Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga❤️
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Questo blog parla delle minoranze linguistiche del Friuli:SLOVENA,FRIULANA eTEDESCA,articoli dei giornali della minoranza slovena,degli usi,costumi,eventi e tanto altro.Buona lettura.OLga
antifascista
23 lug 2020
Poesia di Viljem Cerno
foto di Luca PB |
Korenina naše žeje,
izvir,ki poje,
se zlivaš med krasi Muzca,
da reš naproti tvojim sinam,
ki so raztreseni po svjetu
s tomo
nad štrjehami.
Božaš njive,
kite,roke
slovjenskih mater,
ki so plesale,
sejale dušo
po razorju odpertemu
ščipanju lakote.
Inje si stokanje
prazne zemlje,
tihost,
ki plače,
tej ce bi djelalo sjeme.
Tva voda
je zvonjenje solz,
ki močijo čela
po vsjeh vjetrih.
Viljem Černo
TORRE
Radice della nostra sete,
fonte che prega,
scorri dalle rocce di Musi
incontro ai tuoi figli sparsi,
nel mondo
con la sera
sopra i tetti.
Accarezzi i campi,
le trecce,le mani
delle madri slovene
che danzavano,
seminavano l'anima
nel solco aperto
a sferze di fame.
Ora sei lamento
di terra vuota,
silenzio
che singhiozza
come fosse seme.
La tua acqua,
rintocco di lacrime,
che inondano fronti
ai quattro venti.
traduzione di Ciril Zlobec
http://www.unilibro.it/find_buy/findresult/libreria/prodotto-libro/titolo-terska_dolina_alta_val_torre_val_de_tor/autore-kozuh_milena_.htm
22 lug 2020
La canicola
Da oggi 22 luglio fino al 22 agosto entriamo nella canicola.La canìcola (o solleone come sinonimo)rappresenta il periodo di caldo afoso e opprimente delle ore centrali della giornata, caratterizzato da alti valori di temperatura e umidità e assenza di vento.Il nome deriva dal latino canicula (“piccolo cane”), ovvero la stella più luminosa (Sirio) della costellazione del Cane Maggiore, che sorge e tramonta con il Sole (levata eliaca) dal 24 luglio al 26 agosto (il periodo appunto della “canìcola”). Il nome della costellazione deriva probabilmente dagli antichi Egizi, in quanto avvertiva (come un cane vigile) l’arrivo del periodo delle inondazioni del Nilo.
21 lug 2020
Quasi un inno - Skoraj himna
SKORAJ HIMNA
Brez prospodobe si ostala,
ne razgaljena, temveč nesramežljivo gola,
sama sebi edina prispodoba,
ne več lepa kot… temveč lepota,
ne več svetla, temveč zapeljivost,
ne več živa, temveč vse življenje,
krik, ki ogluši sam sebe
in je tišina, ki ji prisluškuje,
pogled, ki oslepi od pogleda nase
in oslepljen spregledaq,
ogenj, ki se rezdivja, da ugasne,
mir, ki vihraje drami,
vihar, ki mir prinaša,
ljubezen, bela v postelji,
zelena v travi,
modra v nebu nad seboj,
rdeč v zarji,
temna v noči
ljubezen,
sama sebi edina prispodoba,
ne več kot drevo, temveč preposto:
polončna kot ljubezen,
ne kot smrt, temveč preprosto:
ljubezen vodoravna kot ljubezen,
ti-jaz-midva.
http://www.potlatch.it/poesia/la-poesia-della-settimana/ciril-zlobec-quasi-un-inno/
ne razgaljena, temveč nesramežljivo gola,
sama sebi edina prispodoba,
ne več lepa kot… temveč lepota,
ne več svetla, temveč zapeljivost,
ne več živa, temveč vse življenje,
krik, ki ogluši sam sebe
in je tišina, ki ji prisluškuje,
pogled, ki oslepi od pogleda nase
in oslepljen spregledaq,
ogenj, ki se rezdivja, da ugasne,
mir, ki vihraje drami,
vihar, ki mir prinaša,
ljubezen, bela v postelji,
zelena v travi,
modra v nebu nad seboj,
rdeč v zarji,
temna v noči
ljubezen,
sama sebi edina prispodoba,
ne več kot drevo, temveč preposto:
polončna kot ljubezen,
ne kot smrt, temveč preprosto:
ljubezen vodoravna kot ljubezen,
ti-jaz-midva.
