Nell’ultima riunione della Commissione consultiva regionale per la minoranza slovena, tenutasi l’1 dicembre, l’Unione economica culturale slovena (Skgz) ha proposto e difeso la riduzione da 80.000 a 20.000 euro del contributo all’insegnamento della lingua slovena in Valcanale. Sembra incredibile, addirittura assurdo, che l’iniziativa di interrompere l’apprendimento dello sloveno nelle scuole statali sia stata assunta da una delle due organizzazioni apicali della minoranza slovena, ma è proprio così. Per la serie: facciamoci del male da soli.Certo, il taglio è stato motivato dalla necessità di attingere i fondi per i docenti di sloveno nelle scuole dei comuni di Tarvisio e Malborghetto- Valbruna dal bilancio del ministero della Pubblica istruzione e non dai fondi per le attività culturali della minoranza slovena. Questo è previsto dalla legge di tutela 38 del 2001, ma francamente è impossibile che il meccanismo possa scattare nel giro di pochi mesi, quando è restato lettera morta per quasi vent’anni. Dunque, togliere quegli 80.000 euro, che non sono nemmeno sufficienti a coprire l’intero monte ore necessario, significa interrompere il progetto d’insegnamento trilingue italiano-sloveno-tedesco perseguito con caparbietà dall’Istituto scolastico omnicomprensivo di Tarvisio, dalle due amministrazioni comunali e dai circoli sloveni e tedesco della Valcanale. Perché quello che si attua già il quinto anno a Ugovizza e il secondo a Tarvisio e Camporosso è un progetto serio, preparato e seguito da esperti provenienti da università italiane, slovene e austriache.Non si tratta, dunque, di semplici «corsi» extrascolastici, come è stato insinuato in commissione. Ma questo i sostenitori del taglio dovrebbero ben saperlo, dato che il progetto è stato presentato sul campo anche a loro. Come ben sanno pure che il passaggio del progetto in carico al ministero non è affatto imminente, anche se è stato prospettato durante la visita della ministra per gli Sloveni d’oltreconfine e nel mondo lo scorso mese di luglio.C’era, però, la volontà di spostare i fondi ad altri soggetti, naturalmente fuori dalla provincia di Udine. Per un pugno di euro si può fare tutto. Anche lasciare senza sloveno quasi 250 bambini.ttps://www.dom.it/v-bran-vecjezicnemu-pouku_a-difesa-dellinsegnamento-plurilingue/
Ciao, Olga. Qualsiasi cosa per difendere e proteggere le lingue minoritarie è benvenuta.
RispondiEliminaUn abbraccio.