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11 mag 2023

ode al caffè

 


Ode al caffè

(A O.L. Voronevyč)


I

  • tiepido luogo per il ristoro del corpo,
dove si possono stendere le tele umide della pelle,
asciugare alle onde di un ameno vento secco
il sudore della fatica, stendere le gambe, in attesa
che il dolore coli giù per terra col sordo gemito del coltello,
oltre il vetro, nella luce blu del cielo, altri combatteranno:
cadaveri bagnati e senza testa giaceranno sulle grate delle fogne,
il resto dei ribelli uscirà fuori
con una muta bandiera senza lingua, ma non delusa,
o luogo di riposo per gli emisferi del cervello crespo, asciutti come una noce,
dove lasciando il campo di battaglia, guardandosi intorno, è possibile
smettere di essere colpevole, graffiato, svuotato dentro,
dove puoi quasi addormentarti col sapore
del latte di petti gialli di frutta tropicale in bocca,
dove puoi piangere lacrime piacevoli,
che scorrono come rugiada dagli occhi viola,
dove puoi offrire al dio della felicità
due monete in sacrificio, in cambio
di due minuti di pigra quiete,
o tempio di coloro che non hanno templi,
tu accogli tra le tue tiepide braccia
la confessione degli innamorati e dei delusi,
ascolti versi di poeti e chiassosi alterchi
di filosofi e artisti con la barba nera,
li stringi alla tua pancia calda e soda,
proteggendoli con la tua grande mano,
accarezzandogli la schiena e i capelli lisci,
  • madre di orfani piangenti,
ti dai a chi lo desidera, come una puttana a buon mercato,
vendi un corpo bianco e tiepido
a giovani che cercano la pienezza,
e li lasci calmi e lenti quando se ne vanno


(da La vita in città– 1956)

 


È questa la grande scommessa lanciata da «Nascemed», associazione di promozione sociale con sede a Cividale del Friuli che recentemente ha stipulato con tutti i comuni delle Valli del Natisone una convenzione per promuovere su questo territorio un corso di specializzazione, di studio al più alto livello, su alcune tematiche cruciali e fondamentali per il nostro tempo e soprattutto per il futuro.

Ne parliamo insieme al dott. Stefano Qualizza, presidente di Nascemed (acronimo di Natura, Scienza e Medicina), valligiano, medico di base a San Leonardo, Drenchia, Savogna, Stregna, profondo conoscitore e sostenitore dei valori che il territorio della Slavia Friulana può offrire ad una società che finalmente pare aver capito e accolto come una priorità il tema del rapporto armonico tra l’uomo e l’ambiente, nell’economia, nella sanità, nei servizi sociali ecc… «Vogliamo portare le Valli del Natisone nel futuro, non a tutti i costi, ma rispettandone i valori più profondi soprattutto delle persone e dell’ambiente – spiega il dott. Qualizza –. Come primo passo abbiamo pensato alla diffusione della cultura d’impresa, certi che la presenza di opportunità qualificate di lavoro sul territorio sia il presupposto per combattere lo spopolamento e per invertire la rotta. Con la partnership di Unismart, fondazione promossa dall’Università di Padova come punto di incontro di eccellenza tra imprenditoria, università, enti pubblici e privati, vogliamo promuovere un’iniziativa di alta formazione, un master, per aiutare soprattutto i giovani, ma anche i meno giovani motivati a farlo, per diventare protagonisti della creazione di imprese innovative sul nostro territorio».

Non si tratta di un sogno, ma di una realtà concreta e già ben delineata, pronta a partire a cavallo tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Chi saranno i docenti? «Scelti e coinvolti dal coordinatore del corso, il prof. Paolo Di Alessandro dell’Università di Padova, interverranno docenti universitari esperti in innovazione, creazione e diffusione d’impresa, imprenditori che hanno lanciato nuove start up esaltando le caratteristiche dei territori in cui operano e anche imprenditori locali per capire difficoltà e potenzialità del territorio», spiega il dott. Qualizza. L’immersione nel territorio sarà il segno distintivo di questa iniziativa, che per questo motivo sarà itinerante portando le lezioni in tutti i 7 comuni aderenti all’iniziativa (Drenchia, Grimacco, Pulfero, San Leonardo, San Pietro al Natisone, Savogna, Stregna). Oltre ad ospitare le lezioni (che si svolgeranno un weekend al mese il venerdì pomeriggio e il sabato mattina, in modo da permettere la partecipazione anche a chi già lavora) offriranno la possibilità agli studenti interessati di conoscere più a fondo le opportunità e i punti di forza dei rispettivi territori.

E gli studenti? Saranno individuati con un apposito bando di prossima pubblicazione. La partecipazione sarà molto «aperta». Si tratta nei fatti di un master, però non è richiesto come requisito la laurea, ma soprattutto l’amore per il territorio delle Valli del Natisone, la voglia di creare impresa e di fare qualcosa di positivo per la propria terra. Non è necessario essere residenti sul territorio, ma voler lavorare e creare qualcosa di buono per le convalli del Natisone.

