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🌞Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine🌞 (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga

INNO SLOVENO

INNO SLOVENO "Vivano tutti i popoli che anelano al giorno in cui la discordia verrà sradicata dal mondo ed in cui ogni nostro connazionale sarà libero, ed in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico!"❤️ FRANCE PREŠEREN poeta sloveno

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4 mar 2021

I luoghi del Tiepolo, anche Udine celebra il compleanno del grande artista

 


Il 5 marzo i luoghi del Tiepolo si uniscono per ricordare il compleanno di uno dei maggiori artisti del Settecento veneziano, di cui lo scorso anno si è celebrato, tra mille difficoltà, ma con entusiasmo e determinazione, il 250° anniversario della morte.

 

I Comuni di Mirano (VE), Este (PD), Monteviale (VI), Stra (VE), Udine, Vicenza, la Provincia di Vicenza, la città di Würzburg, la pro loco di Mirano, il museo Ca’ Rezzonico di Venezia, il CISA Andrea Palladio, la Scuola Grande dei Carmini di Venezia, il Museo Nazionale di Villa Pisani di Stra, il Duomo di Santa Tecla di Este, i musei civici di Udine, Musei civici Vicenza, Villa Zileri Motterle, Villa Valmarana ai Nani Villa Cordellina e il Museo Martin Von Wagner dell’Università di Würzburg, coordinati dal Circolo Acli di Mirano, luoghi che conservano e valorizzano le straordinarie opere del Tiepolo, hanno deciso, in maniera spontanea e informale, di coordinarsi per celebrare insieme il genetliaco dell’artista veneziano.

Venerdì 5 marzo, quindi, il compleanno di Giambattista Tiepolo verrà festeggiato virtualmente attraverso foto, video e messaggi rilanciati e condivisi attraverso i canali social degli enti, musei e ville coinvolti nel progetto.

Udine omaggia il Tiepolo
Il Comune di Udine – Civici Musei, in collaborazione con il Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo e con il Museo del Duomo e grazie al sostegno di Fondazione Friuli e Amga-Hera, promuove un evento cittadino dal titolo Buon compleanno Tiepolo! per celebrare il 5 marzo 1696, data di nascita del pittore Giambattista Tiepolo che, assieme al figlio Giandomenico, ha lasciato in città significative tracce del suo passaggio.

La manifestazione, che si articolerà in eventi e sedi diverse, è pensata per promuovere la conoscenza del patrimonio artistico tiepolesco presso il grande pubblico e incentivare presso la cittadinanza un processo di appropriazione culturale e di maggiore consapevolezza dei tesori che Udine conserva quali testimonianze pregevoli della sua storia.

Il programma

In Castello, presso la Galleria d'Arte Antica, un mediatore culturale sarà a disposizione del pubblico intervenuto per una visita guidata gratuita dal titolo “RACCONTAMI... TIEPOLO A UDINE!”

Dalle 11.00 alle 19.00

Ingresso a pagamento del biglietto ridotto

Prenotazione obbligatoria

online http://www.civicimuseiudine.it/it/visita/orari-tickets oppure al telefono 0432.1272591

 

Per l'occasione il Museo Diocesano di Udine proseguirà con le iniziative online “Diretta_mente”.

Il 5 marzo in programma ci sarà la diretta Facebook e Instagram alle ore 10.30 dal titolo “Buon compleanno! Omaggio all’arte del Tiepolo in Palazzo patriarcale”.

Mariarita Ricchizzi guiderà i partecipanti in un percorso tra le sale del Palazzo patriarcale mirabilmente affrescate dal grande maestro. Un viaggio virtuale in attesa di poterci vedere di persona in Museo Diocesano.

 

La Cattedrale, il Museo del Duomo e la chiesa della B.V. della Purità saranno aperti dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00 con visite guidate. Proseguirà l'iniziativa Ars Mecum -Tiepolo250. I foulards saranno in vendita presso il museo: il loro acquisto finanzia la conservazione delle opere.

info: museo@cattedraleudine.it

Citazione di Dumas figlio

 

Una sciocchezza

 
A volte basta una sciocchezza a farci felici.

