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Questo blog parla delle minoranze linguistiche del Friuli:SLOVENA,FRIULANA eTEDESCA,articoli dei giornali della minoranza slovena,degli usi,costumi,eventi e tanto altro.Buona lettura.OLga

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3 mag 2021

IL NUOVO SACRESTANO DI FLAIPANO/FEJPLAN NEL SEGNO DELLE COMUNI RADICI CON PERS/BRIEH

 Da alcune settimane il signor Tiziano Cher è diventato il nuovo sacrestano della chiesa di Santa Maria Maddalena a Flaipano/Fejplan, nel comune di Montenars.

Ricordiamo che Flaipano non è molto distante da Pers/Brieh, frazione del comune di Lusevera, dove Tiziano Cher ha le proprie radici. Pers e Flaipano hanno sempre intrattenuto forti legami.

Dal punto di vista linguistico, in passato a Flaipano/Fejplan secondo la scienza la lingua d’uso era un dialetto sloveno, come a Pers e nel comune di Lusevera. Per lungo tempo, poi, la chiesa di Flaipano è stata luogo di culto anche per la comunità di Pers. Fino all’inizio del XX secolo, infine, visto che in paese non c’era il cimitero, a Flaipano venivano tumulati anche i defunti di Pers. Forse anche per questi motivi si è preferito che le chiavi di chiesa e campanile finissero a Pers, piuttosto che a Montenars.

«Si tratta di un incarico formale – spiega Tiziano – perché nella chiesa di Santa Maria Maddalena sono celebrate poche Messe l’anno. Soprattutto a Santo Stefano, il Lunedì dell’Angelo e nella ricorrenza di S. Maria Maddalena, se non per qualche rito funebre o in occasioni particolari. Finora ho suonato una volta sola le campane, in memoria di un defunto del paese, e ho aggiornato l’orologio del campanile all’ora legale».

Il sacrestano precedente, Graziano Lazzaro, è mancato qualche tempo fa, a 85 anni. Era lontano parentedi Tiziano. «Era di Flaipano e si è occupato della chiesa e del campanile per circa vent’anni. A suo tempo mi aveva chiesto se mi sarei occupato della chiesa e del campanile e ho accettato. Del resto, dopo il terremoto del 1976 era giunto un contributo anche da Pers per sistemare le campane e la chiesa di S. Maria Maddalena». 

dal dom del 30 aprile 2021

Il campanile di Flaipano/Fejplan.

LE GROTTE DI VILLANOVA VI ASPETTANO

 


www.grottedivillanova.it

Legge per la montagna con gli sloveni

 


