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Resia, quando l’equivoco si radica

L'OPINIONE DI RICCARDO RUTTAR

 Sarà forse anche la pandemia da Covid-19 a portare le menti dei reclusi da coprifuochi notturni, da confinati territoriali, da costretti a sprechi di «virtualità» nella vita quotidiana a suscitare voglie represse di aria aperta, pura, di natura, di panorami diversi da quelli dei balconi di città. Bisogno di aprirsi al mondo un po’ fantastico di monti, foreste, torrenti, borghi atavici, memorie e nostalgie dei tempi di quando padri e nonni, non ancora inurbati, vivificavano paesi e borgate del loro lavoro nei campi, nelle botteghe e officine artigianali. Una fuga consolatoria in emozioni e pensieri trascurati dalla quotidianità. Siamo al clou del bisogno di rivalsa e di libertà dopo un biennio di clausura forzata ed esplode anche nei mass media e sui social il richiamo alla natura e un impellente invito all’evasione.

Oggettivamente è bello ed entusiasmante riscoprire le bellezze che ci circondano, quelle della natura, specie dove mostra ancora le sue fattezze e le sue risorse originarie incontaminate; come può essere rivitalizzante e attrattivo ricercare le ricchezze culturali, quelle immateriali che ci vengono offerte in questo tentativo di ripresa collettiva dopo le chiusure da Covid. Così, nel nostro ambito locale, ad esempio può essere ascoltato il richiamo della mostra d’arte di Illegio (Tolmezzo), ma non è meno significativo quello della Piazza Unità triestina, dell’oasi faunistica di Grado e non meno interessante riscoprire il fascino misterioso delle grotte di Villanova, delle borgatelle della Val Resia ai piedi del Canin e quant’altro. Migliaia sono i luoghi, panorami, torrenti, edifici, chiese, paesi, piccoli tesori nascosti per valli, per monti e pianure; e sono lì, in attesa di essere visti, goduti, studiati, rispettati nella loro integrità e unicità. Non occorre andare lontano per godersi in sicurezza la possibilità di uscire di casa con la famiglia, di ritrovarsi con parenti e amici con un rinnovato senso di benessere e libertà, senza tuttavia dimenticare le opportune precauzioni.

Il mio scritto è comunque un implicito invito ai lettori a considerare con rinnovato interesse i luoghi a me cari, preziosi per essere stati quelli delle mie radici fisiche e culturali, per essere stati oggetto dei miei studi e del mio lavoro ultradecennale, nel tentativo di valorizzarli e preservarli. Parlo delle mie valli del Natisone in primis, ma per naturale estensione, di tutta la fascia confinaria caratterizzata dalla particolare cultura, dall’appartenenza etnica e linguistica slovena. Tutti conosciamo quanto queste caratteristiche, specie le varianti linguistiche, abbiano suscitato diatribe, discussioni, violenze di ogni genere nella storia italiana già dai lontani tempi dei plebisciti (1866), che instaurarono il Regno dei Savoia. Allora si proclamò: «Questi slavi dobbiamo eliminarli!».E, purtroppo il programma fu consequenziale; basti pensare che una legge dello Stato che riconoscesse e tentasse di tutelare la minoranza linguistica slovena venne alla luce solo alla fine del secondo millennio (L. 482/99) e all’inizio del terzo millennio (L. 38/2001). Fino ad allora fu un secolo e mezzo di dimenticanze, di pressioni snazionalizzatrici su tutto il territorio e sulla gente che l’abitava. I risultati si vedono ora dai borghi montani semidisabitati dove la natura sta ricoprendo di un immenso manto verde prati, pascoli, campi, orti e cortili.

Oggi potrebbe essere proprio questa natura rigogliosa a dar loro un nuovo senso per l’uomo che la ricerca e contribuire alla riscoperta anche delle ricchezze culturali di lingua, di tradizioni, di architettura, di arte, otre che di bellezze paesaggistiche. Credo che sia giunto il tempo di dare ragione alle giuste rivendicazioni delle comunità locali e del territorio in relazione alla propria storia, con la presa d’atto dei fattori che ne hanno condizionato l’involuzione.

Abbiamo tutti i mezzi per dare vero senso anche alla nostra ineguagliabile storia. Storia e vicende che vanno finalmente epurate dalle incrostazioni - retaggio delle politiche di snazionalizzazione ed assimilazione forzata. Chi altri può vantare le Banche di Antro e Merso, simboli di autonomia e orgoglio etnico e linguistico specifico? Chi può ancora non ridare valore ad antiche tradizioni come ad esempio quelle delle vallate di Resia? È un passato che dà valore al presente e come tale va rivisto nelle sue reali, documentate ricostruzioni.

