DETTO FRIULANO

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17 feb 2022

Giornata del gatto


Vi invito a leggere questa poesia di Umberto Saba


 La tua gattina è diventata magra.

Altro male non è il suo che d’amore:
male che alle tue cure la consacra.

Non provi un’accorata tenerezza?
Non la senti vibrare come un cuore
sotto alla tua carezza?
Ai miei occhi è perfetta
come te questa tua selvaggia gatta,
ma come te ragazza
e innamorata, che sempre cercavi,
che senza pace qua e là t’aggiravi,
che tutti dicevano :”È pazza”.

È come te ragazza.

La festa del gatto, nata in Italia nel 1990, è celebrata il 17 febbraio.

La nebbia

 Sono due giorni che non si vede il sole,ma nebbia e foschia-Questo clima mi intristisce.


Nella nebbia

di Herman Hesse

Strano, vagare nella nebbia!
E’ solo ogni cespuglio ed ogni pietra,
né gli alberi si scorgono tra loro,
ognuno è solo.

Pieno di amici mi appariva il mondo
quando era la mia vita ancora chiara;
adesso che la nebbia cala
non ne vedo più alcuno.

Saggio non è nessuno
che non conosca il buio
che lieve ed implacabile
lo separa da tutti.

Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è solitudine.
Nessun essere conosce l’altro
ognuno è solo.

dal web

'Pnrr, stretta collaborazione tra Ministeri e Regioni speciali'


 “L’efficacia del Pnrr e dei miliardi che saranno investiti nei prossimi anni sarà determinata dal dialogo e la collaborazione che il Governo centrale e i Ministeri sapranno dimostrare con le Regioni, in particolare con quelle a Statuto speciale come il Friuli Venezia Giulia. Bene ha fatto a sottolinearlo sulla base della propria autorevolezza giuridica la presidente della Commissione Paritetica, Elena D’Orlando, intervenuta oggi in audizione dalla Commissione parlamentare per le questioni regionali", dichiara in una nota il deputato friulano di Coraggio Italia Guido Germano Pettarin, componente dello stesso organo bicamerale.

"E bene ha fatto a sottolineare la solidità del modello di governo integrato Regione-Wnti locali che caratterizza il Friuli Venezia Giulia e che la nostra Regione intende mantenere anche nella delicata fase di attuazione del Pnrr attraverso la Cabina di regia appositamente creata".

"Le parole della giurista sono inequivocabili gli obiettivi indicati dall’Unione Europa possono essere effettivamente conseguiti solo con un’azione sinergica e coordinata di tutti i livelli di governo e bene ha fatto quindi il presidente Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga, a ribadirlo più volte nel confronto con il governo. Il modello top-down adottato dai ministeri rischia non solo di escludere dalle scelte le autonomie locali, ma anche di rendere inefficace un’occasione epocale di rilancio del sistema economico, sociale e culturale del Paese”, conclude Pettarin.

https://www.ilfriuli.it/articolo/politica/-pnrr-stretta-collaborazione-tra-ministeri-e-regioni-speciali-/3/260704


Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è il piano preparato dall'Italia per rilanciarne l'economia dopo la pandemia di COVID-19, al fine di permettere lo sviluppo verde e digitale del Paese.

16 feb 2022

Ucraina: la guerra è una follia

 


"Questo è il tempo di dichiarare la pace e non la guerra!". Alla petizione lanciata dalla Tavola per la Pace, affinché sulla crisi in Ucraina l'Unione europea si impegni nel rilancio del dialogo e della cooperazione, nella ricerca di soluzioni pacifiche alla crisi, stanno seguendo manifestazioni in diverse città d'Italia. Mercoledì 16 febbraio è la volta del Trentino

Fonte: Tavola per la pace 

Su invito dell’Arcivescovo di Trento, Monsignor Lauro Tisi, le campane delle Chiese trentine suoneranno mercoledì 15 febbraio alle ore 20:00 per far sentire la contrarietà alla guerra in Ucraina.

Le associazioni trentine che lo scorso 9 febbraio hanno promosso a ROvereto l’incontro "La crisi in Ucraina tra venti di guerra e diplomazie  " sulla situazione in Ucraina, sono solidali con questa iniziativa e per questo invitano tutta la cittadinanza per mercoledì 16 febbraio alle ore 20 presso la Chiesa della Sacra Famiglia a Rovereto. Il Centro Pace, Ecologia e Diritti Umani di Rovereto invita a partecipare per una condivisione che prevede lettura di appelli per la pace, poesie e riflessioni. Inoltre, vengono invitati cittadini e cittadine e mettere una candela alla finestra delle proprie abitazioni in segno di Pace.

