Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga❤️
Questo blog parla delle minoranze linguistiche del Friuli:SLOVENA,FRIULANA eTEDESCA,articoli dei giornali della minoranza slovena,degli usi,costumi,eventi e tanto altro.Buona lettura.OLga
‘Sclavanie’ è una di quelle parole il cui significato cambia a seconda di come viene pronunciato. Letteralmente è il termine friulano che indica la Slavia veneta o italiana, in passato però con essa veniva spesso identificato un territorio in termine dispregiativo: lì ci vivevano gli slavi, i montanari, gente diversa: in quanto considerati diversi, spesso inferiori, quelle stesse popolazioni tendevano a rinchiudersi, e a sviluppare al contempo un processo di disistima. Oggi per fortuna molte cose sono cambiate. Lo sa bene Davide Degano, un giovane di Ronchis di Faedis, con radici beneciane da parte di padre, che ha intrapreso un progetto fotografico ed editoriale a cui ha dato proprio quel nome, ‘Sclavanie’. Per esplorare, con esso, i fenomeni dell’emigrazione e dello spopolamento dei borghi delle vallate del Torre e del Natisone, ma anche per riflettere sui valori dell’abitare e del fare comunità.
Davide sembra essere di animo abbastanza irrequieto. In senso positivo. Dopo le superiori ha vissuto per tre anni in Australia, dove ha lavorato come fotografo commerciale. Ha lasciato quel continente per problemi di visto, un amico l’ha allora indirizzato alla Royal Academy od Art a L’Aja, in Olanda, dove si è laureato. Nel frattempo ha partecipato, con le sue fotografie, a varie mostre collettive e personali. “Mentre in Australia mi ero sentito come a casa – racconta – in Olanda ho incontrato una società troppo chiusa e individualista. Sono riuscito a lavorare e a pagarmi da solo gli studi per cinque anni, ma mi è sempre mancato il senso di comunità.” Quel senso di comunità che paradossalmente, ma forse non tanto, ha ritrovato a casa sua e nelle zone confinarie del Friuli. “Stavo ancora frequentando l’accademia quando, per qualche mese, sono tornato a casa per fotografare. Ho pensato così a questo progetto che vuole riflettere sull’importanza del locale attraverso una memoria comune. Un altro scopo è quello di fare qualcosa per preservare le minoranze presenti su questo territorio, una ricchezza unica in Europa”, spiega Davide, che a proposito del suo legame con la comunità slovena dice: “Non ne sapevo moltissimo, mia nonna da parte di padre parlava sloveno, era di Lasiz di Pulfero, ma quando è andata a vivere a Ronchis ha cercato di nascondere le sue origini, non insegnando la lingua ai figli. Mia nonna è morta, oggi non posso chiederle tutte le cose che vorrei.” Le fotografie sono state fatte in varie località, da Stremiz a Prossenicco, dalla Val Resia a Montefosca. Vi sono ritratti sia paesaggi che persone. Un luogo particolare, per Davide, è Robidišče, in Slovenia, a cavallo del confine e a pochi chilometri da Canebola: “Negli ultimi quindici anni il paese ha avuto uno sviluppo virtuoso fantastico, oggi ha una trentina di abitanti, richiama turisti soprattutto dal Nord Europa, ed è rimasto il paese di sempre. Un esempio di come le cose si possono fare.” Il libro, a proposito di Canebola, tiene in esergo alcune parole di Ado Cont, che tanto ha fatto per la sua comunità e per l’amicizia e la collaborazione tra sloveni da una parte e dall’altra del confine. Le circa 90 foto sono accompagnate da didascalie dettagliate. L’antropologa Livia Maria Raccanello in un saggio descrive la sua esperienza nel processo di rivitalizzazione del piccolo borgo montano di Stremiz, mentre Michael Beismann, ricercatore indipendente e professore presso l’università di Innsbruck, analizza il fenomeno del ripopolamento nei piccoli borghi montani delle Alpi, in particolare in Svizzera e Francia, e confrontandoli con le problematiche ancora persistenti nei borghi italiani. Per la pubblicazione, che dovrebbe uscire in settembre e sarà trilingue (italiano, sloveno e inglese) è ora in atto una raccolta fondi attraverso internet. Vi si può aderire attraverso il link: https://www.produzionidalbasso.com/project/sclavanie/
::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::consistenza dei grumi e la ruggine che si attorciglia attorno – e pietrose radici che si muovono annusando riverberi d’acqua e gigli. Un uomo è anche questo ed a volte ce ne dimentichiamo così stiamo a guardare il suo peso che si riduce e la voce che stona – poi passano gli anni – ed anche quel peso e quella voce tornano terra e l’aratro che cade di lato e s’inabissa.
