DETTO FRIULANO

DETTO FRIULANO
Quando mi alzo al mattino,mi guardo in giro: la montagna...la pianura... Una voce nel cuore mi dice:

FRIULI

FRIULI

BLOG DI OLGA

BLOG  DI OLGA

CERCA NEL BLOG

translate

antifascista

antifascista

separatore

separatore

libri

6 ott 2020

Il Friuli-Venezia Giulia: mosaico di lingue, lingue di minoranza e dialetti

 

dal web



di Fabiana Fusco*

Il Friuli-Venezia Giulia costituisce, da secoli, uno spazio di complesso contatto interlinguistico. Le basi dell’attuale situazione sono da ricondurre a fatti storici di immigrazione e insediamento che hanno collocato uno a fianco all’altro i Romani, i Germani e gli Slavi: la regione rappresenta così un esempio interessante – per varietà di fenomeni e per l’estensione temporale in cui possiamo osservarli – di comunità plurilingue. La storia del Friuli-Venezia Giulia e delle sue lingue è stata condizionata in buona parte dalla posizione geografica, ovvero dalle sue relazioni sulle direttrici europee nord-sud ed est-ovest: la regione si configura come punto obbligato di passaggio e di incontro.
 
Italiano, marilenghe, germanico e slavo
 
Non è un caso quindi che la sua fisionomia linguistica sia piuttosto articolata, contemplando da un lato idiomi neolatini, quali l’italiano (nella sua forma standard e nelle sue varianti regionali), il friulano (furlan, anche detto marilenghe, cioè ‘lingua materna’) e il veneto (il veneto udinese a Udine, il ‘bisiaco’ nel territorio di Monfalcone, le parlate delle località lagunari di Marano e Grado e altre lungo il confine occidentale e sudoccidentale), dall’altro gli idiomi di ceppo germanico (presenti nello spartiacque alpino tra Friuli e Austria) e slavo (distribuiti lungo la fascia che segue il confine con la Slovenia) che determinano aree plurilingui di notevole interesse storico e sociolinguistico. Questo intreccio delinea un panorama linguistico peculiare in cui trovano spazio ulteriori varietà locali e regionali, la cui presenza è dovuta ai massicci spostamenti di gruppi provenienti da varie regioni italiane, ma soprattutto molte lingue ‘altre’, parlate da gruppi che scelgono il Friuli come approdo stabile o luogo di transito: si tratta di flussi migratori di una certa consistenza numerica che hanno portato manodopera prima dai Paesi dell’Est e poi dalle aree più depresse del mondo.
 
I Patriarchi e gli Slavi
 
La fisionomia linguistica del friulano acquista tratti ben delineati a partire dal X secolo. Lo testimoniano il completo assorbimento delle parlate dei coloni slavi chiamati dai Patriarchi a ripopolare le zone della media pianura friulana e la resistenza alla pressione linguistica e culturale del mondo germanico, di cui il Friuli fu parte integrante fino al 1420, anno della dedizione del Patriarcato di Aquileia alla Repubblica di Venezia. Il governo della Serenissima sul Friuli si protrae fino al 1797, rimpiazzato dai Francesi di Napoleone e poi dagli Austriaci fino al 1866, quando a essi subentra il Regno d’Italia.
 
A Trieste niente friulano
 
Il friulano, parlato oggi da ca. 5.000.000 di persone, è una delle minoranze linguistiche storiche incluse nella legge 482/1999 ed è oggetto di tutela anche da parte di norme regionali, in base alle quali è stata anche definita una grafia ufficiale: in applicazione di tali leggi sono state incoraggiate iniziative per la salvaguardia e la diffusione della lingua e progetti di normalizzazione e standardizzazione, che talora sono espressione di istanze non solo culturali ma anche ideologiche e politiche. Va poi segnalato che la diffusione del friulano nella regione non si presenta in modo omogeneo: esso si mostra forte e compatto nelle aree montane e collinari e in quelle distanti dai centri maggiori e dalle vie di comunicazione, nei territori delle province di Pordenone e di Gorizia, ma nei centri urbani ha ceduto il passo all’italiano. Va poi sottolineato che il modello linguistico non è monolitico, e all’interno dell’area friulana convivono tipologie dialettali (occidentale, centro-orientale e carnico), per quanto riconducibili a un diasistema che assicura la mutua intercomprensione. Merita attenzione il fatto che un tempo anche a Trieste e a Muggia si parlava il friulano che è stato abbandonato nella seconda metà dell’Ottocento a favore del tipo veneto.
 
Friulano, vincolo di coesione comunitaria
 
Si può affermare che il friulano soddisfi esigenze comunicative legate alla pratica quotidiana e all’ambiente rurale e tradizionale, mentre più recenti sono gli usi amministrativi e ufficiali: attualmente il rapporto tra italiano e friulano è interpretabile nei termini di un bilinguismo in cui possono intervenire parziali sovrapposizioni e coincidenze funzionali, poiché la marilenghe viene talvolta adoperata nella scrittura letteraria e nella comunicazione pubblica mentre l’italiano, in quanto lingua nativa di gran parte dei parlanti, dilata sempre più il proprio spazio comunicativo anche ai domini informali. Il regresso del friulano è in ogni caso accompagnato dal fatto che esso viene percepito come un vincolo di coesione comunitaria: la storia della regione, la conformazione del territorio, il temperamento degli abitanti poco inclini alle innovazioni, il contenuto processo di urbanizzazione hanno in ogni caso agevolato il delinearsi di una varietà spiccatamente individuale rispetto al resto dell’Italia settentrionale e il mantenimento di un rilevante grado di vitalità.
 
