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Questo blog parla delle minoranze linguistiche del Friuli:SLOVENA,FRIULANA eTEDESCA,articoli dei giornali della minoranza slovena,degli usi,costumi,eventi e tanto altro.Buona lettura.OLga

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12 feb 2022

245 allievi alla scuola bilingue

 


Sono 245 gli allievi iscritti per l’anno scolastico 2022-2023 all’istituto comprensivo statale bilingue di San Pietro al Natisone. 7 gli iscritti alla sezione primavera; 49 alla scuola dell’infanzia, 112 alla primaria  e 77 alla media inferiore. L’istituto, intitolato a Paolo Petricig, da settembre avrà 25 allievi in meno rispetto a quest’anno.

Spero che altri genitori iscrivano i propri figli,perchè è una scuola bilingue e veramente valida!

https://www.dom.it/category/clanki-articoli/

11 feb 2022

Mascherina all'aperto

 

immagine dal web
Io continuerò ad indossare la mascherina anche all'aperto, Non mi fido,non vorrei prendere il Covid.Ho visto in TV che tanti continuano a indossarla.E voi cosa intendete fare?

All'aperto senza mascherina

 

 Via le mascherine all'aperto, e finalmente riaprono anche le discoteche! 👍👏🏻 Alle quali, tuttavia, si dovrà accedere con il lasciapassare verde ultra strong e solo con la capienza limitata al 50% al chiuso, e del 75% all'aperto.

Naturalmente sarà necessaria anche la mascherina, che però si dovrà indossare sempre. In particolare ai tavoli, al chiuso, ma anche all'esterno se non si rispetta la distanza di sicurezza di almeno un metro. 📏📐
Si potrà togliere solo quando si balla, a patto che la distanza tra i ballerini non sia inferiore a due metri! 
💃🏻📏📐🕺🏻😯😁
E a condizione che si trattenga il fiato... 🤣🤣🤣
Staremo a vedere quanti contagiati ci saranno prossimamente, visto che i ballerini sono tutti supervaccinati. A meno che non sia questa la scusa per prolungare lo "stato d'emergenza", e farci così digerire a forza nuove restrizioni! 
😱😖😟😧 

Saluti da Micottis


 Micottis-Mecote (Lusevera)
foto di Francesco Artini

10 feb 2022

Rodari e la guerra

 





Promemoria

Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno, né di notte,
né per mare, né per terra:
per esempio, la guerra.

Gianni Rodari

Con cani e gatti non c'è futuro

 


Mi sono sempre interessato alla demografia, perché è una delle componenti fondamentali per la comprensione delle dinamiche di qualsiasi territorio, ampio o circoscritto, di questa nostra casa comune che è la Terra. Ovviamente l’attenzione primaria rimane sempre orientata al proprio mondo, a quello in cui sono nato, all’ambiente ed alla gente che mi sta attorno e che è anche stato l’oggetto dei miei studi e del mio lavoro. Ricordo i miei primi anni di insegnante elementare nei diversi ambiti del confine orientale, da Dreka/Drenchia a Učja/Uccea (Rezija/Resia), da Bela Peč/Fusine in val Romana a Žabnice/Camporosso. In particolare mi ha interessato la frazioncina di Uccea sotto il Kanin/ Canin. Con alla mano i registri parrocchiali ho esaminato e catalogato tutta la popolazione di allora, presente ed emigrata, le classi d’età e le rispettive condizioni sociali e lavorative. Poco più di 120 abitanti in parte sparsi sul ripido versante montuoso. Uno dei primi esempi emblematici dei particolari fenomeni antropici del nostro territorio di confine.

Ho continuato a studiare le questioni demografiche della Benečija col mio lavoro nello Slovenski raziskovalni inštitut (Istituto di ricerche sloveno) e dal 1979 per oltre quattro decenni ho potuto constatare il decadimento inesorabile della presenza umana sul territorio sloveno di confine.

Le mie Valli del Natisone le vedo come un contenitore bucherellato che spande da innumerevoli fori, reso impossibilitato a poter riaccumulare le perdite. I primi ad andarsene sono stati i giovani, in cerca di migliori opportunità di vita e, forse, solo negli ultimi tempi si può intravvedere un rallentamento del fenomeno dopo una presa d’atto della necessità di soluzioni concrete al disagio sociale ed economico globale.

