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7 lug 2023

Riportare l’acqua ai Bagni di Lusnizza

 




Il progetto del Thomashof ristrutturato

A Bagni di Lusnizza/Lužnice sono tante le aspettative risvegliate dalla prospettiva di una rinascita del Thomashof come struttura ric

Ricordiamo che dopo la chiusura delle province da parte della giunta Serracchiani, la struttura è passata alla Regione, che infine l’ha ceduta al Comune di Malborghetto-Valbruna, interessato a prospettive di sviluppo.

Il municipio valcanalese ha avviato in seguito, con fondi regionali, una prima ristrutturazione da 1.100.000 euro circa, che ha interessato il riscaldamento e la coibentazione dell’edificio, al fine di dedicarlo ad attività ricettiva. Completata questa prima parte di lavori, serve un ulteriore investimento per sistemare camere e bagni, per poi aprire definitivamente un’attività ricettiva pubblica, presumibilmente a fine 2023 o nell’estate del 2024.

In futuro, una particolare attrattiva del complesso sarà un percorso Kneipp, spiega il sindaco Boris Preschern. «È finanziato in parte dalla Regione Fvg e in parte dal Comune. Si tratta di un percorso d’idroterapia nel parco del Thomashof. Il progetto preliminare è già realizzato; ora si sta ragionando su come riuscire a scaldare l’acqua». L’idroterapia si basa su un’alternanza tra immersione in acqua fredda e calda. Nel giardino del Thomashof sarebbe, quindi, creato un ruscello.

Anche se i progetti sono già avviati e finanziati, prima di poter utilizzare l’acqua solforosa per scopi terapeutici passerà del tempo, constata Preschern. «Cento anni fa nel Thomashof c’era l’acqua termale, portarla oggi è molto più difficile. Per questo, attraverso un altro contributo chiesto alla Regione Fvg, si vorrebbe portare l’acqua solforosa dalla sorgente di Bagni nello stabile dell’ex scuola elementare che si trova a poche decine di metri dal Thomashof ed è sempre di proprietà comunale». Lì sarebbero create vasche per i bagni nell’acqua solforosa e sarebbe possibile fare inalazioni e bagni di vapore.

«L’impianto deve essere prima di tutto a beneficio della popolazione locale e poi dei turisti, come l’utenza della ciclabile e altro. L’ultimo passaggio, però, non è ancora finanziato dalla Regione. Tra l’altro, il Consorzio vicinale di Bagni di Lusnizza sostiene che l’acqua gli vada pagata, mentre il Comune ha la concessione regionale per prelevarla». (Luciano Lister)

V Lužnice bi Občina Naborjet-Ovčja vas iz sosednjega vrelca rada spet pripeljala žvepleno vodo, da bi v vasi oživela topliško dejavnost. Toplice so pred več kot stoletjem že zaznamovale vas, sicer z zdraviliščem Thomashof.

Bralce spominjamo, da je bivši hotel nekoč bil v lasti pokrajine Gorica, ki je v njej organizirala poletne kolonije. Ko je deželna uprava v prejšnjih letih ukinila pokrajine, bi Thomashof morali predati Deželi Furlaniji-Julijski krajini. Občina Naborjet-Ovčja vas se je takrat izpostavila, saj se je bala, da bi usoda poslopja po njegovi predaji Deželi utonila v pozabo. Deželna uprava je za Občino ob tisti priliki imela posluh, saj so stavbo predali prav njej.

Kasneje je naborješko-oška občinska uprava z deželnimi sredstvi v višini milijona sto tisoč evrov začela prva obnovitvena dela. Šlo je za toplotno izolacijo in ogrevanje poslopja, da bi ga namenili gostinski dejavnosti. Nadaljnja sredstva vlagajo v ureditev sob in stranišč. Upajo, da bodo obnovljeni Thomashof otvorili decembra 2023 ali julija 2024.

