DETTO FRIULANO

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5 set 2021

proverbio friulano



 Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi
“Avostanis e marciulinis, a’ son lis miôr gialinis” ovvero le migliori galline sono quelle nate in agosto o in marzo”

La partigiana Gabriella


 I NAZISTI TOLSERO GLI OCCHI, SQUARCIARONO IL VENTRE E TAGLIARONO I SENI ALLA PARTIGIANA GABRIELLA DEGLI ESPOSTI MENTRE ERA INCINTA.

IN SUA MEMORIA TANTE DONNE SI UNIRONO ALLA RESISTENZA E FORMARONO UN DISTACCAMENTO COMBATTENTE TUTTO FEMMINILE
“Io, urlando, mi rivolsi a lei. Le chiesi: Mamma, cosa devo fare?
Nulla! - rispose lei -. Non ti preoccupare. Penso a tutto io.
E con un sorriso dolce mi mandò un bacio mentre i suoi aguzzini me la portavano via per sempre.”
Così Savina ricorda le ultime parole che le rivolse sua madre mentre le SS guidate dall'ufficiale Schiffmann la trascinavano via da casa. Era il 13 dicembre 1944.
Gabriella Degli Esposti prima di essere fermata dentro la sua abitazione era riuscita ad avvisare i partigiani della zona della retata in corso. Già tra le mura domestiche, nonostante fosse incinta, i nazisti l’avevano percossa con violenza davanti alla figlia affinché denunciasse l’ubicazione dei suoi compagni.
Nello stesso giorno poi la portarono a Castelfranco, dove fu identificata da alcune spie fasciste e torturata per giorni. Ma “Balella”, questo il suo nome di battaglia, non cedette. E così il 17 i nazisti la condussero a San Cesario, sul letto del fiume Panaro, la seviziarono e l’ammazzarono. Le strapparono i capelli, le tolsero gli occhi, le squarciarono il ventre e le tagliarono i seni. Difficile dire cosa avvenne prima e cosa dopo la fucilazione. Il suo corpo e quello di altri nove compagni, ormai in decomposizione, vennero ritrovati giorni dopo.
Li riconobbero solo grazie agli abiti che indossavano.
Era sempre stata antifascista Balella, così come suo marito Bruno Reverberi. Lei contadina e lui cascinaio, non avevano esitato al momento opportuno a trasformare la propria casa in una base della Resistenza nel modenese. Gabriella, attivissima, aveva partecipato in prima linea tanto agli scioperi contro la guerra e per il pane svoltisi a Castelfranco nell’estate del 1943, quanto alla formazioni dei Gruppi di Difesa della donna, un’organizzazione prettamente femminile che operava nell’ambito della guerra partigiana. Sempre in prima linea nel fornire supporto e assistenza ai compagni, aveva continuato ad operare incessantemente nonostante la gravidanza e sebbene la morsa degli occupanti si stringesse sempre più intorno alla sua figura.
Fu proprio la generosità e il coraggio di Balella a motivare tante donne nella zona di Modena ad aderire alla Resistenza. E in sua memoria nacque il distaccamento Gabriella Degli Esposti, forse l’unico composto esclusivamente da combattenti donne di tutta la storia partigiana italiana, distaccamento operativo nella provincia modenese che partecipò attivamente a varie azioni fino alla Liberazione.
La storia di Gabriella la abbiamo raccontata anche in Partigiani Contro. Lo trovate qui:

La distilleria Candolini di Tarcento

 



In Friuli gli alambicchi funzionano da tempi immemorabili.

