DETTO FRIULANO

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26 feb 2021

Citazione

 

Puoi leggere, leggere, leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù: e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell’esperienza speciale che è la cultura.

(Pier Paolo Pasolini)

Una storia a lieto fine

 A Trieste una buona azione ha fatto sì che una borsa con 6300 euro venisse restituita alla proprietaria.Una signora anziana aveva lasciato la borsa sulla panchina della fermata dell'autobus.E' stata ritrovata da un giovane triestino che l'ha consegnata alla farmacia di fronte alla fermata del bus.La farmacista l'ha portata ai carabinieri che hanno rintracciato la proprietari.

Per fortuna che ci sono ancora persone come questo ragazzo!Anch'io mi sarei comportata allo stesso modo.

FVG e mafie: la collocazione geografica ne fa un crocevia naturale per traffici di ogni tipo e attrae l'attività di riciclaggio


 La relazione della DIA per il primo semestre 2020 dedica quasi quattro pagine alla nostra regione. Nel giro di pochi anni si è passati da poche righe a quattro pagine, ciò a dimostrazione di quanto la questione delle mafie sia oramai un problema non da poco conto anche qui, nell'estremo nord est. Infatti nella relazione si parte evidenziando come "il Friuli Venezia Giulia rappresenta, ormai da tempo, un territorio di possibile espansione della criminalità organizzata, sempre orientata ad individuare nuove aree da infiltrare e capace di operare anche in ambito transnazionale. La collocazione geografica del territorio ne fa un naturale crocevia per i traffici, legali e non, di persone e di ogni tipo di merce". Si ricorda ad esempio  il sequestro effettuato, il 21 febbraio 2020, dalla Guardia di finanza nel porto di Trieste, di circa 55 tonnellate di sigarette di scarsa qualità provenienti dalla Turchia, introdotte nel territorio nazionale con una modalità finalizzata ad eludere il pagamento dei dazi doganali. Si parla della questione della rotta balcanica

Si evidenzia che "la regione costituisce il punto di accesso in Italia della cosiddetta “rotta balcanica” (direttrice Bosnia Erzegovina-Croazia-Slovenia), attraverso la quale vengono immessi i carichi di stupefacenti. Indicativo nel senso appare il sequestro effettuato dai Carabinieri, il 9 maggio, di oltre 40 kg. di cocaina occultata nei serbatoi di un autoarticolato. Il mezzo era condotto da sloveni che erano partiti da Ljubljana (SLO) e che si dirigevano, verosimilmente, a Roma. Sempre lungo la tratta balcanica tentano l’ingresso clandestino extra-comunitari, soprattutto pakistani, afghani e indiani, spesso vittime di tratta e sfruttamento. Il progressivo aumento del fenomeno migratorio ha comportato la necessità di adottare una strategia di contrasto in termini di prevenzione e repressione, attraverso un sempre maggiore coordinamento internazionale".

Il problema è anche quello del riciclaggio.  "Negli ultimi anni il territorio della regione è stato interessato da attività di riciclaggio di dimensione transnazionale. Alcune opportunità sono state favorite dagli ingenti investimenti connessi con la realizzazione di grandi opere, che hanno attirato anche i capitali di provenienza illecita. Tra tutti, i lavori di ampliamento dell’autostrada A4 e del porto di Trieste. Proprio quest’ultimo sedime è in fase di espansione, in virtù del particolare status di “porto franco ampliato”, che richiede importanti potenziamenti infrastrutturali.
Si ricorda l'operato della mafia calabrese.  "In particolare, soggetti riconducibili alla ‘ndrangheta hanno dato luogo a tentativi di infiltrazione in ambito commerciale nei settori del trasporto in conto terzi e delle frodi finanziarie".