Posebna obogatitev bo pot Kneipp, ki je še v načrtovanju, je že pred časom povedal župan Boris Preschern. Projekt finančno podpirata Dežela Furlanija-Julijska krajina in sama Občina. Gre za hidroterapijo v vrtu Thomashofa. Pripravljalni projekt že obstaja; trenutno razmišljajo o tem, kako bi lahko vodo ogrevali, saj hidroterapija predvideva izmenično kopanje v mrzli in topli vodi. V ta namen bi v vrtu Thomashofa uredili potočič.

Ker napeljati cevi in žvepleno vodo v samo poslopje Thomashofa bi bilo po stoletju zahtevno, bi radi v bližnjem poslopju bivše lužniške osnovne šole uredili bazene za kopanje. Tudi ta poseg bi radi izvajali s podporo Dežele Furlanije-Julijske krajine, ki ga sicer ni še financirala.

Župan Preschern je povedal, da bi tudi ta projekt bil najprej v prid krajevnemu prebivalstvu in nato še turistom in kolesarjem po bližnji kolesarski stezi Alpe Adria. Z Vaške skupnosti Lužnice trdijo, da bi za porabo vode Občina morala plačati, medtem ko z županstva Preschern trdi, da Občina že razpolaga z deželnim dovoljenjem za porabo.

dal Dom


6 lug 2023

Quest'anno meno miele e meno frutta


 Purtroppo quest’annata si prospetta dura per gli apicoltori del Friuli-Venezia Giulia. E sui banconi di negozi e mercati troveremo molta meno produzione nostrana di alcuni frutti che di solito sono facilmente reperibili, come susine e mele.

A spiegare perché il comparto del Friuli-Venezia Giulia ha lanciato l’allarme ed è pronto a chiedere lo stato di calamità alla Regione, da Cergneu Inferiore/Dolenjena è Luisa Capitan, dell’azienda agricola «Le rubide». Per la propria produzione di miele nell’azienda a conduzione familiare ha anche ricevuto riconoscimento.

«A noi apicoltori il freddo e la pioggia dei mesi scorsi stanno dando, ora, il colpo di grazia. Dal punto di vista della produzione di miele e della gestione degli apiari, già le ultime annate sono state altalenanti. Alcuni problemi di salute delle api hanno pregiudicato l’attività di famiglie forti e la tenuta della popolazione negli alveari».

In apicoltura il periodo di produzione è piuttosto ristretto. Potremmo dire che «o la va o la spacca», a sentire Luisa. «Non si può recuperare come in agricoltura, perché il periodo di produzione del miele e lo sviluppo delle famiglie di api inizia a marzo. La raccolta del miele e delle principali essenze racimolate dalle api operaie, le bottinatrici, avviene a fine aprile e inizio maggio. Mi riferisco soprattutto alle nostre zone, dove sono presenti acacia, acero, tarassaco. Seguono, poi, le fioriture a scalare, fino ad arrivare al ciliegio, alla colza, vicino alle zone coltivate, al tiglio, al castagno. O a tiglio e castagno insieme, là dove la fioritura è concomitante». Il periodo di raccolta termina alla fine di giugno, o nei primi dieci giorni di luglio.

Il freddo degli ultimi mesi ha pregiudicato la deposizione di uova e la nascita di nuove api. E, ora che è arrivato il caldo, le famiglie si trovano indebolite per il freddo passato, oltretutto senza abbastanza api per raccogliere il miele, che sarà, così, molto di meno.


Ma c’è anche un altro aspetto legato all’impollinazione, fa notare Luisa. «Con pioggia e freddo le api non sono uscite. Il fatto che non ci siano state le condizioni perché le api volassero, impollinassero tra un fiore e l’altro e portassero a casa il nettare e il polline, che serve per nutrire la famiglia, testimonia che non siamo in un’annata fruttuosa. La minore impollinazione avrà come conseguenza meno frutti come ciliegie e mele, che sono le principali fioriture di questo periodo».

