25 giu 2021

AUGURI SLOVENIA

 


A Moggio per un programma comune

 

mons.Lorenzo Caucig



Dopo molti rinvii, dovuti al perdurare della situazione pandemica, lunedi, 7 giugno, nella Casa San Carlo di Moggio Alto si è riunito, per la prima volta, il Consiglio pastorale di Collaborazione di Moggio Udinese, del quale fanno parte le parrocchie di Pontebba, Dogna, Chiusaforte, Resia, Resiutta e Moggio, che ha sostituito il precedente Consiglio pastorale foraniale.

Come molte altre realtà dell’Arcidiocesi di Udine anche la popolazione del Canal del Ferro vive oggi in una situazioneterritoriale molto diversa da quella vissuta solo una quarantina di anni fa, quando ancora il declino demografico era visto e vissuto solo come una questione di calo della popolazione. Oggi, purtroppo molto tardi, ci si accorge che questo è soprattuttoun problema di squilibri tra generazioni, che comporta gravi implicazioni soprattuttoeconomiche e sociali. Tra gli strumenti, messi in campo dalla società civile negli ultimi anni per mitigare gli effetti prodotti da questa crisi sociale, vi è quella delriordino delle istituzioni

esistenti, cercando di renderle più efficaci nell’operare a favore del prossimo. Anche per questo motivo, ma non solo, l’Arcivescovo di Udine nel 2018 ha promulgato il documento «Siamo una cosa sola perché il mondo creda – Nuove opportunità per l’azione missionaria della Chiesa sul territorio friulano. Le Collaborazioni pastorali».

Le Collaborazioni pastorali sono una forma stabile di collaborazione tra parrocchie, chiamate a far maturare, nel contestoecclesiale e socio- culturale, la loro identità e missione di comunità cristiane mediante un cammino condiviso e coordinato. L’obiettivo da raggiungere è che le singole parrocchie mettano in comune atteggiamenti di dono reciproco, laricchezza di persone, tradizioni, spiritualitàe strutture di cui dispongono. Ciò permetterà ad esse di trovare nuova linfaper esprimere la propria vitalità spirituale ed energie nuove per attuare l’azione pastorale. Durante l’incontro, in cui si è presa coscienza delle forze a disposizione edel campo in cui operare

i prossimi cinque anni, sono stati eletti Sandro Quaglia in qualità di direttore, al quale è stato chiesto di occuparsi anche degli ambiti di cultura e comunicazione, Cristina Savoia quale segretaria ed i vari referenti d’ambito del progetto pastorale: catechesi, liturgia, carità, famiglia, giovani e amministrazione. A conclusione dell’incontro, il parroco coordinatore, mons. Lorenzo Caucig, abate di Moggio ed originario di Iainich/ Jagnjed, ha voluto ringraziare tutti i presenti per l’impegno che si sono assunti a favore della comunità cristiana locale.<

https://www.dom.it/v-moznici-za-skupni-program_a-moggio-per-un-programma-comune/?fbclid=IwAR1LDY8eiVTGOKqJUPD0dJQDWtlUSCQfwDEMGm10IWOF7MMCHMrTeZbdRgs

buon venerdì-lep četrtek



FOTO DI SUZANA P


San Pietro al Natisone

 KOZOLEC-ASCIUGATOIO PER CEREALI

24 giu 2021

Legambiente Pordenone: sacrificare il patrimonio arboreo in piena crisi climatica è poco lungimirante

 I lavori in corso tra il Ponte di Adamo ed Eva e Borgomeduna, nel quartiere di San Giuliano, preoccupano il circolo Legambiente "Fabiano Grizzo" di Pordenone, a cui molti cittadini si stanno rivolgendo per avere spiegazioni e per comprendere il significato di quanto sta accadendo in città. Da mesi, la richiesta di creare occasioni pubbliche di condivisione delle informazioni relative alla gestione del verde urbano e instaurare un dialogo tra amministrazione e residenti è rimasta inascoltata. Non solo, ma oggi si assiste a un'opera che impatterà in modo profondo sul paesaggio urbano e che viene realizzata in un'area ad elevato valore naturalistico, lungo lo straordinario e delicato corridoio ecologico del Noncello. Da uno studio commissionato dal Comune di Pordenone nel 2008, la porzione urbana del fiume è risultata il sistema con il più elevato numero e la maggiore superficie di habitat naturaliformi - cioè con una vegetazione simile a quella che si svilupperebbe in condizioni naturali. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, la naturalità degli habitat diminuisce seguendo il corso del fiume fuori dalla città.

