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6 feb 2021

Trieste un lutto per la morte di Marko Sosič

 


Il regista e scrittore era nato nella città giuliana nel 1958

Trieste in lutto per la morte di Marko Sosič, regista e scrittore, nato nella città giuliana nel 1958. Laureato all'Accademia per l’arte teatrale e cinematografica dell’Università di Zagabria, ha firmato regie in diversi teatri sloveni e italiani, nonché per la televisione ed è stato autore di diversi drammi radiofonici, prodotti per i programmi sloveni della sede regionale della RAI di Trieste e per la Radiotelevisione slovena di Ljubljana.


Alla fine degli anni ’80 ha iniziato a pubblicare racconti brevi in varie riviste letterarie. È stato direttore artistico del Teatro Nazionale Sloveno di Nova Gorica dal 1991 al 1994. Negli anni 1999 - 2003 è stato direttore artistico e direttore generale del Teatro Stabile Sloveno di Trieste. Nelle stagioni 2003/2004 e 2004/2005 è stato direttore artistico del festival teatrale nazionale sloveno Borštnikovo srečanje.
Nel 2005 è stato riconfermato direttore artistico del Teatro Stabile Sloveno di Trieste.

Sosič è stato autore anche di diverse pubblicazioni ed insignito di vari premi tra i quali Prvomajska nagrada per il film Pomladni posmehi, due premi Zlata paličica per la regia di lavori per ragazzi, il premio Vstajenje per il romanzo breve Balerina, Balerina, per il quale ha ricevuto anche il riconoscimento speciale Umberto Saba ed il primo premio Città di Salò 2005.

"Era un poeta e era un amico - scrive il Teatro Miela di Trieste su Twitter -. Oggi potremmo ricordare le tante cose fatte insieme e il suo impegno anche nel nostro Teatro, ma è come comunità più grande che abbiamo perso tutti. Tanto, tanto ci mancherà. A tutti".
Il Rossetti lo ricorda, sempre su Twitter, come un "intellettuale gentile e raffinato, che ha molto amato il teatro e al teatro ha donato tanto di sé. Al Rossetti rimangono le emozioni dei suoi "Ballerina, ballerina", "Nora Joyce", "La melodia del corvo"".
Lo ricorda anche il Trieste Film Festival in un tweet: "Addio a Marko Sosič, una vita per il teatro e la scrittura nel segno del dialogo tra sloveni e italiani. Nel 2017 il festival aveva presentato in anteprima il suo esordio alla regia cinematografica, “Komedija solz”. Nasvidenje, caro Marko".https://www.ilfriuli.it/articolo/cultura/trieste-in-lutto-per-la-morte-di-marko-sosi%C4%8D/6/235978


5 feb 2021

Aforisma

 

La neve

 

La neve che ricopre tutto di bianco con il suo abbraccio avvolge dolcemente la tristezza, con il suo tocco decora gentilmente la gioia mentre silenziosamente continua a cadere.

MASAHIRO ITABASHI 
Boys be

da https://lunarioaforismi.blogspot.com/2020/


4/02/2021 Sauris di Sotto-Rif Eimblatribn-Lateis-La Maina-Sauris di Sotto.

foto di Valter Maestra (fb)


  





UN QUADRO DALLA CARINZIA A STOLVIZZA

 

La pala d’altare di S. Giovanni/Oltarna slika Sv. Janeza

Nell’ambito della mostra etnografica «Od puvijala dardu kärsta/Dalla nascita al battesimo/Od rojstva do krsta», che il Museo della gente della Val Resia ha allestito a Casa Buttolo Ploc a Stolvizza/Solbica di Resia, è esposta anche una pala d’altare raffigurante S. Giovanni Battista. Da decenni era conservata, in condizioni non ottime e senza cornice, nella sacrestia della chiesa di Stolvizza, ma nulla si sapeva della sua provenienza e dell’autore. Oltre alla lettera A. – probabile iniziale di un nome – e a un cognome – da me interpretato in un primo momento come Venier – sul dipinto vi sono anche le lettere Klage, che mi hanno fatto supporre la parola Klagenfurt e il numero 95.

