👉📘 Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga (◕‿◕
🖥️
SOCCHIEVE. A Priuso, vicino al campo sportivo, nella serata di mercoledì 22 giugno è stato rinvenuto, da una signora del paese, un capriolo femmina sbranato dai lupi.E nella mattinata seguente un’altra paesana ha udito dei lamenti provenire dal prato vicino a casa: erano i due cuccioli, di soli quindici giorni, della bestiola uccisa.
Da lunedì sera cercavano invano la madre, nascosti tra l’erba molto alta e decine di vecchi alberi di melo.
Con l’armistizio con l’Austria-Ungheria, e in accordo con gli alleati, ai primi dinovembre del 1918 le truppe italiane occuparono le aree della Dalmazia assegnate all’Italia dal trattato di Londra del 1915. Navi da guerra della Regia Marina si presentarono nei porti dalmati, dove presero contatto con le sedi dei Fasci Nazionali, le associazioni locali degli italiani.
A seguito del ritiro dell’esercito austriaco, il Consiglio Nazionale Jugoslavo, formatosi a Zagabria in attesa dell’unione con la Serbia, creò un governo regionale provvisorio per la Dalmazia che prese il controllo di Spalato, Sebenico e Zara. Solo a Zara l’ex sindaco autonomista Ziliotto organizzò un contropotere, proclamando l’autorità del Fascio Nazionale Italiano come successore del Consiglio comunale zaratino disciolto nel 1916.
Il 31 ottobre l’Italia ottenne il consenso degli Alleati all’occupazione dei territori contemplati dal patto di Londra, pur senza il riconoscimento di un diritto di annessione. Navi da guerra della Regia Marina si presentarono nelle isole e nei porti dalmati, dove presero contatto con le sedi dei Fasci Nazionali, le associazioni locali degli italiani. Il 4 novembre la Marina prese possesso delle isole di Lissa/Vis, Lagosta/Lastovo, Melada/Molat, e Curzola, dove i comitati nazionali jugoslavi non opposero resistenza armata. Lo stesso giorno il capitano di corvetta De Boccard fu accolto sulla banchina di Zara da Luigi Ziliotto, tra l’esultanza degli zaratini italiani, nonostante le proteste diplomatiche dei rappresentanti jugoslavi. La situazione in città restò tesa per alcuni giorni, fino all’arrivo del cacciatorpediniere Audace e di nuove truppe, mentre gli jugoslavi si riorganizzavano nella campagna zaratina.
L’occupazione di Sebenico prese un paio di giorni in più, a causa dell’ostilità della popolazione croata; solo il 9 novembre il contrammiraglio Leopoldo Notarbartolo proclamò l’occupazione della Dalmazia fino a Capo Planka da parte dell’Italia a nome delle potenze dell’Intesa e degli Stati Uniti.
Altre isole dalmate vennero occupate nel corso di novembre: Lesina il 13 novembre, Pago/Pag il 21, nonostante l’ostruzionismo dei notabili e del clero. Migliore accoglienza ci fu a Cherso e Lussino, dove metà della popolazione era italiana. La Regia Marina si spinse ad occupare anche Veglia e Arbe (il 26), isole non incluse nel patto di Londra, anche per via degli appelli dei notabili italiani locali. Anche qui il clero cattolico fu tra i principali elementi di agitazione filo-jugoslava, tanto che le autorità italiane decisero di espellere il vescovo di Veglia, monsignor Mahnic.
A governatore della Dalmazia il governo italiano nominò il vice ammiraglio Enrico Millo, già ministro della Marina e sostenitore dell’annessione, che stabilì comando a Sebenico – misura che indicava l’intenzione di conservare il controllo dell’intera Dalmazia – fino alla primavera del 1919, quando si trasferì a Zara. Millo esautorò i comitati nazionali jugoslavi, benché i notabili filo-jugoslavi restarono rappresentati istituzionalmente nella Dieta provinciale dalmata e nella Corte d’appello. I vecchi membri del partito autonomo-italiano, risorto nei Fasci Nazionali Italiani, vennero nominati commissari civili o assunti alle dipendenze delle istituzioni pubbliche. Gli ex funzionari asburgici, benché corteggiati dalla nuova amministrazione, spesso non vollero prendervi parte per timori di rappresaglia in caso di ritorno al potere degli jugoslavi...continua a leggere https://www.eastjournal.net/archives/126261
Le strade che portano in Malga Saisera e all’Alpe di Ugovizza necessitano di manutenzione costante, che è difficile effettuare regolarmente aspirando ai soli contributi pubblici. Le leggi dei grandi numeri, infatti, dirottano le risorse per il loro mantenimento verso le infrastrutture del fondovalle e ancora più spesso verso la pianura. Per sistemare completamente le strade che portano all’Alpe di Ugovizza/Ukve e alla Malga Saisera/Zajzera sarebbero necessari diversi milioni di euro, di cui l’amministrazione di Malborghetto-Valbruna non dispone.