Certo, magari ci saranno un po’ più di castagne, ma la produzione di frutta il cui ciclo inizia perlopiù in primavera, con cui si fanno le marmellate in estate, sarà ridotta a metà o meno del raccolto necessario, che siano prugne, pesche o susine.

Non meno grave è il problema della salute delle api. «Le famiglie di api sono in forte disequilibrio – spiega Luisa –. Non hanno le condizioni per essere forti, in salute e in numero tale da poter affrontare bene l’inverno. Certo, soprattutto in riferimento alla Varroa, che è un acaro parassita dell’ape, c’è un piano regionale per contenerne la diffusione. Ma tutti i trattamenti fatti negli ultimi anni stanno perdendo efficacia, ragion per cui dobbiamo ricorrere alla tecnica apistica per fare fronte alla problematica». Quest’anno, comunque, la Varroa sarà probabilmente meno presente.

L’acaro, infatti, depone tre uova nello spazio della celletta in cui l’ape depone un uovo. Dove crescono le larve dell’ape, in seguito, cresce anche la Varroa, però più velocemente, alimentandosi delle larve. Le ipotesi sono due: essendoci al momento poca covata e poche api, quest’anno potrebbe esserci anche poca Varroa, oppure le poche api presenti saranno falcidiate dalla malattia.

La situazione, molto complessa, è stata presa in esame a un incontro tra apicoltori, molto partecipato, che si è svolto lunedì, 19 giugno, all’azienda dei fratelli Comaro a Cassacco. Già nel 2021 si erano verificati grandi problemi, perché aveva fatto freddo fino a stagione inoltrata e quest’anno ci si è trovati nelle stesse condizioni. A Cassacco sono intervenuti i rappresentanti dei consorzi di apicoltori delle province del Friuli-Venezia Giulia, dell’associazione Ape carnica e dell’Associazione regionale produttori apistici-Arpa, nonché la maggior parte degli apicoltori professionisti regionali. Volendo tradurre questo in numeri, è stato come se a Cassacco fosse presente il 70% degli alveari in Friuli-Venezia Giulia. «All’incontro è stato deciso che il passo successivo sarà quello d’incontrare l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Stefano Zannier», conclude Luisa, che confida in risposte per il comparto. «È stato richiesto, infatti, lo stato di calamità». (Luciano Lister)

Letošnji pridelek medu bo občutno manjši kot v preteklih letih, sporočajo čebelarji. Mrzla in deževna pomlad je namreč povzročila težave čebeljim družinam. Ker so čebele zaradi vremenskih razmer dolgo ostale v panjih in niso v zadostni meri oprašile sadnih dreves, bo tudi manj nekaterih vrst sadja. Na primer sliv ne bo in jabolka ne bodo prava. Napovedujejo pa dosti kostanja.

Več o tem nam je povedala Luisa Capitan, ki v Dolenjeni upravlja kmetijo »Le rubide«.

Ker je stanje resno, se je v ponedeljek, 19. junija, v kmetiji bratov Comaro v Cassaccu odvijalo srečanje med čebelarji iz cele dežele Furlanije-Julijske krajine. Sklepali so, da se bodo srečali z deželnim odbornikom za agroživilske vire, Stefanom Zannierjem. Prosili ga bodo, naj Dežela Furlanija-Julijska krajina razglasi izredno stanje.

Novi Matajur

5 lug 2023

A Masarolis servono più posti letto

 

Mažeruola potrebujejo več ležišč
A Masarolis servono più posti letto


Nello sviluppo turistico di Masarolis/Mažeruola un ruolo fondamentale è giocato dalla disponibilità di posti letto. Questa necessità diventa evidente in particolar modo in questo periodo dell’anno, in cui la stagione di passaggio di pellegrini e turisti lungo il Cammino celeste, che fa tappa proprio in paese, è avviata. Certo, da un lato è vero che la comunità, piuttosto vivace e intraprendente, ha attrezzato un punto di pernottamento e ricezione dei pellegrini al Centro sociale, come è anche vero che, soprattutto nei fine settimana, a ristorare camminatori e pellegrini ci pensa il chiosco della Pro loco. Ma è anche vero che, in una logica di sviluppo, da cosa nasce cosa. Da questo punto di vista, qualche posto letto in più potrebbe significare molto.