Legge per la montagna con gli sloveni È importante collegare il nuovo provvedimento regionale con le disposizioni della 38/2001 Dunque la Regione sta preparando una nuova legge specifica per il territorio montano. Come anticipato al Dom dal consigliere regionale Giuseppe Sibau, uno degli artefici della bozza ora all’attenzione dell’assessore alla Montagna, Stefano Zannier, il provvedimento si pone l’obiettivo di alzare il livello della qualità della vita nell’area montana che oggi è messa peggio, non di dare ulteriori risorse a località dove già esiste un fiorente movimento turistico, come Tarvisio, Sappada, Piancavallo, Zoncolan... Il principio dovrebbe essere quello di impiegare i fondi a disposizione (nel loro ammontare si misurerà la reale portata della legge) per migliorare le situazioni di quelle frazioni montane che sono più colpite da spopolamento, attraverso azioni specifiche volte a garantire anche alla popolazione montana gli stessi standard qualitativi delle altre zone del territorio regionale e a sostenere con contributi specifici l’acquisto e la ristrutturazione di immobili da destinare a prima abitazione a favore di coloro che trasferiscono la propria residenza e dimora abituale. Eppure la molla economica non basta a far rivivere la montagna. Fondamentale resta la motivazione identitaria. Gli estensori della bozza per la nuova legge ne sono consapevoli, quando scrivono che «la Regione riconosce nei valori dalla cultura tradizionale della montagna e dalle culture locali il mezzo fondamentale per rendere la gente di montagna consapevole delle proprie origini e della propria identità». Questo vale per ogni territorio montano e tantopiù per il Friuli Venezia Giulia, dove le cosiddette terre alte sono abitate da comunità di lingua slovena in Benecia, Resia e Valcanale, tedesca a Sappada, Sauris, Timau e Valcanale, friulana nelle altre valli. Ecco perché appare fondamentale anche un collegamento tra il testo che si va delineando e la legge di tutela per la minoranza slovena, della quale il prossimo 23 marzo cadrà il ventesimo anniversario dell’entrata in vigore. L’articolo 21 della 38/ 2001, infatti, prevede la tutela degli interessi sociali, economici ed ambientali del territorio in cui è insediata la comunità slovena. Per lo sviluppo di Slavia, Resia e Valcanale è previsto addirittura un contributo annuo straordinario. Ciò significa che lo Stato ha già riconosciuto la specialità del nostro territorio e la necessità di risollevarlo da una situazione socio-economica catastrofica. Con quel denaro in vent’anni sono state finanziateopere pubbliche, sostenute imprese agricole e forestali, promosso lo sviluppo turistico. Come abbiamo ricordarto molte volte in vent’anni da queste colonne, il mezzo milione rappresenta un’affermazione di principio, una base sulla quale innestare tutta una serie di interventi. Ma questo non è avvenuto, non si è mai trovata la volontà politica, nel centrodestra come nel centrosinistra, di dare un seguito concreto a quella disposizione. Ciò anche da parte dei politici espressione della comunità slovena e anche all’interno delle organizzazioni della minoranza. Del resto, già nella fase di stesura dell’articolato, quella disposizione era stata osteggiata da molti. È importante, tuttavia, avere già un quadro legislativo. Se lo stanziamento fosse portato, ad esempio, a dieci milioni (che per le casse dello Stato e della Regione sarebbero del tutto sostenibili) già si potrebbe dare uno scossone alla situazione. La nuova legge regionale per la montagna è sicuramente un’ottima occasione per riprendere il discorso.

Ezio Gosgnach

da slovit del 31.03

2 mag 2021

non ne posso più...

 


Non ne posso più...con il polso ingessato non posso fare nulla e devo accontentarmi di ciò che sa fare mio marito.Mio marito ha un caratteraccio,vuole fare tutto a modo suo e non c'è verso di fargli cambiare idea.Immaginate voi la mia sofferenza nel vedere ciò fa...

PIOGGIA A MAGGIO

 


JANE HIRSHFIELD

PIOGGIA A MAGGIO

Il ferro annerito
della stufa
si raffredda ticchettando
alle prime gocce
che iniziano a incontrare il tetto.
È tardi: la notte
s'è fatta scura così
come un frutto -
un sùbito
aroma di pere riempie la stanza.

Giusto prima dell'alba
ritorna più forte
un bianco, costante rullio di pioggia diurna
preso nel secchio profondo della luna.
Una luce di latta ammaccata
trabocca di oceano e cielo,
colle che s'apre sul colle davanti,
e mi sveglio a un semplice desiderio,
ciò che voglio da quest'ora comune,
da questa terra comune
che in passato fu sposa del tempo:
sentire come un granchio sente l'onda,
forte come un secondo cuore;
vedere come una cosa verde vede il sole,
con l'attenzione esclusiva dell'amore cieco.

(da Gravità e Angeli, 1988)


Jane Hirshfield (nata il 24 febbraio 1953  ) è una poetessa, saggista e traduttrice americana.

 Da lunedì 3 maggio, sulla base dei dati del monitoraggio della cabina di regia dell’Istituto superiore della sanità (Iss), e come confermato nell’ordinanza firmata dal ministro della salute Roberto Speranza la Valle d’Aosta retrocede in zona rossa, mentre la Sardegna passa in arancione con CalabriaBasilicata, Puglia Sicilia. Restano in zona gialla: AbruzzoCampaniaEmilia RomagnaFriuli Venezia GiuliaLazioLiguriaLombardiaMarcheMolisePiemontePuglia, ToscanaTrentino Alto AdigeUmbria Veneto.