Quello che mi crea una forte perplessità è constatare la progressiva perdita dell’identità etnolinguistica che, invece, caratterizzò i nostri antenati. Ho l’impressione che una qualche rinascita ed un qualche sviluppo economico sia in atto, ma mi chiedo quanto questo miglioramento possa favorire ancor più la perdita dei valori linguistici e culturali della nostra tradizione ancestrale. Ha certamente il suo valore il centro scolastico bilingue di Špietar/ San Pietro al Natisone, ma secondo il mio modesto parere, non avendo contribuito se non parzialmente al travaso linguistico e culturale dai nonni/ genitori ai nipoti/figli, c’è il rischio che dialetto ed il mondo delle tradizioni secolari del passato vengano ridotte al rango folcloristico dei PowWow degli «indiani» canadesi, a riproduzioni museali, a ricordi sbiaditi dei tempi che furono.

Probabilmente, anche per le conseguenze dei disastri che la Naturaarrabbiata distribuisce a iosa ed i blandi tentativi di limitarne i danni, territori come quelli delle Valli potrebberovedere in un futuro neppur tanto lontano una qualche rivalutazione. Ma a qualsiasi sviluppo sarà sempre più improbabile poter attribuire la parola «naše/nostro» nel senso d’appartenenza e di identità che il termine una volta esprimeva.

Nelle nostre Valli il vero problema demografico si manifesta nel confrontotra il numero dei nati e quello dei morti considerando i dati dell’ultimo mezzosecolo trascorso. Questi dati, nel confronto con quello migratorio, vale a dire di emigrati ed immigrati, appaiono addirittura marginali, sebbene neidibattiti e nei mass media tutti attribuiscano a questo fenomeno l’impressionante calo demografico locale. Il famoso detto: «s trebuhan za kruhan – la pancia dietro il pane». Effettivamente, già nei primi decennidel secolo scorso, quando, ad esempio, i sette comuni del Natisone, contavanooltre 15 mila residenti, furono le giovani donne le prime ad emigrare perfare le «dikle/serve» in giro per l’Italia.Il fenomeno non si fermò e a tal proposito ricordo l’amara espressione colorita di don Gujon che parlò di «ratto delle Slavine» per denunciare la fuga anomala delle nostre giovanidonne. Non è un caso, da me personalmente verificato dai dati censuari, che nell’ultimo trentennio del secolo scorso ed oltre, più della metà della popolazione maschile locale risultasse «celibe». Anche per lacarenza in loco di partner in età procreativa. Ed allora, va detto per inciso, il termine «famiglia» aveva ancora il suo significato originale, così come quello di «matrimonio» e quello di «genere». E qui le problematiche si complicano. A tutti e tre i termini sono stati attribuiti significati complessi, equivoci, ambigui, implicando forme e contenuti morali, sociali e giuridici in costante fermento. Un fenomeno ormai senza confini territoriali, particolarmente acuto nel nostro Paese; tanto che non solo i demografi, bensì lo stesso papa Francesco lo denuncia senza mezzi termini.

Sarò certamente condizionato dalla mia età e dalla mia impostazione morale, religiosa e culturale, tuttavia non posso non prendere in considerazione, a proposito dei più attuali fenomeni demografici, la strana evoluzione dei comportamenti umani nel campo procreativo. Specie in Italia. Come dicevo, lo stesso papa Francesco denuncia «la tragedia dell’inverno demografico che attanaglia la nazione, che va contro le nostre famiglie, la nostra patria ed il nostro futuro». Fa impressione leggere che nelle famiglie italiane, quasi come membri effettivi, ci siano più animali da compagnia che tutta la popolazione censita e che, come denuncia il papa, essi, i cani o i gatti, sostituiscano, prendano il posto dei bambini. Altro che «paternità responsabile»!

Riccardo Ruttar

https://www.dom.it/con-cani-e-gatti-non-ce-futuro/

L 'Associazione Cernet sulla critica delle spese di una scuola trilingue

 