(per Beppino De Cesco)
Michele Obit vive a S. Pietro al Natisone (Udine). È direttore del settimanale bilingue «Novi Matajur» e presidente del circolo culturale “Ivan Trinko”, entrambi con sede a Cividale del Friuli. Ha pubblicato varie raccolte poetiche, l’ultima delle quali è Le parole nascono già sporche (2010). Ha tradotto in italiano i più importanti poeti sloveni delle giovani generazioni e scrittori come Aleš Šteger, Miha Mazzini e Boris Pahor. All’interno del festival ‘Stazione di Topolò/Postaja Topolove’ organizza la sezione poetica e il progetto di residenza per poeti e scrittori ‘Koderjana’.https://poetarumsilva.com/2015/04/12/michele-obit/comment-page-1/
Il primo documento friulano in cui si cita l’asparago è legato a un processo. Infatti, il 5 agosto del 1647, don Valentino di Stefano da Forame, viene condannato a 50 lire di multa per vari reati tra i quali c’è anche il furto di asparagi “nell’orto dei nobili di Attimis”.Durante il pranzo di nozze del conte Carlo Gabrielli, celebrate a Udine nel febbraio del 1727, vennero serviti anche gli “sparesi”, assieme a ostriche e carciofi.Nel maggio del 1773, le monache del monastero di Latisana, registrano sul loro libro dei conti, la “spesa in sparesi” per 3,15 lire, reiterata anche nell’aprile del 1774 e negli anni successivi.L’abate codroipese, Domenico Sabbadini, nel 1826, in una sua rima scrive: “Degli asparagi robusti / Che son grati a tutti i gusti, / E di maggio al ritornar / Mai non devono mancar”. La Tipografia Pascatti di San Vito al Tagliamento, nel 1838, diede alle stampe un opuscoletto di autore anonimo, intitolato: “Memoria sulla coltivazione degli asparagi e dei loro usi”.Tra i documenti sottoscritti nel “trattato di Cormòns”, alla fine della III Guerra d’indipendenza, nel 1866, si trova un elenco di prodotti di particolare pregio che comprendeva anche l’asparago bianco di Sant’Andrea di Gorizia. La sua fama venne poi confermata nello scritto del barone Carl von Czoernig: “Gorizia, la Nizza austriaca”, del 1873, dove si ricorda come: ”Il comune di Sant’Andrea nella prossimità di Gorizia coltiva su vasta scala gli asparagi che vengono spediti lontano… D’altro canto gli asparagi sono coltivati già da molto tempo con ottimi risultati sul territorio di Monfalcone che alimenta coi suoi prodotti il mercato di Trieste”. All’Esposizione di prodotti d’orticoltura e giardinaggio del 1868, tenutasi a Gorizia, G. F. del Torre mise in mostra degli “asparagi giganteschi”.In precedenza, nel 1844, l’abate Leonardo Brumati aveva segnalato come la coltivazione degli asparagi fosse presente negli orti familiari della Bisiacaria. Ancor prima, nel 1728, il pittore-incisore Antonio Dall’Agata magnificava i “grossi e bellissimi spariggi” del Collio.Il settimanale “L’Amico del Contadino”, stampato a San Vito al Tagliamento, si occupa della coltivazione degli asparagi pubblicando due articoli tecnici, nel 1847.Nel 1824, il poeta friulano Pietro Zorutti cantava la bontà degli asparagi di Tricesimo inserendoli nelle sette “Rarità del Friuli” e sorprendendosi della grossezza dei turioni di quella località che aveva ricevuto in dono. Il suo stupore venne poi registrato dall’abate Pirona nel Vocabolario friulano del 1928.L’importanza dell’asparagicoltura tricesimana non era sfuggita a Ippolito Nievo che, nella novella “La Santa di Arra” pubblicata nel 1855, menziona il contadino Tita che si reca a “menar gli asparagi sulla piazza di Udine”.
La data non è stata ancora definita con precisione.
