Purtroppo quest’annata si prospetta dura per gli apicoltori del Friuli-Venezia Giulia. E sui banconi di negozi e mercati troveremo molta meno produzione nostrana di alcuni frutti che di solito sono facilmente reperibili, come susine e mele.
A spiegare perché il comparto del Friuli-Venezia Giulia ha lanciato l’allarme ed è pronto a chiedere lo stato di calamità alla Regione, da Cergneu Inferiore/Dolenjena è Luisa Capitan, dell’azienda agricola «Le rubide». Per la propria produzione di miele nell’azienda a conduzione familiare ha anche ricevuto riconoscimento.
«A noi apicoltori il freddo e la pioggia dei mesi scorsi stanno dando, ora, il colpo di grazia. Dal punto di vista della produzione di miele e della gestione degli apiari, già le ultime annate sono state altalenanti. Alcuni problemi di salute delle api hanno pregiudicato l’attività di famiglie forti e la tenuta della popolazione negli alveari».
In apicoltura il periodo di produzione è piuttosto ristretto. Potremmo dire che «o la va o la spacca», a sentire Luisa. «Non si può recuperare come in agricoltura, perché il periodo di produzione del miele e lo sviluppo delle famiglie di api inizia a marzo. La raccolta del miele e delle principali essenze racimolate dalle api operaie, le bottinatrici, avviene a fine aprile e inizio maggio. Mi riferisco soprattutto alle nostre zone, dove sono presenti acacia, acero, tarassaco. Seguono, poi, le fioriture a scalare, fino ad arrivare al ciliegio, alla colza, vicino alle zone coltivate, al tiglio, al castagno. O a tiglio e castagno insieme, là dove la fioritura è concomitante». Il periodo di raccolta termina alla fine di giugno, o nei primi dieci giorni di luglio.
Il freddo degli ultimi mesi ha pregiudicato la deposizione di uova e la nascita di nuove api. E, ora che è arrivato il caldo, le famiglie si trovano indebolite per il freddo passato, oltretutto senza abbastanza api per raccogliere il miele, che sarà, così, molto di meno.
Ma c’è anche un altro aspetto legato all’impollinazione, fa notare Luisa. «Con pioggia e freddo le api non sono uscite. Il fatto che non ci siano state le condizioni perché le api volassero, impollinassero tra un fiore e l’altro e portassero a casa il nettare e il polline, che serve per nutrire la famiglia, testimonia che non siamo in un’annata fruttuosa. La minore impollinazione avrà come conseguenza meno frutti come ciliegie e mele, che sono le principali fioriture di questo periodo».
Certo, magari ci saranno un po’ più di castagne, ma la produzione di frutta il cui ciclo inizia perlopiù in primavera, con cui si fanno le marmellate in estate, sarà ridotta a metà o meno del raccolto necessario, che siano prugne, pesche o susine.
Non meno grave è il problema della salute delle api. «Le famiglie di api sono in forte disequilibrio – spiega Luisa –. Non hanno le condizioni per essere forti, in salute e in numero tale da poter affrontare bene l’inverno. Certo, soprattutto in riferimento alla Varroa, che è un acaro parassita dell’ape, c’è un piano regionale per contenerne la diffusione. Ma tutti i trattamenti fatti negli ultimi anni stanno perdendo efficacia, ragion per cui dobbiamo ricorrere alla tecnica apistica per fare fronte alla problematica». Quest’anno, comunque, la Varroa sarà probabilmente meno presente.
L’acaro, infatti, depone tre uova nello spazio della celletta in cui l’ape depone un uovo. Dove crescono le larve dell’ape, in seguito, cresce anche la Varroa, però più velocemente, alimentandosi delle larve. Le ipotesi sono due: essendoci al momento poca covata e poche api, quest’anno potrebbe esserci anche poca Varroa, oppure le poche api presenti saranno falcidiate dalla malattia.
La situazione, molto complessa, è stata presa in esame a un incontro tra apicoltori, molto partecipato, che si è svolto lunedì, 19 giugno, all’azienda dei fratelli Comaro a Cassacco. Già nel 2021 si erano verificati grandi problemi, perché aveva fatto freddo fino a stagione inoltrata e quest’anno ci si è trovati nelle stesse condizioni. A Cassacco sono intervenuti i rappresentanti dei consorzi di apicoltori delle province del Friuli-Venezia Giulia, dell’associazione Ape carnica e dell’Associazione regionale produttori apistici-Arpa, nonché la maggior parte degli apicoltori professionisti regionali. Volendo tradurre questo in numeri, è stato come se a Cassacco fosse presente il 70% degli alveari in Friuli-Venezia Giulia. «All’incontro è stato deciso che il passo successivo sarà quello d’incontrare l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Stefano Zannier», conclude Luisa, che confida in risposte per il comparto. «È stato richiesto, infatti, lo stato di calamità». (Luciano Lister)
Letošnji pridelek medu bo občutno manjši kot v preteklih letih, sporočajo čebelarji. Mrzla in deževna pomlad je namreč povzročila težave čebeljim družinam. Ker so čebele zaradi vremenskih razmer dolgo ostale v panjih in niso v zadostni meri oprašile sadnih dreves, bo tudi manj nekaterih vrst sadja. Na primer sliv ne bo in jabolka ne bodo prava. Napovedujejo pa dosti kostanja.
Več o tem nam je povedala Luisa Capitan, ki v Dolenjeni upravlja kmetijo »Le rubide«.
Ker je stanje resno, se je v ponedeljek, 19. junija, v kmetiji bratov Comaro v Cassaccu odvijalo srečanje med čebelarji iz cele dežele Furlanije-Julijske krajine. Sklepali so, da se bodo srečali z deželnim odbornikom za agroživilske vire, Stefanom Zannierjem. Prosili ga bodo, naj Dežela Furlanija-Julijska krajina razglasi izredno stanje.
Novi Matajur
Se tutte le api del nostro pianeta muoiono, l'umanità scomparirà.
RispondiEliminahai ragione Irina,spero che non succeda!
RispondiEliminaTutto in meno e con prezzi maggiorati...
RispondiEliminaBees are very necessary for us humans. Unfortunately, there are fewer and fewer bees in Poland. My neighbor has two hives, but this year the weather has been bad for the bees. There is little fruit too (at least in my region).
RispondiEliminaOlga I salute you!
E' un gran peccato.Buona giornata.
RispondiEliminaCiao Olga! Buon fine settimana!
RispondiEliminabuon fine settimana anche te!
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