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Scossa di terremoto nella notte, sentita anche a Udine

 Anche un Friuli la terra ha tremato.

Una scossa di terremoto è stata registrata la scorsa notte, alle 3:56, dall'Istituto Nazionale di Geofisica che ha calcolato la magnitudo in 3.4 e ha localizzato l'epicento a circa 6 km a Sud-Est di Preone, a una profondità di 11 km.

A quella principale sono seguite tre miscroscosse: alle 4:08 (magnitudo 0.8), alle 4:12 (1.0) e alle 4:47 (0.9).

La scossa più forte è stata avvertita nella zona del Tolmezzino e dell'area collinare friulana, fino a Udine, in particolare ai piani alti degli edifici. Le altre tre sono state registrate solo dagli strumenti della rete sismica nazionale.

Alla Sala Operativa della Protezione Civile - riferisce la stessa Protezione Civile FVG - non sono giunte segnalazioni di danni o di persone rimaste ferite.

https://www.ilfriuli.it/articolo/cronaca/scossa-di-terremoto-nella-notte-sentita-anche-a-udine/2/278428

Trieste capitale dell'olio, 220 espositori guardano all'Europa


 Oltre 220 espositori provenienti da tantissime regioni italiane trasformano da oggi la città di Trieste in capitale dell'olio di oliva di altissima qualità. E' "Olio Capitale", il Salone dedicato all'eccellenza dell'olio extravergine d'oliva di qualità, che la Camera di Commercio della Venezia Giulia ha organizzato da oggi a domenica al Trieste Convention Center dove sono confluiti buyers da tutta Europa, privati e ristoratori per scoprire e apprezzare l'olio dei piccoli produttori italiani.

"L'olio extravergine di oliva - ha detto il presidente della Cciaa Vg, Antonio Paoletti, in occasione del taglio del nastro e del convegno inaugurale - è un'eccellenza agroalimentare ma è al contempo cultura e storia del nostro paese. Era già difficile la sfida dei produttori del settore, ma ora con i cambiamenti climatici tutto si è complicato ulteriormente e proseguire nell'attività è spesso molto difficile. Per tali ragioni credo che lo Stato e l'Unione Europea debbano intervenire per sostenere in particolar modo le start up e i giovani che decidono di accettare la sfida e produrre olio extravergine di qualità"...continua https://www.ilfriuli.it/articolo/economia/trieste-capitale-dell-olio-220-espositori-guardano-all-europa/4/278411


Madonna che lacrima a Trevignano Romano


Io personalmente non credo minimamente a questo genere di fenomeni che generalmente fanno leva su persone che cercano qualcosa di misterioso e divino...

 Nelle ultime 48-72 ore l'attenzione mediatica di televisioni e giornali è stata catturata dal caso della statua della Madonna di Trevignano Romano, intorno al quale si è creata grossa curiosità tra fedeli e non a causa di presunti episodi mistici da parte della scultura. La riproduzione della Madonna non solo avrebbe lacrimato acqua e sangue, ma ogni terzo giorno del mese sarebbe protagonista di messaggi mandati dalla Vergine Maria sulla Terra grazie all'intercessione della veggente Gisella Cardia

Negli ultimi giorni, oltre ai cittadini del piccolo borgo sul lago di Bracciano, a intervenire sulla vicenda è stato anche monsignor Marco Salvi, il vescovo della diocesi di Civita Castellana di cui fa parte Trevignano, che ha annunciato la volontà di istituire una commissione diocesana per una “indagine previa” sulle lacrime della Madonna. Anche le istituzioni cittadine sono intervenute. La sindaca Claudia Maciucchi ha più volte ribadito che il comune di cui è prima cittadina non sarebbe in cerca di notorietà, in quanto già meta turistica. Tuttavia, una serie di “misteriose” coincidenze avvenute tra la metà di febbraio e il mese di marzo farebbero pensare l'esatto opposto. Eccone un paio. 