Come cambiano i colori delle Regioni dal 3 maggio

La Sardegna passa alla zona arancione, la Valle d'Aosta in zona rossa. La maggior parte del centro-nord in zona gialla. La mappa di Wired

Da lunedì 3 maggio, sulla base dei dati del monitoraggio della cabina di regia dell’Istituto superiore della sanità (Iss), e come confermato nell’ordinanza firmata dal ministro della salute Roberto Speranza la Valle d’Aosta retrocede in zona rossa, mentre la Sardegna passa in arancione con CalabriaBasilicata, Puglia Sicilia. Restano in zona gialla: AbruzzoCampaniaEmilia RomagnaFriuli Venezia GiuliaLazioLiguriaLombardiaMarcheMolisePiemontePuglia, ToscanaTrentino Alto AdigeUmbria Veneto.

Coprifuoco

Ancora in vigore il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino, ma dopo le lunghe trattative interne al governo e sotto la spinta delle regioni già dal 14 maggio potrebbe essere posticipato alle 23, se i dati del contagio dovessero continuare a rimanere bassi.

Di seguito le regole nel dettaglio per ogni zona.

Regole per le zone gialle

Tra le regioni gialle e bianche non ci sono limitazioni di viaggio, mentre da e verso le zone arancioni e rosse, saranno consentiti tramite la cosiddetta “certificazione verde”. Consentiti anche tutti gli altri spostamenti sul territorio regionale, comprese le visite a parenti, partner e amici, una volta al giorno, per massimo 4 persone oltre ai minori di 14 anni, tra le 22 e le 5.

Nidi, asili, elementari e medie riprenderanno la didattica in presenza al 100%. Le scuole superiori, invece, dovranno garantire la didattica in presenza dal 70% al 100% della popolazione studentesca. I presidenti di regione potranno intervenire con ordinanze che sospendono la didattica in presenza solo in caso di rischio estremamente elevato di contagio. Le università garantiranno la regolare attività formativa per tutti gli anni di corso. Sono aperte biblioteche e aule studio.

Si può tornare a consumare al tavolo nei bar e nei ristoranti, ma solo negli spazi all’aperto e entro gli orari stabiliti dal coprifuoco.

È possibile andare al cinema e assistere a spettacoli teatrali e concerti, sia all’aperto che al chiuso, prenotando il biglietto in anticipo, per evitare file ai botteghini. La capienza al chiuso sarà ridotta al 50%, per un massimo di 500 persone, mentre all’aperto sarà consentita la presenza di un numero non superiore alle mille persone. Deve essere garantita la distanza di un metro tra un posto e l’altro, a meno che gli spettatori non siano conviventi.

È consentito praticare qualsiasi tipo attività sportiva, all’aperto, comprese le attività di contatto e di squadra.

Regole per le zone arancione

Consentititi gli spostamenti tra altre regioni e province per le persone munite di “certificazione verde”. Consentiti tutti gli spostamenti all’interno del territorio comunale, anche per visite a parenti, partner e amici, una volta al giorno, per massimo 4 persone oltre ai minori di 14 anni, tra le 22 e le 5. Si può uscire dal proprio comune in caso di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi sospesi o non presenti nel proprio comune. Sono consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5mila abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri, ad esclusione dei capoluoghi di provincia.

Per scuole e università vigono le stesse regole previste per la zona gialla.

L’attività fisica è consentita solo all’interno del proprio comune, in forma individuale. Mostre, musei e altri luoghi della cultura seguono le stesse regole previste per la zona rossa. Sono aperti tutti i negozi, compresi i centri commerciali, che però restano chiusi durante il fine settimana e nei giorni festivi. Per i bar e i ristoranti vigono le stesse regole previste per la zona rossa.