Qualche mese fa l’amministrazione comunale di Torreano, guidata dal sindaco Francesco Pascolini, ha fatto sapere che è in preparazione un progetto di valorizzazione turistica del rifugio degli Alpini, situato verso la cima del monte Joanaz.

Nel centro di Masarolis, però, un ruolo molto importante potrebbe essere giocato dalla casa donata alla comunità da Filippo Sturmig, che fa capo alla fondazione Aminta Flebus.

L’edificio è di particolare pregio sia per le proprie caratteristiche, che hanno conservato storia e tradizione, sia per la propria posizione, vicino alla chiesa di Santa Maria ad Nives.(Luciano Lister)

Za nadaljnji turistični razvoj bi Mažeruola potrebovale večje število ležišč. Vse bolj razvidno to postane prav te dni, ko v vas pride vse večje število pohodnikov in romarjev po Nebeški poti. Aktivni domačini so k sreči že pred leti uredili sobe za romarje v poslopju vaškega družbenega centra. Preko turistično društvo upravljajo vsak konec tedna tudi kiosk, kjer ponudijo hrano in pijače.

Na začetku leta je župan Občine Tavorjana, Francesco Pascolini, sporočil, da bi v turistične namene rad vrednotil kočo alpincev, ki se nahaja blizu vrha gore Juanac.

Osrednjo vlogo v okviru turističnega razvoja vasi bi pa lahko igrala hiša, ki jo je skupnosti zapustil pokojni mizar Filippo Sturmig. Stavbo trenutno upravlja fundacija Aminta Flebus.

Spomin na Filippa Sturmiga (1920-2010) je v Mažeruolah še živ, saj je bil v skupnosti zelo aktiven. Dokler je imel dovolj moči, je med drugim bil vaški zvonar. Kasneje je skupnosti podaril napravo za avtomatizacijo zvonjenja.

dal  Dom

buongiorno

 Il rododendro ferrugineo, foto di Laura Plozner van Ganz.

rododendro


4 lug 2023

Medici di base: a Resia alloggio in comodato d’uso, a Lusevera ancora nulla

 


Anche nel Friuli Venezia Giulia mancano i medici di base e la situazione è destinata a peggiorare, complice anche il tetto di spesa per le assunzioni in vigore da oltre 15 anni e dall’assenza di programmazione del sistema formativo per cui per molti laureati in medicina non c’erano sufficienti borse per specializzarsi e quindi non si sono formati abbastanza giovani medici, come evidenziano anche i membri della giunta comunale di Resia, guidata dalla sindaca Anna Micelli, che da tempo si sta muovendo direttamente per garantire alla popolazione locale la presenza di un medico di base nell’ambulatorio a Prato di Resia. La Val Resia è infatti tra le località che si sono ritrovate in difficoltà dopo il pensionamento del medico che vi ha prestato servizio dal 2003 a fine maggio 2022. Trovare un sostituto che potesse garantire il servizio di assistenza sanitaria alla popolazione è risultato da subito molto complesso e l’amministrazione comunale ha dovuto ricercare con la supervisione dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale – mediante diversi appelli – un professionista interessato all’incarico, in quanto nessun medico sostituto era stato individuato tramite i canali tradizionali previsti dalla normativa vigente. Nel corso dell’ultimo anno si sono succeduti diversi medici di medicina generale ma non si è arrivati ad una soluzione per il medio lungo periodo. Così la giunta comunale di Resia, nella riunione del 13 aprile, ha approvato un atto d’indirizzo apposito con il quale ha deciso di mettere a disposizione un alloggio comunale a titolo di comodato ad uso gratuito a favore del medico di medicina generale che accetterà di prestare servizio presso il Comune di Resia, nella convinzione che ciò possa essere utile a risolvere la questione per un tempo più lungo.