Le strane “apparizioni” di Trevignano Romano

Come si può leggere sul sito ufficiale della onlus che gestisce le visite, gli incontri con la veggente Gisella e offre sconti del 10% ai fedeli che tra una preghiera e l'altra hanno bisogno di rifocillarsi al vicino punto di ristoro va avanti dal 2016, quando Gisella e il marito fanno la loro scoperta. “Una statuetta acquistata a Medjugorje raffigurante la Regina della Pace ha lacrimato acqua e sangue - si legge sul sito -. Un quadro della Divina Misericordia acquistato in Piazza San Pietro, ha pianto sangue e acqua della Misericordia di Gesù. Con la prima apparizione della Vergine Santa la nostra vita è cambiata”

Quindi facendo qualche calcolo la loro scoperta mistica è iniziata più o meno 7 anni fa, anche se la notizia di questa Madonna che lacrima non è mai riuscita a ritagliarsi uno spazio ampio sui media nazionali come oggi (nel 2018, per esempio se ne era già occupato il programma Forum ma senza questa grande coda lunga). Veniamo però agli interrogativi di cui si fa riferimento nel titolo: abbiamo detto che sette anni fa i due veggenti hanno fatto la scoperta, ma solo ai primi giorni di marzo si è iniziato a parlare con insistenza di questo fenomeno, nonostante già da anni venissero organizzati incontri di preghiera e visite. Come documentano i video del sito e le offerte stipulate con monasteri e case di accoglienza convenzionate. 

https://www.wired.it/article/madonna-trevignano-piange-veggente-bancarotta-canale-5-fiction-buongiorno-mamma/#intcid=_wired-it-verso-hp-trending_cd233ba3-f704-46bc-96c0-6ff405e9df66_popular4-1

La Terra continua a tremare

 E' stata di magnitudo 4,4 l'intesità del terremoto avvenuto in Umbria, con epicentro a 5,1 chilometri da Umbertide (PG).

Lo indica la magnitudo frutto dei calcoli successivi alla prima stima in automatico, eseguiti dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Il terremoto è avvenuto alla profondità 10 chilometri.

le altre zone vicine all'epicentro sono da Montone (a 9.0 chilometri) e Gubbio (a 16.7 chilometri).

Il sisma è stato risentito in un'area molto ampia, "certamente fra le province di Perugia, di Arezzo e nel Ternano fino alle Marche e alla costa adriatica", ha detto all'ANSA Salvatore Stramondo, direttore dell'Osservatorio Nazionale Terremoti dell'Ingv.
Quella colpita dal terremoto "è una zona che ha una sismicità storica e recente importante", nell'alta Valtiberina, a Nord rispetto a quella colpita dal terremoto del 1997 e all'intersezione fra Marche. Abruzzo e Lazio.

 dal web

Vellutata con aglio di resia Val Resia Ecomuseo

 


La zona montana del comune di Torreano con le sue frazioni è peculiare per tutto il territorio comunale, con potenzialità di sviluppo nell’ambito del turismo lento. È quanto emerso a seguito di un sopralluogo sul territorio insieme al personale di «Promoturismo» e sottolineato nell’ambito di un recente incontro con la cittadinanza organizzato dalla maggioranza consiliare di Torreano a Masarolis/Mažeruola. L’assessore ai lavori pubblici e al turismo, Sebastiano Iacuzzi, ha rilevato come un particolare punto di forza sia rappresentato dal passaggio del «Cammino celeste» – che fa tappa proprio a Masarolis – anche se al momento il numero di posti letto disponibili in zona non è sufficiente. Per questo potrebbe tornare utile il progetto di valorizzazione turistica del rifugio degli alpini, situato verso la cima del monte Joanaz, dove si aprirebbe anche la possibilità di creare alcuni posti di lavoro. Da parte del Gal Torre-Natisone, poi, è stato manifestato l’interesse a emettere un bando per rimettere a norma la casa di Filippo Sturmig, un immobile di pregio che si trova al centro di Masarolis e che fa capo alla fondazione «Aminta Flebus».

Sul modello di quanto intrapreso alcuni anni fa nel comune di Stregna/Sriednje, per una migliore cura del territorio il municipio ha commissionato uno studio rivolto alla nascita di un’associazione fondiaria nella zona di Masarolis. Il proposito è quello di garantire manutenzione ai terreni abbandonati e incolti della zona, partendo con una richiesta di contributo per il loro recupero pari a 50.000 euro.

Un plauso, dai componenti della compagine amministrativa del sindaco Francesco Pascolini, è andato alla Pro loco di Masarolis, che ad agosto scorso ha attivamente collaborato alla riuscita della kermesse «Calici di stelle» a Torreano.

