Ogni anno il 1° e il 2 novembre i paesi rivivono, visto che molte persone tornano nei luoghi della loro infanzia. «Questa è la migliore occasione – scrive il direttore responsabile del Dom mons. Marino Qualizza – per capire il grande valore della nostra fede, che ci dona la gioia di incontrarci e di non dimenticare da dove veniamo».
La festività di Ognissanti fu istituita solamente nel 1006 da papa Innocenzo XIX. Molte sono le tradizioni per questa ricorrenza nei paesi delle valli del Natisone. Una di queste è la raccolta del pane dei morti. Nella giornata del 31 ottobre i bambini la mattina e la sera gli adulti si recavano di casa in casa, di paese in paese, a pregare per le anime dei defunti di ogni famiglia. In cambio ricevevano delle pagnottine di pane, cotte appositamente per l’occasione, chiamate «hliebci» o «hliebčiči». Questa tradizione è ancora viva a Cosizza, Liessa, Dolegna, Tribil superiore, Iesizza, Iainich, Clodig, Lombai e Seuza.
Ocikana v Terski dolini za Vahte
Per Ognissanti c’è l’ocikana
Tempo di preghiera, per la ricorrenza di Ognissanti e di Tutti i Morti, e tempo di tradizioni in Alta Val Torre, dove si è mantenuta inalterata nei decenni, in questa zona del Friuli più che altrove, l’usanza di cucinare un piatto tipico, quello della polenta condita, la «Ocikana».
A raccontare come si prepara la speciale pietanza è Franca Sinicco, 57 anni, un’esperta dei fornelli, ottima cuoca ed erede della tradizione culinaria di famiglia.
«Per prima cosa – spiega –, bisogna preparare la polenta che va fatta più morbida di quella che si fa di solito. Si può usare la farina bianca con un pugno di quella gialla. A parte si deve far sciogliere, intanto, un bel po’ di burro. A parte, ancora, si mette del latte a scaldare con l’aggiunta di sale».
Una volta cotta la polenta, si prende una terrina ampia e si comincia a preparare la Ocikana a strati. È da questa terrina, molto capiente, che poi la pietanza sarà mangiata dai componenti della famiglia durante la sera del primo novembre.
«Con il cucchiaio si trasforma la polenta in una sorta di gnocchetti. Tra uno strato e l’altro di gnocchetti si sparge il latte e si cosparge con il formaggio tagliato fino, grattugiato. Si possono usare insieme formaggio fresco e quello stagionato, più saporito. Fatti un po’ di strati, a piacere, si procede con il burro: fatto colorire senza bruciarlo, va messo sopra l’ultimo strato. La Ocikana è pronta».
La pietanza non va mangiata tutta, si lascia una parte nella terrina, sulla tavola, per la notte: al calare del buio, si dice, le anime dei morti che si ridestano per Ognissanti potranno cibarsene, nel loro breve viaggio di ritorno nel mondo dei vivi, concesso loro solo per questa notte così particolare.
«Si tratta di un piatto molto calorico, che dà molta energia, mangiato tutti insieme per affrontare, nei mesi già freddi, il duro lavoro nei campi e più spesso nei boschi». Ad accompagnare la polenta condita, che ancora oggi preparano tutte le famiglie dell’Alta Val Torre, poteva esserci, raramente, del vino. «Ognuno aveva una vigna fuori casa e il vino, seppure poco come quantità, faceva parte delle tradizioni della tavola – spiega Franca –; era un vino spesso acido, che si beveva subito perché non si conservava per molto tempo». (Paola Treppo)
Na praznik Vseh svetnikov in na dan Vernih duš je v gornji Terski dolini še živa navada, da pripravljajo ocikano. O tem nam je povedala domačinka Franca Sinicco, ki je stara 57 let.
Ocikana je mehka polenta iz koruznega in pšeničnega zdroba, ki je najprej rezana na kose, nato zabeljena z mlekom in potem posuta z ribanim dozorjenim sirom ter popraženim maslom. Nekaj ocikane so nekoč po hišah pustili za duše, ki so se na Vahte vrnile med živimi.
fonte archivio Dom
Bono!
RispondiEliminaCiao OLga.
Ciao Olga!
RispondiEliminaHai visto cosa è successo in Corea del Sud?Quanti morti e feriti.
EliminaO tak należy pamiętać o bliskich zmarłych.
RispondiEliminaCara Olga,
RispondiEliminaDavvero, Ognissanti e di Tutti i Morti ci connette nella fede!
Abbracci,
Mariette
Anche dalle mie parti si mangiava polenta e latte ma non so come la preparavano, io non l'ho mai mangiata ma lo sentivo dai racconti dei miei nonni e genitori. Buona domenica.
RispondiEliminaL'ocikana dev'essere molto buona.
RispondiEliminaIo ne sono ghiotta!Ciao
EliminaInteressante l'ocikana.
RispondiEliminaÈ bello sapere che dalle vostre parti c'è questa tradizione.
Noi invece cuciniamo: le costine con i ceci.
Muy interesante. Te mando un beso.
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