A 19 anni ha preso in mano l’azienda di famiglia, avviata da venticinque anni. Denis Guion, che abita a Tamoris/Tamora, nella zona montana di Torreano, non ha avuto dubbi. «Era arrivato il momento di un cambio di generazione e avevo da poco finito la scuola. Anche se ciò che ho studiato non era esattamente afferente, perché ho un diploma da installatore d’impianti elettrici, ho deciso di prenderla in mano».
Non sono storie che si sentono spesso. Tamoris è la frazione di Torreano che si trova più in alto, a circa 800 metri, verso la cima del monte Ioanaz. Nella borgata, dove lo sloveno locale è ancora piuttosto parlato (anche Denis ha iniziato a spiegarci la sua storia così), è rimasta una decina di abitanti. Molti sono pensionati; alcuni per lavorare scendono verso la pianura, chi per andare in fabbrica, chi per andare a fare pulizie.
Denis, invece, ha scelto di restare in paese, anche perché nella sua attività non è partito da zero. «Ho sempre avuto l’esempio e l’impronta da mio padre Egidio, così mi sono ritrovato già abbastanza pratico delle attività da seguire». Nel concreto, insieme a suo padre pulisce i terreni e i prati di Masarolis/Mažeruola, un po’ più a valle, e Tamoris. «In questa zona di montagna, dove non ci sono campi grandi come quelli di pianura, in estate continuiamo a tenere pulito, ossia a fare il fieno, mentre in inverno, quando il fieno non si può fare, produciamo legna da ardere», spiega il giovane agricoltore, che ha anche altri progetti.
«Nell’ultimo periodo mi sto specializzando, in ambito agricolo, preparandomi a prendere degli animali, esclusivamente al pascolo, che al momento sto strutturando. L’intenzione sarebbe di avere qualche capra, qualche asino – da lasciare allo stato brado, grezzo, non in allevamenti di stalla. Abbiamo avuto, poi, qualche piccolo orto e ora l’intenzione è quella di iniziare una coltivazione di patate. Tutto questo esclusivamente in agricoltura biologica, perché la nostra azienda ha tutte le certificazioni ». Per il periodo invernale, invece, Denis ha appena attrezzato una segheria. «Ho acquisito qualche macchinario per fare tavole, di tutte le dimensioni richieste a livello commerciale. Il legno che lavorerò deriva dall’abbandono dei terreni, avvenuto circa 50-60 anni fa da parte della gente del luogo, che se n’è andata. Principalmente si tratta di tiglio, che non è ottimo da ardere, ma ha molto impiego nelle sculture, altrimenti acero o frassino. In diversi si sono già rivolti a me. Nella filiera del legno, una piccola parte può servire anche a dare lavoro ad industrie manifatturiere».
Viene da sé che reperire il legno porta anche a più pulizia e ordine in zona, perché viene prelevato soprattutto dalle zone più vicine alle case o dal bosco che fa ombra ai campi, dove trovano spesso rifugio i cinghiali.
La scelta di Denis è, quindi, di strutturare vita e reddito a Tamoris. «Ho la casa qui, ho sempre abitato qui, non è che mi spaventi… So benissimo affrontare, ad esempio, le criticità dell’inverno, la neve, le strade dissestate… Uno può dire che siamo un po’ distanti dalla pianura, ma la distanza è un concetto relativo. E anche se il mio titolo di studio non è afferente, prevale l’interesse a seguire l’attività nella mia zona. Vince sull’idea di passare ore in fabbrica o in un capannone, senza la luce del sole».
Certo, da giovane titolare di azienda agricola Denis ritiene che, allo sviluppo di realtà come la sua, sarebbero d’aiuto forme di unione tra aziende agricole. «Intendo forme di collaborazione in cui più aziende, quattro o cinque, si mettono insieme, anche da paesi vicini, e creano un indotto effettuando ognuna una sua parte, senza entrare in conflitto nelle attività». Per potere interfacciarsi, poi, anche come struttura, con aziende a livello medio in provincia e regione.
Nel comune di Torreano, al momento quella di Denis è l’unica azienda montana ad essere gestita da un giovane. «Nella zona di pianura si stanno sviluppando di più i settori vitivinicolo e olivicolo. A Pulfero e a Stremiz di Faedis, invece, qualcuno in montagna c’è». Come quella di Denis, spesso si tratta di attività che proseguono una linea familiare. Prima erano state dei genitori o dei nonni.
«Al momento tra noi non c’è una collaborazione economica, perché non c’è vantaggio; anche lo spostamento è un onere», nota Denis. «La distanza rappresenta un problema, perché non c’è una struttura bene organizzata e i mezzi sono quelli che sono. Già se ci fosse un camion acquisito con un ragionamento tra più persone, ad esempio, i problemi sarebbero meno. Succede così in Carnia, dove i boscaioli della montagna collaborano direttamente con le segherie e tutto il comprensorio. Non si va a cercare un trasportatore per il trasporto – aspetto che incide molto sui costi» L’azienda di Denis Guion è affiliata a Kmečka zveza, l’associazione di categoria espressione della minoranza slovena in Italia. «Assolutamente. Se non ci fosse la Kmečka zveza, probabilmente saremmo in difficoltà. Segue direttamente quelle che sono le peculiarità della zona montana». (Luciano Lister)
DAL DOM
Adesso tutti gli agricoltori d’Italia sono in sciopero. Probabilmente anche Denis è in sciopero.
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