A tal proposito una considerazione proprio sulla collocazione storica, antropologica e sociale della popolazione di Resia. Proprio su Resia ho letto di recente un interessante articolo, su un noto periodico dedicato alla platea femminile, della nota scrittrice gemonese Ilaria Tuti. «Identità nascosta», è il titolo. Lo trovo come esempio emblematico di come un’informazione parziale possa deviare il senso storico scientificamente documentato, specialmente trattandosi proprio di un argomento tanto dibattuto come quello dell’identità etnolingustica. Quanto sia corretta l’affermazione che il resiano sia «Una lingua parlata da una stirpe indipendente dal punto di vista glottologico» è fuorviante ed è sicuramente errato – dimostrato proprio da approfonditi studi glottologici – l’assunto «…assimilati per errore agli sloveni». Avrebbe fatto miglior servizio alla questione identitaria resiana, oggettivamente «combattuta», almeno una qualche forma dubitativa, magari cercando informazioni anche sull’altra sponda, quella documentata e non estrapolata da interpretazioni di parte.

È vero, se si entra in quel tessuto tradizionale, Resia è speciale per la sua caratteristica di isola tra i monti, del suo sviluppo culturale e linguistico più unico che raro. Ma anche Resia – come da proclama del 1866 – ha dovuto subire il trattamento di «particolare interesse» dello Stato italiano prima monarchico, poi fascista ed infine anche repubblicano.

Anche Tuti avrebbe potuto affrontare tematiche come la conclamata sindrome di Stoccolma o, in termini psicanalitici, l’identificazione coll’aggressore. È in parte incredibile come pervicacemente la questione linguistica abbia avvelenato al suo interno la vita degli sloveni della provincia di Udine: sloveno sì -sloveno no; resiano, po našin, natisoniano, paleoslavo, veteroslavo, rečansko, nediško, valtorriano… e via con la fantasia. Per quanto riguarda Resia è abbondantemente superata la tesi di oscure origini altaiche siberiane, o migrazioni dalle sponde kazakistane del Mare D’Aral. Tesi che hanno lo stesso valore probatorio del canto «La Roseane» che declama «Da la Russie l’antenat… soi di Resie, sin furlans».

RICCARDO RUTTAR

dal Dom del 15 giugno 2021



Stolvizza-Solbica foto di Valter della Schiava

da wikipedia

Intervallo natura

OPERA IN FRIULI VENEZIA GIULIA: SPETTACOLI ALL’APERTO PER TUTTI

 


Dal 19 giugno al 18 luglio 2021 si terrà il Piccolo Opera Festival tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia

Al via la 14esima edizione del festival diretto da Gabriele Ribis che si terrà in castelli, antiche dimore e giardini del Friuli Venezia Giulia e della vicina Slovenia. Agli spettacoli si uniranno visite guidate, aperitivi, degustazioni e passeggiate nella natura. Una manifestazione che vuole promuovere una cultura senza confini ed alla portata di tutti sia per contenuti che per prezzo, infatti molti appuntamenti saranno gratuiti. Sarà l’occasione giusta per avvicinarsi all’opera e alla musica e per conoscere luoghi meravigliosi del Friuli Venezia Giulia e della Slovenia. Scoprite i dettagli e il calendario nell’articolo e se avete domande non esitate a farle nei commenti in fondo.

“L’opera é una forma d’arte senza confini perché troviamo il balletto, il canto, le scenografie, i costumi: c’è un universo dietro fatto non solo d’arte ma anche di produttività, artigianato e tipicità di una zona. L’opera può diventare la nostra ambasciatrice nel mondo. Con il Piccolo Opera Festival vogliamo fare qualcosa di concreto per il territorio anche in termini economici. Un evento culturale deve dare un lascito concreto anche agli alberghi, ristoranti, produttori locali. La cultura è parte fondamentale del sistema economico del territorio.” Così afferma il direttore artistico Gabriele Ribis alla conferenza stampa tenutasi al Castello di Spessa lo scorso primo giugno.

Il programma: 5 sezioni per un totale di 24 spettacoli

Anteprima

La prima serie di eventi è intitolata “anteprima” e raccoglie due tipologie di spettacoli: i percorsi musicali e i concerti del gusto. Questa parte è appositamente pensata in vista della candidatura transfrontaliera Unesco del Collio Brda perché abbina la scoperta del territorio attraverso concerti in mobilità. Il primo concerto si terrà in una chiesetta per l’appunto sul Collio e dopo la prima parte musicale ci sarà lo spostamento a piedi in mezzo alle vigne seguendo i sentieri che attraversano il confine andando in Slovenia. Il 15 luglio ci sarà il coinvolgimento anche dei Colli Orientali con l’evento a Villa Accordini di Faedis.

