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12 giu 2023
11 giu 2023
Qui tra prevenzione e illusione
Tu med preventivo in iluzijo
Qui tra prevenzione e illusione
Non sono di certo passate inosservate, nelle Valli del Natisone, le tremende immagini delle esondazioni in Emilia Romagna. Il ricordo è andato dritto al 5 giugno 2020, quando una quantità eccezionale di pioggia (180 millimetri), scaricatasi in poche ore sulle convalli del Natisone, dell’Alberone, dell’Erbezzo e del Cosizza, provocò vasti allagamenti da Biarzo ad Azzida, dalle pendici del Matajur fino a Cosizza e Scrutto.
Chi le ha ben vive negli occhi quelle immagini è senza dubbio il sindaco di San Pietro al Natisone, Mariano Zufferli, che in quelle ore, come primo responsabile di Protezione Civile per l’incolumità dei propri cittadini, era in prima linea ad affrontare il disastro.
«La zona di Tarpezzo fu interessata da frane e smottamenti, al punto di dover sgomberare una casa; nella zona di Azzida, alla confluenza dei torrenti Cosizza, Alberone ed Erbezzo, tutto l’assetto idrico andò in tilt, e perfino la statale 54 fu trasformata in un fiume – racconta Zufferli –. Purtroppo vedere oggi le immagini dell’Emilia Romagna mi porta a fare delle considerazioni amare, anche se non ho perso la speranza di poter fare qualche cosa di importante per la prevenzione degli eventi alluvionali sul mio territorio».
L’esperienza di Zufferli, infatti, ha dell’incredibile e getta una lunga ombra sul significato della parola prevenzione che in queste ore viene ripetuta ossessivamente da politici e tecnici. «La prima brutta sorpresa fu che, dopo numerosi e interminabili sopralluoghi e valutazioni, i comuni delle Valli colpiti non vennero inseriti nel perimetro della calamità naturale e rimasero esclusi da quel tipo di aiuti straordinari», evidenzia Zufferli. Ma l’amministrazione di San Pietro al Natisone non si fece scoraggiare. «Capimmo che non potevamo solo rincorrere gli eventi straordinari e riparare i danni, ma che ci voleva una strategia per anticipare le catastrofi attraverso una adeguata politica di prevenzione. Per questo conferimmo ad una società specializzata uno studio sul terreno, costato oltre 20 mila euro, per capire cosa si doveva fare per mettere in sicurezza idrogeologica il nostro territorio».
Lo studio ha arricchito non poco la cartografia di rischio elaborata dalla Protezione civile regionale per il comune di San Pietro al Natisone e su questa base si decise di inserire questi interventi nel piano triennale delle opere pubbliche e di inoltrare domande di finanziamento per effettuare gli interventi attraverso due canali: i fondi dedicati a questo scopo dalla Protezione civile regionale e i fondi messi a disposizione dai vari ministeri nazionali.
Risultato? Zero assoluto! «Sia la Regione che Roma non hanno dato seguito alle nostre richieste – spiega Zufferli –. Non ho perso la speranza di vedere concretizzato ciò che serve al nostro territorio. O deve prima accadere una disgrazia prima che ci si renda conto che è necessario agire?».
Zufferli ne ha parlato recentemente con un viceministro e si dice fiducioso che un supporto arriverà. Intanto l’attenzione del sindaco è sempre concentrata sul gruppo comunale di Protezione civile, formato da volontari, essenziale per gestire le emergenze.
«Sono infinitamente grato a chi si mette in gioco e assume una responsabilità e un impegno per proteggere gli altri e in particolare i più deboli – evidenzia il sindaco –. Mi rendo conto, però, che in questo campo bisogna fare sempre di più e meglio per contrastare il cambiamento climatico. Occorrono più mezzi, ma anche un personale con una età media più bassa: oggi abbiamo tanti anziani nei gruppi comunali e questo è anche un ostacolo alla formazione e all’ingres-so di nuove competenze».
Sulla base dell’esperienza vissuta, Zufferli sa che spesso a fare la differenza sono le persone sul campo: «I piani di emergenza sono fatti molto bene e abbiamo cercato di diffonderli il più possibile tra la popolazione. Ma quando un fiume esonda, d’improvviso cambia la geografia di un territorio e ciò che è scritto sulla carta può risultare non più adeguato. Fondamentali sono le risorse umane che operano nei gruppi comunali di Protezione civile».
Zufferli intende organizzare presto degli incontri sul territorio con la popolazione: «È fondamentale che siano conosciuti i comportamenti corretti quando si verifica un’emergenza, a partire da chi bisogna avvertire ». (Roberto Pensa)dal Dom
10 giu 2023
proverbio
Il proverbio friulano della settimana
9 giu 2023
A Resia all’asilo nido Böguw log
V Reziji v otroških jaslih Böguw log
A Resia all’asilo nido Böguw log
Fino al 31 maggio 2023 sarà possibile presentare al Comune di Resia la pre-iscrizione all’asilo nido comunale Böguw log/ Arcobaleno situata a Prato capoluogo della vallata.
La struttura, aperta dal 1 settembre al 31 luglio, dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 16.00, con servizio mensa, è gestita dalla Cooperativa Kyklos.L’asilo nido, che propone diverse attività sensoriali e ricreative, accoglie bambini dai 3 ai 36 mesi d’età. L’organico, che è composto da diverse figure professionali: educatrici dell’infanzia, un coordinatore pedagogico e un ausiliario, costituisce collegialmente un gruppo di lavoro al quale sono attribuiti specifici compiti di programmazione e di organizzazione dell’attività educativa.