Di converso, sebbene potesse rientrare entro un piano per la copertura del servizio per il 70% del territorio, «Openfiber» ha rifiutato di posare la fibra nelle frazioni montane di Torreano. A spiegarlo è stato il consigliere Alessandro Piccaro. Nei luoghi disagiati del territorio del comune, quindi, si cercherà di provvedere attrezzando ponti che facilitino la ricezione del segnale per l’accesso a internet.

Soprattutto nella zona montana del comune, la posa della fibra ottica rappresenta un fronte aperto importante e strategico per il futuro del territorio. Attraverso un drone sul campanile, in municipio sta venendo valutata la possibilità di creare un ponte radio tra Canalutto/Skrila e Masarolis/Mažeruola.

Al contempo sta venendo verificata l’eventualità di sistemare, sui punti attrezzati da «Openfiber», ripetitori per ovviare alla scarsità di segnale di telefonia mobile. Il sindaco Pascolini ha evidenziato la necessità d’impegnare punti elevati sul territorio, come i campanili – e in tal senso è già stata presentata domanda alla curia udinese.

Sul fronte della digitalizzazione, poi, il consigliere Piccaro ha annunciato che sono stati erogati 80.000 euro al municipio attraverso un bando per la trasformazione digitale della Pubblica amministrazione. Al momento, come diversi cittadini avranno già riscontrato, è anche in fase di aggiornamento il sito internet del Comune.

Partirà a breve, a Canalutto/Skrila di Torreano, un cantiere gestito dalla Protezione civile per mettere in sicurezza una frana presente in zona. Ad annunciarlo è stato l’assessore ai lavori pubblici e al turismo del Comune di Torreano, Sebastiano Iacuzzi. Nel prossimo periodo riprenderanno anche gli interventi di sistemazione sulla strada di Reant/Drejan, per un ammontare di 300.000 euro, 200.000 dei quali provenienti dal fondo Vaia. Novità per la borgata montana giungono anche dal vicino comune di Faedis. A seguito di un interessamento dal versante di Pedrosa/Pedroza, frazione, che da Reant a piedi dista una buona mezz'ora, si sta cercando di ragionare su come mettere in sicurezza per il traffico il collegamento stradale in quota tra i due paesi. Anche sulla strada di Masarolis, infine, sono attesi interventi di asfaltatura entro l’anno. (Luciano Lister)

dal Dom

Proverbio

 


Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi
”Se la gnòt dai quarante martars al glace, si integnarà il frêt ancjmò par quarante dîs” ovvero se la notte dei “Quaranta martiri” (il 10 marzo) ghiaccerà, il freddo durerà ancora per quaranta giorni.

Buongiorno

 


otto marzo

 


La Giornata internazionale dei diritti della donna ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo. Viene associata alla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne istituita il 17 dicembre 1999 e che cade ogni anno il 25 novembre. Viene celebrata negli Stati Uniti d'America a partire dal 1909, in alcuni paesi europei dal 1911 e in Italia dal 1922.

Spesso nell'accezione comune, nella stampa e in campo pubblicitario viene erroneamente definita come Festa della donna  anche se è più corretto Giornata internazionale della donna poiché la motivazione non è la festa, ma la riflessione.

Fonti ONU invitano a operare affinché nel mondo si possa raggiungere una effettiva parità di genere entro il 2030.

Il VII Congresso della II Internazionale socialista si tenne a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907; vi parteciparono 884 delegati di 25 nazioni. Tra questi vi furono le più importanti personalità marxiste del tempo come i tedeschi Rosa LuxemburgClara Zetkin e August Bebel, i russi Lenin e Martov, il francese Jean Jaurès. In quella sede vennero trattati, oltre al problema dell'atteggiamento da tenere in caso di una guerra europea e al tema del colonialismo, anche la questione femminile e la rivendicazione del voto alle donne.

Su quest'ultimo argomento il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a lottare energicamente per l'introduzione del suffragio universale delle donne, senza allearsi con le femministe borghesi che reclamavano il diritto di suffragio, ma con i partiti socialisti che lottano per il suffragio delle donne. Due giorni dopo, dal 26 al 27 agosto, fu tenuta una Conferenza internazionale delle donne socialiste, alla presenza di 58 delegate di 13 paesi, nella quale si decise la creazione di un Ufficio di informazione delle donne socialiste: Clara Zetkin fu eletta segretaria e la rivista da lei redatta, Die Gleichheit (L'uguaglianza), divenne l'organo dell'Internazionale delle donne socialiste.