A Lusevera il medico e i suoi pazienti attendono che il Comune completi l’iter
Nel Comune di Lusevera sono invece sprovvisti di medico di base da oltre sei mesi e nonostante le rassicurazioni del sindaco Paoloni la situazione ancora non si è risolta definitivamente. A novembre il dottor Denis Pascolo, che ha il proprio studio a Magnano in Riviera ma è residente a Lusevera e ha tra i propri pazienti trecento persone della Val Torre, ha chiesto la possibilità di utilizzare l’ambulatorio di Vedronza. Nello stesso periodo il sindaco aveva annunciato anche a mezzo stampa che il problema del medico avrebbe trovato “prossimamente” una soluzione, mentre ai consiglieri di opposizione aveva indicato il termine di gennaio. Un mese e mezzo più tardi è stato detto ai consiglieri di opposizione, che ancora una volta avevano chiesto chiarimenti durante la seduta del consiglio comunale, che la questione sarebbe stata risolta dopo l’arrivo del nuovo segretario comunale – ha preso servizio il 2 gennaio ed è condiviso dai Comuni di Nimis, Taipana e Lusevera – e che presumibilmente a metà gennaio, si sarebbe potuto firmare il contratto e permettere la riapertura dell’ambulatorio ad inizio febbraio. In seguito, su indicazione del nuovo segretario, il Comune il 20 febbraio ha pubblicato un ‘Avviso pubblico esplorativo per l’acquisizione di manifestazioni di interesse per la concessione in comodato d’uso’ per tre anni eventualmente rinnovabili, che è scaduto il 6 marzo e al quale ha risposto il dottor Pascolo, ribadendo la sua intenzione di esercitare a Vedronza. Da allora è passato un ulteriore mese e mezzo, senza che si sia arrivati alla firma del contratto di locazione. E i cittadini rimangono quindi ancora in attesa che venga loro garantito un servizio indispensabile qual è quello di avere un proprio medico di base nel Comune di residenza.https://novimatajur.it/attualita/medici-di-base-a-resia-alloggio-in-comodato-duso-a-lusevera-ancora-nulla.html

3 lug 2023

Janoš Ježovnik: "Affinché il dialetto del Torre sopravviva, è necessario un intervento sotto forma di lezioni"


 Janoš Ježovnik è nato nel 1987 a Lubiana. Nel 2013 si è laureato presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Lubiana in lingua e letteratura slovena, nonché in letteratura comparata e teoria letteraria. Continua i suoi studi come dottorando in studi sloveni presso la stessa facoltà.

Da novembre 2014 è impiegato presso l'Istituto Fran Ramovš per la lingua slovena di ZRC SAZU.
È dedicato ai dialetti sloveni in Italia, in particolare in Beneciia Slovenia e Rezia, sia dal punto di vista delle descrizioni grammaticali e vocabolari, sia dal punto di vista della vitalità etnolinguistica e del contatto linguistico.

Perché ti sei dedicato allo studio del dialetto della Val Torre?

