo orto e ora l’intenzione è quella di iniziare una coltivazione di patate. Tutto questo esclusivamente in agricoltura biologica, perché la nostra azienda ha tutte le certificazioni ». Per il periodo invernale, invece, Denis ha appena attrezzato una segheria. «Ho acquisito qualche macchinario per fare tavole, di tutte le dimensioni richieste a livello commerciale. Il legno che lavorerò deriva dall’abbandono dei terreni, avvenuto circa 50-60 anni fa da parte della gente del luogo, che se n’è andata. Principalmente si tratta di tiglio, che non è ottimo da ardere, ma ha molto impiego nelle sculture, altrimenti acero o frassino. In diversi si sono già rivolti a me. Nella filiera del legno, una piccola parte può servire anche a dare lavoro ad industrie manifatturiere».

Viene da sé che reperire il legno porta anche a più pulizia e ordine in zona, perché viene prelevato soprattutto dalle zone più vicine alle case o dal bosco che fa ombra ai campi, dove trovano spesso rifugio i cinghiali.

La scelta di Denis è, quindi, di strutturare vita e reddito a Tamoris. «Ho la casa qui, ho sempre abitato qui, non è che mi spaventi… So benissimo affrontare, ad esempio, le criticità dell’inverno, la neve, le strade dissestate… Uno può dire che siamo un po’ distanti dalla pianura, ma la distanza è un concetto relativo. E anche se il mio titolo di studio non è afferente, prevale l’interesse a seguire l’attività nella mia zona. Vince sull’idea di passare ore in fabbrica o in un capannone, senza la luce del sole».

Certo, da giovane titolare di azienda agricola Denis ritiene che, allo sviluppo di realtà come la sua, sarebbero d’aiuto forme di unione tra aziende agricole. «Intendo forme di collaborazione in cui più aziende, quattro o cinque, si mettono insieme, anche da paesi vicini, e creano un indotto effettuando ognuna una sua parte, senza entrare in conflitto nelle attività». Per potere interfacciarsi, poi, anche come struttura, con aziende a livello medio in provincia e regione.

Nel comune di Torreano, al momento quella di Denis è l’unica azienda montana ad essere gestita da un giovane. «Nella zona di pianura si stanno sviluppando di più i settori vitivinicolo e olivicolo. A Pulfero e a Stremiz di Faedis, invece, qualcuno in montagna c’è». Come quella di Denis, spesso si tratta di attività che proseguono una linea familiare. Prima erano state dei genitori o dei nonni.

«Al momento tra noi non c’è una collaborazione economica, perché non c’è vantaggio; anche lo spostamento è un onere», nota Denis. «La distanza rappresenta un problema, perché non c’è una struttura bene organizzata e i mezzi sono quelli che sono. Già se ci fosse un camion acquisito con un ragionamento tra più persone, ad esempio, i problemi sarebbero meno. Succede così in Carnia, dove i boscaioli della montagna collaborano direttamente con le segherie e tutto il comprensorio. Non si va a cercare un trasportatore per il trasporto – aspetto che incide molto sui costi» L’azienda di Denis Guion è affiliata a Kmečka zveza, l’associazione di categoria espressione della minoranza slovena in Italia. «Assolutamente. Se non ci fosse la Kmečka zveza, probabilmente saremmo in difficoltà. Segue direttamente quelle che sono le peculiarità della zona montana». (Luciano Lister)

DAL DOM

CARNEVALE

 Le maschere di Carnevale


Arlecchino ti presento
tutte toppe ma contento.
e Brighella suo compare,
cosa pensa di brigare?
Scaramuccia faccia buffa
sempre pronto a far baruffa.
E Tartaglia che non sbaglia,
quando canta non tartaglia.
Meneghino che, pian piano,
va a passeggio per Milano
e Pierrot vediamo qui
che è venuto da Paris.
Vuoi sapere chi è costui?
Peppe Nappa, proprio lui
Pulcinella saggio e arguto
che da Napoli è venuto.
E Gianduia piemontese
che di tutti è il più cortese.
Da Bologna ecco che avanza
Balanzon dalla gran panza.
Tutti insieme fan colazione
e chi paga è Pantalone!
Attilio Cassinelli

 

6 feb 2024

safer internet day 2024

Oggi 6 febbraio, si celebra la Giornata Mondiale per la Sicurezza in Rete, il Safer Internet Day 2024. Una ricorrenza istituita e promossa dall’Unione Europea per riflettere sull’uso consapevole degli strumenti digitali e sul ruolo attivo che hanno i giovani nell’utilizzo della rete. Un'occasione importante per considerare un rafforzamento delle misure di protezione per i pre-adolescenti e potenziare l’educazione a un uso consapevole e sicuro della rete....continua

https://www.savethechildren.it/blog-notizie/safer-internet-day-2024-un-uso-consapevole-e-sicuro-della-rete

5 feb 2024

Al teatro di Tolmin febbraio di cultura

 Nel mese in cui in Slovenia e nelle zone in cui sono presenti minoranze autoctone di lingua slovena si svolgono le celebrazioni nella Giornata della cultura slovena, che ricorre l’8 febbraio, al Kinogledališče di Tolmin si susseguono eventi per tutti i gusti, dai concerti agli spettacoli teatrali, tra proiezioni cinematografiche e di documentari.

A introdurre il mese è la rassegna musicale dei cori dell’alto Posočje, organizzata dalla filiale di Tolmin del Fondo pubblico per le attività culturali della Repubblica di Slovenia. La rassegna si svolgerà, nel corso del mese, tra i centri culturali di Kobarid e Tolmin, con la partecipazione di 15 formazioni corali.

Anche se il Comune di Tolmin quest’anno non organizza eventi ufficiali nella Giornata della cultura slovena, al cinema di Tolmin martedì, 6 dicembre sarà proiettato il documentario dal titolo «Da beseda, ki smo jo podedovali, ne izumre» (in italiano «Perché la parola che abbiamo ereditato non muoia»), diretto da Aljaž Škrlep. Concepito come intervista al compianto operatore culturale, professore e politico delle Valli del Torre Guglielmo Cerno, l’opera offre uno spaccato sulla vita della comunità slovena della Benecia tra passato e presente. Dopo la proiezione, a intervistare il regista Aljaž Škrlep il figlio di Guglielmo, Igor Cerno, saranno il pubblicista Igor Tuta e l’ex prefetto di Tolmin, Zdravko Likar.

Sempre dalla Benecia, dal 15 febbraio nella galleria del Kinogledališče di Tolmin troverà spazio una mostra di arte astratta dell’artista beneciano Giacinto Iussa, dal titolo «Sprehod po barvah» («Passeggiata tra i colori»). A promuoverla è stato il circolo degli artisti di Tolmin, che prima aveva, a sua volta, già curato un’esposizione nelle Valli del Natisone.

dal dom

Web sul blog: Se tardi a trovarmi di Walt Whitman

Web sul blog: Se tardi a trovarmi di Walt Whitman: Se tardi a trovarmi Se tardi a trovarmi, insisti. Se non ci sono in nessun posto, cerca in un altro, perché io sono seduto da qualche parte,...

Spreco alimentare


 Oggi 5 febbraio 2024 è l'11esima Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare, istituita dalla Campagna Spreco Zero di Last Minute Market con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente.Lo spreco alimentare vale in Italia 15 miliardi di euro all'anno, circa un punto di Pil (senza considerare i costi ecologici): nelle case degli italiani si buttano nella pattumiera alimentari per circa 6 miliardi di euro ogni anno, a cui vanno aggiunti 9 miliardi euro dello spreco di filiera.

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"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

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