20210410 7
È difficile, per Legambiente, comprendere perché si sia scelto di intervenire in maniera così impattante proprio in quest'area. Infatti, data la presenza delle piste ciclabili di via Riviera del Pordenone e via San Giuliano e dell'argine, su cui molti pordenonesi amano già correre e passeggiare, non si capisce l'utilità di un nuovo percorso tanto ampio, soprattutto vista la quantità di alberi che è stato necessario abbattere (con la speranza che non ne vengano abbattuti altri) per realizzarlo e visto che il suggestivo sentiero che già attraversava l'area poteva essere mantenuto senza un intervento tanto pesante.L'operazione, peraltro, è stata realizzata in un periodo non consentito. Infatti, secondo la direttiva europea n.147 del 2009, è vietato assolutamente tagliare rami e alberi nel periodo di nidificazione degli uccelli e la legge 157 del 1992 sulla protezione della fauna selvatica omeoterma, all’articolo 21 lettera O e all’articolo 31, prevede pesanti sanzioni per la distruzione di uova e nidi. Il periodo di nidificazione dovrebbe iniziare dalla metà di marzo e proseguire fino ad agosto. Alla luce di ciò, pur considerando la presenza di alcune specie aliene invasive che eranopresenti nell'area, appare impossibile giustificare, da un punto di vista forestale e naturalistico, una devastazione simile.

20210410 11Sacrificare un tale quantitativo di alberi nel contesto della crisi climatica e con i problemi che la città ha da anni per il contenimento dell'inquinamento da polveri sottili, appare poco lungimirante. Il patrimonio arboreo fornisce infatti una serie di importanti benefici, tra cui un indispensabile contributo al contrasto del riscaldamento globale e al miglioramento della qualità dell’aria. Agendo da filtri naturali, gli alberi assorbono gli inquinanti generati dal traffico veicolare, riducendo l'insorgenza di malattie respiratorie nelle aree urbane.

Infine, il Comune di Pordenone non ha ancora adottato il Piano comunale del verde pubblico e privato, previsto dalla legge 10 del 2013, che dovrebbe consentire di formulare una visione strategica del sistema del verde urbano nel medio e lungo periodo. Ancora una volta, Legambiente ribadisce che, per una corretta progettazione e cura del verde urbano pubblico e privato, è indispensabile informare e coinvolgere la cittadinanza, come accade in diverse città europee, dove la progettazione è partecipata.https://www.legambientefvg.it/component/content/article/2-uncategorised/2374-legambiente-pordenone-sacrificare-il-patrimonio-arboreo-in-piena-crisi-climatica-e-poco-lungimirante?Itemid=101

IL KAKI

 Il kaki, un'adozione recente




di Raffaele Testolin
Il kaki, assieme al noce e qualche altra pianta da frutto, forma il quadro tipico del "bearç" nelle aziende friulane.
A dire il vero, si tratta di un quadro recente, perché fino alla metà dell’800 nessuno in Europa sapeva cosa fosse il kaki. L’abbiamo importato dalla Cina, attraverso gli Stati Uniti ed è diventato subito una pianta importante, capace di sfamare famiglie per giorni in tempi di vacche magre. Con un kaki e un tozzo di pane, un tempo neanche tanto lontano, si porta fuori un pasto.
Ci sono due tipi di kaki:
• il kaki-tipo, quello – per capirci – che conoscono bene le persone anziane e che mangiamo quando è molto tenero (magari raggrinzito, dopo che ha preso una piccola gelata sull’albero)
• il kaki-mela, un kaki a polpa sempre chiara, spesso senza semi che si mangia sodo, perché non è astringente.
Ci sarebbe poi il ‘kaki imbroglione’, coltivato dagli amici spagnoli, che si chiama ‘Rojo brillante’: bello, grosso, fatto a cuore. Viene venduto come un kaki mela, ma kaki mela non è e a volte l’astringenza, che viene rimossa con alcuni procedimenti fisici o chimici in magazzino, è ancora troppo alta e può dare fastidio.
Il kaki è facile da coltivare, ma bisogna scegliere bene la varietà. Vi racconto una storia.
Alla fine degli anni ’90, sto facendo la lezione sul kaki e uno studente mi racconta che dalle sue parti avevano piantato una ventina di ettari di kaki e li stavano spiantando. La storia mi incuriosisce e provo ad informarmi. Troppo tardi. Avevano già spiantato, dicendo che il kaki in Friuli non produce, ovviamente il tutto condito con qualche imprecazione ‘tipicamente friulana’.
Cos’era successo? Avevano sbagliato varietà. Volevano coltivare il kaki mela senza semi da vendere sui mercati austriaci.
Ora, ci sono due varietà principali di kaki mela (ce ne sono di più, ma voglio farla semplice): una produce frutti senza semi e non ha bisogno di impollinazione; l’altra produce frutti con semi e ha bisogno di essere impollinata da una varietà che abbia anche fiori maschili. Quegli agricoltori volevano la prima varietà, ma in realtà avevano piantato la seconda. Non so dire di chi sia stata la colpa, se degli agricoltori o di chi aveva fornito loro le piante. Ma questo poco importa. A noi serve solo ricordare che quando si acquista una pianta di kaki, bisogna sapere cosa si vuole e chi vende deve raccontarcela giusta. Il kaki-tipo si impollina da solo e da questo punto di vista non ci sono problemi. Il kaki mela no.
E questo è tutto per il kaki. Se poi volete sapere come si pota, è presto detto. Durante l’inverno togliete tutti i succhioni - cioè i rami che crescono dritti - e lasciate solo i rametti piccoli e un po’ contorti. Non serve sapere altro.
Attenti a non arrampicarvi sul kaki. Ha i rami che si rompono facilmente, senza avvertire. Dire “Provare per credere” sarebbe incentivare il suicidio.
da vita nei campi