Non si sa di preciso chi e quando iniziò a distillare le vinacce, ma lo storico Luigi Papo ha ipotizzato che i Burgundi, venuti dalla vicina Austria verso il 511 d.C., furono i primi ad applicare alle vinacce il metodo di distillazione da loro utilizzato per le mele. La leggenda popolare, invece, ci porta ancora più indietro nel tempo, precisamente nel 1° secolo a.C., quando un legionario romano ottenne, come era consuetudine per premiare i reduci, un vigneto in Friuli; il soldato era riuscito a trafugare in Egitto un impianto di distillazione denominato "Crisopea di Cleopatra" e con questo aveva iniziato a produrre la prima Grappa, o meglio, il primo distillato di vinacce. 
Siamo sempre tra leggenda e ipotetiche datazioni storiche, ma resta il fatto sta che il Friuli Venezia Giulia ha sempre prodotto e bevuto grappa tanto che, in una cronaca del 1334, viene menzionata l' acquavite, mentre la prima data certa, 1451, compare sull'inventario dei beni lasciati dal notaio di Cividale "Ser Everardo da Cividale" e tra questi: "Unum ferrum ad faciendam acquavitem", praticamente un alambicco.
Passarono i secoli e, sotto il dominio austriaco, l'imperatrice Maria Teresa d'Asburgo permise la libera distillazione familiare della "Schnaps" (da qui il nome grappa), in esenzione da gabelle, per premiare la fedeltà delle truppe originarie delle province friulane; non meraviglierà, quindi, che nella sola provincia udinese, a fine '800, vi fossero ben 219 distillerie. Moltiplicato questo numero per tutte le province vocate del Nord Italia si arriva a diverse migliaia, con la stragrande maggioranza a dimensione familiare. Un mare di grappa che per anni ha accompagnato montanari, contadini ed operai regalando loro qualche attimo di calore e di piacere.
Bevanda per gente rude, quindi, e questo marchio l' accompagna ancora oggi che gli alambicchi "domestici" sono praticamente scomparsi e gli opifici, che da anni stanno lavorando alla qualità, si sono ridotti, in tutto il Friuli Venezia Giulia, ad una ventina. Un calo drastico che, sicuramente avrebbe portato anche alla scomparsa della "sgnapa", oltrechè alla dismissione degli ultimi alambicchi, se non ci fosse stato questa manciata di aziende che hanno impedito la perdita di un tale patrimonio storico, culturale e gastronomico.
http://www.tigulliovino.it/dettaglio_articolo.php?idArticolo=947

4 set 2021

La lettura


“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro”, Umberto Eco

Krn-Monte Nero

 



IL KRN, UN MONTE IMPORTANTE CHE AMO. - Ho visto alcune belle foto di montagne slovene e ho pensato di richiamare l´attenzione sul Krn, uno dei monti della mia giovinezza. Mi spinge a questo anche una deprecabile pretesa di un lettore che voleva imporre la dizione Tricorno invece che Triglav. Si può capire chi non sa, ma "est modus in rebus". Krn è una parola di antica etimologia, significa qualcosa come "roccia". Il monte è ben visibile dalla pianura friulana, dove non parlano sloveno ma marilenghe; lo chiamano LAVADOR, perchè il suo profilo da ovest ricorda la tavola di legno sulla quale le massaie di una volta lavavano la biancheria al fiume. In Italia è noto come Monte Nero, una pessima traduzione errata fatta dal team di quel Tolomei che tanto male ha fatto alle nostre genti (e indirettamente anche alla sua propria). Le vette delle Alpi Orientali hanno spesso il loro nome in lingue diverse e questo in fondo è un arricchimento delle nostre genti, basta conservare il necessario rispetto senza imporre niente agli altri. Però certi nomi artificiali ed errati, una intera toponomastica avente origine dal sopruso e dalla intolleranza, andrebbero pian piano rivisti o eliminati, nell´ottica di una pace duratura tra i popoli delle Alpi. Sul Krn sono stato d' estate a partire da Drežnica (Dresenza per chi non sopporta la pipetta), circa 1700 m. di dislivello, oppure in marzo dal versante sud (con amici triestini avevamo bivaccato in una stalla 1200 metri sotto la vetta). La discesa con gli sci è stupenda, con forte pendenza costante.