Qualcuno potrebbe obiettare che si tratti di viabilità secondaria o di minore interesse, perché porta verso alpeggi o punti d’accesso a percorsi a piedi verso vette e rifugi – ma la questione è fondamentale per un territorio che punta ancora su allevamento, silvicoltura e agricoltura. Oltretutto pone un problema di sicurezza, perché queste strade sono sempre più frequentate da turisti e ciclisti, anche sull’onda dei percorsi a tema ideati sul territorio dall’amministrazione comunale (comePuanina Tour e Forest sound track).
Di questo ha parlato il sindaco di Malborghetto-Valbruna, Boris Preschern, all’incontro convocato nella sala del Consorzio vicinale di Ugovizza venerdì, 10 giugno. La soluzione individuata dall’amministrazione è quella d’installare, nei prossimi mesi, delle sbarre in corrispondenza delle strade d’accesso all’Alpe di Ugovizza e alla Val Saisera, riscuotendo dai veicoli in passaggio un ticket per i posti auto allestiti. Il prezzo è ancora in definizione (all’incontro si è parlato si quattro-cinque euro) e permetterà di essere reinvestito nella manutenzione delle strade. Alla riunione ha partecipato un folto pubblico, tra cui molti titolari di attività situate in quota e proprietari di terreni e baite.
Per i residenti nel comune l’accesso non prevederà tariffe; saranno forniti, infatti, di ticket residenti. Ai non residenti diretti alle attività di ristorazione in quota, invece, sarà effettuata una riduzione. (Luciano Lister)
TRIESTE. Le zecche? «Sono sempre più numerose: aumentano di anno in anno, complice l’innalzamento della temperatura. E quest’anno va pure peggio, a causa della proliferazione dei piccoli roditori, tra i principali portatori di zecche con i loro spostamenti: ce ne sono tanti a causa del picco di produzione delle faggiole, i frutti del faggio, di cui i roditori si nutrono».
Ne è certo Maurizio Ruscio, uno dei più esperti conoscitori di questi parassiti e delle patologie che possono causare al contatto con altri animali e con l’uomo.
"Popolo mio amato! Per te ho vissuto, per te mi sono preoccupato, per te ha battuto il mio cuore.Con te ho spartito i giorni belli e quelli tristi, il tuo destino è stato il mio destino (...).
Popolo mio! Come hai fatto finora, anche in futuro ama la tua terra e conserva la fede dei tuoi padri, affinchè un giorno ci ritroviamo tutti nella patria eterna".
"Ljudstvo moje drago! Tebi sem živel,tebe so spremljale moje skrbi in zate je tuklo moje srce.S teboj sem delil lepe in bridke dneve in tvoja usoda je bila moja usoda (...). Ljudstvo moje! Kakor do zdaj tudi v bodoče ljubi svojo zemljo in ohrani vero svojih očetov,da se nekoč vsi znajdemo v večni domovini". Mons. Ivan Trinko detto il padre della Benečija fonte immagine http://sl.wikipedia.org/wiki/Ivan_Trinko
Un semplice percorso che si snoda alla base dei suggestivi ambienti rocciosi dei Monti Musi, dove vivono gioielli floristici come il Raponzolo di roccia (Physoplexis comosa) e la Spirea prostrata (Spiraea decumbens).
Strada facendo osserviamo e fotografiamo le piante e poi, con l'aiuto di un esperto, impariamo a determinarne la famiglia, il genere e la specie.
In questa prima escursione ci dedicheremo alle piante dei prati montani, dei boschi aridi, delle rocce e dei ghiaioni.
Ritrovo e partenza: ore 9.00 presso il Rifugio escursionistico Pian dei Ciclamini nel Comune di Lusevera (Loc. Pian dei Ciclamini - S.R. n. 646 Tarcento-Valico di Uccea).
Durata: 5-6 ore comprese le soste.
Lunghezza: 5 km circa.
Dislivello: in salita 200 m.
Percorso adatto a tutti lungo un ampio sentiero.
Attrezzatura: scarponcini.
Possibilità di ristoro presso le strutture a metà ed a fine escursione.
Guida naturalistica: Alberto Candolini
Quota di partecipazioni: GRATUITA
Note: non sono ammessi cani
POSTI LIMITATI
Prenotazione: obbligatoria entro giovedì 23 giugno ore 17.00 – fino a esaurimento posti - compilando il form presente sul sito web, telefonando al numero 0433 53534 oppure scrivendo a info@parcoprealpigiulie.it
Per tutte le informazioni scrivere a info@parcoprealpigiulie.it
"O ti zemlja rodna,
zemlja bedna,
ki te milost božja,
meni v last je dala" (I. Trinko)
"O terra natia,
terra misera,
piccola,
che la grazia divina,
mi ha donato"
(traduzione)
Questo blog parla delle minoranze linguistiche del Friuli:SLOVENA,FRIULANA eTEDESCA,articoli dei giornali della minoranza slovena,degli usi,costumi,eventi e tanto altro.Buona lettura.OLga
slovely (sito per gli amanti della slovenia)
traffico tempo reale
inno SLO
Brindisi Zdravljica inno sloveno
"Vivano tutti i popoli che anelano al giorno in cui la discordia verrà sradicata dal mondo ed in cui ogni nostro connazionale sarà libero, ed in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico!"