Anche l’età è ampia: «I frequentanti degli ultimi anni delle scuole superiori, gli universitari e i laureati da poco sono il pubblico di elezione a cui ci rivolgiamo – spiega il dott. Qualizza –. Ma se capitasse un giovane pensionato che ha ancora voglia di spendersi per il territorio non gli diremmo di no». Il corso riguarda la creazione d’impresa in modo ampio, quindi non legata a settori particolari, adatta a diverse «business ideas» dall’agricoltura al turismo, dalla tecnologia ai servizi sociali. «L’importante è voler fare impresa rispettando il nostro territorio e i suoi valori intrinseci – spiega il dott. Qualizza –. Ora che la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente sono diventati valori imprescindibili per ogni tipo di business, sarebbe assurdo non partire proprio da questi valori che la nostra tradizione ha sempre preservato».

Altro aspetto importante sono i costi per i partecipanti, che per questo tipo di iniziative in genere sono significativi.

«Stiamo coinvolgendo enti, fondazioni e privati in modo da ridurre la quota di partecipazione ad un livello simbolico – spiega il dott. Qualizza – per avere una partecipazione la più ampia e democratica possibile». Gli interessati possono già contattare il dott. Stefano Qualizza all’indirizzo mail info@nascemed.it e seguire gli sviluppi sul sito www.nascemed.it. Il dott. Qualizza è disponibile anche per colloqui individuali approfonditi per spiegare meglio l’iniziativa.

L’associazione «Nascemed» è formata interamente da persone delle Valli del Natisone, di età media compresa tra i 20 e i 30 anni. Quella del master è la prima iniziativa pubblica, ma altre sono in cantiere soprattutto nel settore sanitario e sociale. (Roberto Pensa)

S pobudo »Nascemed« nameravajo vzgojiti kadre, ki bi skrbeli za trajnostni razvoj Benečije. Preporod Benečije zahteva novi pristop, hitre spremembe in prilagajanja na vseh področjih. Izobraževanje kadrov je nuja, saj le vrhunsko znanje prinese vrhunske rezultate.

Dobrodošla je torej pobuda »Nascemed«, ki jo je predlagala fundacija »Unismart« Univerze v Padovi in ki so jo sprejeli župani Nediških dolin.

Do konca letošnjega leta naj bi stekel tečaj 100 ur, da bi vzgojili profesionalce za trajnostni razvoj Benečije. Namenjen naj bi bil univerzitetnim študentom, mladim diplomirancem in upokojencem dobre volje. Trenutno si organizatorji prizadevajo, da bi vključili javne zavode, fundacije in zasebnike. Potrebno kotizacijo za tečaj bi tako zmanjšali na simbolično vsoto. Tako nam je povedal sam predsednik društva »Nascemed«, Stefano Qualizza, ki je družinski zdravnik v Svetem Lienartu, Dreki, Sauodnji https://www.dom.it/nascemed-zamisli-za-benecijo_da-nascemed-idee-per-la-slavia/

9 mag 2023

citazione di Margherita Hach

 


In controtendenza con un quadro generale così preoccupante, l'attuale ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha accettato tagli insopportabili alle scuole di ogni ordine e grado, ha ridotto drasticamente non solo le risorse, ma anche il numero degli insegnanti e delle ore di lezione.

Perché la gente si beve le fake news? | Credulità (Parte I)

7 mag 2023

proverbio


 Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei Vita Nei Campi“ Se al plôf el dì di San Jacon e Filip el poar diventa ric” ovvero se piove il giorno di san Giacomo e Filippo (il 3 maggio) il povero diventa ricco.”.

6 mag 2023

RICORDI DEL TERREMOTO


UDINE

 Era il 6 maggio 1976,alle ore 9.10 di sera,io mi trovavo a casa di una mia amica  per prepararmi al concorso magistrale. Eravamo al secondo piano di una casa popolare,all'improvviso tutto cominciò a tremare.Aspettammo che la scossa terminasse poi scendemmo.Per le scale grida degli abitanti...Arrivata a casa i miei genitori non c'erano,tanta gente in strada.Ero preoccupata...perchè non sapevo dove fossero.Dopo un po' i miei genitori arrivarono:erano andati a Gorizia alla posta.Quella notte non la dimenticherò mai!Interminabili sirene di autoambulanza -abitavamo vicino all'ospedale-elicotteri,il mio cane che piangeva.Dormimmo in auto nel campo di fronte a casa.

I morti furono più di mille,la ricostruzione durò anni...