23 giu 2021

In arrivo il caldo africano anche in Friuli

 



L'alta pressione africana è in indebolimento per un'area depressionaria in approfondimento tra Isole britanniche e Francia ma con poche conseguenze sul Triveneto. Quella di oggi è una giornata nel complesso soleggiata e asciutta. Temperature stabili, caldo ancora intenso seppur un po' meno afoso. Venti da sud/sudovest al mattino con rinforzi sulle aree costiere, di brezza nel pomeriggio. Mare Adriatico poco mosso o localmente mosso. 

Le previsioni

Da ieri ci sono infiltrazioni atlantiche da ovest che determineranno un generale aumento della nuvolosità sul Friuli Venezia Giulia e il ritorno di qualche temporale di calore su Alpi e Dolomiti, localmente anche di moderata o forte intensità. Nei primi giorni della settimana anticiclone in indebolimento ma correnti da sudovest piuttosto stabili manterranno condizioni in prevalenza soleggiate e asciutte sulle zone di pianura e costiere mentre su Alpi e Dolomiti rimarrà il rischio per temporali di calore occasionalmente intensi. Caldo che rimarrà sempre piuttosto intenso. https://www.udinetoday.it/meteo/meteo-fvg-settimana-21-giugno-2021.html

Una pianta al giorno - erica

 


22 giu 2021

IL KRIES (FALO') di san GIOVANNI

 Celebrato da millenni presso le popolazioni di mezza Europa, il solstizio d’estate, che il cristianesimo ha associato alla festa di San Giovanni Battista, è un autentico scrigno di tradizioni popolari, alcune delle quali ancora vive in Slovenia. Qui come altrove, la festa del Santo cristiano si è sovrapposta a riti pagani antichissimi, al cui centro vi era Kresnik (“Svetovit” per gli antichi slavi), divinità del sole.

Anche grazie all’assonanza dei nomi, presso gli sloveni il cristianesimo ebbe gioco facile a sostituire questa figura con quella del Battista, che in sloveno si chiama appunto “Krstnik” (da “krst” = battesimo). L’antica figura mitologica di Kresnik è stata quindi soppiantata da quella di Janez Krstnik, ma ciò non è bastato a cancellare tutta una serie di riti e usanze di origine pagana, con innumerevoli varianti nelle singole regioni slovene.

Il sole e il fuoco

Durante il solstizio d’estate il sole raggiunge il suo apice, ma ciò significa anche che a partire da questo punto la sua forza andrà diminuendo giorno per giorno. Desiderio dell’uomo era quello di prolungare il più possibile il potere del sole, “aiutandolo” e dandogli forza con l’accensione di grandi fuochi. Ancora oggi uno dei momenti centrali dei riti di San Giovanni è proprio il falò, in sloveno “kres” (legato al nome della divinità Kresnik).

Il Kries (falò) di San Giovanni, ancora in uso nei paesi di minoranza slovena in Italia
Il Kries (falò) di San Giovanni, ancora in uso nei paesi di minoranza slovena in Italia

Il kres viene acceso la notte tra il 23 e il 24 giugno di solito sulle alture, affinché possa essere il più vicino possibile al cielo. In molti paesi la raccolta stessa del materiale da ardere rappresenta una sorta di rituale: i giovani vanno di casa in casa a raccogliere legno di scarto e ramaglie e tutte le famiglie devono contribuire in base alla propria disponibilità.