Nella provvidenziale Giornata di preghiera per la pace in Ucraina, indetta il 26 gennaio 2022 da Papa Francesco, Flavio Lotti (Tavola della pace) e Marco Mascia (Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” – Università di Padova) hanno lanciato un appello contro la guerra in Europa e invitano tutti e tutte a sottoscriverlo. Segue il testo della petizione della Tavola per la Pace. Per firmare, si veda a questo link  .

 

È una inaccettabile follia. La sola idea che si debba tornare ad affrontare una guerra in Europa è una autentica follia.

Tutti i responsabili dell’Unione Europea e della politica internazionale sono chiamati ad agire con determinazione per impedire che la crisi dell’Ucraina sfoci in una nuova guerra che avrebbe conseguenze devastanti per tutto il mondo. Sarebbe una pericolosissima regressione storica.

L’Europa dica subito una parola chiara: Mai più guerra in Europa! E agisca di conseguenza.

Non c’è alcuna possibilità di difendere i diritti umani o di risolvere le crisi muovendo carri armati, soldati, navi e aerei di guerra.

Questo è il tempo di dichiarare la pace e non la guerra!

Con la guerra si scaricherebbe su noi tutti una catastrofe umanitaria, una crisi energetica ed economica di enormi e incontrollabili proporzioni.

Con la guerra tutto andrà perduto. Con la pace tutto è ancora possibile.

L’Unione Europea è un progetto di pace. Nessun processo di allargamento politico o militare può avvenire a spese della vita e della pace. L’Unione Europea deve affrontare alla radice tutti i problemi che da lungo tempo attraversano e colpiscono l’Ucraina e i confini orientali. L’obiettivo principale deve essere la paziente e tenace costruzione della pace e della sicurezza dall’Atlantico agli Urali anche attraverso un reale processo di disarmo.

Allo stesso tempo, è necessario riconoscere che l’escalation in Ucraina è espressione del grave prolungato deterioramento delle relazioni internazionali e dell’altrettanto serio indebolimento delle Istituzioni internazionali. L’Italia e l’Europa lavorino per cambiare rotta: senza il rispetto della legalità internazionale, senza la democratizzazione e il rilancio del dialogo politico e della cooperazione a tutti i livelli sarà impossibile difendere i diritti umani e affrontare efficacemente le tante crisi che incombono.  Non è possibile fare la guerra e, allo stesso tempo, promuovere la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Non è più ammissibile che la sicurezza degli stati continui a prevalere sulla sicurezza umana.

Per l’UE, per la sua storia, per i suoi valori, per i suoi cittadini, il Diritto internazionale dei diritti umani è la bussola per la soluzione del conflitto in Ucraina.

Le guerre costituiscono una criminale sequela che ha le caratteristiche del circolo vizioso: guerra chiama guerra. Perché il cerchio si spezzi occorre che vengano meno gli attributi militari degli stati-nazione; si affermino strutture democratiche di governo mondiale; si metta in funzione il sistema di sicurezza collettiva previsto dalla Carta delle Nazioni Unite. Il Trattato di Lisbona, stabilisce espressamente che “l’Unione promuove soluzioni multilaterali ai problemi comuni, in particolare nell’ambito delle Nazioni Unite. …L’Unione opera per assicurare un elevato livello di cooperazione in tutti i settori delle relazioni internazionali al fine di: … preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale, conformemente agli obiettivi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite, …” (art. 21).

Flavio Lotti, Tavola della pace
Marco Mascia, Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” – Università di Padova

https://www.balcanicaucaso.org/Transeuropa/Ucraina-la-guerra-e-una-follia

Da Montemaggiore nel mondo con lo judo

 


È stato spesso in giro per il mondo, Silvano Cracina. La sua passione per il judo lo ha portato in molte città dell’Europa.

Per diverso tempo, infatti, il montemaggiorino ha praticato judo con la società Judo Kuroki di Tarcento. «Nella mia carriera ho avuto discreti risultati quando ero giovane. Sono stato in giro per l’Europa, partecipando a diverse competizioni», ricorda col sorriso. «Certo, a volte ho portato a casa anche qualche osso rotto o qualche problema a una spalla».

Il judo (che in giapponese vuol dire «via della cedevolezza») è un’arte marziale, uno sport da combattimento e un metodo di difesa personale giapponese formalmente nato in Giappone nel 1882. Nella sua pratica si distinguono tre fasce d’età: junior, che va fino ai 21 anni; senior, fino ai 35 anni e master, dai 35 anni in su.