L’opera

La seconda sezione è quella dell’opera lirica, più impegnativa ma anche più rappresentativa. Verrà eseguito il Don Pasquale di Gaetano Donizetti nel recentissimo teatro di Verzura del Castello di Spessa. Il team di regia è composto da tre ragazzi giovani provenienti dal Messico, dalla Serbia e dall’Italia; ci sarà l’accompagnamento della FVG Orchestra e del coro di giovani cantanti italiani, sloveni e croati. Questo genere musicale esplora sia repertori classici ma anche inusuali come nel caso di Maria de Buenos Aires, unica opera composta da Astor Piazzolla nel 1968 che racconta la sua idea di tango. Sarà rappresentata il 2 luglio a Vila Vipolže a Dobrovo in Slovenia ed il 3 luglio al Castello di San Giusto a Trieste.

Ribis sottolinea con fermezza che “l’opera non è ottocentesca, non è un museo e non è per anziani. Essa è più viva che mai, può rappresentarci ed è l’emblema della cultura italiana all’estero.”

La verde musica

La terza sezione è intitolata “la verde musica”. Si tratta di un format lanciato due anni fa in collaborazione con ERPAC, ente che tutela i parchi e i siti storici della regione. Queste cinque serate prevedono l’abbinamento di concerti di musica barocca o per piano e voce con la visita ai giardini delle ville e castelli. La sezione s’addice particolarmente alla scoperta del patrimonio storico e musicale abbinato anche alla formazione di giovani talenti: infatti i musicisti fanno parte dell’Accademia per l’Opera di Verona per musica barocca; parteciperà anche la coppia vincente del premio nazionale delle arti 2021. Ci sarà inoltre il debutto del castello di Miramare dove verrà rappresentata l’opera barocca Marc’Antonio e Cleopatra in coproduzione con il consolato serbo.

“I Balcani – afferma sempre Ribis – sono il territorio naturale di sviluppo del Piccolo Opera Festival sia dal punto di vista economico che culturale poiché c’è una grande voglia di scoprire la cultura e lo stile di vita italiani in questa zona.”

Castelli in aria

La quarta sezione si chiama “castelli in aria”. Sapete che ci sono oltre 150 castelli praticabili in Friuli Venezia Giulia? Quest’anno ricorre l’anniversario di tre famosi tenori italiani: Caruso, Corelli e Lanza. Si sono selezionati tre castelli – Formentini, Villa Gorgo e Dobrovo – ed altrettanti giovani tenori sotto i 35 anni per far ascoltare al pubblico i tenori del futuro. Il festival punta molto sulla formazione dei talenti: a Villa Gorgo parteciperanno i vincitori del concorso lirico online indetto dalla soprano Fiorenza Cedolins a cui hanno partecipato cantanti da tutto il mondo.

Non è un castello ma rappresenta una favola: in piazza Transalpina a Gorizia verrà rappresentato lo spettacolo Histoire du Soldat di Igor Stravinsky in collaborazione con il comitato europeo della cultura Nova Gorica – Gorizia 2025: in scena Stravinsky e la storia della prima guerra mondiale a cavallo del confine.

Circulata melodia

L’ultima parte è la “circulata melodia”, programma riservato a Dante Alighieri nel settecentesimo anniversario della sua morte. Il 30 giugno in piazza Capitolo ad Aquileia si suonerà la Dante Symphonie di Franz Listz con un progetto video creato su misura. Ci sarà il debutto all’Ara Pacis Mundi di Medea con protagonista il corno che è l’unico strumento citato da Dante nell’inferno: l’ensemble di ottoni della Roiâl FVG Brass Band risuonerà dall’alto del colle di Medea sulla pianura. Infine il 9 luglio alla Rocca di Cormòns verrà riprodotto il film muto Inferno del 1911 con accompagnamento dal vivo.

Opera in Friuli Venezia Giulia

Prenotazioni agli spettacoli del Piccolo Opera Festival Friuli Venezia Giulia

Per informazioni sulle date e il calendario completo visitate il sito www.piccolofestival.org e per le prenotazioni scrivete a tickets@piccolofestival.org o chiamate il numero +39 366 4218001. Alcuni spettacoli sono a pagamento, altri ad entrata libera: tutti vanno in ogni caso prenotati.