Per quanto afferisce alla criminalità campana, accanto al riciclaggio, si aggiungono le estorsioni, le truffe e le frodi fiscali, oltre al tradizionale traffico di stupefacenti".  Particolare attenzione, si legge nella relazione,  deve inoltre essere posta al fenomeno della gestione e dello smaltimento illegale dei rifiuti. Le attività investigative del gennaio hanno evidenziato l’operatività di aziende che, pur estranee ad ambienti mafiosi, hanno dimostrato una spiccata attitudine ad incrementare i margini di profitto senza preoccuparsi del danno all’ambiente ed alla salute pubblica.  

Così come anche la criminalità straniera non è mica assente all'appello. Giusto per non farci mancare niente in FVG. "Si tratta per lo più di sodalizi costituiti da pakistani, afghani e maghrebini, attivi nel traffico di marijuana e hashish, nonché di nigeriani specializzati nello spaccio di eroina e cocaina, in provincia di Udine. Gli albanesi risultano attivi nei reati contro il patrimonio e nel narcotraffico, come evidenziato dall’operazione “Eat Enjoy”, conclusa l’11 giugno 2020. L’indagine della DDA di Trieste  ha portato all’arresto di n. 26 elementi inseriti in una stabile organizzazione albanese che importavano stupefacenti dall’Olanda (Rotterdam). Tra i soggetti coinvolti è emersa anche la figura di un esponente del clan GALLICO di Palmi (RC), già coinvolto in passato in analoghe inchieste. La criminalità cinese si rivolge, come in altri contesti territoriali, all’interno della propria comunità. Al riguardo oltre allo sfruttamento della prostituzione, in qualche caso, è stata evidenziata l’evasione delle imposte".

Insomma la situazione è in costante peggioramento e la politica regionale è realmente in grado di affrontare questa sfida? Dubbi persistono.

mb

http://xcolpevolex.blogspot.com/2021/02/fvg-e-mafie-la-collocazione-geografica.html

Citazione di Ivan Cankar

 da https://theboundlessemptiness.wordpress.com/2021/02/24/il-servo-jernej-e-il-suo-diritto-ivan-cankar-citazione-1/

L’uomo vive in una casa per un anno, per dieci anni, per quarant’anni ed ecco: la casa gli somiglia come il fratello al fratello e fra l’uomo e la casa si stabilisce un rapporto d’amore.

– Il Servo Jernej e il suo Diritto, Ivan Cankar –


Ottavo di dodici figli, è stato cresciuto dalla madre in condizioni di grande povertà dopo l'abbandono della famiglia da parte del padre, sarto proveniente da Trieste, che si trasferì in Bosnia in cerca di lavoro.

25 feb 2021

IL BUCANEVE


Il 
bucaneve (Galanthus nivalisLinnaeus 1753) è una pianta perenne, erbacea ed eretta della famiglia delle Amaryllidaceae.
l nome del genere (“Galanthus”) deriva da due parole greche: “gala” = latte (bianco come il latte) e “anthos” = fiore.
Il nome specifico (“nivalis”) fa riferimento alla sua precoce fioritura in mezzo alla neve.



Scoperta sul web
Galanthus reginae-olgae Orph. - Bucaneve della Regina Olga: si tratta di una specie distribuita prevalentemente nella Penisola Balcanica sud-occidentale (AlbaniaMacedonia e Nord Ovest della Grecia) con stazioni disgiunte in Calabria e Toscana nord-occidentale (Galanthus nivalis Orph. subsp. reginae olgae) e Sicilia (Galanthus nivalis Orph. subsp. vernalis Kamari), si distingue per il parenchima clorofilliano caratterizzato da uno strato di cellule a palizzata particolarmente grandi e allungate, per la fioritura tendenzialmente autunnale e per il fatto di essere pianta isteranta, che emette le foglie solo al termine della fioritura (questi ultimi due caratteri sono tipici della sola subsp. reginae-olgae).