Silvano al momento non lo pratica più a causa di altri impegni. «L’ultimo risultato degno di nota che ho conseguito è stato un tredicesimo posto nella categoria 100 kg ai Master europei a Stoccarda, nel 2006. Poi ho conseguito un secondo posto a un torneo internazionale a Budapest, ma non a campionati nazionali o internazionali ». Altri buoni posizionamenti conseguiti da Cracina sono un secondo e un terzo posto alla Coppa Italia, campionati italiani cui non partecipano esponenti delle forze dell’ordine. «Ho portato a casa un secondo posto juniores e un terzo posto senior. Questi sono i più importanti. Ho vinto anche tanti tornei, ma che hanno un altro peso», spiega Silvano.

«Ce ne sono alcuni particolarmente significativi, come quelli di Parigi o Roma, a cui conseguii punteggi che poi ti danno la possibilità di accedere alle Olimpiadi. Ma diciamo che i tornei di cui parlo io, ad esempio a Barcellona o Milano, non avevano la stessa importanza».

Il torneo che viene organizzato ogni anno a Tarcento, invece, è inserito nel panorama europeo e mondiale, per cui vi partecipaanche chi magari va alle Olimpiadi. «Anche io in passato vi ho partecipato», ricorda Silvano.

Questi tornei hanno, comunque, dato modo a Silvano di viaggiare. «Sono stato a Grenoble, in Francia, o a Brno e Praga in Repubblica Ceca».

Ma ben impressa è rimasta l’esperienza ai Master europei di Stoccarda. «Quando sono stato là, ci siamo fermati due giorni. Ho vinto due incontri e ne ho perso uno con un tedesco, uno con un moldavo e uno con un russo. Non sono più stato recuperato, ho terminato con un tredicesimo posto». L’ultima gara cui Silvano ha partecipato è stata a Faedis, dove allenava una piccola squadra. «È finita come finisce tra amici, senza vinti né vincitori».

La passione di Cracina per il judo ha radici lontane nel tempo. «Lo pratico da circa quarant’anni. Quando ho iniziato, avevo 16 anni. Mi sono sempre allenato a Tarcento con la società Judo Kuroki». Proprio l’anno scorso il sodalizio ha compiuto 40 anni.

Tra l’altro Silvano, che ha 55 anni e lavora in fonderia a Reana, insieme alla sua compagna Mateja Markočič, di 40 anni, qualche tempo fa ha portato una ventata di freschezza a Montemaggiore.

Da qualche anno, infatti, abitano stabilmente in paese, dove circa un anno e mezzo fa hanno avuto il piccolo Lukas. Anche nella nuova famiglia non manca il dialetto sloveno. (Luciano Lister)

15 feb 2022

QUERCIA POTATA

 

FOTOGRAFIA © THE ROAMING PICTURE TAKER/FLICKR

HERMANN HESSE

QUERCIA POTATA

Ti abbiamo tagliato, albero!
Come sei spoglio e bizzarro.
Cento volte hai patito,
finché tutto in te fu solo tenacia e volontà!

Io sono come te. Non ho rotto
con la vita incisa, tormentata

e ogni giorno mi sollevo dalle sofferenze
e alzo la fronte alla luce.
Ciò che in me era tenero e delicato,
il mondo lo ha deriso a morte,

ma indistruttibile è il mio essere,
sono pago, conciliato.
Paziente genero nuove foglie
da rami cento volte sfrondati
e a dispetto di ogni pena
rimango innamorato del mondo folle.

(da Il coraggio di ogni giorno, Mondadori, 1991 – Traduzione di Adriana Apa)

https://cantosirene.blogspot.com/2022/02/tenacia-e-volonta.html


proverbio friulano

 IL PROVERBIO FRIULANO DELLA SETTIMANA

DI VITA NEI CAMPI
“A San Valentin si glace la muele (o la roe) cun dut il mulìn” ovvero a San valentino (il 14 febbraio)si ghiaccia la mola ( o la roggia) con tutto il mulino”.



14 feb 2022

BUON SAN VALENTINO


 

Alternanza scuola-lavoro

 


Si fa sempre meno attenzione alla sicurezza nei luoghi di lavoro e ne fanno le spese anche gli studenti in alternanza scuola-lavoro. Tale istituto è finalizzato a sfruttare lavoratori non contrattualizzati e a sottrarre ore di insegnamento vitali per formare la coscienza delle nuove generazioni.