Le educatrici dell’infanzia si prendono cura dei bambini e aiutano la loro formazione con lo sviluppo di competenze emotive-affettive, sociali e cognitive. Il lavoro dell’educatore conduce il bambino ad essere autonomo, a costruire la propria identità e a diventare partecipe e attivo del proprio progetto educativo. Predispongono, inoltre, gli ambienti, spazi e materiali; pensano, organizzano e conducono attività, si occupano dei momenti molto delicati di cura e relazione, come il cambio, il pasto e il sonno; si rapportano con il singolo bambino e con il gruppo, accolgono i genitori collaborando nel compito educativo.
Il coordinatore pedagogico, invece, ha compiti di indirizzo e sostegno tecnico al lavoro degli operatori, anche in rapporto alla sua formazione permanente, di promozione della qualità del servizio, di monitoraggio e documentazione delle esperienze, di sperimentazione di soluzioni innovative, di raccordo tra i servizi educativi, sociali e sanitari, di collaborazione con le famiglie e la comunità locale. Il personale ausiliario, altresì, si prende cura degli spazi legati al gioco ed alle routine, garantisce la pulizia e l’igiene dell’ambiente.
La struttura, inoltre, lavora in stretta collaborazione con l’amministrazione comunale, con la scuola dell’infanzia e con i servizi pediatrici, sociosanitari ed educativi del territorio. Con questo prezioso servizio la comunità di Resia viene incontro alle esigenze delle famiglie e dei genitori che vogliono continuare a vivere in valle dando anche un supporto alle famiglie delle comunità limitrofi. (Sandro Quaglia)
dal dom
8 giu 2023
Ciclabile del Natisone
Al lavoro per la ciclabile del Natisone
A metà aprile è stato inviato a tutti gli enti interessati (una decina) il progetto della pista ciclabile che unirà Kobarid a Pulfero, tassello fondamentale del piano «Bimobis » che creerà un anello ciclabile a cavallo del confine tra Italia e Slovenia. C’è tempo 90 giorni per sollevare delle eccezioni e opporsi, dopodiché scatterebbe il meccanismo del «silenzio-assenso» e la conferenza dei servizi già convocata per metà luglio (scaduto il fatidico termine) non potrebbe che avallare l’opera.
Insomma, fino ad oggi, a metà del tempo a disposizione, solo il Servizio ittico regionale ha fatto pervenire delle osservazioni che potranno essere accolte senza difficoltà alcuna (è già in agenda un incontro con i progettisti) e soprattutto senza ritardi nella esecuzione dell’opera, strategica per lo sviluppo turistico delle Valli del Natisone. Nessuna notizia, invece, dall’Autorità di bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave e Brenta Bacchiglione, dalla quale, potenzialmente, potrebbe arrivare un «siluro» non da poco, se dovesse considerare il progetto insufficiente sotto il profilo della sicurezza da alluvioni e piene del Natisone.
Salendo verso Kobarid la pista ciclabile correrà dapprima parallela alla statale 54 e prima della galleria si sposterà sul versante opposto con un ponte ciclabile. In quel tratto si è dovuta elevare parecchio la quota del tracciato sul greto del fiume per evitare problemi con le piene. D’altra parte l’Anas ha detto che non si poteva utilizzare neanche un centimetro dell’attuale sede stradale e purtroppo, per problemi di caduta massi, non si è potuto utilizzare in quel tratto (come invece è avvenuto in altri tratti) nemmeno il tracciato della vecchia ferrovia Cividale-Kobarid costruita durante la prima guerra mondiale». I progettisti sono riusciti a risolvere il rebus con un solo ponte ciclabile sul Natisone e a realizzare un tracciato che ha già avuto il via libera dall’Ente tutela pesca (sotto il profilo della protezione della fauna ittica), del servizio geologico regionale e di quello ambientale (anche per il tema della nidificazione di alcune specie di uccelli che era stato a suo tempo sollevato da Legambiente).
«In genere se ci sono grossi problemi vengono sollevati subito – osserva Antonio Comugnaro, sindaco di San Leonardo e membro del comitato esecutivo della Comunità di Montagna Natisone e Torre –. Nell’iter abbiamo seguito tutte le prescrizioni di legge e ciò mi rende ottimista. È vero che si tratta di una gola molto stretta, quindi gli aspetti a cui prestare attenzione sono tanti. C’è il fiume, la montagna che cade a picco, la strada statale con i suoi vincoli. Sul territorio sloveno la pista ciclabile transiterà sì a fianco al fiume, ma gli spazi sono molto più ampi e presentano soluzioni multiple. Noi abbiamo delle scelte obbligate e se non passano creerebbero grosse difficoltà, non tanto tecniche, ma di lievitazione dei costi dell’opera».
Nel frattempo prosegue senza intoppi a livello tecnico la progettazione esecutiva del tratto di pista ciclabile tra Pulfero e Cividale, che sarà il primo a essere messo in cantiere. «Conto di mettere in appalto questo tratto entro l’anno – evidenzia Comugnaro – per un importo di 1,9 milioni di euro». (Roberto Pensa) dal Dom
La Nato si prepara per le più grandi esercitazioni aeree mai effettuate in Europa
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👉A Pordenone le ciliegie a prezzi proibitivi
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Neve – Umberto Saba Neve che turbini in alto e avvolgi le cose di un tacito manto. Neve che cadi dall’alto e noi copri coprici ancora,all...
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Fino all’indipendenza, raggiunta nel 1991, questo giorno veniva definito “Giorno del Fronte di Liberazione” ( Dan osvobodilne fronte-OF )....