Un ringraziamento da parte del direttore Gabriele Ribis ai giovani talenti che sono del Friuli Venezia Giulia ma che lavorano all’estero: il Piccolo Opera Festival vuole contribuire a farli tornare in patria. Anche voi spettatori potete dare il vostro grande contributo partecipando a questi eventi

fonte .https://www.torzeando.com/friuli-venezia-giulia/opera-in-friuli-venezia-giulia/

BUON FINE SETTIMANA

 


Alla scoperta della “Ricchezza della Diversità Musicale”


In occasione del ventesimo anniversario dell'adozione della legge n. 482/99 ha predisposto un progetto con il quale presenterà al grande pubblico la “Ricchezza della Diversità Musicale” del nostro Paese attraverso una serie di eventi culturali. Al progetto, sostenuto finanziariamente dalla Regione FVG, collaborano numerose società e organizzazioni rappresentative delle comunità slovene, friulane e tedesche del nostro Paese. L'obiettivo è quello di presentare la variegata realtà musicale e culturale delle minoranze che da sempre arricchiscono il nostro Paese attraverso eventi musicali - concerti per solisti, cori e formazioni da camera - oltre ad altre forme di espressione artistica, come recitazioni e testimonianze.
Il primo appuntamento si svolgerà domenica 20 giugno, alle ore 15, presso l'Auditorium Comunale di Tarvisio. Il programma sarà co-creato da studenti e professori di Glasbena matica, un coro misto di Ugovizza e membri dell'associazione Kanaltaler Kulturverein. L'evento culturale di Tarvisio si svolgerà sotto l'egida del Comune di Tarvisio, e oltre alla già citata German Channel Association, partecipano anche il Centro Culturale Sloveno Planika e l'Associazione Don Mario Cernet.

Coro Matajur (registrazione d'archivio)

In estate, Glasbena matica organizzerà incontri simili con partner di progetto anche in altri luoghi. Il prossimo evento a Udine sarà al centro polivalente di San Pietro venerdì 25 giugno, alle 18:00. Protagonisti della serata, che si svolgerà sotto l'egida del Comune di San Pietro, saranno anche il coro maschile Matajur e i membri dell'Associazione culturale friulana Fûrclap - Grop Tradizional Furlan.
Il progetto proseguirà poi a luglio con la registrazione del coro Vikra al Palazzo Lantieri di Gorizia, e si concluderà a settembre a Trieste con il concerto del duo, composto dal chitarrista Marko Feri e dal fisarmonicista Igor Zobin.

tradotto dal Novi Matajur

una cartolina da LUICCO-LIVEK

 

   Avsa-Perati-Livek-Luicco -Slovenia

FOTO DI IGOR BALOH PARIN


Luicco  (in slovenoLivek) è un centro abitato della Slovenia, frazione del comune di Caporetto; esso comprende anche gli agglomerati di Golobi, Sturmi (Šturmi), Perati, Piki, Plohi, Avsa, Jevšček e Livške Ravne.

La località si trova a 7,3 chilometri a sud del capoluogo comunale e a 1,9 chilometri dal confine italiano, nell'alta valle del Isonzo nei pressi del crinale tra i monti Colovrat e Matajur

per conoscere la storia continua QUI https://it.wikipedia.org/wiki/Luico

Diecimila euro per un «kozolec»

 

L’amministrazione comunale di Stregna/Sriednje ha provveduto all’aggiudicazione dell’appalto dei lavori denominati «Scrigni di biodiversità: il recupero dei paesaggi terrazzati delle Valli del Natisone tra Savogna, Stregna e Prepotto lungo l’Alpe Adria Trail» a una ditta specializzata del settore per un importo di 115.484,16 euro. Oltre ai lavori sono previsti anche i seguenti interventi: acquisizione di un «kozolec» a Savogna per un importo di 10.000 euro, ripristini prativi con fiorumi ed essenze mellifere per 3.500 euro e acquisizione di 150 targhe indicatrici dei percorsi per 732 euro. Infine l’amministrazione Comunale intende dotarsi del «Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche » (Peba) con l’obiettivo di garantire la fruibilità, la sicurezza e l’accesso agli edifici, servizi e spazi pubblici per tutti i cittadini, in particolare le persone con disabilità fisica, sensoriale e/o cognitiva, gli anziani, i bambini, i genitori con passeggini e altre fasce «deboli» di popolazione. Per la redazione del piano l’amministrazione ha incaricato professionista specializzato del settore per un costo totale di 5.647,20 euro. (a cura di F. C.)

dal dom del 30 aprile

Amici-in-allegria: #Sonia Campagnolo

Amici-in-allegria: #Sonia Campagnolo:   *Copia incolla da GDV il giornale di Vicenza. Muore a 47 anni e sull'epigrafe fa scrivere l'Iban per sostenere gli studi della fig...

buon venerdì

 


'Manuela Di Centa valore aggiunto per la montagna Fvg'

 


"Una scelta che riconosce il merito e la competenza e che soprattutto gratifica il nostro territorio che adesso può contare all'interno del Ministero su una persona di grande prestigio, la quale sul tema del turismo sportivo della montagna conosce bene l'eccellenza e le potenzialità del comparto del Friuli Venezia Giulia". Lo ha detto oggi l'assessore regionale al Turismo Sergio Emidio Bini a margine della presentazione fatta in videoconferenza dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, della nuova consigliera per le materie turistiche di sport e montagna, Manuela Di Centa.