Nel settembre del 1944, si creò a Roma l'UDI, Unione Donne in Italia, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d'Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro; fu l'UDI a prendere l'iniziativa di celebrare, l'8 marzo 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell'Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all'ONU una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l'8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo: la mimosa, secondo un'idea di Teresa Noce,Rita Montagnana e Teresa Mattei, fiore scelto perché povero e reperibile dappertutto.

continua ...https://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_internazionale_della_donna

Tieni sempre presente – Madre Teresa di Calcutta

 


Tieni sempre presente – Madre Teresa di Calcutta

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni…
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.

Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c’è un’altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…

Insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arruginisca il ferro che c’è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.

Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai.

Le donne del Friuli


 Otto marzo, festa delle donne, non voglio ricordare quelle famose,ma donne che hanno fatto la storia del Friuli.Donne semplici,lavoratrici,pazienti che aspettavano il proprio marito emigrato all’estero:Argentina,Canada,Australia,America,Belgio,Francia,Svizzera sperando in tempi migliori.Alcuni ritornavano ,altri no , morivano nelle miniere,magari si erano fatti un’altra famiglia.Il Friuli crocevia di popoli è sempre stato terra di emigrazione ,chi partiva portava un prezzo molto alto sia affettivo che sociale,per chi restava le condizioni di vita erano durissime.Le donne provvedevano alla famiglia,agli animali, ai campi e ai boschi.Le donne della Slavia,della Carnia lavoravano giorno e nette.D’estate salivano sulle montagne e rientravano alla sera stanche con pesanti gerle di fieno e di legna.Nei freddi inverno si riunivano vicino al “spolert” con i figli r raccontavano storie,leggende e fiabe.Queste donne,riservate,semplici e forti combattevano con dignità i problemi quotidiani. Anche loro hanno fatto la storia del Friuli.

Le portatrici carniche furono quelle donne che nel corso della prima guerra mondiale operarono, lungo il fronte della Carnia, trasportando con le loro gerle rifornimenti e munizioni fino alle prime linee italiane, dove molto spesso combattevano i loro uomini nei reparti alpini.Erano dotate di un apposito bracciale rosso con stampigliato il numero del reparto dal quale dipendevano e percorrevano anche più di 1000 metri di dislivello portando sulle spalle gerle di 30–40 kg. Ogni viaggio veniva loro pagato una lira e cinquanta centesimi, pari a 3,50 euro. La loro età variava dai 15 ai 60 anni.Tre di loro rimasero ferite: Maria Muser Olivotto, Maria Silverio Matiz entrambe di Timau e Rosalia Primus da Cleulis. Una di loro, Maria Plozner Mentil, cadde colpita da un cecchino il 15 febbraio 1916.Non tutte le portatrici erano di etnia e cultura friulana, essendo alcune provenienti da paesi friulani di minoranza tedescofona (SappadaTimau) e slava (Resia)  da portatrici carniche
Ecco qui le portatrici del comune di Taipana, che già nei primi giorni della guerra soccorsero i soldati italiani sulla cresta dello Stol. Sulle portatrici della Slavia nulla o poco è stato scritto rispetto a quelle della Carnia, che hanno ricevuto riconoscimenti e l’onorificenza di cavalieri di Vittorio Veneto.Eppure analoga preziosa opera di sostegno alle truppe italiane, dislocate sui monti delle Valli del Natisone, del Cornappo e del Torre, esse fecero senza neppure essere ricordate e ringraziate. Le donne caricate le gerle di proiettili e di vivande seguirono le prime truppe avanzanti sui greppi che segnavano il confine, recando loro quanto poteva necessitare in quei momenti in cui, per la mancanza di strade e di sentieri, i servizi di sussistenza non avrebbero potuto altrimenti di funzionare.   continua qui  su lintver

La Benecia (Friuli) va collocata nella strategia transfrontaliera


A Lubiana, il ministro per gli Sloveni nel mondo, Matej Arčon, ha convocato un incontro che rappresenta il primo passo verso nuove sinergie, finalizzate al sostegno della base economica delle due minoranze nazionali, gli sloveni in Italia e gli italiani in Slovenia. In quest’ambito è emersa l’esigenza di sostenere la realtà economica e turistica della Benecia. Lo stesso ministro ha assicurato l’interesse totale della Slovenia affinché nelle nostre vallate vada ricercata una soluzione concreta e realizzabile con la realtà dell’Alto Isonzo, dove hanno saputo, intelligentemente, coniugare la bellezza del territorio con l’offerta turistica.