I paesi fanno a gara a chi ha il kres più grande e più bello, in alcuni luoghi si gareggiava addirittura tra le varie frazioni del paese (così ad esempio a Doberdò del Lago – Doberdob (GO)). Nella Slovenia settentrionale al centro del kres si pone un palo decorato chiamato “kresni mlaj”, simile a quello innalzato per il primo maggio. La tradizione del kres è conosciuta anche nei paesi in Italia dove vive la minoranza slovena ed è ancora molto viva in Benečija (Slavia Veneta), dove il più famoso è il “Kries svetega Ivana” a Gorenji Tarbij – Tribil Superiore.

CONTINUA QUI https://www.slovely.eu/2013/06/24/notte-di-san-giovanni-tra-magia-e-religione/?fbclid=IwAR0St0bygq-94iT-j99fExP0ywZd9BcLX_F_XBJhNxG97CXbnDWGFu4WraI

PIEVE DI SANTA MARIA MAGGIORE PONTEBBA

 

da wikipedia

La Chiesa di Santa Maria Maggiore a #Pontebba ospita al suo interno un prezioso tesoro artistico.

Si tratta del Flügelaltar, l’altare di legno tardo gotico realizzato nel 1517, ospitato nel coro. Dichiarato monumento nazionale, l’altare è stato sottoposto ad un importante restauro che gli ha donato nuovamente l’antico splendore.
Il nome deriva dalla struttura dell’opera, in quanto è composta da un corpo centrale e da due portali laterali mobili che permettono di aprire l’altare a mo' di ali, quindi Flügelaltar, ovvero altare alato.
Questa particolarità ha una valenza liturgica in quanto l’altare resta chiuso nei periodi penitenziali come l’Avvento e la Quaresima.
A completare la struttura un alto coronamento a guglie e una predella figurata, la tavoletta rettangolare che funge da base.
Quello che cattura subito l’attenzione è la superba finezza dell’esecuzione e la raffinatezza dei dettagli: proprio questo suo alto valore tecnico ha portato gli studiosi ad attribuire l’altare, datato 1517, al maestro Enrico da Villaco, esponente di spicco della Bottega di Villaco e a far supporre che sia stato il prototipo di una serie di altari simili diffusi in Austria grazie all’attività della bottega.
Al centro è rappresentata l’Incoronazione della Vergine da parte della Trinità, mentre all’interno degli sportelli si trovano la Natività, l’Adorazione dei Magi, la Resurrezione di Cristo e il trapasso di Maria, conosciuto come Dormitio viriginis. Una volta chiuse le ali si possono invece ammirare le pitture che rappresentano l’Annunciazione, la Visitazione, la Fuga in Egitto e la Pentecoste. Ci sono poi sculture a figura interna di santi ed angeli inserite nei baldacchini gugliati del coronamento e i busti dei padri della Chiesa che arricchiscono la predella.
📸: Alberto Galtarossa

21 giu 2021

Quando Gorizia per 400 anni fu Gorz

 


Una foto della stazione di Gorizia  tratta dall'archivio della Digiteca immortala l'ultima volta di Gorz per Gorizia. Una stazione distrutta dalla guerra, che così si presentava dopo "la nostra occupazione" come si legge nelle note della foto dell'archivio. Occupata una città che per 400 anni appartenne all'Austria, dal 1509 circa fino al 1918, passando dalla parentesi napoleonica, dalla prima presa di Gorizia italiana nel 1916, poi riconquistata dagli Austriaci con la disfatta di Caporetto. 400 anni di storia a cui Gorizia deve tutto. Fa un certo effetto leggere Gorz in una città storicamente, per chi ancora non lo sapesse, plurilingue, italiano, sloveno, tedesco e friulano sono le lingue goriziane. Gorz, con accanto il nome di Gorizia. Il bilinguismo era garantito dagli austriaci in città. Contrariamente da quello che accade oggi verso gli sloveni ad esempio, mentre di tedesco non si trova più nulla, sparito, di friulano qualcosa nella zona di Lucinico, un tempo Comune autonomo. 400 anni di storia rimossi in modo infelice da cent'anni di nazionalismo italiano a cui forse solo ora con il nuovo corso europeo della città, con Nova Gorica, si potrà mettere fine. 