Leggenda del bucaneve -zvončič 
Adamo ed Eva furono cacciati dall'Eden,camminarono a lungo ed arrivarono in una località molto fredda dove era sempre inverno .Eva era sempre triste e piangente e non poteva rassegnarsi di aver perso un luogo così bello come il Paradiso terrestre.Un angelo le disse che sarebbero sopraggiunte stagioni migliori come la primavera e l'estate.Eva non ci credette, allora l'angelo ,prese un po'  di fiocchi di neve ,vi soffiò  sopra e da ognuno di essi ,toccato il suolo ,uscì un bocciolo di bucaneve.Eva stette subito meglio alla vista dei fiori e con Adamo proseguì il cammino.
I bucaneve sono il simbolo della vita e della speranza.

La cipolla

cipolla rossa di Cavasso Nuovo


di Enos Costantini
In friulano la cevòle è la cipolla, la ceve è lo scalogno e con sutìle si intende l’erba cipollina. In ogni caso si tratta di piante che sono state raccolte per millenni quando l’uomo era cacciatore-raccoglitore.
La culla della cipolla è il lontano Turkestan, da lì è migrata nella Mezzaluna Fertile e poi in Egitto dove dei bassorilievi la documentano nel 2300 a.C. È sicuramente nel bacino del Mediterraneo che questa specie, selezionata da diverse genti in diversi luoghi, ha potuto esprimere tutte le sue potenzialità manifestando grande polimorfia e vivace policromia.
Gli antichi Greci e gli antichi Romani ne conoscevano parecchie varietà alle quali assegnavano spesso nomi geografici, non per moda, ma per indicarne il luogo di origine o le località particolarmente vocate alla sua coltura.
A differenza degli altri ortaggi ha una certa durata nel tempo e, quindi, poteva servire a pagare decime e affitti. In effetti nel 1260 alcuni villaggi del basso Tagliamento dovevano corrispondere un centinaio di cipolle all’Abbazia di Sesto e, in mancanza di cipolle, potevano pagare con aglio. Nel 1310 il capitano di Udine riscuoteva lo stesso quantitativo per un’azienda che aveva a Morsano delle Oche, nei cui pressi vi è il villaggio di San Paolo all’epoca noto come San Pauli de lis cevolis.
Nel 1501, sempre nella Bassa, si registrò un gravissimo fatto di cronaca nera quando Antonio Ghitussi da Roveredo di Varmo fu accusato di un atroce delitto, cioè di avere rubato due sacchi di cipolle a un certo Giovanni di Madrisio.
A Cervignano si teneva la sagra del Redentore, detta anche “della cipolla”, che cadeva la terza domenica di luglio e durava tre giorni. In tale occasione arrivavano i barconi di Chioggia carichi di questo ortaggio.
Nella nostra regione si è registrato un aumento di produzione dal 1950 al 1979, quando si è passati da 2.500 quintali a 20.000 quintali su 166 ettari a cui è seguito un crollo, tanto che nel 1983 vi erano a malapena 4 ettari. Ora siamo sui 18 ettari, quanto basta per qualche terrina di fagioli con cipolla, piatto rustico e salutare che non produce gas a effetto serra, bensì un innocuo gas per l’incolpevole lacrima dell’autentico gastronomo.
da Vita nei campi

24 feb 2021

L’aquilone, Giovanni Pascoli

Oggi a Udine c'era un'aria di primavera... 


C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole,
anzi d'antico: io vivo altrove, e sento
che sono intorno nate le viole.

Son nate nella selva del convento
dei cappuccini, tra le morte foglie
che al ceppo delle quercie agita il vento.

Si respira una dolce aria che scioglie
le dure zolle, e visita le chiese
di campagna, ch'erbose hanno le soglie:

un'aria d'altro luogo e d'altro mese
e d'altra vita: un'aria celestina
che regga molte bianche ali sospese...