Terremoto/Tres

           
di Moreno Tomazetig dal Dom


   Il Friuli ringrazia e non dimentica

               Il Friul al ringrazie e nol dismentee
               Furlanija se zahvaljuje in ne pozabi
Il 6 maggio 1976 era un venerdì ,la serata era calda.I bambini di Pradielis/Ter giocavano,come ogni sera in piazza, prima del rientro alle proprie case.
Era molto afoso,gli anziani ,come di consueto,dopo l'Ave Maria si stavano preparando per andare a dormire,per poter continuare il giorno dopo i lavori nella stalla e nei campi.
Alcuni si trattenevano nell' osteria del paese per bere al banco un bicchiere di vino dopo le fatiche della giornata.
Tutto era calmo,poi il primo allarme,una specie di tuono,ma nessuno ci fece caso, un rimbombo, i vetri delle finestre risuonarono.Si sentì un boato,poi una terribile scossa alle 21 e 24 minuti che è durata 59 secondi(magnitudo 6,5 Richter).
Il terremoto colpì tutto il Friuli e portò solo distruzione.Le case crollarono e con esse tutto ciò vi era dentro,le campane cominciarono a suonare da sole,gli orologi sui campanili si fermarono alle 21.Le case di sasso crollarono e sotto di sè affondavano tutto ciò che era nelle vicinanze.Le luci si spensero ,molte fontane non erogarono l'acqua.La gente rimase di sasso,scappò e molti furono colpiti dal crollo.
A Podbardo/Ciseriis morirono sotto le macerie 6 persone e successivamente 2 per le conseguenze.Dalle frane ,dalle rocce e dai ghiaioni si diffondeva una polvere soffocante,dalle pendenze dei Musi ,del Zajavor,dalla Velika Glava e da Tanaroba si innalzava una nebbia soffocante.Cumuli di sassi ricoprivano tutto,molte case crollarono.La gente scappava all'aperto,spaventata senza rendersi conto di cosa stesse succedendo.
A Podbardo/Ciseriis due donne rimasero intrappolate nella stalla per il crollo del tetto e rimasero sotto le macerie.Anche gli animali cercavano di scappare.
Gli aiuti da Tarcento e da Nimis non potevano arrivare perchè le strade erano impraticabili,gli abitanti cercarono di aiutarsi a vicenda.Si poteva arrivare a Lusevera solo a piedi attraverso i sentieri.
Per prima cosa si radunarono nella Velika Njiva/Grande Campo a Bardo/Lusevera per vedere quanti erano presenti.Mancava all'appello un'anziana e quindi andarono a cercarla:era bloccata nel letto e non poteva muoversi e fu aiutata ad uscire.E così successe in altri paesi del comune di Lusevera/Bardo.
Arrivarono le tende,si fecero le tendopoli e furono sistemati alla buona i tetti delle case dai proprietari.
Giunsero le donazioni degli emigranti, i contributi dello Stato,delle associazioni umanitarie, gli aiuti internazionali e quelli delle nazioni vicine.
I tecnici della Slovenia che avevano contribuito alla ricostruzione di Skopje organizzarono sul castello di Udine un seminario con esempi pratici per insegnare agli addetti ai lavori come si doveva aggiustare e ricostruire in modalità antisismica.
Arrivarono le roulottes,molte persone furono trasferite a Lignano,Grado,in altri luoghi o da parenti.
Gli animali ad Arta Terme e altri luoghi della Carnia.
Furono montate le case prefabbricate slovene,le"valentine"casette di legno costruite dalla ditta Piero della Valentina.
Poi ci fu la ricostruzione, è stato ricostruito tutto com'era,col minimo di interventi legislativi e coi risultati migliori.
Trent'anni dopo ogni opera è compiuta e non c'è muro che non sia stato ricostruito come prima.
Nell'immaginario collettivo ,merito dei friulani e del loro carattere laborioso.Nella realtà,risultato di scelte politiche un tempo tanto sagge.

tradotto dal libro "Na izpostavljenem mestu/Tra la propria gente"
racconto autobiografico in memoria di Viljem Černo scomparso lo scorso luglio

 Fu un sisma di magnitudo 6.5 della scala Richter che colpì il Friuli, e i territori circostanti, alle ore 21:00:12 del 6 maggio 1976, con ulteriori scosse l'11 e 15 settembre
I danni del terremoto del maggio 1976 furono amplificati da altre due scosse, a fine dell'estate.
L'11 settembre 1976 la terra tremò di nuovo: si verificarono infatti due scosse alle 18:31 (Mw 5.3) e alle 18:35 (Mw5.6).Il 15 settembre 1976, prima alle ore 5:15 e poi alle ore 11:21, si verificarono due ulteriori forti scosse, rispettivamente di magnitudo 5.9 e 6.0 I comuni di TrasaghisBordanoOsoppoMontenarsGemona del FriuliBujaVenzone e la frazione di Monteaperta, le località maggiormente colpite, furono fortemente danneggiati. La popolazione di quei comuni fu trasferita negli alberghi di GradoLignano SabbiadoroJesolo e altre località marittime. Là furono ospitati anche i terremotati di altri comuni, rimasti senza alloggio...

Il sisma in cifre
Aree colpita: 5.500 chilometri quadrati

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"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

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