Così come interessanti sono i ritratti di Gorz, Gorizia, nell'opuscolo con la prefazione di  Max Ritter von Hoen  dove sono state raccolte 20 vedute di Gorizia durante la prima guerra mondiale con i danni procurati alla città durante la guerra e  con il ritratto del generale Erwin Zeidler . Interessante leggere anche i nomi di alcuni luoghi in quel tempo.

...continua QUI http://xcolpevolex.blogspot.com/2021/04/quando-gorizia-per-400-anni-fu-gorz.html

follower

Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

evidenzia

Proverbio friulano

  Il proverbio friulano della settimana di Vita nei campi “Quant che al cjante el furmiâr cirît sotet pes bestîs e pal cjar” ovvero quando c...

Etichette

. * abitudini acque acrostico afganistan aforisma aforismi alberi almanacco alta val torre ambienrte ambiente animaii. animali antichi mestieri antifascismo archeologia arte arte. articol articoli articoli. articolo articolo. artigianato astronomia atricolo attività attrezzi agricoli attualiità attualità attualità. attualtà atualità audio auguri autunno avviso avviso . benecia benecia. benecija benečija benvenute bilinguismo blog caldo canzone canzoni carnevale carnia cibi cibi tipici cibi tipici. cibi. cinema citazion. citazione citazioni citazioni; citazioni. citazoni classifica clima collage commenti commento. consigli corso covid covid19 cronaca cronaca. cronata cucina cultua cultura cultura. cultura.storia culura curiosità dedica detti detto documenti dolci dom dom. editoriale esperienze eventi eventi. eventi.resia/rezija evento evnti fauna favola favole fb fede filastrocca film fiori flora flore folclore foto fotografia fotografie fotorafie frase frasi freddo friulano friuli friuli. frutta frutti futuro FVG grandine guerra haiku haiku. IA icorrenze imitando la Meloni. in memoriam informazioni iniziative intervista invocazione istruzione jeggende jesen lavoro leggenda leggende leggende. leteratura italiana letterarura letteratra italiana letteratua letteratura letteratura dialettale slovena letteratura italiana letteratura italiana. letteratura russa. letteratura slovena letteratura straniera letteratura. letteraura letteretura straniera lettertura lettura libri libro libro. lingua lingua friulana lingua friulana. lingua italiana lingua slovena lingue lingue slave lingue.fvg. lioghi luoghi luoghi. luoghi.video lutto mamma memoria mestieri meteo migranti migrazione minoranza slovena minoranze minoranze linguistiche mio video mitologia mondo moreno musei musica musica. narodni dom natale natura neve notizie novi matajur nuovo blog oggi opinioni osservazioni pace paesi pagine parlamento parole parole. pensieri pensieri. personaggi personaggi. personagi personggi pianeta piante piante. pittori poesia poesia slovena poesia. poesie poeta poeti politica precisazione. premio progetto proposta proverb proverbi proverbì proverbi. proverbi.friuli proverbio proverbio. provrbio quadri racconto razzismo reblog reblog. resia ricetta. ricordi ricorenze ricorrenza ricorrenze ricorrenze. riflessione riflessioni romeo trevisan russia. russia/ucraina salute saluti saluti. saluto saluto. sanità scienza scuola scuola. senza categoria settimana simboli slava slavia slovena sloveni slovenia slovenia. slovenia.foto slovenija slovenija. sloveno spettacoli sport sport. storia storia.lingua slovena storie tentativo tradizioni traduzione trieste turismo turismo. turismo.friuli tv ucraina umorismo usanze usanze. usanze.ricorrenze utilità. vajont val canale val torre valli del natisone valli natisone varie viaggi vid eo video video. video.friuli vignetta vignetta. vignette vignette. villanova grotte vinetta

julia

https://ju17-12.blogspot.com/

slide benecia

slide benecia
benecia

slovely

https://www.slovely.eu/

questo blog

Questo blog parla delle minoranze linguistiche del Friuli:SLOVENA,FRIULANA eTEDESCA,articoli dei giornali della minoranza slovena,degli usi,costumi,eventi e tanto altro.Buona lettura.OLga

slovely (sito per gli amanti della slovenia)

traffico tempo reale

inno SLO

Brindisi Zdravljica inno sloveno "Vivano tutti i popoli che anelano al giorno in cui la discordia verrà sradicata dal mondo ed in cui ogni nostro connazionale sarà libero, ed in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico!"

olga Uk

https://olga-verse.blogspot.com/

Twitter

Trinko

Trinko

ultimi commenti 👁️‍🗨️

grazie

grazie