Come ha osservato lo stesso Bini, la crisi dovuta alla pandemia ha colpito fortemente il settore turistico montano e, nell'ottica di una ripartenza conseguente alle risorse messe in capo dalla Regione e all'avanzamento della campagna vaccinale, la qualità del supporto tecnico che la Di Centa è in grado di offrire è motivo di ottimismo per l'Amministrazione.

"In particolare - ha spiegato l'assessore - la sua delega, focalizzata sui grandi eventi sportivi, rappresenta l'opportunità concreta per valorizzare ulteriormente la montagna del Friuli Venezia Giulia, in un'ottica di sviluppo economico capace di rilanciare l'intero sistema dopo lo stop imposto dall'emergenza pandemica".

https://www.ilfriuli.it/articolo/viaggi/-manuela-di-centa-valore-aggiunto-per-la-montagna-fvg-/11/241125

poesia di Iztoh Osojnik

 


Quando ascolto la tua voce, Jure,

mi torna vivo in mente

come saltavi dai Brejc.

Ballavamo in una folle estasi,

probabilmente un po’ ubriachi, ancor più facile

che non lo fossimo. Era una di quelle notti

da inizio vita di due outsider,

anche se ci eravamo già profondamente persi

nella giungla della poesia.

Con invidia e brama ci osservavano

dalle poltrone appoggiate alle pareti.

Ma di questo allora ce ne rendevamo conto

solo a metà,

la passione che prorompeva

solo più tardi ha complicato radicalmente tutto.

Ora sono in gran parte tutti morti,

noi due invece continuiamo come pazzi a saltare,

con i capelli lunghi, una fauna macilenta

con una corona verde di foglie

e un rametto spezzato di fico

in testa,

e la morte è lontana

al di là del limite

del mondo.

Iztoh Osojnik

 https://wordpress.com/read/blogs/77265079/posts/13544#comments

Un libro fotografico per riflettere sull’abitare il confine e sul senso di comunità

  


‘Sclavanie’ è una di quelle parole il cui significato cambia a seconda di come viene pronunciato. Letteralmente è il termine friulano che indica la Slavia veneta o italiana, in passato però con essa veniva spesso identificato un territorio in termine dispregiativo: lì ci vivevano gli slavi, i montanari, gente diversa: in quanto considerati diversi, spesso inferiori, quelle stesse popolazioni tendevano a rinchiudersi, e a sviluppare al contempo un processo di disistima. Oggi per fortuna molte cose sono cambiate. Lo sa bene Davide Degano, un giovane di Ronchis di Faedis, con radici beneciane da parte di padre, che ha intrapreso un progetto fotografico ed editoriale a cui ha dato proprio quel nome, ‘Sclavanie’. Per esplorare, con esso, i fenomeni dell’emigrazione e dello spopolamento dei borghi delle vallate del Torre e del Natisone, ma anche per riflettere sui valori dell’abitare e del fare comunità.