QUASI UN INNO
Senza confronto sei rimasta,
non spogliata, ma vergognosamente nuda,
confronto solo con te stessa,
non solo bella, ma… bellezza,
non più luminosa, ma luce,
non più seducente, ma seduzione,
non più viva, ma tutta vita,
grido che assorda se stesso
ed è silenzio, che gli presta ascolto
sguardo, che un altro sguardo acceca
e accecato apre gli occhi,
fuoco, che s’infiamma per spegnersi,
pace destata dalle tempeste,
tempesta che cerca la pace,
amore,
bianco sul letto,
verde nell’erba,
azzurro nel cielo sopra di sé,
rosso al tramonto,
buio per l’intera notte,
amore,
solo a se stesso unico confronto,
non più come un albero, ma soltanto:
eretto dall’amore,
non come la morte, ma solo:
amore disteso come orizzonte,
tu–io, noi due.
non spogliata, ma vergognosamente nuda,
confronto solo con te stessa,
non solo bella, ma… bellezza,
non più luminosa, ma luce,
non più seducente, ma seduzione,
non più viva, ma tutta vita,
grido che assorda se stesso
ed è silenzio, che gli presta ascolto
sguardo, che un altro sguardo acceca
e accecato apre gli occhi,
fuoco, che s’infiamma per spegnersi,
pace destata dalle tempeste,
tempesta che cerca la pace,
amore,
bianco sul letto,
verde nell’erba,
azzurro nel cielo sopra di sé,
rosso al tramonto,
buio per l’intera notte,
amore,
solo a se stesso unico confronto,
non più come un albero, ma soltanto:
eretto dall’amore,
non come la morte, ma solo:
amore disteso come orizzonte,
tu–io, noi due.
Traduzione di Grytzko Mascioni
http://www.potlatch.it/poesia/la-poesia-della-settimana/ciril-zlobec-quasi-un-inno/
Biografia
Ciril Zlobec nacque in una famiglia contadina, ultimo di sette figli. Frequentò la scuola elementare a Avber, poi il ginnasio nel seminario a Gorizia e Capodistria, dal quale fu espulso nel 1941 per "assenza di spirito religioso e indisciplina": scriveva infatti poesie in lingua slovena e fondò e curò una rivista letteraria nella stessa lingua, cosa proibita dal regime fascista. Ritornato a casa, nel 1942 venne mandato al confino in Abruzzo. Dopo l'8 settembre 1943 entrò nelle file della Resistenza. Al termine della guerra, continuò la scuola a Lubiana, dove si diplomò in slavistica e dove lavorò come giornalista, per la carta stampata e per la radiotelevisione. È autore di più di cento volumi, tra poesia, narrativa, saggistica e traduzioni. Per lungo tempo fu direttore di Sodobnost, una delle maggiori riviste letterarie, mentre già prima della laurea aveva diretto la rivista letteraria d'avanguardia "Beseda". È conosciuto come traduttore, soprattutto dalla lingua italiana, per autori come Dante Alighieri, Leopardi, Carducci, Montale, Ungaretti, Quasimodo...
Mons.prof.Ivan Trinko :padre della Benečija (Slavia)
Una delle più belle e fulgide figure della Benečija è senza dubbio l'uomo più eclettico: mons. Ivan Trinko. Che sia venerato lo comprovano le numerose persone al di qua e al di là del confine che fanno visita alla sua tomba nel piccolo cimitero di Tercimonte,l’accogliente e grazioso paesino che lo vide nascere e che fa parte del Comune di Savogna.