Per caso, da studente, mi sono imbattuto per la prima volta nella lingua regionale, che mi interessava molto perché era molto particolare. Con un gruppo di persone con cui sono andato a Rezia, ho poi visitato le valli del Torre. Anche questo dialetto mi ha attratto, proprio come la natura, l'ambiente. Volevo saperne un po' di più su questo dialetto, mi sono reso conto che in fondo è ancora molto inesplorato. Quando ho dovuto decidere su un argomento di dottorato, ho scelto il dialetto del Torre.
Quanto è durato questo studio?
Sono stato nelle valli del Torre per la prima volta all'inizio del 2013, ho scritto la mia tesi in autunno e l'ho finita lo scorso maggio.
Com'è stato il tuo lavoro sul campo?
Di solito mi aiutavo tramite qualche locale più attivo, per esempio Igor Cerno mi aiutava chiedendo alle persone anziane se erano pronte a partecipare. Ho trovato la principale informatrice di Pradielis, Gianna Cadò, che mi ha aiutato molto. È successo anche che sono semplicemente andato in un villaggio e ho iniziato a parlare con qualcuno in dialetto.
Quanto è simile il dialetto del Torre ad altri dialetti sloveni parlati nella regione di Udine, dove vive la minoranza slovena?
Più ci si sposta verso ovest, meno è simile, il che è comprensibile di per sé: se i luoghi sono più vicini, significa che lì le persone si sono incontrate e anche la lingua è cambiata insieme. Indubbiamente, ci sono alcune caratteristiche fondamentali del dialetto sloveno, vale a dire il gruppo dialettale costiero. Da un lato, è più strettamente imparentato con il narodic, e anche con il rezian, secondo una caratteristica.
Quando si parla di Rezijano, alcuni sostengono ancora che non appartenga ai dialetti sloveni.
Il resiano iniziò a svilupparsi dapprima allo stesso modo del carinziano, poi questo legame si ruppe e si sviluppò maggiormente insieme ai dialetti di questo territorio, ea causa del loro isolamento, i resiani svilupparono delle innovazioni particolari. Dal punto di vista della sua origine,il  Rezijano fa senza dubbio parte dell'accento e del sistema vocale sloveno. Ed è completamente derivato dallo sloveno più antico. D'altra parte, la domanda è se il Reziano sia già abbastanza diverso dallo sloveno per essere la sua lingua, e un sociologo può offrire una risposta a questa domanda.
Qual è la tua impressione sul problema della sopravvivenza del dialetto del Torre nelle valli, dove sono sempre meno le persone che lo parlano?
Sì, è un dato di fatto che lo parlano solo le generazioni più anziane. Più vicino a est ci sono anche oratori più giovani, e più a ovest ce ne sono meno. Se un dialetto non viene trasmesso alle generazioni più giovani, allora senza dubbio cadrà in disuso nel tempo. Vale a dire, in qualche modo dovresti fare qualche intervento, che sia una scuola, bilingue o almeno corsi. Non so se sia necessario seguire corsi di dialetto o sloveno letterario, la mia opinione personale è che se conosci lo sloveno letterario è più facile imparare il dialetto, non è necessario il contrario. Almeno qualche intervento sotto forma di lezioni, di questa o quella variante, sarebbe comunque necessario.
Per concludere questa conversazione, come state vivendo questi giorni qui a Terska dolina?
È positivo che qualcosa stia accadendo in questi tempi di epidemia. Questo è molto importante per i luoghi più piccoli. Sono stato onorato di essere invitato.

Novi Matajur

PIOVE DI ADA NEGRI


 Piove da un’ora soltanto

ma il bambino pensa che già
piova da tanto, da tanto
sopra la grande città.

Piove sui tetti e sui muri
piove sul lungo viale
piove sugli alberi oscuri
con ritmo triste e uguale.

Piove: e lo scroscio si sente
giungere dalle vetrate
che versan lacrime lente
come fanciulle imbronciate.

Piove laggiù sulla via
e in ogni casa già invade
l’intima malinconia
di quella pioggia che cade.

Ada Negri

 

Poesie di Ada Negri

2 lug 2023

Orari delle messe sul Lussari

 


Urniki maš na Svetih Višarjah
Orari delle messe sul Lussari

Žabniška žičnica na Sv. Višarje obratuje ob nedeljah in praznikih od 8.30 do 18.15; ob delavnikih pa od 9.00 do 17.15. Ob nedeljah in praznikih darujejo Maše v svetišču ob 10.00 in opoldan; od 1. julija tudi ob 16.00. Ob delavnikih darujejo Maše opoldan; po 1. juliju tudi ob 10.00.