Davide sembra essere di animo abbastanza irrequieto. In senso positivo. Dopo le superiori ha vissuto per tre anni in Australia, dove ha lavorato come fotografo commerciale. Ha lasciato quel continente per problemi di visto, un amico l’ha allora indirizzato alla Royal Academy od Art a L’Aja, in Olanda, dove si è laureato. Nel frattempo ha partecipato, con le sue fotografie, a varie mostre collettive e personali. “Mentre in Australia mi ero sentito come a casa – racconta – in Olanda ho incontrato una società troppo chiusa e individualista. Sono riuscito a lavorare e a pagarmi da solo gli studi per cinque anni, ma mi è sempre mancato il senso di comunità.” Quel senso di comunità che paradossalmente, ma forse non tanto, ha ritrovato a casa sua e nelle zone confinarie del Friuli. “Stavo ancora frequentando l’accademia quando, per qualche mese, sono tornato a casa per fotografare. Ho pensato così a questo progetto che vuole riflettere sull’importanza del locale attraverso una memoria comune. Un altro scopo è quello di fare qualcosa per preservare le minoranze presenti su questo territorio, una ricchezza unica in Europa”, spiega Davide, che a proposito del suo legame con la comunità slovena dice: “Non ne sapevo moltissimo, mia nonna da parte di padre parlava sloveno, era di Lasiz di Pulfero, ma quando è andata a vivere a Ronchis ha cercato di nascondere le sue origini, non insegnando la lingua ai figli. Mia nonna è morta, oggi non posso chiederle tutte le cose che vorrei.”
Le fotografie sono state fatte in varie località, da Stremiz a Prossenicco, dalla Val Resia a Montefosca. Vi sono ritratti sia paesaggi che persone.
Un luogo particolare, per Davide, è Robidišče, in Slovenia, a cavallo del confine e a pochi chilometri da Canebola: “Negli ultimi quindici anni il paese ha avuto uno sviluppo virtuoso fantastico, oggi ha una trentina di abitanti, richiama turisti soprattutto dal Nord Europa, ed è rimasto il paese di sempre. Un esempio di come le cose si possono fare.”
Il libro, a proposito di Canebola, tiene in esergo alcune parole di Ado Cont, che tanto ha fatto per la sua comunità e per l’amicizia e la collaborazione tra sloveni da una parte e dall’altra del confine. Le circa 90 foto sono accompagnate da didascalie dettagliate. L’antropologa Livia Maria Raccanello in un saggio descrive la sua esperienza nel processo di rivitalizzazione del piccolo borgo montano di Stremiz, mentre Michael Beismann, ricercatore indipendente e professore presso l’università di Innsbruck, analizza il fenomeno del ripopolamento nei piccoli borghi montani delle Alpi, in particolare in Svizzera e Francia, e confrontandoli con le problematiche ancora persistenti nei borghi italiani.
Per la pubblicazione, che dovrebbe uscire in settembre e sarà trilingue (italiano, sloveno e inglese) è ora in atto una raccolta fondi attraverso internet. Vi si può aderire attraverso il link: https://www.produzionidalbasso.com/project/sclavanie/

https://novimatajur.it/attualita/un-libro-fotografico-per-riflettere-sullabitare-il-confine-e-sul-senso-di-comunita.html


MICHELE OBIT, UN UOMO È ANCHE UN ARATRO (ESTRATTI)

 Un uomo è anche un aratro. Per la

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::consistenza
dei grumi e la ruggine che si attorciglia
attorno – e pietrose radici che si muovono
annusando riverberi d’acqua e gigli.
Un uomo è anche questo
ed a volte ce ne dimentichiamo
così stiamo a guardare il suo peso che
si riduce e la voce che stona –
poi passano gli anni – ed anche
quel peso e quella voce tornano terra
e l’aratro che cade di lato e s’inabissa.

(per Beppino De Cesco)

Michele Obit vive a S. Pietro al Natisone (Udine).
È direttore del settimanale bilingue «Novi Matajur» e presidente del circolo culturale “Ivan Trinko”, entrambi con sede a Cividale del Friuli. Ha pubblicato varie raccolte poetiche, l’ultima delle quali è Le parole nascono già sporche (2010). Ha tradotto in italiano i più importanti poeti sloveni delle giovani generazioni e scrittori come Aleš Šteger, Miha Mazzini e Boris Pahor. All’interno del festival ‘Stazione di Topolò/Postaja Topolove’ organizza la sezione poetica e il progetto di residenza per poeti e scrittori ‘Koderjana’.https://poetarumsilva.com/2015/04/12/michele-obit/comment-page-1/

Doremifasol, libri e caffè: [ATTUALITÀ] IL VALZER DEI VACCINI E LE MORTI EVITA...

Doremifasol, libri e caffè: [ATTUALITÀ] IL VALZER DEI VACCINI E LE MORTI EVITA...: Cambio di passo con triplo salto mortale carpiato . All'inizio delle somministrazioni di Astrazeneca in Italia e parliamo  del marzo di ...

GLI ASPARAGI

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante cibo e spazio al chiuso