Le comunità di lingua tedesca nel territorio friulano
 
Le comunità di lingua germanica disseminate lungo le aree alpine del Friuli ( link all’articolo di Marco Caria ) hanno avuto fin dall’inizio caratteri di insediamenti spontanei da parte di gruppi esigui di persone, allontanatisi verosimilmente dalle valli carinziane nel corso del XIII sec. alla ricerca di occupazione nell’estrazione mineraria (a Sappada/Plodn, ora in provincia di Belluno e a Timau/Tischlbong, ca. 700 abitanti, nella valle del But) o di sfruttamento di terre spopolate (a Sauris/Zahre, ca. 500 abitanti, nell’alta valle del Lumiei). Diversa è la vicenda dei tedescofoni della Val Canale/Kanaltal (con i centri principali di Pontebba/Pontafel e Tarvisio/Tarvis) sudditi fino la 1918 dell’Impero Austro-Ungarico. Si tratta di comunità che usano varietà di tedesco o austro-bavarese, talora a stretto contatto con sloveno e friulano in contesto plurilingue. Negli ultimi decenni si osserva, in specie fra i giovani, un progressivo cedimento delle antiche parlate: tale regresso è in parte rallentato dalla riscoperta delle proprie origini e da una più matura consapevolezza linguistica, favorite da molteplici iniziative promosse dalle associazioni culturali e dalle istituzioni locali.
 
Le comunità slovenofone del Friuli Venezia Giulia
 
Trovano spazio lungo la fascia montuosa e collinare del confine nord-orientale tra Italia e Slovenia. Parte di quest’area (alta valle del Torre e valli del Natisone), appartenente alla provincia di Udine, è anche nota, per l’antica dipendenza dalla Repubblica di Venezia, come Benècija o Slavia Veneta. Dal punto di vista linguistico, le comunità slovenofone sono suddivise in vari gruppi dialettali da nord verso sud: lo zegliano (zilijsko), propaggine italiana, acquisita dopo il primo conflitto mondiale, del dialetto della valle carinziana di Zeglia, ancora diffuso in alcuni centri della Val Canale (Kanalska Dolina), a contatto con dialetti tedeschi e i friulani; il resiano (rezijansko), in uso nei paesi della Val di Resia, che, esibendo tratti conservativi, rappresenta un caso a sé tra i dialetti sloveni del Friuli; il tersko, cioè i dialetti del Torre, sulle Prealpi, con diramazioni verso l’area pianeggiante; il nadiško, ossia i dialetti della Val Natisone (e delle valli contermini), tipo più vitale ed esteso. A questi si affiancano le varietà della provincia di Gorizia (briško cioè del Collio o collinare) e di Trieste (kraško, parlato prevalentemente nei paesi del Carso).
Di tale articolata compagine va sottolineato che gli slavofoni della fascia prealpina orientale del Friuli hanno saputo preservare fino ai nostri giorni la loro antica parlata avvantaggiati dal relativo isolamento in cui si sono trovati i loro insediamenti, situati in aree scarsamente popolate, e dal tenace radicamento alle origini etnico-linguistiche. Sul piano del riconoscimento e della tutela, gli sloveni della Provincia di Udine sono stati lasciati un po’ nell’ombra fino all’entrata in vigore della legge 38/2001, che intrducendo “Norme per la tutela della minoranza linguistica slovena della Regione Friuli-Venezia Giulia”, ha promosso una significativa politica linguistico-culturale di sviluppo degli idiomi locali; alla normativa statale si sono poi affiancati provvedimenti regionali. Diverso è stato il trattamento riservato alle altre comunità slovene della regione, che godono della tutela da parte dello Stato, in particolare nel settore scolastico, prevista alla fine del secondo conflitto mondiale dal Memorandum di Londra del 1948 e poi dal Trattato di Osimo del 1975.
Gli abitanti delle aree slovenofone non sono concordi nella scelta degli strumenti e del modello linguistico da proteggere e promuovere, che alcuni vorrebbero appiattire sullo sloveno letterario, ritenuto in grado di salvaguardare anche l’identità linguistica delle valli della provincia di Udine. A tale opzione si oppone tuttavia una parte consistente della popolazione, che vi ravvisa un tentativo di imporre una lingua che non percepisce come sua (lo sloveno letterario), a svantaggio delle parlate locali, che sono considerate invece il patrimonio da tutelare. La ragione di tale atteggiamento dipende anche dalla consapevolezza che esiste un forte legame partecipativo con le vicende storiche e culturali del Friuli (e indirettamente, dell’Italia) mentre i rapporti con gli Sloveni dell’opposto versante alpino, seppur mai interrotti, non sono stati mai così stringenti. Fino a qualche anno fa, inoltre, ribadire le relazioni di parentela linguistica coi vicini della ex Repubblica Iugoslava assumeva in alcune comunità il valore di accettazione di un simbolo politico sgradito a molti.
 
