Sale e pepe, locale d’eccellenza delle Valli del Natisone, “si prende una lunga pausa”, affidando a poche righe sul proprio profilo facebook la comunicazione della scelta evidentemente sofferta, giunta al termine di un anno particolarmente difficile per i ristoratori. La “lunga pausa” della trattoria di Stregna non è però un caso isolato. Lo scorso anno ha chiuso i battenti anche ‘La Posta’ a Clodig di Grimacco.In epoca pre-covid, nel 2019, aveva già cessato la propria attività lo storico albergo ristorante ‘Al Vescovo’ di Pulfero. Ancora prima lo stesso destino è toccato al ristorante ‘Alle querce’ di San Pietro al Natisone e alla trattoria ‘Alla fontana’ di Oculis.
Motivazioni diverse e certamente personali alla base di queste scelte. È difficile però non scorgere un filo conduttore comune quantomeno negli effetti, quello cioè di un territorio che continua a soffrire la marginalizzazione, la progressiva riduzione dei servizi essenziali, il calo demografico strutturale che rende difficile il ricambio generazionale. Cui si è aggiunta la pandemia con le misure restrittive sugli assembramenti che hanno colpito maggiormente i ristoratori rispetto ad altre categorie e che hanno dato un’accelerazione alla spirale già in atto.
Eppure prima del covid – e in misura quasi sorprendente anche durante la scorsa estate di tregua – i segnali per un rilancio dei territori a ridosso del confine c’erano: pernottamenti e presenze in aumento, investimenti anche nel campo dell’accoglienza e della ristorazione, pure di realtà già strutturate che hanno deciso di ampliare nelle valli la loro offerta (anche di imprenditori sloveni dell’alta valle dell’Isonzo). L’auspicio per tutti è che si possa finalmente elaborare strategie e pianificazioni che siano in grado di invertire la tendenza. In modo da non disperdere quanto questi ristoratori hanno seminato nel tempo, avviando con successo non solo un’attività economica tout court, ma una vera e propria innovazione culturale che ha saputo valorizzare con gli strumenti contemporanei i prodotti e la cucina tipica e unica della secolare tradizione valligiana.
Beh si auguriamoci che si possa tornare a muoverci e fare del turismo un volano per l'economia, in particolare delle zone di montagna
RispondiEliminaDovrà pur finire questa malattia.
RispondiEliminaCiao OLga.
In tutta Italia compaiono cartelli sui negozi con la scritta chiuso. Il governo sta ammazzando l'economia nazionale e i poveri sono in aumento.
RispondiEliminaBuon pomeriggio.
Speriamo davvero che questa epidemia volga al termine e che si possa tornare a visitare i nostri bellissimi paesi!
RispondiEliminaBuon 8 marzo
Ciao Olga...che bella veste primaverile hai messo al tuo blog, sembra quasi di poterle raccogliere quelle margherite. Ciao e buona serata con un sorriso.
RispondiEliminaCiao Olga. è un dramma per tutte le aziende legate all'ospitalità e al turismo. Conosco un'amica che ha un'agenzia di viaggi che viene dai suoi genitori e che da una situazione ottima di un anno fa, è passata a una situazione drammatica.
RispondiEliminaAbbracci.
La situazione è drammatica ovunque.
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