Degli asparagi robusti di Adriano Del Fabro

Il primo documento friulano in cui si cita l’asparago è legato a un processo. Infatti, il 5 agosto del 1647, don Valentino di Stefano da Forame, viene condannato a 50 lire di multa per vari reati tra i quali c’è anche il furto di asparagi “nell’orto dei nobili di Attimis”.Durante il pranzo di nozze del conte Carlo Gabrielli, celebrate a Udine nel febbraio del 1727, vennero serviti anche gli “sparesi”, assieme a ostriche e carciofi.Nel maggio del 1773, le monache del monastero di Latisana, registrano sul loro libro dei conti, la “spesa in sparesi” per 3,15 lire, reiterata anche nell’aprile del 1774 e negli anni successivi.L’abate codroipese, Domenico Sabbadini, nel 1826, in una sua rima scrive: “Degli asparagi robusti / Che son grati a tutti i gusti, / E di maggio al ritornar / Mai non devono mancar”. La Tipografia Pascatti di San Vito al Tagliamento, nel 1838, diede alle stampe un opuscoletto di autore anonimo, intitolato: “Memoria sulla coltivazione degli asparagi e dei loro usi”.Tra i documenti sottoscritti nel “trattato di Cormòns”, alla fine della III Guerra d’indipendenza, nel 1866, si trova un elenco di prodotti di particolare pregio che comprendeva anche l’asparago bianco di Sant’Andrea di Gorizia. La sua fama venne poi confermata nello scritto del barone Carl von Czoernig: “Gorizia, la Nizza austriaca”, del 1873, dove si ricorda come: ”Il comune di Sant’Andrea nella prossimità di Gorizia coltiva su vasta scala gli asparagi che vengono spediti lontano… D’altro canto gli asparagi sono coltivati già da molto tempo con ottimi risultati sul territorio di Monfalcone che alimenta coi suoi prodotti il mercato di Trieste”. All’Esposizione di prodotti d’orticoltura e giardinaggio del 1868, tenutasi a Gorizia, G. F. del Torre mise in mostra degli “asparagi giganteschi”.In precedenza, nel 1844, l’abate Leonardo Brumati aveva segnalato come la coltivazione degli asparagi fosse presente negli orti familiari della Bisiacaria. Ancor prima, nel 1728, il pittore-incisore Antonio Dall’Agata magnificava i “grossi e bellissimi spariggi” del Collio.Il settimanale “L’Amico del Contadino”, stampato a San Vito al Tagliamento, si occupa della coltivazione degli asparagi pubblicando due articoli tecnici, nel 1847.Nel 1824, il poeta friulano Pietro Zorutti cantava la bontà degli asparagi di Tricesimo inserendoli nelle sette “Rarità del Friuli” e sorprendendosi della grossezza dei turioni di quella località che aveva ricevuto in dono. Il suo stupore venne poi registrato dall’abate Pirona nel Vocabolario friulano del 1928.L’importanza dell’asparagicoltura tricesimana non era sfuggita a Ippolito Nievo che, nella novella “La Santa di Arra” pubblicata nel 1855, menziona il contadino Tita che si reca a “menar gli asparagi sulla piazza di Udine”.

da vita nei campi


«Due città, un unico laboratorio europeo»

 La data non è stata ancora definita con precisione. Ma la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Gorizia è stata confermata. «In autunno verrò a farvi visita insieme al Presidente della Repubblica della Slovenia Borut Pahor perché Gorizia e Nova Gorica rappresentano un laboratorio di collaborazione europea di grande valenza e va sostenuto in ogni iniziativa». A ufficializzarlo, ieri mattina, lo stesso Mattarella che ha incontrato, al Quirinale, i sindaci di Gorizia Rodolfo Ziberna e di Nova Gorica Klemen Miklavič. Si sta già lavorando per determinare la data precisa cha sarà condivisa, nelle prossime settimane, assieme ai due primi cittadini. Mattarella ha ribadito il suo grande apprezzamento per il lavoro svolto dalle due amministrazioni comunali che ha portato a conquistare il titolo di Capitale europea della cultura per il 2025. Un risultato che va oltre i confini delle due città e rafforza ancora di più i rapporti fra Italia e Slovenia. In tal senso, il Capo dello Stato ha ricordato il legame di grande amicizia che lo lega al Presidente sloveno Pahor. «Ma si è parlato anche di economia - riferisce il sindaco Rodolfo Ziberna - e del progetto della Zese (la Zona economica speciale europea) riguardante le politiche di defiscalizzazione della zona confinaria. Mattarella ha dimostrato di conoscere bene la materia, e ci ha spronato a proseguire con forza su questa strada manifestandoci ancora una volta tutta la sua vicinanza. Un grazie davvero di cuore a questo Presidente che si sta dimostrando così vicino al nostro territorio e alla nostra gente». Molto soddisfatto anche il sindaco Miklavič. «Sono rimasto ancora una volta piacevolmente sorpreso dalla grande vicinanza di Mattarella - rimarca -. E il fatto che abbia voluto ulteriormente approfondire alcune tematiche, anche di carattere economico, fa chiaramente capire che ci sosterrà pienamente nel nostro percorso». Il sindaco Ziberna, come anticipato dal Piccolo, ha donato al Presidente della Repubblica una copia in miniatura della “Divina Commedia” realizzata nel 1888 dal tipografo goriziano Francesco Cossovel. «Questa originale creazione venne realizzata in via Morelli - rammenta ancora Ziberna - e penso si tratti di una fra le più piccole esistenti al mondo. La mia speranza è che Mattarella possa appenderla in qualcuno dei suoi uffici. Sarebbe una grande soddisfazione». Le tre cantiche del poema sono racchiuse in tre rettangoli mentre ciascun canto è compresso in una colonna di dimensioni estremamente ridotte. Una delle copie originali eseguite dallo stesso Cossovel è tutt’ora conservata nella Biblioteca Civica di Gorizia e riporta la data del 1888 e poi il colophon Francesco Cossovel-Gorizia, Austria Editore. Il sindaco di Nova Gorica Miklavič ha voluto, invece, regalare a Mattarella l’ultima pubblicazione del Comune su Nova Gorica. Francesco Fain (ilpiccolo.gelocal.it, 25. 5. 2021)