Nelle scorse settimane su diversi media di lingua slovena nella zona a ridosso del triplice confine il vicepresidente del circolo sloveno SksPlanika di Ugovizza/Ukve, Rodolfo Bartaloth, ha espresso un giudizio piuttosto critico rispetto all’insegnamento dello sloveno nelle scuole della Valcanale, e ha riproposto il modello della scuola bilingue di San Pietro al Natisone/Špietar. Alle critiche risponde con una lettera l’associazione “don Mario Cernet” che supporta concretamente l’istituto scolastico onnicomprensivo di Tarvisio e le amministrazioni comunali di Malborghetto-Valbruna e Tarvisio nel progetto di scuola trilingue. «Il modello di istruzione trilingue può essere migliorato con un approccio costruttivo. Con continue critiche, senza proporre soluzioni appropriate, tali che siano davvero accettabili per i genitori, ci affosseremo. Sappiamo molto bene quale era la situazione quando lo sloveno a scuola non c’era. I membri dell’associazione don Mario Cernet ci adopereremo con ogni mezzo affinché non si torni indietro», si legge nella lettera, nella quale si esorta l’intera minoranza slovena ad attivarsi per accelerare il riconoscimento ministeriale dell’insegnamento plurilingue.

continua il sloveno https://www.dom.it/pristranske-informacije-o-trijezicni-soli/?fbclid=IwAR3jr4crtytp6SBYt4ZbEAIo6VHlPqfgeBB52DW-JJYY7qdCQgvu3wyvpxc

Giorno del Ricordo

 


La Repubblica Italiana riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

Articolo 1 della Legge 92/2004

9 feb 2022

False vaccinazioni, chiesti oltre nove anni di carcere per Emanuela Petrillo

 Una condanna a nove anni e sei mesi di reclusione. E’ la pena richiesta dal procuratore aggiunto di Udine Claudia Danelon per Emanuela Petrillo, l’assistente sanitaria accusata di aver finto di vaccinare centinaia di bambini tra Treviso, Udine e Codroipo dal 2009 al 2016, alla fine della requisitoria davanti al Tribunale di Udine.

Il Pm ha chiesto la condanna per tutte e quattro le imputazioni - peculato, omissione di atti d’ufficio e falso ideologico in relazione ai certificati e ai libretti vaccinali - senza il riconoscimento delle attenuanti generiche per la gravità e la reiterazione dei comportamenti.

Durante la discussione, la pubblica accusa ha ripercorso le tappe del caso e i racconti dei testimoni. L’elemento di maggior peso, però, è stato l’indagine a campione effettuata sotto l’egida della Procura di Udine su quasi 300 bambini ai quali era stata somministrata la prima dose contro il morbillo.

Sui soggetti vaccinati da altri gli anticorpi sono stati trovati nel 95% dei piccoli, in linea con la letteratura scientifica, mentre in quelli vaccinati dall’imputata, con i medesimi lotti vaccinali, le positività si erano fermate al 14,5% dei casi. Risultati, questi, che per i consulenti dell’accusa sono spiegabili solamente con la mancata vaccinazione da parte della Petrillo.

Per Danelon la volontà dell’imputata di non somministrare il siero si è rivelata anche quando a Treviso, dopo essere stata spostata al centralino, per 4 giorni su 5 mise fuori uso il telefono così da non raccogliere le prenotazioni per i vaccini.


OSCURAMENTO nuovo libro di Boris Pahor

 


Radko Suban è un giovane triestino di origine slovena che, nell’autunno del 1938 sentendosi inadeguato, sbagliato e incompreso abbandona il seminario e una strada già decisa per partire in cerca di se stesso. Si trova però impigliato nelle pieghe della Storia: da un lato insegue in modo quasi ossessivo il reinserimento a pieno titolo nella società laica, dall’altro cerca di ricostruire il suo universo di giovane uomo attraverso un’educazione sentimentale tardiva resa più difficile dalla situazione politica del periodo e dall’incombere della guerra. È in questo contesto che incontra Mija, ma proprio quando la loro amicizia si sta trasformando in qualcosa di più Radko è chiamato al servizio di leva e viene inviato in Libia. Mentre lui è lontano Mija sposa Darko Ličen, militante comunista come lei, ma al ritorno di Radko, dopo l’8 settembre, Darko è in galera e Trieste è occupata dai nazisti. È qui che lui e Mija si ritrovano pienamente, in un incontro necessario, quasi un appuntamento sancito dal destino. Ma la guerra non si ferma e travolge tutto quello che incontra, anche Radko, Mija e Darko. Boris Pahor ha fatto di Radko Suban il proprio alter ego per raccontare le vicissitudini sue e del suo popolo all’alba e durante il secondo conflitto mondiale.

https://www.amazon.it/Oscuramento-Boris-Pahor/dp/8834608763

Boris Pahor (Trieste26 agosto 1913) è uno scrittore e insegnante sloveno con cittadinanza italiana.continua...https://it.wikipedia.org/wiki/Boris_Pahor

Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

La frase di oggi

 

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