Dopo una breve ricerca senza risultato, con l’aiuto dell’amico Franc Kattnig, della minoranza slovena carinziana di Rosegg/Rožek nella Rosental/Rožna dolina, ho potuto ricostruire parte della storia del dipinto. Anche in base a quanto emerso dalle sue ricerche agli archivi storici di Klagenfurt, posso affermare che a dipingere il quadro fu il pittore accademico e restauratore August Veiter, figlio di uno scultore, nato l’1 agosto 1869 a Kindberg in Stiria. Dopo gli studi artistici a Roma e Monaco, alla fine del XIX secolo arrivò a Klagenfurt e si affermò come pittore di quadri raffiguranti i santi. Si presume che lì nel 1895 dipinse, in olio su tela, il S. Giovanni Battista qui ricordato. Con ogni probabilità l’opera fu realizzata per dotare lo spazio finale della navata nord della chiesa di Stolvizza, realizzato tra il 1830 ed il 1834, di una piccola pala d’altare.

Dal 1902 al 1909 August Veiter lavorò all’Accademia di Monaco. Dopo la morte prematura di sua moglie, una donna di Monaco con cui ebbe un figlio, Theodor Veiter, ritornò a Klagenfurt e operò anche come restauratore nelle chiese. Cercò di dare il suo contributo alla vita pubblica della città; dal 1918 al 1931 fu membro del consiglio comunale di Klagenfurt nelle fila del Partito cristiano sociale. Nel periodo difficile del primo dopoguerra (quando la Carinzia era in pericolo di disgregazione) l’artista ottenne la protezione della città capoluogo di Klagenfurt da parte del Comando militare italiano. Per questo gli furono conferite l’onorificenza della Croce carinziana e la cittadinanza onoraria. Non mancarono altri riconoscimenti.

Veiter divenne titolare della Medaglia d’oro dell’Accademia delle arti di Monaco e della Medaglia d’onore d’argento della Repubblica austriaca (1930). Nel 1954 divenne professore onorario. August Veiter morì il 15 dicembre 1957 a Klagenfurt. (Sandro Quaglia)

https://www.dom.it/slika-ki-je-na-solbico-prisla-s-koroske_un-quadro-dalla-carinzia-a-stolvizza/

La gente triste

 

La gente triste

 
È la gente triste che fa tristi i luoghi.

ITALO SVEVO 
Una vita



https://lunarioaforismi.blogspot.com/2021/02/la-gente-triste.html

4 feb 2021

La giornata dei calzini spaiati

 

Nata dalla fantasia dei bambini di Terzo di Aquileia (UD)

La Giornata dei Calzini Spaiati ormai è diventato un appuntamento da segnare sul calendario. C’è chi l’aspetta e l’attende con trepidazione, Torzeando incluso! Conosciamo assieme dove e come è nata questa idea, made in Friuli Venezia Giulia, dal 2014.

La maestra Sabrina è l’insegnante di inglese alle scuole primarie di Terzo di Aquileia (dovreste ormai conoscere Terzo…!) e ha sempre stimolato i propri alunni – me compresa – con laboratori e racconti meravigliosi. Una storia diversa per ogni edizione della Giornata dei Calzini Spaiati per far sì che i bambini si accettino e vadano d’accordo l’uno con l’altro all’interno del loro “piccolo mondo”, ovvero la scuola. L’obiettivo quindi è tanto semplice quanto a volte complicato: stare bene, aiutarsi e vivere assieme. “La giornata dei calzini spaiati è per tutti: per colorare un po’ il mondo, i piedi, il cuore, la giornata”, scrivono sulla loro pagina Facebook.

Cinque amiche conosciutesi a FriulClaun

I bambini hanno dato il via all’evento grazie alla loro fantasia, ma poi la maestra Sabrina e altre quattro sue amiche hanno portato avanti il progetto della Giornata dei Calzini Spaiati. Queste cinque direi ormai sorelle si sono conosciute all’interno dell’associazione FriulClaun (qui il link così capite di cosa si tratta). Le amiche seguono la pagina Facebook, Instagram e Twitter, la maestra Sabrina segue i suoi bimbi a scuola!