La cabinovia per il Lussari è attiva la domenica e nei festivi dalle 8.30 alle 18.15; nei feriali dalle 9 alle 17.15. Le sante messe nel santuario vengono celebrate la domenica e nei festivi alle 10, alle 12 e alle 16; nei feriali alle 10. (dall’1 luglio) e alle 12

dal Dom.

50 anni di museo

 A Lusevera si festeggiano i cinquant’anni del Museo



🥂
Cinquant’anni fa, in occasione dell’antica festa della Madonna della Salute, veniva aperto al pubblico il Museo etnografico di Lusevera su iniziativa del prof. Guglielmo Cerno e di un gruppo di volontari dell’associazione Centro Ricerche Culturali. Più che una collezione si tratta di un vero e proprio monumento alla gente dell’alta val Torre: vi si possono scoprire usanze, tradizioni, dialetto e cultura di una comunità che ha saputo adattarsi a un contesto difficile fin dal VI secolo D.C.
Per festeggiare l’anniversario, il Centro Ricerche Culturali invita a partecipare a tre eventi che si terranno a Lusevera presso l’area festeggiamenti sabato 1 luglio.
✏️Alle 16:00 ci sarà l’inaugurazione della mostra curata da Dario Rizzo con l’esposizione di quadri di Luigi Moderiano, delle fotografie del fondo Zussino e la visione dei filmati digitalizzati del fondo Sinicco.
✏️Alle 17:00 ci sarà un incontro con l’esperto linguista Janoš Ježovnik sui dialetti sloveni del Torre.
✏️Alle 18:30, presso l'osteria Nova Coop, è previsto un momento musicale con il fisarmonicista Paolo Forte.
⛪La giornata di domenica 2 luglio sarà dedicata ai festeggiamenti della Madonna della Salute. Alle 11:30 nella chiesa di San Giorgio sarà celebrata la Santa Messa mentre nel pomeriggio, alle 15:30, si terranno i Vesperi e la processione accompagnata dalla banda di Madonna di Buja.
Vas čakamo!
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V Bardo praznujemo petdeset let muzeja🥂
Pred petdesetimi leti je bil na pobudo profesorja Guglielma Černa in skupine prostovoljcev iz združenja Kulturnega raziskovalnega centra, na starodavni praznik Madonna della Salute za javnost odprt Center za kulturne raziskave. Bolj kot zbirka je pravi spomenik ljudem Terskih dolin: tu lahko odkrivamo običaje, tradicije, narečje in kulturo skupnosti, ki se je od 6. stoletja našega štetja znala prilagoditi težavnemu okolju.
Ob praznovanju obletnice Center za kulturne raziskave Bardo vabi k udeležbi na treh dogodkih, ki bodo v soboto, 1. julija, potekali v Bardu na območju praznovanja.
✏️Ob 16.00 bo odprtje razstave, ki jo je pripravil Dario Rizzo, z razstavo slik Luigija Moderiana, fotografij iz sklada Zussino in ogledom digitaliziranih filmov iz sklada Sinicco.
✏️Ob 17.00 bo srečanje z jezikoslovcem Janošem Ježovnikom o slovenskih narečjih v Teru.
✏️Ob 18:30 bo v gostilni Nova Coop glasbeni trenutek s harmonikarjem Paolom Fortejem.
⛪V nedeljo, 2. julija, bo posvečen praznovanju Madonna della Salute. Ob 11.30 bo v cerkvi svetega Jurija sveta maša, popoldne ob 15.30 pa bodo večernice in procesija ob spremljavi skupine Madonna di Buja.
Vas čakamo!

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Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

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Proverbio friulano

  Il proverbio friulano della settimana di Vita nei campi fb “Mai / salte fûr el cai” ovvero a maggio escono le chiocciole che segue l’altro...

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