Regole per le zone rosse

Consentititi gli spostamenti tra altre regioni e province per le persone munite di “certificazione verde”. Vietati gli spostamenti all’interno della regione o del comune, salvo per esigenze lavorative o situazioni di necessità. È consentito il rientro presso il domicilio, l’abitazione o la residenza.

Come da decreto nidi, asili, elementari e medie riprendono la didattica in presenza al 100%. Le scuole superiori, invece, garantiscono la didattica in presenza dal 50% al 75% della popolazione studentesca. I presidenti di regione potranno intervenire con ordinanze che sospendono la didattica in presenza solo in caso di rischio estremamente elevato di contagio. Le università garantiscono la regolare attività formativa solo per le matricole. Sono aperte biblioteche e aule studio.

L’attività fisica è consentita in forma individuale, solo nei pressi della propria abitazione e nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona, con obbligo di utilizzo delle mascherine.

Sono chiusi musei, mostre e altri istituti o luoghi di cultura ad eccezione delle biblioteche, i cui servizi sono offerti su prenotazione. Sono sospesi tutti gli spettacoli aperti al pubblico in cinema, teatri, sale da concerto e in altri locali o spazi, anche all’aperto.

Sono chiuse anche tutte le attività commerciali, compresi anche barbieri, estetisti e parrucchieri, eccetto i negozi di generi alimentari e di prima necessità. L’accesso è limitato a un solo componente per famiglia. Restano aperti i mercati solo per la vendita di generi alimentari, prodotti agricoli e vivaistici. Edicole, tabaccai, farmacie e parafarmacie possono tenere aperto.

Sono sospesi i servizi di ristorazione con consumazione al tavolo (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering. Resta consentita, senza limiti di orario, la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri ospiti. L’asporto di cibi e bevande è consentito fino alle 22, mentre la consegna a domicilio è sempre permessa.https://www.wired.it/attualita/politica/2021/05/01/zona-gialla-arancione-rossa-3-maggio/


Come cambiano i colori delle Regioni dal 3 maggio

La Sardegna passa alla zona arancione, la Valle d'Aosta in zona rossa. La maggior parte del centro-nord in zona gialla. La mappa di Wired

(Foto: Massimo Di Vita/Getty Images)

Da lunedì 3 maggio, sulla base dei dati del monitoraggio della cabina di regia dell’Istituto superiore della sanità (Iss), e come confermato nell’ordinanza firmata dal ministro della salute Roberto Speranza la Valle d’Aosta retrocede in zona rossa, mentre la Sardegna passa in arancione con CalabriaBasilicata, Puglia Sicilia. Restano in zona gialla: AbruzzoCampaniaEmilia RomagnaFriuli Venezia GiuliaLazioLiguriaLombardiaMarcheMolisePiemontePuglia, ToscanaTrentino Alto AdigeUmbria Veneto.

Coprifuoco

Ancora in vigore il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino, ma dopo le lunghe trattative interne al governo e sotto la spinta delle regioni già dal 14 maggio potrebbe essere posticipato alle 23, se i dati del contagio dovessero continuare a rimanere bassi.

Di seguito le regole nel dettaglio per ogni zona.

Regole per le zone gialle

Tra le regioni gialle e bianche non ci sono limitazioni di viaggio, mentre da e verso le zone arancioni e rosse, saranno consentiti tramite la cosiddetta “certificazione verde”. Consentiti anche tutti gli altri spostamenti sul territorio regionale, comprese le visite a parenti, partner e amici, una volta al giorno, per massimo 4 persone oltre ai minori di 14 anni, tra le 22 e le 5.

Nidi, asili, elementari e medie riprenderanno la didattica in presenza al 100%. Le scuole superiori, invece, dovranno garantire la didattica in presenza dal 70% al 100% della popolazione studentesca. I presidenti di regione potranno intervenire con ordinanze che sospendono la didattica in presenza solo in caso di rischio estremamente elevato di contagio. Le università garantiranno la regolare attività formativa per tutti gli anni di corso. Sono aperte biblioteche e aule studio.