PLATISCHIS-PLESTIŠČE

 



Taipana (Tipána in sloveno[4]Taipane in friulano[5]) è un comune italiano di 565 abitanti del Friuli-Venezia Giulia. Fino al 1935 il comune prendeva il nome dell'odierna frazione di Platischis.Taipana sorge a 478 m s.l.m. tra i primi rilievi delle Prealpi Giulie, nel bacino del torrente Cornappo. Oltre al capoluogo fanno parte del comune le frazioni di Cornappo, Debellis, Monteaperta, Montemaggiore, Ponte Sambo, Platischis e Prossenicco, paesini che soffrono quasi tutti di un grave fenomeno di spopolamento....CONTINUA https://it.wikipedia.org/wiki/Taipana

Comitato pro Tagliamento in UNESCO – APS – Diamo voce al nostro FIUME

 Il Comitato pro Tagliamento in UNESCO – APS, istituito in data 10.10.2020 per valorizzare e promuovere il principale fiume friulano su entrambi i piani sia paesaggistico-ambientale sia storico-culturale, è attivo anche pubblicamente sin dall’inizio del 2021, anche quale Associazione di


Promozione Sociale formalmente iscritta all’apposito Registro Regionale presso la Regione Autonoma Friuli – Venezia Giulia.

Il Comitato a sostegno della Candidatura al Patrimonio Mondiale UNESCO del Medio Corso del Fiume Tagliamento quale Sito Misto sia Naturale sia Culturale pubblica e divulga tutte le proprie principali informazioni su composizione, attività, pubblicazioni, proposte sul seguente sito web istituzionale: https://www.comitato-pro-tagliamento-in-unesco.org

Il Comitato ha pubblicato sin dal Gennaio 2021 in formato PDF open source un apprezzato documento divulgativo sul Tagliamento e sulle sue grandi potenzialità sia naturalistiche sia umanistiche: https://www.comitato-pro-tagliamento-in-unesco.org/Tagliamento_Medio_Corso.pdf

Il Comitato ha pubblicato anche a Maggio 2021 sempre in formato PDF open source un atto pubblico regionale illustrativo di proposte idrauliche alternative le quali dimostrano che le opere faraoniche calate dall’alto sul Tagliamento non servono a nessuna reale esigenza di pubblico interesse la quale in ogni caso qualora esistesse potrebbe venir soddisfatta con interventi molto più economici e anche molto più compatibili col patrimonio sia naturale paesaggistico-ambientale sia umano storico-culturale: https://www.comitato-pro-tagliamento-in-unesco.org/Tagliamento_proposta_alternativa_MAGGIO_2021.pdf

Il Comitato ha sin dall’inizio avviato a livello prima locale e poi anche regionale una vera e propria campagna di sensibilizzazione presso tutte le Autorità e Istituzioni Pubbliche e Private interessate al fine di proporre e sostenere non solamente la Candidatura che costituisce il proprio principale obiettivo associativo, al massimo livello (costituito dal Patrimonio dell’Umanità: come le Dolomiti Friulane oppure Aquileia o Cividale) e in forma trasversalmente completa (quale Sito Misto: sia Naturale sia Culturale), oltre a una adeguata valorizzazione ad ogni livello di tutto ciò che il Tagliamento rappresenta per il Friuli.

Il Comitato fa appello al sostegno di tutte le persone di buona volontà per salvare un fiume unico al mondo o almeno in tutta Europa e tutto ciò che rappresenta per il Friuli e i Friulani.

Comitato pro Tagliamento in UNESCO – APS
WEB www.comitato-pro-tagliamento-in-unesco.org

BUON INIZIO SETTIMANA

 


Disse il Sole alla Rosa:
“sei bella e profumata
però, quando io voglio,
sarai da me bruciata”.
La Rosa ribattè:
“non provo soggezione
perchè rifiorirò
la prossima stagione”.
Dà il Sole gran calore
ma più del Sole il cuore.
(“Il Sole e la Rosa”, vecchio proverbio)

MONTEAPERTA-VIŠKORŠA

 

                                                                                   SS.TRINITA'