Donare, donare e donare

Negli anni arrivano alla redazione centinaia e centinaia di calzini! Ogni calzino è diventato col tempo un pupazzo o una marionetta che verrà donata a…sorpresa ad una associazione diversa ogni anno. Qui il business non importa, si vuole solo lanciare un messaggio: siamo tutti amici. Non c’è alcun fine politico o sociale per cui…SI SPAI CHI PUÒ!

Ah già! Dimenticavo! La Giornata dei Calzini Spaiati è il primo venerdì di febbraio, per cui segnatevelo sul calendario!

Se l’articolo vi è piaciuto, non andare via subito: condividilo con i tuoi amici o cari .https://www.torzeando.com/interviste-torzeone/giornata-dei-calzini-spaiati/

Sulle piste Fvg si scierà con lo skipass digitale

 


Skipass 2021 e turismo sempre più digitale: per sciare nei sei poli del Friuli Venezia Giulia occorrerà registrarsi sul sito di PromoTurismoFvg. È questa la novità della stagione che, in attesa della decisione definitiva da parte del Governo in merito alla conferma dell’apertura degli impianti dal 15 febbraio, rappresenta un ulteriore step nel processo di digitalizzazione avviato lo scorso anno dall’ente del turismo regionale.

Per accedere alle piste occorrerà registrarsi prima sul sito di PromoTurismoFvg, che riporta tutte le indicazioni per attivare le procedure, e acquistare successivamente lo skipass nello shop online. Chi si iscriverà alla pagina entro il 25 aprile riceverà in omaggio la FvgCard multiservizi del valore di 5 euro e valida per cinque anni, da ritirare in una delle casse dei poli sciistici della regione quando saranno riaperti al pubblico.

Lo skipass potrà essere acquistato direttamente dal proprio smartphone, consentendo così di tenere sotto controllo il numero di presenze sulle piste degli impianti sciistici della regione. L’obiettivo è quello di ridurre il più possibile le file alle casse dei poli, ma sarà comunque garantito un servizio minimo per situazioni eccezionali.

In un’ottica di innovazione e nel rispetto delle normative anti-assembramento, PromoTurismoFvg ha accelerato il processo di digitalizzazione già programmato per il 2021 promuovendo la nuova FVGcard multiservizi. Il classico supporto magnetico dello skipass diventa ora una vera e propria smart card universale, sulla quale caricare in modo facile e veloce non solo i biglietti acquistati online, ma tutta una serie di servizi che in futuro si estenderanno anche ad altri ambiti, come gli ingressi in spiaggia e i musei della regione.

https://www.ilfriuli.it/articolo/viaggi/sulle-piste-fvg-si-sciera-con-lo-skipass-digitale/11/235881

UNO SPACCATO DELL' ABITATO ANTICO MESSO IN LUCE GRAZIE AI LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE

 COMUNE DI CIVIDALE DEL FRIULI


I cantieri di ristrutturazione dell’edificio sito presso il civico 15 di via Adelaide Ristori, proprio nel cuore del centro storico di Cividale del Friuli, hanno permesso ancora una volta di mostrare l’importanza dell’archeologia urbana come mezzo per scoprire e far conoscere l’articolato tessuto abitativo delle città e in particolare dell’antica Forum Iulii, grazie alle analisi stratigrafiche condotte negli ultimi scavi.

Le indagini, svolte dalla ditta Archeotest s.r.l., sono state condotte sotto la direzione scientifica del funzionario archeologo Angela Borzacconi per conto della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, che ha sostenuto economicamente i lavori in sinergia con la committenza (impresa Tilatti) in osservanza alla normale prassi di controllo a cui è sottoposto l’intero centro storico, corrispondente alla buffer zone Unesco (dal 2011 la città è parte del sito seriale I Longobardi in Italia. I luoghi del potere 568-774 d.C.), nonché alcune aree sensibili del restante comprensorio.