Si può tornare a consumare al tavolo nei bar e nei ristoranti, ma solo negli spazi all’aperto e entro gli orari stabiliti dal coprifuoco.

È possibile andare al cinema e assistere a spettacoli teatrali e concerti, sia all’aperto che al chiuso, prenotando il biglietto in anticipo, per evitare file ai botteghini. La capienza al chiuso sarà ridotta al 50%, per un massimo di 500 persone, mentre all’aperto sarà consentita la presenza di un numero non superiore alle mille persone. Deve essere garantita la distanza di un metro tra un posto e l’altro, a meno che gli spettatori non siano conviventi.

È consentito praticare qualsiasi tipo attività sportiva, all’aperto, comprese le attività di contatto e di squadra.

Regole per le zone arancione

Consentititi gli spostamenti tra altre regioni e province per le persone munite di “certificazione verde”. Consentiti tutti gli spostamenti all’interno del territorio comunale, anche per visite a parenti, partner e amici, una volta al giorno, per massimo 4 persone oltre ai minori di 14 anni, tra le 22 e le 5. Si può uscire dal proprio comune in caso di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi sospesi o non presenti nel proprio comune. Sono consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5mila abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri, ad esclusione dei capoluoghi di provincia.

Per scuole e università vigono le stesse regole previste per la zona gialla.

L’attività fisica è consentita solo all’interno del proprio comune, in forma individuale. Mostre, musei e altri luoghi della cultura seguono le stesse regole previste per la zona rossa. Sono aperti tutti i negozi, compresi i centri commerciali, che però restano chiusi durante il fine settimana e nei giorni festivi. Per i bar e i ristoranti vigono le stesse regole previste per la zona rossa.

Regole per le zone rosse

Consentititi gli spostamenti tra altre regioni e province per le persone munite di “certificazione verde”. Vietati gli spostamenti all’interno della regione o del comune, salvo per esigenze lavorative o situazioni di necessità. È consentito il rientro presso il domicilio, l’abitazione o la residenza.

Come da decreto nidi, asili, elementari e medie riprendono la didattica in presenza al 100%. Le scuole superiori, invece, garantiscono la didattica in presenza dal 50% al 75% della popolazione studentesca. I presidenti di regione potranno intervenire con ordinanze che sospendono la didattica in presenza solo in caso di rischio estremamente elevato di contagio. Le università garantiscono la regolare attività formativa solo per le matricole. Sono aperte biblioteche e aule studio.

L’attività fisica è consentita in forma individuale, solo nei pressi della propria abitazione e nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona, con obbligo di utilizzo delle mascherine.

Sono chiusi musei, mostre e altri istituti o luoghi di cultura ad eccezione delle biblioteche, i cui servizi sono offerti su prenotazione. Sono sospesi tutti gli spettacoli aperti al pubblico in cinema, teatri, sale da concerto e in altri locali o spazi, anche all’aperto.

Sono chiuse anche tutte le attività commerciali, compresi anche barbieri, estetisti e parrucchieri, eccetto i negozi di generi alimentari e di prima necessità. L’accesso è limitato a un solo componente per famiglia. Restano aperti i mercati solo per la vendita di generi alimentari, prodotti agricoli e vivaistici. Edicole, tabaccai, farmacie e parafarmacie possono tenere aperto.

Sono sospesi i servizi di ristorazione con consumazione al tavolo (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering. Resta consentita, senza limiti di orario, la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri ospiti. L’asporto di cibi e bevande è consentito fino alle 22, mentre la consegna a domicilio.


BUONA DOMENICA


 Benecia











LA STORIA DI TOPOLO'

 




Non chiamatelo festival: è soprattutto un esperimento socio-culturale. Tutte le estati, un paesino remoto e semi disabitato si riempie di artisti. Una star della musica ci racconta Topolò, la proposta di un mondo antimaterialista

1 mag 2021

La vigna? “Antidoto” naturale contro lo stress da Covid!