Trinko Nacque a Tercimonte il 25 gennaio 1863: suo padre Antonio Trinko faceva l’agricoltore e sua madre Maria Golob, deceduti rispettivamente nel
1803 e 1904. La famiglia Trinko era nota con il soprannome di "par Piernovih"
in quanto il nonno proveniva da Cepletischis e si chiamava Peter. Ivan
aveva anche un fratello di nome Valentino e tre sorelle: Maria, Caterina e
Teresa; quest’ultima si fece suora e morì in convento a Brescia.
Fin dalla tenera età Ivan rivelò intelligenza vivace e grande forza di volontà.
Egli cominciò a frequentare la scuola elementare italiana solo a otto anni
compiuti nel piccolo villaggio di Jellina sito in fondovalle a circa un’ora di impervio cammino da casa.La sua prima maestra fu Rosa Koren. In quel tempo a Tercimonte era cappellano don Valentino Dome,nativo di San Pietro al Natisone, che fu curatore di anime lassù per oltre mezzo secolo e morì quasi centenario. Fu appunto questo modesto sacerdote a forgiare l’anima dei fanciullo e a indurlo, dopo la terza elementare, a proseguire gli studi a Cividale dove ebbe per insegnante il maestro Giuseppe Droli e nel suo primo anno, per condotta e merito.Si distinse a tal punto che la direzione della scuola lo premiò con la medaglia d ’oro. Malgrado il favorevole risultato scolastico, però, egli che intanto aveva raggiunto il dodicesimo anno di età, espresse il desiderio di rimanere a casa per dedicarsi alla pastorizia nei suoi monti che tanto amava. Naturalmente la sua famiglia non aveva neanche i mezzi per fargli continuare gli studi a Cividale, ma appunto in quel momento, con una certa bonaria energia, intervenne « pre » Valentino, che ben conosceva le qualità del ragazzo; e così anziché prendere la strada della montagna e dei pascoli, Ivan prese quella del seminario, e fu in tal modo che, animato anche da una forte vocazione spirituale, entrò nel seminario arcivescovile di Udine.La sua sveglia intelligenza si manifestò subito anche nel nuovo ambiente e per cinque anni consecutivi, che tanti allora ne contava il corso ginnasiale, fu sempre il primo della classe. Al liceo, poi, fece ancora di più: oltre a primeggiare nelle materie filosofiche guadagnò addirittura un anno. Superò in bellezza, successivamente, anche i quattro anni di «teologia»; e il giorno 21 giugno 1886 celebrò la sua prima Messa nel paese natale di Tercimonte.
fonte archivio personale
Le opere
La sua prima poesia fu pubblicata nel 1885 sulla rivista letteraria "Ljubljanski Zvon".Sotto lo pseudonimo Zamejski(d'oltreconfine) pubblicò la raccolta di poesie"Pesmi beneškega Slovenca".Fu da allora che iniziò a collaborare costantemente con diverse riviste letterarie slovene.Più tardi scrisse"Propad Ogleja"(La caduta di Aquileia),oltre 500 esametri che cantano la rovina della città,avvenuta nel 453.Nel 1897 pubblica una raccolta in versi intitolata "Poezije"...
continua qui http://www.matajur.com/cultura/ivan%20trinco.html
ki te milost božja,
meni v last je dala" (I. Trinko)
"O terra natia,
terra misera,
piccola,
che la grazia divina,
mi ha donato"
Le opere
La sua prima poesia fu pubblicata nel 1885 sulla rivista letteraria "Ljubljanski Zvon".Sotto lo pseudonimo Zamejski(d'oltreconfine) pubblicò la raccolta di poesie"Pesmi beneškega Slovenca".Fu da allora che iniziò a collaborare costantemente con diverse riviste letterarie slovene.Più tardi scrisse"Propad Ogleja"(La caduta di Aquileia),oltre 500 esametri che cantano la rovina della città,avvenuta nel 453.Nel 1897 pubblica una raccolta in versi intitolata "Poezije"...
