Da lì nelle giornate di sole l’orizzonte si spinge fino al mare, oltre Grado e fin verso i monti e i colli del Veneto. La comunità, poi, è molto coesa. Ecco le ragioni principali per cui a Masarolis/Mažeruola Enrico Maria Sicco e Cecilia Caporossi si sono trovati da subito bene. La coppia si è trasferita in paese nell’autunno scorso ed è stata una ventata di speranza, tanto per la giovane età dei due nuovi residenti, quanto per la provenienza dalla pianura. Se lui ha 32 anni e proviene da Ialmicco, nel cuore del Friuli, lei ne ha 24 e proviene dal Lazio, da Anzio, una città sul mare.
In vista del matrimonio – che celebreranno a ottobre, proprio nella chiesa di Masarolis –, hanno iniziato a cercare una casa da acquistare. «Siamo stati da subito interessati alla zona del Cividalese e delle Valli del Natisone, perché è quella che ci piace di più a livello di paesaggio, cultura, storia e molto altro», spiega Cecilia. Tra l’altro, Enrico ha origini proprio a Torreano, perché la sua bisnonna è di Reant/Drejan. Alla fine la casa ideale per la coppia è stata individuata a Masarolis. «Ricordo che, quando siamo venuti a vederla per la prima volta in estate, col cielo chiarissimo e limpido, abbiamo visto Grado, la zona di Lignano, il Golfo di Trieste, un panorama mozzafiato».
Una volta trasferiti in paese Cecilia ed Enrico sono rimasti davvero colpiti dalla vita di comunità. «Siamo stati fortunatissimi, perché il paese è coeso, ci si vuole bene, ci si aiuta e si organizzano iniziative», nota Cecilia. «Siamo stati accolti cordialmente, come se fossimo della famiglia. Il giorno che ci siamo trasferiti, i vicini ci hanno accolto in casa, ci hanno offerto da bere e da mangiare … Dal primo giorno, senza sapere niente di noi». Sono stati accolti anche nella vita parrocchiale. «In paese siamo anche fortunati, perché la messa è celebrata sia venerdì sia domenica e vi partecipiamo. A Natale abbiamo cantato in coro, mi hanno invitata ed è stato molto bello». Insieme al gruppo di maschere tradizionali di Masarolis, Cecilia ha anche partecipato alla grande sfilata del pust di San Pietro al Natisone. «Ho sfilato in una maschera tradizionale, mi hanno vestita da ta liepa ».
Cecilia si è laureata da poco in filologia classica. «Ho anticipato la discussione della tesi dal 16 all’8 gennaio per fare il concorso per insegnanti. Potrei insegnare materie umanistiche alle medie o alle superiori ». Enrico, invece, lavora come macellaio in un supermercato vicino a Udine, con turni al mattino o al pomeriggio. Ma ha anche l’hobby dell’apicoltura. Al momento le sue api si trovano ancora a Ialmicco perché in inverno non si possono spostare, ma appena migliorerà il tempo le arnie saranno portate a Masarolis, per proseguire la produzione amatoriale di miele.
Nei primi mesi non sono mancati alcuni momenti di adattamento. La perplessità più grande, ma presto superata, per Cecilia è stata quella di riuscire o meno ad abituarsi alle strade di montagna. «Venendo da Anzio ed essendo abituata ad altro, avevo paura di non riuscire a gestire una strada di montagna. Alla fine è bastato impratichirsi un attimo».
Ci vuole, poi, più organizzazione nel tener testa ai bisogni. «Vero che Enrico lavora in un supermercato, per cui non è mai stato un reale problema. Ma, se avessi bisogno di qualcosa, per arrivare a Torreano ci vogliono venti minuti. Non sono una grande distanza, ma nemmeno i tre minuti del supermercato davanti casa ad Anzio. Quindi, più organizzazione di quella che avevo in città, ma a me piace».
Minori sono stati gli sforzi per Enrico: «Masarolis è un paese relativamente servito. E per una coppia può certo essere utile sapere di poter contare su alcuni servizi come l’arrivo di una corriera di linea o di uno scuolabus, specie quando vuoi progettare un futuro».
Per motivare le persone a trasferirsi, comunque, una scintilla può nascere già solo da un evento o manifestazione di comunità. «Già partecipando a un’iniziativa, una coppia può conoscere un po’ il territorio e notare alcuni aspetti che mancano nella vita di città. Dobbiamo sempre tenere presente che non si può amare ciò che non si conosce. Nell’immaginario di molti queste sarebbero zone un po’ morte, ma non è vero, qui c’è molta vita. Soprattutto molta voglia di stare insieme». Enrico rimarca il battito pulsante stimolato dalle realtà del territorio. «La parrocchia, la pro loco del paese o il gruppo degli alpini sono molto importanti per mantenere un senso di comunità e creare punti d’aggregazione». Un punto saldo, nei mesi di apertura della bella stagione e fino a fine ottobre è anche il chiosco, dove ritrovarsi per un caffé e tenersi al corrente circa cosa succede tra i Možerci.
«Quando andavo a messa in città, in chiesa la domenica eravamo presenti meno di un centinaio. E ad Anzio ci sono circa 60.000 persone! Qui siamo perlomeno una quindicina su una settantina di abitanti».
E c’è l’aspetto peculiare della lingua del territorio, il dialetto sloveno, continua Enrico: «Parlo friulano. In molte zone del Friuli questo è dato per scontato, così a poco a poco tra i giovani sta regredendo. In realtà come Masarolis queste specificità sono difese con maggiore tenacia. Ho imparato già alcune parole, che mi sono annotato, e vorrei imparare a destreggiarmi un po’», dice Enrico. «Ho una formazione più riconducibile all’ambito neolatino, ma mi incuriosisce molto la lingua locale. Spero nel tempo, almeno di riuscire a capirla », si propone Cecilia, che vede come punti forti della zona anche la natura e la qualità dell’acqua. (Luciano Lister)
dal Dom
Olga, I wish you a good start of the new week!
RispondiEliminaGrazie Olga!
RispondiEliminaHave a nice new week!
RispondiEliminaHere in Rome and its surroundings the weather is still rainy.
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