La guerra ricade come un macigno sul destino dell’Europa. E i governi e la Commissione scoprono, nelle ore più dure, la cruda realtà della propria dipendenza strategica dalle importazioni di gas russo. Le conseguenze dirette e indirette del tuonare delle armi potrebbero interrompere questi flussi, colpendo poderosamente cittadini ed economie. La paura ci spinge ora a guardare altrove per le nostre forniture energetiche, ma corriamo molti rischi.
La guerra rischia di far naufragare definitivamente l’asse fondante degli ultimi 40 anni nei rapporti fra Europa e Unione Sovietica prima, e Federazione Russa poi, ovvero l’interdipendenza energetica.
L’Ucraina, ponte geografico naturale fra i bacini gasiferi siberiani, gli ex paesi membri del Patto di Varsavia e le economie sviluppate di Germania, Italia e Francia, ha storicamente rappresentato la principale via di transito del gas russo verso l’Europa. Dopo la fine dell’epoca sovietica e i turbolenti anni 2000, con ben due crisi del gas fra Mosca e Kyiv, la rete di gasdotti si è infittita con nuovi flussi a circumnavigare il territorio ucraino. L’Europa importa circa il 40% del proprio gas dalla Russia, facendone un perno essenziale per le attività industriali ed economiche, oltre che per la vita quotidiana dei suoi cittadini.continua a leggere
L'Italia è messa male.
RispondiEliminaL'energia elettrica viene dalla Francia e il metano da Gazprom.
La Russia non ha attaccato l'Ucraina. Sì, ora le truppe russe sono sul territorio dell'Ucraina. Se l'Ucraina smettesse di bombardare Donetsk e Luhansk, la Russia porrebbe immediatamente fine alle sue operazioni militari.
RispondiEliminaCara Olga,
RispondiEliminaÈ triste che in effetti, noi di tutto l'Occidente, compresi gli Stati Uniti, stiamo finanziando questa aggressione russa verso l'Ucraina importando il loro gas ... Pagheremo TUTTI alla fine.
Abbracci,
Mariette