SALVATORE QUASIMODO
La civiltà dell’atomo
SALVATORE QUASIMODO
QUASI UN EPIGRAMMA
Il contorsionista nel bar, melanconico
e zingaro, si alza di colpo
da un angolo e invita a un rapido
spettacolo. Si toglie la giacca
e nel maglione rosso curva la schiena
a rovescio e afferra come un cane
un fazzoletto sporco
con la bocca. Ripete per due volte
il ponte scamiciato e poi s'inchina
col suo piatto di plastica. Augura
con gli occhi di furetto
un bel colpo alla Sisal e scompare.
La civiltà dell'atomo è al suo vertice.
(da La terra impareggiabile, Mondadori, 1958)
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"Lei compra quello che vogliono venderle, oggi è un ordine, una persuasione psicologica" rispose amaro Salvatore Quasimodo a un lettore sulle colonne del Tempo nel 1964. È quella la "Civiltà dell'atomo" che si è venuta a creare dopo le bombe di Hiroshima e di Nagasaki. Il contorsionista che fa il suo "numero" nel bar è un aspetto della società neocapitalistica che ha tradito gli ideali nati dopo la terribile esperienza della guerra, rappresenta ciò che non sarebbe dovuto essere, il fallimento dell'utopia. E a nulla vale che l'uomo ora sia in grado di lanciare nuove lune con la sua "intelligenza laica" e addirittura di andare sulla Luna vera, come accadrà poco più di un decennio dopo questi versi.
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Olga, in my opinion, today's "religion" of people is greed, desire for power and rule.
RispondiEliminaOlga, I salute you and I wish you a good week!
Bellissima. Grazie di aver aggiunto alla poesia le righe di precisazione aiutano a leggerla con occhi consapevoli.
RispondiEliminaGrazie mille,buona giornata Ester!
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