Bomba a mano ritrovata a Subit


 A metà febbraio in un giardino di Subit/ Subid ha fatto capolino una bomba. A trovarla nel cortile della suocera è stato Enrico Moretuzzo. L’ordigno è riemerso, probabilmente, a seguito della piantumazione di alcuni alberi da frutto. Dal momento che sembra risalire agli anni Sessanta, si suppone che non si tratti di un residuo di guerra. Tuttavia sul luogo in cui è stata trovata la bomba un tempo si trovavano abitazioni andate in rovina a seguito dell’incendio del paese del 29 settembre 1944. Ciò che ne restava, era stato portato in discarica dopo il terremoto del 1976. «Stando ai ricordi di alcuni paesani –ha detto Moretuzzo – un tempo lì si trovava anche una baracca frequentata da partigiani. Osservando occasionalmente e ricordando caratteristiche simili di altra bomba a mano utilizzata durante il servizio militare, ho contattato i Carabinieri che, dopo visita preventiva, sono risaliti il giorno dopo con gli artificieri». La bomba è stata fatta prontamente brillare senza creare danno.

https://www.dom.it/v-subidu-nasli-rocno-bombo_bomba-a-mano-ritrovata-a-subit/

Per i prossimi tre anni in FVG si limita l'insegnamento curricolare del friulano solo all'infanzia e primaria


 Regione a statuto speciale, grazie al plurilinguismo, ma questo plurilinguismo deve soccombere ai conti. Una delle regioni più ricche del nord est non ha le risorse finanziare per garantire l'insegnamento della lingua friulana nelle scuole secondario di primo grado. La Regione del FVG ha deliberato che  per gli anni scolastici 2021/2022, 2022/2023 e 2023/2024, l’insegnamento curriculare della lingua friulana è limitato alle scuole dell’infanzia e alle scuole primarie situate nei Comuni previsti dalla legge nel territorio di insediamento del gruppo linguistico friulano delimitato ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 15/1996. Mentre  le iniziative di insegnamento della lingua friulana proposte dalle scuole secondarie di primo grado per gli anni scolastici 2021/2022, 2022/2023 e 2023/2024 sono sostenute nell’ambito del Piano triennale di interventi per lo sviluppo dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche statali e paritarie della Regione di cui all’articolo 33 della legge regionale 13/2018. Si continua anche per i prossimi tre anni a limitare l'insegnamento curricolare della lingua friulana solo alla scuola dell'infanzia e primaria. La possibilità viene conferita dall’articolo 15, comma 1, della citata legge regionale 29/2007, ai sensi del quale la Regione provvede al trasferimento di finanziamenti alle istituzioni scolastiche sulla base del numero di ore d’insegnamento e di uso curricolare della lingua friulana programmate e comunicate dall’Ufficio scolastico regionale.Il successivo comma 1 bis, in base al quale, qualora si manifesti una insufficienza delle risorse finanziarie disponibili, la Giunta regionale può limitare l’insegnamento curricolare della lingua friulana alle sole scuole dell’infanzia e primarie. Va ricordato che l’insegnamento della lingua friulana è previsto  espressamente dall’art. 4 della legge statale 482/99.

C'è sicuramente da riflettere in una regione dove l'autonomia pare andare con il passo del gambero.
 
mb   

La plovisine poesia di Pietro Zorutti

 

Gozorutti
https://www.wikiwand.com/it/Pietro_Zorutti

Plovisine minudine,

lizerine,

tu vens jù cussì cidine senze

tons e senze lamps

e tu dâs di bevi ai cjamps!

Plovisine fine fine,

lizerine,

bagne bagne un freghenin

l’ort dal puâr contadin:

senze te nol mene nuje;

bagne bagne chê latuje,

bagne bagne chel radric

fin cumò tignûz a stic;

bagne l’ort del pùar omp,

bagne il cjamp del galantomp.

La pioggerella – Pioggerella minutina,leggerina,vieni giù così silenziosa senza tuoni  e senza lampi e dà da bere ai campi!Pioggerella sottile sottile,leggerina,bagna bagna un pochettino l’orto del povero contadino:senza te non cresce nulla;bagna bagna quella lattuga ,bagna bagna quel radicchio finora tenuto a stecchetto,bagna  l’orto del pover’uomo,bagna il campo del galantuomo.

da “La flor” di Dino Virgili

Pietro Zorutti (Pieri Çorut) (Lonzano del Collio27 dicembre 1792 – Udine23 febbraio 1867) è stato un poeta friulano

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"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

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