Legge per la montagna con gli sloveni È importante collegare il nuovo provvedimento regionale con le disposizioni della 38/2001 Dunque la Regione sta preparando una nuova legge specifica per il territorio montano. Come anticipato al Dom dal consigliere regionale Giuseppe Sibau, uno degli artefici della bozza ora all’attenzione dell’assessore alla Montagna, Stefano Zannier, il provvedimento si pone l’obiettivo di alzare il livello della qualità della vita nell’area montana che oggi è messa peggio, non di dare ulteriori risorse a località dove già esiste un fiorente movimento turistico, come Tarvisio, Sappada, Piancavallo, Zoncolan... Il principio dovrebbe essere quello di impiegare i fondi a disposizione (nel loro ammontare si misurerà la reale portata della legge) per migliorare le situazioni di quelle frazioni montane che sono più colpite da spopolamento, attraverso azioni specifiche volte a garantire anche alla popolazione montana gli stessi standard qualitativi delle altre zone del territorio regionale e a sostenere con contributi specifici l’acquisto e la ristrutturazione di immobili da destinare a prima abitazione a favore di coloro che trasferiscono la propria residenza e dimora abituale. Eppure la molla economica non basta a far rivivere la montagna. Fondamentale resta la motivazione identitaria. Gli estensori della bozza per la nuova legge ne sono consapevoli, quando scrivono che «la Regione riconosce nei valori dalla cultura tradizionale della montagna e dalle culture locali il mezzo fondamentale per rendere la gente di montagna consapevole delle proprie origini e della propria identità». Questo vale per ogni territorio montano e tantopiù per il Friuli Venezia Giulia, dove le cosiddette terre alte sono abitate da comunità di lingua slovena in Benecia, Resia e Valcanale, tedesca a Sappada, Sauris, Timau e Valcanale, friulana nelle altre valli. Ecco perché appare fondamentale anche un collegamento tra il testo che si va delineando e la legge di tutela per la minoranza slovena, della quale il prossimo 23 marzo cadrà il ventesimo anniversario dell’entrata in vigore. L’articolo 21 della 38/ 2001, infatti, prevede la tutela degli interessi sociali, economici ed ambientali del territorio in cui è insediata la comunità slovena. Per lo sviluppo di Slavia, Resia e Valcanale è previsto addirittura un contributo annuo straordinario. Ciò significa che lo Stato ha già riconosciuto la specialità del nostro territorio e la necessità di risollevarlo da una situazione socio-economica catastrofica. Con quel denaro in vent’anni sono state finanziateopere pubbliche, sostenute imprese agricole e forestali, promosso lo sviluppo turistico. Come abbiamo ricordarto molte volte in vent’anni da queste colonne, il mezzo milione rappresenta un’affermazione di principio, una base sulla quale innestare tutta una serie di interventi. Ma questo non è avvenuto, non si è mai trovata la volontà politica, nel centrodestra come nel centrosinistra, di dare un seguito concreto a quella disposizione. Ciò anche da parte dei politici espressione della comunità slovena e anche all’interno delle organizzazioni della minoranza. Del resto, già nella fase di stesura dell’articolato, quella disposizione era stata osteggiata da molti. È importante, tuttavia, avere già un quadro legislativo. Se lo stanziamento fosse portato, ad esempio, a dieci milioni (che per le casse dello Stato e della Regione sarebbero del tutto sostenibili) già si potrebbe dare uno scossone alla situazione. La nuova legge regionale per la montagna è sicuramente un’ottima occasione per riprendere il discorso.
Ezio Gosgnach
da slovit del 31.03
Ciao Olga... È importante che le regioni di confine abbiano una buona comunicazione sociale, a causa della loro interrelazione.
RispondiEliminaCordiali saluti.