Importante però, come è stato detto a Lubiana, che in questa strategia entri con più convinzione anche la Regione Friuli Venezia Giulia, molte volte troppo assente lungo la fascia confinaria della provincia di Udine. Anche la comunità slovena in toto è chiamata a fare il proprio compito ed elaborare una strategia funzionale affinché la Benecia non venga sempre affiancata al problema dello spopolamento e alla cronica difficoltà economica.
La Capitale Europea della Cultura 2025 a Nova Gorica e Gorizia rappresenta una grande opportunità per le due comunità nazionali, che dovranno essere capaci di trasformare le grandi ed importanti idee in progetti concreti. Utile dunque ricercare le sinergie che sostengano, in particolare, i settori quali lo sviluppo economico e turistico, per valorizzare, nel miglior modo possibile, un territorio transfrontaliero unico. Determinante è che le due comunità collaborino in modo pragmatico per far sì che la regione transfrontaliera trovi una sua posizione apicale all’interno della realtà europea. Ci sono tutte le condizioni. Bisogna crederci.
(r.p.) https://novimatajur.it/senza-categoria/sld/la-benecia-va-collocata-nella-strategia-transfrontaliera.html

Buona giornata

 


Cormorano ai laghetti rossi

San Lorenzo Isontino (San Lurinç Lisuntin in friulano standard, San Lurinz nella variante localeŠlovrenc in sloveno), già San Lorenzo di Mossa) è un comune italiano di 1 520 abitanti in Friuli-Venezia Giulia.https://it.wikipedia.org/wiki/San_Lorenzo_Isontino

A Pordenone Ortogiardino


 La prima Fiera del NordEst per chi ama i fiori, le piante e il giardinaggio, da 42 anni si rivolge a vivaisti, floricoltori, produttori e rivenditori di attrezzature e prodotti per la cura del giardino e dell’orto, bulbi e sementi, attrezzature per giardini e parchi, arredamento da esterni, decorazione.

Nel cuore del NordEst un format unico in cui stand commerciali si alternano a spettacolari allestimenti, eventi tematici sempre nuovi in un’atmosfera calda e coinvolgente. Questi sono i punti di forza di una manifestazione amata e molto popolare in grado di attrarre pubblico da tutto il Nord Italia e da Slovenia e Croazia.

Oltre 65.000 visitatori, di cui il 12% esteri
300 Espositori
35.000 mq di Area Espositiva

 

PRIMAVERA

 


Vida Taufer

Brez snega bregovi, zvončki sredi trat;
k nam v obleki novi spet vesla pomlad .
Čutimo jo v cvetju, ki se tod blešči;
v novem ptičjem petju, ki se spet glasi.
Veter se zaganja v drevje, ki brsti;
zeleni kotanja, potok žubori.
Vsi na plan hitimo, glejmo krasen svet;
vsi se veselimo, proč sta sneg in led. 
Non sono poetessa quindi ho tradotto alla lettera
PRIMAVERA
Colline senza neve, bucaneve in mezzo al prato,/primavera ritorna in veste nuova./La sentiamo nei fiori che qui scintillano/nei nuovi canti d’ uccelli che si fanno udire./Il vento s’infila tra gli alberi che germogliano/verdeggia il fosso ,mormora il ruscello./Tutti ci affrettiamo in radura,guardiamo il mondo meraviglioso;/tutti ci rallegriamo,via neve e ghiaccio.
Vida Taufer
poetessa slovena (1903-1966). Legata all’inizio alla tradizione poetica della “Moderna”, arricchì più tardi la sua produzione poetica con elementi espressionistici, subendo l’influsso soprattutto del poeta sloveno A. Gradnik. Ciò è evidente nella prima raccolta poetica Rami al vento (1939), dove al motivo erotico si unisce quello del sentimento religioso. http://www.sapere.it/enciclopedia/Taufer%2C+Vida.html