L’infortunio sul lavoro tecnicamente si definisce come evento che provoca un danno all’integrità psicofisica di un lavoratore durante il normale svolgimento dell’attività lavorativa. In un successivo stadio possiamo distinguere fra causa violenta, evento nefasto o trauma.

Senza addentrarci nel merito della definizione tecnico-giuridica di un infortunio sul lavoro, possiamo asserire che infortuni, morti e malattie professionali sono in continuo aumento anche quando si riducono le ore lavorate e diminuisce il numero della forza lavoro attiva.

Nel dopoguerra, nel quindicennio del boom economico, infortuni, morti e malattie erano senza dubbio maggiori ma non esisteva consapevolezza del fenomeno, anzi sovente si pensava che la ripresa dell’economia avrebbe determinato costi anche in termini di vite umane.

Per decenni, fino agli anni Novanta del secolo scorso, la normativa ha riguardato il funzionamento delle macchine; successivamente si sono aggiunte nuove disposizioni che mettono al centro il lavoratore e la lavoratrice.

Il depotenziamento della medicina preventiva e del lavoro ha favorito la disattenzione verso questa piaga. Le aziende hanno beneficiato di aiuti e sgravi senza che mai i pubblici poteri abbiamo ottenuto in cambio la dovuta attenzione verso la salute e sicurezza che rappresenta un costo a carico dei datori. Anche la crescente precarizzazione dei rapporti di lavoro è stata una causa di molti infortuni, talvolta mortali, per l’ovvio motivo che su un precario si investe meno in formazione e dispositivi di sicurezza, mentre il malcapitato è più facilmente ricattabile e quindi sottoponibile a condizioni lavorative meno sicure con l‘esca del miraggio di un rinnovo del contratto o di una futura stabilizzazione.

Venendo alla scuola, negli anni scorsi si è diffusa la nefasta teoria che essa non fosse motore della società e occasione di scalata sociale per i figli delle classi sociali meno abbienti. Infatti siamo in presenza di un ascensore sociale fermo da quarant’anni mentre le disuguaglianze economiche e sociali si sono accentuate nei due anni di pandemia.

La delegittimazione della scuola pubblica è stata parte integrante di un processo di ristrutturazione, lo stesso che contemporaneamente ha eliminato un quarto dei posti letto negli ospedali dal 1980 a oggi.

Illustri intellettuali ci hanno spiegato che la scuola non sarebbe al passo con i tempi e che la colpa, a detta di loro, sarebbe della storia, della geografia e di altre materie giudicate inutili.

E così hanno spiegato come l’interazione tra scuola e lavoro fosse la panacea di tutti i mali, dimenticando che nelle imprese medio-piccole si investe assai poco in formazione e sicurezza.

Per gli istituti tecnici e professionali, e non solo per loro, detrarre un monte ore dagli insegnamenti canonici è sembrata la strada migliore per restituire forza e credibilità alla scuola pubblica, in quanto si favorirebbe, attraverso gli stage, l’inserimento lavorativo.

Ma una buona parte degli stage sono stata l’occasione per non assumere personale con regolare contratto di lavoro, fosse esso pure a tempo determinato. Il tutor che dovrebbe affiancare gli studenti si è perso per strada e gli studenti sono stati impiegati come forza-lavoro alla quale assegnare funzioni spesso gravose senza alcuna preparazione ed esperienza.

Saranno da chiarire le circostanze nelle quali il diciottenne di Udine è morto sotto la caduta di una trave di acciaio, ma di certo uno stagista non dovrebbe stare in luoghi pericolosi e men che mai sostituire forza-lavoro contrattualizzata.

Il primo problema da affrontare è legato agli stage che riteniamo siano del tutto inutili. Altro discorso sarebbe quello di dotare le scuole di laboratori attrezzati, ma l’edilizia scolastica è stata falcidiata da tagli e mancati investimenti.

Al termine del percorso di studi potremmo anche pensare a una nuova leva di contratti di apprendistato la cui durata dovrebbe essere inferiore a quella attuale. Possiamo anche entrare nel merito dei contributi statali e del sistema fiscale per questa tipologia contrattuale, ma partendo dal presupposto che stiamo parlando di forza-lavoro contrattualizzata e inserita in azienda dopo corsi di formazione sulle materie inerenti salute e sicurezza.

E così facendo, restituiremmo dignità alla scuola pubblica con laboratori e palestre attrezzate, con tecnici di impresa chiamati a interagire con il personale docente senza togliere ore a tutte quelle materie che non sono inutili ma vitali per costruire coscienze e conoscenze tra le giovani generazioni.

https://www.lacittafutura.it/editoriali/di-alternanza-scuola-lavoro-si-muore


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Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

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