continua qui http://www.matajur.com/cultura/ivan%20trinco.html
"O ti zemlja rodna,
zemlja bedna,ki te milost božja,
"O terra natia,
terra misera,
piccola,
che la grazia divina,
mi ha donato"
(traduzione)
Lusevera Bardo e il suo museo etnografico
Un’incredibile affluenza al #MuseoEtnografico #etnografskiMuzej di #Lusevera #Bardo, che ha portato scompiglio tra gli abitanti del paese. Un assaggio degli eventi e del museo nel video. Un saluto dai simpaticoni Fabio Feruglio e Loris Cher che vi aspettano entusiasti e un po’ perplessi , venite a conoscere loro e l’#AltaValTorre.
dal giovedì alla domenica dalle 10:30 alle 17:30museoluseverabardo.it
#TurismoFVG #TerskaDolina #Sentieri #EventiFVG #FestaExEmigranti
20 lug 2020
Neanche il Covid-19 ferma Ugovizza
Nemmeno la pandemia di Covid-19 ferma la sagra di Ugovizza/Ukve, chiamata «žegan» nel locale dialetto sloveno zegliano. Anche se non ci saranno i consueti grandi festeggiamenti sotto il tendone, la festa patronale vivrà comunque il proprio culmine con la Messa di domenica, 26 luglio. La celebrazione liturgica in italiano e sloveno sarà arricchita dai canti del coro parrocchiale del paese. Alla Messa seguirà l’usanza della konta, consistente in canti (soprattutto in sloveno e a volte in tedesco o italiano) dei coscritti paesani, eseguiti sotto il tiglio e per le vie del paese, in genere con soste alle osterie.
A Ugovizza l’usanza prosegue anche quest’anno, quindi, pur venendo adattata alle circostanze. Questa capacità di adattamento è stata notata anche dall’etnologa Mojca Ravnik nel libro «Na žegen! – Žegnanje in drugi prazniki z rekruti v Ukvah v Kanalski dolini» («Alla sagra! – La festa patronale e altre ricorrenze coi coscritti a Ugovizza in Valcanale», pubblicato nel 2015 a Lubiana dalla casa editrice ZRC.
Ugovizza (Ukve in lingua slovena) è una frazione del comune di Malborghetto Valbruna, nota località turistica estiva ed invernale. Si trova a 775 m in Val Canale, di cui è uno dei villaggi più antichi. La chiesa dei Santi Filippo e Giacomo aveva un interessante campanile a contrafforti, basso e massiccio, con bifore e coronato da un'alta cuspide, andato perduto nell'alluvione del 2003 abbattutasi in Val Canale; nell'interno sono venuti alla luce nel 1959 vari affreschi.
La chiesa dei Santi Filippo e Giacomo prima dell'alluvione del 2003
Di Johann Jaritz - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1165180
In memoriam
Guglielmo Cerno
conosciuto anche come Viljem Černo (Lusevera, 24 luglio 1937 – Lusevera, 22 luglio 2017), è stato un saggista, poeta ed etnografo italiano della minoranza slovena.
Černo è considerato uno dei protagonisti della vita culturale, associativa e politica degli sloveni in Italia, specificatamente della Slavia friulana, tanto da venir appellato con il titolo di “čedermac della Benecia”
Biografia
Nato in una famiglia slovena di Lusevera il 24 luglio 1937, frequentò le scuole elementari italiane del paese e, su suggerimento di Mario Kont, continuò poi gli studi a Gorizia in una scuola con lingua d’insegnamento slovena. Kont, assieme a Izidor Predan e Vojmir Tedoldi, all’epoca animava il Fronte Democratico Sloveno (Demokratična fronta Slovencev), che invitava le famiglie delle Valli del Torre e del Natisone a iscrivere i figli alle scuole slovene di Gorizia, nonostante le intimidazioni dei circoli nazionalisti italiani locali (in loco era attiva l’organizzazione Gladio) e della stessa Chiesa cattolica.