 


Luigi Veronelli diceva “Per capire il vino, bisogna camminare la vigna”… oggi potremmo dire “Per capire la vita, bisogna camminare la vigna”. La natura, infatti, con i suoi cicli e stagionalità, è sempre rimasta un indiscutibile punto fermo trasmettendo a tutti noi un senso di sicurezza in questo complicato periodo pandemico. Proprio per questo motivo nasce Vigneti Aperti, la nuova iniziativa organizzata dal Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia che vi permette di respirare aria pura, conoscere le diverse fasi vegetative della vite e scoprire come il vino nasca in vigna, grazie alle esperienze enoturistiche organizzate dalle cantine associate.

A partire da sabato 1° e domenica 2 maggio, e fino a novembre, un ricco calendario di appuntamenti vi aspetta tra visite ai vigneti e/o in cantina, aperitivi in vigna, laboratori sensoriali, picnic, Cene con il Vignaiolo, musica in vigna e tante altre curiosità. Ogni incontro avverrà nel pieno rispetto delle normative igienico sanitarie previste (obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto, distanziamento personale, etc.) e si svolgerà all’aria aperta.

Una valida e originale proposta turistica per scoprire o riscoprire i nostri suggestivi paesaggi, i luoghi di eccellenza del vino, ricordando che tutto il percorso produttivo prende forma proprio dalla terra: potatura, legatura, sfogliatura e vendemmia sono tutti elementi indispensabili per la nascita e la maturazione delle nostre eccellenze enologiche.

L’iniziativa è pensata come una piacevole e rilassante occasione di incontro all’aria aperta, adatta a turisti, appassionati e famiglie (bambini e ragazzi potranno imparare entrando direttamente a contatto con la natura): dopo aver ascoltato i racconti della vigna e conosciuto le diverse fasi di lavorazione del vigneto, gli adulti potranno deliziarsi con una piacevole degustazione dei vini aziendali accompagnata da prodotti tipici locali.

Tutti gli amici enoturisti che vogliono essere informati sulle news della manifestazione e le aziende aderenti nei vari weekend trovano tutte le informazioni sul sito www.cantineaperte.info e sui social media dell’associazione Facebook MtvFVG e Instagram mtv_friulivg.

Per informazioni:
Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia
Via del Partidor 7 – Udine
Tel +39 0432 289540 – 348 0503700

info@mtvfriulivg.it
www.cantineaperte.info

UN BRUSCO RISVEGLIO DOPO 17 ANNI

 Primo maggio, festa del lavoro. Sicuramente una giornata di rilievo mondiale, occasione per confronti, dimostrazioni, celebrazioni e rivendicazioni. Senza lavoro non c’è dignità di vita, non c’è semplicemente vita. Lascio comunque le opportune riflessioni in merito per ricordare un altro primo maggio che, non solo per me, riveste un significato particolare. Mi riferisco al 1° maggio di 17 anni fa. Era un sabato nel 2004 ed in quell’occasione scrissi nella mia lingua materna, lo sloveno, i miei appunti, le mie riflessioni, i sentimenti che quel giorno mi affollavano la mente ed il cuore. Una giornata che risvegliava grandi speranze, sogni, ricche prospettive per le popolazioni d’Europa.

«La notte tra ieri ed oggi – scrivevo – potrebbe divenire, per noi che viviamo al confine di Stato, come una notte di Pasqua, festa di resurrezione, di rinascita, come se qualcosa si risvegliasse da un profondo sonno secolare nel nostro piccolo angolo di mondo. Sento nel petto un’aria nuova, dolce; aria che ammorbidisce le dure zolle fresche d’aratro, aria che visita come memoria storica i nostri paesi disseminati sui monti e nelle valli, dimore di gente speciale, custodite dalle innumerevoli chiesette come sentinelle, alle cui soglie cresce incolta l’erba spontanea. Aria mai ancora sentita, quasi neppure sognata. Erano le ore 17.30 di quel 1° maggio 2004 quando a Dublino si celebrava l’evento dell’anno: Cipro, Estonia, Lettonia, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria sono state incluse nell’Unione Europea. Così l’Unione da una popolazione di 370 è salita a 500 milioni; le lingue ufficiali riconosciute si sono moltiplicate a 20, tra le quali anche la slovena, quella cui è legata la nostra storia e, magari così fosse, anche il nostro futuro. Uniti 24 Stati democratici, che si sono impegnati,tra l’altro, al rispetto dei diritti umani, dei diritti delle minoranze, nello sforzo comune per il benessere dei popoli uniti d’Europa».

