Il proverbio friulano della settimana
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5 set 2021
proverbio friulano
La partigiana Gabriella
I NAZISTI TOLSERO GLI OCCHI, SQUARCIARONO IL VENTRE E TAGLIARONO I SENI ALLA PARTIGIANA GABRIELLA DEGLI ESPOSTI MENTRE ERA INCINTA.
La distilleria Candolini di Tarcento
In Friuli gli alambicchi funzionano da tempi immemorabili.Non si sa di preciso chi e quando iniziò a distillare le vinacce, ma lo storico Luigi Papo ha ipotizzato che i Burgundi, venuti dalla vicina Austria verso il 511 d.C., furono i primi ad applicare alle vinacce il metodo di distillazione da loro utilizzato per le mele. La leggenda popolare, invece, ci porta ancora più indietro nel tempo, precisamente nel 1° secolo a.C., quando un legionario romano ottenne, come era consuetudine per premiare i reduci, un vigneto in Friuli; il soldato era riuscito a trafugare in Egitto un impianto di distillazione denominato "Crisopea di Cleopatra" e con questo aveva iniziato a produrre la prima Grappa, o meglio, il primo distillato di vinacce.
Siamo sempre tra leggenda e ipotetiche datazioni storiche, ma resta il fatto sta che il Friuli Venezia Giulia ha sempre prodotto e bevuto grappa tanto che, in una cronaca del 1334, viene menzionata l' acquavite, mentre la prima data certa, 1451, compare sull'inventario dei beni lasciati dal notaio di Cividale "Ser Everardo da Cividale" e tra questi: "Unum ferrum ad faciendam acquavitem", praticamente un alambicco.
Passarono i secoli e, sotto il dominio austriaco, l'imperatrice Maria Teresa d'Asburgo permise la libera distillazione familiare della "Schnaps" (da qui il nome grappa), in esenzione da gabelle, per premiare la fedeltà delle truppe originarie delle province friulane; non meraviglierà, quindi, che nella sola provincia udinese, a fine '800, vi fossero ben 219 distillerie. Moltiplicato questo numero per tutte le province vocate del Nord Italia si arriva a diverse migliaia, con la stragrande maggioranza a dimensione familiare. Un mare di grappa che per anni ha accompagnato montanari, contadini ed operai regalando loro qualche attimo di calore e di piacere.
Bevanda per gente rude, quindi, e questo marchio l' accompagna ancora oggi che gli alambicchi "domestici" sono praticamente scomparsi e gli opifici, che da anni stanno lavorando alla qualità, si sono ridotti, in tutto il Friuli Venezia Giulia, ad una ventina. Un calo drastico che, sicuramente avrebbe portato anche alla scomparsa della "sgnapa", oltrechè alla dismissione degli ultimi alambicchi, se non ci fosse stato questa manciata di aziende che hanno impedito la perdita di un tale patrimonio storico, culturale e gastronomico.
http://www.tigulliovino.it/dettaglio_articolo.php?idArticolo=947
4 set 2021
La lettura
“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro”, Umberto Eco
Krn-Monte Nero
IL KRN, UN MONTE IMPORTANTE CHE AMO. - Ho visto alcune belle foto di montagne slovene e ho pensato di richiamare l´attenzione sul Krn, uno dei monti della mia giovinezza. Mi spinge a questo anche una deprecabile pretesa di un lettore che voleva imporre la dizione Tricorno invece che Triglav. Si può capire chi non sa, ma "est modus in rebus". Krn è una parola di antica etimologia, significa qualcosa come "roccia". Il monte è ben visibile dalla pianura friulana, dove non parlano sloveno ma marilenghe; lo chiamano LAVADOR, perchè il suo profilo da ovest ricorda la tavola di legno sulla quale le massaie di una volta lavavano la biancheria al fiume. In Italia è noto come Monte Nero, una pessima traduzione errata fatta dal team di quel Tolomei che tanto male ha fatto alle nostre genti (e indirettamente anche alla sua propria). Le vette delle Alpi Orientali hanno spesso il loro nome in lingue diverse e questo in fondo è un arricchimento delle nostre genti, basta conservare il necessario rispetto senza imporre niente agli altri. Però certi nomi artificiali ed errati, una intera toponomastica avente origine dal sopruso e dalla intolleranza, andrebbero pian piano rivisti o eliminati, nell´ottica di una pace duratura tra i popoli delle Alpi. Sul Krn sono stato d' estate a partire da Drežnica (Dresenza per chi non sopporta la pipetta), circa 1700 m. di dislivello, oppure in marzo dal versante sud (con amici triestini avevamo bivaccato in una stalla 1200 metri sotto la vetta). La discesa con gli sci è stupenda, con forte pendenza costante.
Aria d'autunno
Poeti sloveni del Litorale,
3 set 2021
Cento residenti e qualche perchè
La sfida a due per la carica di sindaco di Drenchia almeno per un attimo rianima il panorama politico locale, caratterizzato da calma piatta persino quando si affrontano, o dovrebbero affrontare, problematiche di interesse comune, come ad esempio il futuro dell’ospedale di Cividale. O di quello che ne resta. Rimane il fatto che a Drenchia, comune che all’anagrafe conta un centinaio di residenti, è riuscito quello che non era riuscito, nell’ultima tornata, a Pulfero, San Leonardo e Grimacco. Avere cioè almeno due candidati sindaco, e almeno una lista ciascuno a proprio supporto.Ora, il cittadino che magari non conosce quella realtà potrebbe chiedersi, molto ingenuamente: Perché? Perché, voglio dire, impegnarsi per un ruolo amministrativo che, con tutto il rispetto, vale poco più del due di picche nella ‘galassia’ delle nostre amministrazioni locali? Con tutto il fardello, poi, del tempo da mettere a disposizione per svolgere per bene l’incarico, e dall’altro lato una remunerazione non certo esorbitante.
Be’, la risposta è semplice. Perché parte del territorio di Drenchia è quel crinale del Kolovrat dove i resti della Grande guerra rappresentano una straordinaria possibilità di sviluppo, e per questo va progettato, in accordo con i Comuni limitrofi sloveni, un piano turistico e economico appropriato per quella zona. Perché le tantissime case disabitate, se inserite in un progetto di rilancio, possono diventare attrattive (anche come seconde case, perché no). Perché la cultura e lingua slovena locale sono valori che, attraverso le associazioni locali, vanno supportati. Perché se qualcuno studia l’architettura rurale del luogo e pensa che si possa ripristinare per scopi turistici e culturali, ecco come rendere fattibile l’idea.
È per questo, vero?
(m.o.)
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Ciliegie a 20 euro al chilo nel supermercato,non in giolleria.La raccolta è stata danneggiata da pioggia,freddo insetti.Le ciliegie proveng...
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Neve – Umberto Saba Neve che turbini in alto e avvolgi le cose di un tacito manto. Neve che cadi dall’alto e noi copri coprici ancora,all...
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