Successivamente si iscrisse alla Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Trieste, dove si laureò nel 1968 con una tesi su “Aspetti geografici del fenomeno migratorio in nove Comuni della cosiddetta Slavia Friulana“. Nel 1955 costituì, assieme ad altri beneciani, il Circolo di Cultura Sloveno Ivan Trinko, ad un anno dalla morte del sacerdote, e ne fu il primo segretario ed in seguito presidente. Successivamente costituì a Lusevera il Centro di ricerche culturali e il museo etnografico.
Lavorò come insegnante di italiano nelle scuole del territorio, e fu operatore culturale e organizzatore di eventi legati alla cultura e alla lingua slovena, anche nelle sue varianti dialettali. Fu tra i promotori dell’incontro tra popoli contermini Kamenica e del Dan emigranta (giorno dell’emigrante).
Fu attivo in campo politico locale, dapprima nel 1963 come candidato dei socialisti alle prime elezioni della Regione Friuli-Venezia Giulia dopo lo Statuto Autonomo e poi nel 1964 come amministratore a Lusevera e nella Comunità montana del Torre, in particolare durante gli anni del post-terremoto del Friuli. Per lunghi anni fu componente del comitato regionale della SKGZ (Unione Culturale Economica Slovena), dello SLORI (Istituto di ricerche sloveno) e della Biblioteca Nazionale Slovena e degli Studi di Trieste (Narodna in Študijška Knjižnica), di cui fu presidente dal 2001 al 2010.
Fu autore poetico dialettale, nella variante slovena della Val Torre. Pur essendo la Slavia Friulana il territorio idealmente più lontano dal centro culturale della Slovenia, vi fiorisce ugualmente la letteratura, come dimostrano i diversi autori presenti, tra i quali Guglielmo Černo fu quello con maggior ispirazione lirica e che nelle sue metafore dimostrò maggior ricchezza linguistica e vitale. Sui testi delle sue poesie il sacerdote friulano Oreste Rosso scrisse due canti religiosi, che fanno parte del repertorio del coro per voci maschili “Barski oktet”. Per la raccolta poetica Ko polno je noči ricevette nel 2013 il premio Vstajenje.
Fu uno dei principali artefici della conservazione della variante dialettale dello sloveno delle Valli del Torre, contribuendo – tra l’altro – al recupero della traduzione in dialetto di tre messali, dal titolo “Boava besieda”, e alla realizzazione del volume “Il Glossario del dialetto del Torre di Jan Baudouin de Courtenay”.
Nel 1998 ricevette la Medaglia d’onore della Repubblica di Slovenia per “l’arricchimento della vita culturale tra gli sloveni della Benecia e con esso per il mantenimento e consolidamento della loro coscienza nazionale”. Nel 2010 venne insignito della 10. edizione del Premio Štrekelj, per la sua opera di “tutela della slovenità, della lingua e della cultura slovena ai confini occidentali dello spazio etnico sloveno”.
Il 24 luglio 2017, giorno del suo 80º compleanno, venne programmata una celebrazione in suo onore a Lusevera, organizzata dalla SKGZ e dal Circolo Ivan Trinko, ma non fu possibile realizzarla per la sua improvvisa scomparsa, il 22 luglio. Il 12 gennaio 2018 a Lusevera venne organizzata una manifestazione in suo onore, con la prima presentazione del libro sulla sua vita e le sue opere “Na izpostavljenem mestu”, alla presenza dell’ex presidente della Slovenia Milan Kučan. Successivamente il libro venne presentato a Trieste, a Gorizia e in diverse località della Slovenia (Lubiana, Caporetto, Sežana), mentre il settimanale Novi Matajur ne pubblicò a puntate la traduzione in italiano.
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