Ma la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Gorizia è stata confermata. «In autunno verrò a
farvi visita insieme al Presidente della Repubblica della
Slovenia Borut Pahor perché Gorizia e Nova Gorica rappresentano un laboratorio di collaborazione europea
di grande valenza e va sostenuto in ogni iniziativa». A
ufficializzarlo, ieri mattina, lo stesso Mattarella che ha
incontrato, al Quirinale, i sindaci di Gorizia Rodolfo Ziberna e di Nova Gorica Klemen Miklavič. Si sta già lavorando per determinare la data precisa cha sarà condivisa, nelle prossime settimane, assieme ai due primi
cittadini. Mattarella ha ribadito il suo grande apprezzamento per il lavoro svolto dalle due amministrazioni
comunali che ha portato a conquistare il titolo di Capitale europea della cultura per il 2025. Un risultato che
va oltre i confini delle due città e rafforza ancora di più
i rapporti fra Italia e Slovenia. In tal senso, il Capo dello
Stato ha ricordato il legame di grande amicizia che lo
lega al Presidente sloveno Pahor. «Ma si è parlato anche di economia - riferisce il sindaco Rodolfo Ziberna
- e del progetto della Zese (la Zona economica speciale
europea) riguardante le politiche di defiscalizzazione
della zona confinaria. Mattarella ha dimostrato di conoscere bene la materia, e ci ha spronato a proseguire con forza su questa strada manifestandoci ancora
una volta tutta la sua vicinanza. Un grazie davvero di
cuore a questo Presidente che si sta dimostrando così
vicino al nostro territorio e alla nostra gente». Molto
soddisfatto anche il sindaco Miklavič. «Sono rimasto
ancora una volta piacevolmente sorpreso dalla grande
vicinanza di Mattarella - rimarca -. E il fatto che abbia
voluto ulteriormente approfondire alcune tematiche,
anche di carattere economico, fa chiaramente capire
che ci sosterrà pienamente nel nostro percorso». Il sindaco Ziberna, come anticipato dal Piccolo, ha donato
al Presidente della Repubblica una copia in miniatura
della “Divina Commedia” realizzata nel 1888 dal tipografo goriziano Francesco Cossovel. «Questa originale
creazione venne realizzata in via Morelli - rammenta ancora Ziberna - e penso si tratti di una fra le più piccole esistenti al mondo. La mia speranza è che Mattarella
possa appenderla in qualcuno dei suoi uffici. Sarebbe
una grande soddisfazione». Le tre cantiche del poema
sono racchiuse in tre rettangoli mentre ciascun canto è
compresso in una colonna di dimensioni estremamente ridotte. Una delle copie originali eseguite dallo stesso Cossovel è tutt’ora conservata nella Biblioteca Civica
di Gorizia e riporta la data del 1888 e poi il colophon
Francesco Cossovel-Gorizia, Austria Editore. Il sindaco
di Nova Gorica Miklavič ha voluto, invece, regalare a
Mattarella l’ultima pubblicazione del Comune su Nova
Gorica.
Francesco Fain
(ilpiccolo.gelocal.it, 25. 5. 2021)
Taipana (Tipána in sloveno[4], Taipane in friulano[5]) è un comune italiano di 565 abitanti del Friuli-Venezia Giulia. Fino al 1935 il comune prendeva il nome dell'odierna frazione di Platischis.Taipana sorge a 478 ms.l.m. tra i primi rilievi delle Prealpi Giulie, nel bacino del torrente Cornappo. Oltre al capoluogo fanno parte del comune le frazioni di Cornappo, Debellis, Monteaperta, Montemaggiore, Ponte Sambo, Platischis e Prossenicco, paesini che soffrono quasi tutti di un grave fenomeno di spopolamento....CONTINUA https://it.wikipedia.org/wiki/Taipana
Il Comitato pro Tagliamento in UNESCO – APS, istituito in data 10.10.2020 per valorizzare e promuovere il principale fiume friulano su entrambi i piani sia paesaggistico-ambientale sia storico-culturale, è attivo anche pubblicamente sin dall’inizio del 2021, anche quale Associazione di
Promozione Sociale formalmente iscritta all’apposito Registro Regionale presso la Regione Autonoma Friuli – Venezia Giulia.
Il Comitato a sostegno della Candidatura al Patrimonio Mondiale UNESCO del Medio Corso del Fiume Tagliamento quale Sito Misto sia Naturale sia Culturale pubblica e divulga tutte le proprie principali informazioni su composizione, attività, pubblicazioni, proposte sul seguente sito web istituzionale: https://www.comitato-pro-tagliamento-in-unesco.org
Il Comitato ha pubblicato anche a Maggio 2021 sempre in formato PDF open source un atto pubblico regionale illustrativo di proposte idrauliche alternative le quali dimostrano che le opere faraoniche calate dall’alto sul Tagliamento non servono a nessuna reale esigenza di pubblico interesse la quale in ogni caso qualora esistesse potrebbe venir soddisfatta con interventi molto più economici e anche molto più compatibili col patrimonio sia naturale paesaggistico-ambientale sia umano storico-culturale: https://www.comitato-pro-tagliamento-in-unesco.org/Tagliamento_proposta_alternativa_MAGGIO_2021.pdf
Il Comitato ha sin dall’inizio avviato a livello prima locale e poi anche regionale una vera e propria campagna di sensibilizzazione presso tutte le Autorità e Istituzioni Pubbliche e Private interessate al fine di proporre e sostenere non solamente la Candidatura che costituisce il proprio principale obiettivo associativo, al massimo livello (costituito dal Patrimonio dell’Umanità: come le Dolomiti Friulane oppure Aquileia o Cividale) e in forma trasversalmente completa (quale Sito Misto: sia Naturale sia Culturale), oltre a una adeguata valorizzazione ad ogni livello di tutto ciò che il Tagliamento rappresenta per il Friuli.
Il Comitato fa appello al sostegno di tutte le persone di buona volontà per salvare un fiume unico al mondo o almeno in tutta Europa e tutto ciò che rappresenta per il Friuli e i Friulani.
"O ti zemlja rodna,
zemlja bedna,
ki te milost božja,
meni v last je dala" (I. Trinko)
"O terra natia,
terra misera,
piccola,
che la grazia divina,
mi ha donato"
(traduzione)
Brindisi Zdravljica inno sloveno
"Vivano tutti i popoli che anelano al giorno in cui la discordia verrà sradicata dal mondo ed in cui ogni nostro connazionale sarà libero, ed in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico!"