Aria d'autunno

 



Poeti sloveni del Litorale,

tradotti da JOLKA MILIČ ( Sežana 1926 – Sežana 2021)
Srečko Kosovel (Sežana 1904 - Tomaj 1926)
Aria d'autunno
L'aria è viva e trasparente,
sparsa sulla città;
l'argenteo sfavillio dello stagno
è silente, freddo e placido.
Nessuna brezza si leva
per spezzare l'argento
che riluce su queste acque,
per risvegliare l'albero.
Sembra che lo stagno riposi
E che il suo fondo sia morto
e chino su di lui
l'albero nero stia in ascolto.

Ultimo di cinque fratelli, nacque il 18 marzo 1904 a Sesana. Nel 1908 la famiglia si trasferì a Tomadio e si stabilì nella scuola del paese. Nel 1916 andò a studiare a Lubiana, al liceo scientifico tedesco e successivamente, nel 1922 alla facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Lubiana. Le sue prime poesie sono in prevalenza impressionistiche. Dal 1925 iniziò a scrivere poesie di tipo costruttivista. Iniziò a pubblicare dal 1921 in diverse riviste letterarie di Lubiana e Trieste[1]. Morì nel 1926, all'età di 22 anni, colpito da una meningite. Inizialmente nelle sue poesie è forte l'influenza dell'impressionismo e di Josip Murn. Temi ricorrenti sono il Carso, la madre, la morte con valenza spesso simbolica. Le sue poesie d'avanguardia vennero pubblicate per la prima volta, postume, molto tardi, nel 1967 e rappresentarono un elemento di prima grandezza nel panorama culturale sloveno[ wikipedia

3 set 2021

Cento residenti e qualche perchè

  


 La sfida a due per la carica di sindaco di Drenchia almeno per un attimo rianima il panorama politico locale, caratterizzato da calma piatta persino quando si affrontano, o dovrebbero affrontare, problematiche di interesse comune, come ad esempio il futuro dell’ospedale di Cividale. O di quello che ne resta. Rimane il fatto che a Drenchia, comune che all’anagrafe conta un centinaio di residenti, è riuscito quello che non era riuscito, nell’ultima tornata, a Pulfero, San Leonardo e Grimacco. Avere cioè almeno due candidati sindaco, e almeno una lista ciascuno a proprio supporto.

Ora, il cittadino che magari non conosce quella realtà potrebbe chiedersi, molto ingenuamente: Perché? Perché, voglio dire, impegnarsi per un ruolo amministrativo che, con tutto il rispetto, vale poco più del due di picche nella ‘galassia’ delle nostre amministrazioni locali? Con tutto il fardello, poi, del tempo da mettere a disposizione per svolgere per bene l’incarico, e dall’altro lato una remunerazione non certo esorbitante.
Be’, la risposta è semplice. Perché parte del territorio di Drenchia è quel crinale del Kolovrat dove i resti della Grande guerra rappresentano una straordinaria possibilità di sviluppo, e per questo va progettato, in accordo con i Comuni limitrofi sloveni, un piano turistico e economico appropriato per quella zona. Perché le tantissime case disabitate, se inserite in un progetto di rilancio, possono diventare attrattive (anche come seconde case, perché no). Perché la cultura e lingua slovena locale sono valori che, attraverso le associazioni locali, vanno supportati. Perché se qualcuno studia l’architettura rurale del luogo e pensa che si possa ripristinare per scopi turistici e culturali, ecco come rendere fattibile l’idea.
È per questo, vero?
(m.o.)

buona giornata


 arrivano le prime nebbie,

Autunno,tempo di funghi.

 


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Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

evidenzia

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 Ciliegie a 20 euro al chilo nel supermercato,non in giolleria.La raccolta è stata danneggiata da pioggia,freddo insetti.Le ciliegie proveng...

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