BUONA DOMENICA 2° DI QUARESIMA🙏🙏

La grandezza di Prešeren e Ungaretti al centro della Capitale europea della cultura

 


La Capitale europea della cultura sarà inaugurata l’8 febbraio 2025. Lo hanno annunciato i ministri della cultura, la slovena Asta Vrečko e l’italiano Gennaro Sangiuliano. Una data importante in particolare per la Slovenia in quanto l’8 febbraio è dedicato alla cultura e nel Paese è festa nazionale. Sarà dunque proprio la poesia la massima espressione dell’avvenimento che coinvolge le due città che hanno scelto France Prešeren e Giuseppe Ungaretti come ‘sponsor’ dell’avvenimento. Il primo è il massimo autore romantico sloveno, del quale il componimento ‘Il Brindisi’ (Zdravljica) è diventato l’inno nazionale della Slovenia. L’otto febbraio nasceva Giuseppe Ungaretti, autore di poesie indimenticabili, molte delle quali scritte proprio su queste terre, durante la prima guerra mondiale.

Soddisfazione per la decisione presa dai due ministri è stata espressa dalla senatrice slovena Tatjana Rojc, che ha sottolineato come questo evento internazionale deve essere riempito di contenuti e di strutture che rimangano in stabile eredità al territorio, come patrimonio attrattivo di un’area che ha bisogno di rilanciarsi e può farlo solo mettendo l’accento sulla sua storica vocazione di ponte tra mondi.
Del ruolo della letteratura si è parlato al Kulturni dom di Gorizia dove mercoledì 8 è stata celebrata la Giornata della cultura slovena alla presenza del professor Miran Košuta, che ha tradotto in italiano le poesie di France Prešeren. Alla serata hanno presentato il film-documentario dal titolo ‘Sulle tracce della letteratura slovena’, ovvero l’incontro-intervista tra Miran Košuta e il giornalista goriziano Andrea Bellavite.

La cultura slovena è sempre stata una cultura dell’accoglienza
Il documentario ha come obiettivo principale proporre al pubblico italiano una migliore conoscenza della realtà culturale slovena. L’interscambio culturale, la libera circolazione del sapere, della conoscenza e di esperienze è alla base del progresso ed è il miglior artefice di pace, armonia tra le persone e i Paesi. Questo il pensiero di Miran Košuta che ha sottolineato come la cultura slovena è sempre stata una cultura dell’accoglienza, ricevendo, metabolizzando da altre culture, in primo luogo da quelle contermini e vicine, quella tedesca e quella italiana. Con queste contaminazioni ha plasmato, nel corso dei secoli, la propria identità e ha saputo esprimere eccellenti poeti e scrittori, da Primož Trubar, a France Prešeren, Ivan Cankar, Srečko Kosovel, Simon Gregorčič, Ciril Zlobec e Boris Pahor. L’ospite triestino ha per ognuno di loro tracciato un profilo che li colloca all’apice della realtà culturale slovena ma anche di quella europea.

Un pregiudizio ancora presente
Per Miran Košuta, però, non è ancora superata la diffidenza e la contrapposizione tra sloveni e italiani. Si vive ancora gli uni accanto agli altri senza far parte dello stesso corpo. Ed è forse per questo motivo, si è chiesto, che in Italia gli autori più emblematici della realtà culturale della Slovenia sono poco conosciuti? Una risposta l’ha data Andrea Bellavite sostenendo che fino alla fine della Seconda guerra mondiale, in particolare durante il regime fascista, i popoli slavi erano dei popoli barbari, per cui si potevano tranquillamente sacrificare 500 mila sloveni. Questo pregiudizio è rimasto vivo anche nel dopoguerra in quanto nel substrato è presente l’idea di una cultura che non è interessante e che è espressione di un dio minore. Ecco perché bisogna intensificare gli incontri e vivere insieme, come da anni sta facendo il Kulturni dom. Conoscere la letteratura, le arti figurative, i paesaggi e il carattere del popolo sloveno vuol dire fare un’opera di sradicamento di una visione unilaterale, ignorante, che ci richiude in noi stessi e ci fa essere meno umani.
(r.p.) https://novimatajur.it/cultura/la-grandezza-di-preseren-e-ungaretti-al-centro-della-capitale-europea-della-cultura.html


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