Fase abitativa di V-VI

La prima parte dei lavori di scavo, conclusa a fine anno, è stata portata avanti al di sotto dell’immobile esistente, dopo la parziale demolizione di quest’ultimo e la messa in sicurezza delle strutture architettoniche originali, che si impostano su murature bassomedievali. Le ricerche hanno permesso di accertare la presenza di un edificio preesistente databile al XIV-XV secolo e dotato di numerosi vani interrati, usati come discariche fino al Cinquecento inoltrato, all’interno dei quali è stato rinvenuto vasellame da tavola e da cucina. Si tratta di profonde fosse di scarico che già in antico avevano intaccato i resti delle frequentazioni più antiche, in particolare una fase sepolcrale di età altomedievale databile tra VI e VII secolo avanzato.

Gli scavi hanno inoltre rilevato una precedente fase abitativa di V-VI secolo, strutturalmente modesta, che si impostava su contesti ancora più antichi di età tardoantica, che a loro volta avevano rielaborato strutture di età romana. Una sequenza stratigrafica articolata, dunque, indagata a fondo per aggiungere nuove informazioni alla conoscenza della città. La scelta di investire risorse economiche nello scavo, piuttosto che nella conservazione, trova ragione nella prioritaria importanza di capire la sequenza di vita dei contesti urbani. È questa infatti la migliore modalità di valorizzazione nei casi in cui la complessità delle sovrapposizioni archeologiche è tale da non prestarsi efficacemente ad una lettura immediata e da non permettere un’adeguata musealizzazione delle strutture rinvenute.

Fase sepolcrale di età altomedievale VI-VII

Nel caso di città stratificate come Cividale del Friuli queste finestre archeologiche sono vere e proprie occasioni di conoscenza, per fare luce sulle dinamiche insediative della città e sulle sue trasformazioni nel corso del tempo: la città di impianto cesariano, nata sullo snodo di vie commerciali (da cui il nome Forum Iulii), conobbe un significativo potenziamento in età tardoantica diventando un imprescindibile caposaldo difensivo, tanto da essere scelta come sede del primo dei trentacinque ducati del Regno Longobardo in Italia. Mantenne la sua importanza anche nelle epoche successive assurgendo a importante centro del potere patriarcale. 

http://vocedelnordest.it/?p=13846

SERA DI FEBBRAIO DI UMBERTO SABA

 




Umberto Sabapseudonimo di Umberto Poli (Trieste9 marzo 1883 – Gorizia25 agosto 1957), è stato un poetascrittore e aforista italiano.

TESTO

Spunta la luna.
                    Nel viale è ancora
giorno, una sera che rapida cala.
Indifferente gioventù s’allaccia;
sbanda a povere mète.
                              Ed è il pensiero
della morte che, infine, aiuta vivere

Analisi e commento:

Sera di febbraio è una delle più brevi liriche di Umberto Saba, fa parte della raccolta Ultime cose (raccolta di 43 liriche scritte fra il 1935 e il 1943) ed appartiene alla tarda produzione di Saba.
E' uno dei periodi più difficili della vita del poeta angosciato oltre che da inquietudini personali anche dalla situazione storica; la Serena disperazione (questo il titolo di una raccolta del 1913-15) ha ormai lasciato il posto ad una cupa disperazione legata anche all’angoscioso senso di solitudine vissuto dal Poeta in quegli anni di minacce razziali.
La poesia è estremamente essenziale e scarna con un'insolita intonazione amara, si incentra sulla descrizione in forma simbolica del veloce ed inutile trascorrere della vita e trasmette in maniera sublime il senso di estraneità assoluto e senza speranza provato da Saba. La descrizione dei giovani apatici riflette il vuoto e l'insignificanza esistenziale tanto che l'unica consolazione che rimane è il pensiero che la vita avrà fine. La conclusione ricorda oltre Baudelaire de La mort des pauvres, v.1: "C'est la mort qui console, helas! et qui fait vivre" (E' la morte che consola, e che fa vivere) anche l'ungarettiano: "la morte/si sconta/vivendo" (Sono una creature, vv.12-14) .http://www.parafrasando.it/POESIE/SABA_UMBERTO/Sera_di_febbraio.html

www.parafrasando.it è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale


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