*Fabiana Fusco è professore associato di Linguistica e Teoria e storia della traduzione presso l’Università degli Studi di Udine. I suoi interessi scientifici si rivolgono all’ambito della sociolinguistica italiana e di area friulana, dell’interferenza linguistica (Che cos’è l’interlinguistica, Roma, Carocci 2008) e della storia e delle tecniche della traduzione Dal 1997 collabora con il Centro Internazionale sul Plurilinguismo di cui è Direttore Vicario.
 

5 commenti:

⚠️Gradisco commenti e critiche per la crescita del blog.
Generalmente rispondo ai commenti,ma seguendo parecchi blog non sempre ci riesco.
OLga 😻

follower

separatore

separatore

Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

evidenzia

👉A Pordenone le ciliegie a prezzi proibitivi

 Ciliegie a 20 euro al chilo nel supermercato,non in giolleria.La raccolta è stata danneggiata da pioggia,freddo insetti.Le ciliegie proveng...

Etichette

. * abitudini acque acrostico afganistan aforisma aforismi alberi almanacco alta val torre ambienrte ambiente animaii. animali antichi mestieri antifascismo archeologia arte arte. articol articoli articoli. articolo articolo. artigianato astronomia atricolo attività attrezzi agricoli attualiità attualità attualità. attualtà atualità audio auguri autunno avviso avviso . benecia benecia. benecija benečija benvenute bilinguismo blog caldo canzone canzoni carnevale carnia cibi cibi tipici cibi tipici. cibi. cinema citazion. citazione citazioni citazioni; citazioni. citazoni classifica clima collage commenti commento. consigli corso covid covid19 cronaca cronaca. cronata cucina cultua cultura cultura. cultura.storia culura curiosità dedica detti detto documenti dolci dom dom. editoriale esperienze eventi eventi. eventi.resia/rezija evento evnti fauna favola favole fb fede filastrocca film fiori flora flore folclore foto fotografia fotografie fotorafie frase frasi freddo friulano friuli friuli. frutta frutti futuro FVG grandine guerra haiku haiku. IA icorrenze imitando la Meloni. in memoriam informazioni iniziative intervista invocazione istruzione jeggende jesen lavoro leggenda leggende leggende. leteratura italiana letterarura letteratra italiana letteratua letteratura letteratura dialettale slovena letteratura italiana letteratura italiana. letteratura russa. letteratura slovena letteratura straniera letteratura. letteraura letteretura straniera lettertura lettura libri libro libro. lingua lingua friulana lingua friulana. lingua italiana lingua slovena lingue lingue slave lingue.fvg. lioghi luoghi luoghi. luoghi.video lutto mamma memoria mestieri meteo migranti migrazione minoranza slovena minoranze minoranze linguistiche mio video mitologia mondo moreno musei musica musica. narodni dom natale natura neve notizie novi matajur nuovo blog oggi opinioni osservazioni pace paesi pagine parlamento parole parole. pensieri pensieri. personaggi personaggi. personagi personggi pianeta piante piante. pittori poesia poesia slovena poesia. poesie poeta poeti politica precisazione. premio progetto proposta proverb proverbi proverbì proverbi. proverbi.friuli proverbio proverbio. provrbio quadri racconto razzismo reblog reblog. resia ricetta. ricordi ricorenze ricorrenza ricorrenze ricorrenze. riflessione riflessioni romeo trevisan russia. russia/ucraina salute saluti saluti. saluto saluto. sanità scienza scuola scuola. senza categoria settimana simboli slava slavia slovena sloveni slovenia slovenia. slovenia.foto slovenija slovenija. sloveno spettacoli sport sport. storia storia.lingua slovena storie tentativo tradizioni traduzione trieste turismo turismo. turismo.friuli tv ucraina umorismo usanze usanze. usanze.ricorrenze utilità. vajont val canale val torre valli del natisone valli natisone varie viaggi vid eo video video. video.friuli vignetta vignetta. vignette vignette. villanova grotte vinetta

julia

https://ju17-12.blogspot.com/

slide benecia

slide benecia
benecia

slovely

https://www.slovely.eu/

questo blog

Questo blog parla delle minoranze linguistiche del Friuli:SLOVENA,FRIULANA eTEDESCA,articoli dei giornali della minoranza slovena,degli usi,costumi,eventi e tanto altro.Buona lettura.OLga

slovely (sito per gli amanti della slovenia)

traffico tempo reale

inno SLO

Brindisi Zdravljica inno sloveno "Vivano tutti i popoli che anelano al giorno in cui la discordia verrà sradicata dal mondo ed in cui ogni nostro connazionale sarà libero, ed in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico!"

olga Uk

https://olga-verse.blogspot.com/

Twitter

Trinko

Trinko

ultimi commenti 👁️‍🗨️

grazie

grazie