«Un avvenimento singolare nella storia – proseguivo – il fatto che si riuniscono popoli già in lotta fra loro in tempi non lontani, il miracolo della caduta di ancestrali confini; si dissolvono recinti e barriere, si sgretolano muri. E ciò succede non al rombo di conquiste a cannonate, non perché un esercito invade un territorio non suo, non con la violenza e la sopraffazione dei popoli vinti. Ma rappresentanti dei popoli che si accordano nel dialogo, che si danno la mano nella prospettiva di procedere in consonanza di intenti, di metodi e di mezzi».

«Ora – concludevo le mie riflessioni – possiamo stringere la mano al vicino, possiamo abbracciarci con fiducia, perché di là del confine caduto non c’è gente cattiva, nemica; noi non abbiamo più la pretesa manichea di sentirci i buoni, i bravi, superiori, i fortunati, i belli per discriminare coloro che parlano una lingua diversa, che hanno diversa foggia, altre usanze, valori più o meno marcati dei nostri, ma soprattutto valori. Siamo semplicemente vicini, dirimpettai, possibilmente amici e collaboratori. Intendo riferirmi soprattutto a noi, sloveni di qua del vecchio confine. Noi, più fortunati di altri nostri concittadini, perché la vecchia Cortina di ferro può finalmente diventare un ricordo; perché noi, magari con un piccolo sforzo, abbiamo una marcia in più: noi ci possiamo intender col nostro vicino ed oltre, perché abbiamo le stesse radici linguistiche, lo stesso retroterra culturale e valoriale. Ancora un po’ di sforzo ci serve, una scuola aperta a quel mondo in parte messo in oblio, maggiori contatti e collaborazioni transfrontaliere… E così potremo abbandonare i vecchi pregiudizi, le diatribe linguistiche, i postumi traumatici della guerra fredda, le diversità linguistiche, politiche, ideologiche o religiose. Oggi è un giorno di festa. Tutti insieme, in fiaccolata nella notte, a segare le sbarre ai valichi. È un giorno di primavera, di rinascita, di speranza in un futuro migliore».

Questi i sogni di allora. Oggi con alle spalle il percorso tortuoso della storia europea di questi 17 anni, mi sveglio dal sogno e rimango un po’ disorientato osservando l’involuzione, l’offuscamento di quel sogno europeo. In modo particolare oggi, quando la pandemia, il malessere e la morìa mondiale mettono in ginocchio popoli, Stati e continenti, dovrebbe rinascere per forza di natura una solidarietà concreta, uno sforzo comune e unitario per salvare il salvabile. Ma se già nel nostro piccolo mondo italiano rimane difficile la solidarietà, la comune volontà di ognuno per sconfiggere il vero nemico di tutti, come pretendere la solidarietà esterna? Come costruire valide difese e strutture per poter tornare tutti a quel diritto sacrosanto su cui si fonda la nostra Costituzione – il lavoro –, se nella politica divisa e rissosa coloro che cercano di costruire trovano pronti all’opera demolitori e sabotatori?

Sì, qualche strada positiva europea è stata percorsa, ma molti dei sogni e speranze di 17 anni fa si sono rivelati per quel che effettivamente sono ancora: sogni e speranze. Intanto la pandemia, presa alla leggera, aiutata dall’insipienza umana prosegue il suo corso come se la gente fosse ormai in preda ad un vuoto fatalismo alla manzoniana: «a chi la tocca, la tocca!» o alla Bolsonaro e alla No-vax nostrano.

dal dom del 30 aprile 2021

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Nuove ricerche e strade per lo strok, l’aglio di Resia

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