ALEXANDRE DUMAS FIGLIO 
La signora delle camelie


da https://lunarioaforismi.blogspot.com/2021/03/una-sciocchezza.html

Giovanni Antonio de' Sacchis, detto il Pordenone

 Giovanni Antonio de' Sacchis, detto il Pordenone (Pordenone, 1483  Ferrara, 14 gennaio 1539), è stato un pittore italiano.

Il suo stile, dopo il contatto con la grande maniera romana, di Raffaello e Michelangelo, si indirizzò verso toni magniloquenti, in un originale equilibrio tra ricordi classici e citazioni narrative di indole popolare, soprattutto nei lavori destinati alla provincia. È considerato il massimo pittore friulano del Rinascimento.Fu ricordato da Vasari, che gli dedicò una biografia dove viene definito: «il più raro e celebre […] nell'invenzione delle storie, nel disegno, nella bravura, nella pratica de' colori, nel lavoro a fresco, nella velocità, nel rilievo grande et in ogni altra cosa delle nostre arti». Lo storico aretino lo presentò però con il nome di Giovanni Antonio "Licinio" da Pordenone, dando origine così alla confusione con il pittore Bernardino Licinio, risolta solo al principio del Novecento.

La sua formazione, secondo il Vasari, avvenne sotto l'influsso del Giorgione e, secondo il Ridolfi, sotto Pellegrino da San Daniele. Fu influenzato, agli inizi, oltre che dall'esempio di Andrea Mantegna, probabilmente dalla conoscenza delle incisioni del Dürer e di altri artisti nordici. Nel 1514-1515 fu a Roma, a contatto con l'opera di Raffaello e Michelangelo. Fu attivo in diversi paesi del Friuli, in Umbria, nei possedimenti dei d'Alviano, signori di Pordenone, a Venezia, dove nel 1528 perse contro Tiziano il concorso indetto per la realizzazione della Pala di san Pietro martire per la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, e in Emilia, tra il 1529-30. Nel 1532 fu a Genova per lavorare alla Villa del Principe di Andrea Doria.

Negli anni 1530, il confronto tra l'artista e Tiziano animò la scena artistica lagunare, concludendosi con l'emarginazione del pittore e, dopo la sua morte, col silenzio sulla sua opera da parte degli scrittori veneziani.

Il Pordenone morì infatti a Ferrara, in circostanze misteriose, dove si era recato per fornire disegni per arazzi su commissione di Ercole II d'Este.

Ebbe come allievo Pomponio Amalteo, cui andò in sposa anche la figlia Graziosa.

fonte wikipedia



Affreschi a Santa Maria di Campagna, Piacenza.





crocifissione - museo del 700 veneziano

Noli me tangere - Museo del Duomo - Cividale del Friuli.


I sette nani non hanno fatto un gigante

 


«La lingua batte dove il dente duole». Per cercare di lenire il dolore il cervello ordina alla lingua di tastare il punto dolente. Quest’espressione viene usata per indicare un qualcosa che, puntualmente, ritorna a toccare un tasto che non vorremmo, ma volenti o nolenti, si ripropone da sé. Quando il disagio è cronico, il malessere si diffonde su tutto l’organismo a meno che non intervenga un anestetico adeguato ad abolire o mitigare la sensibilità al dolore.

Questa banale citazione proverbiale per accostarmi ad un argomento, la demografia locale, che per me è stato un assillo già dai miei esordi lavorativi come insegnante elementare in alcune delle scuole lungo la fascia confinaria.

Mi riferisco a tempi lontani, oltre 50 anni fa e i decenni seguenti, quando ho fatto da ricercatore nell’Istituto sloveno di ricerche – Slovenski raziskovalni Inštitut. E già allora evidenziavo, con rammarico ed una buona dose di rabbia, l’ecatombe demografica dei paesi della Slavia. «Sette nani» – come mi scappò di dire dei nostri comuni valligiani – sono un’immagine significativa di cosa possa significare l’emarginazione, l’abbandono a se stessi, l’indifferenza ai problemi reali di un piccolo popolo, reo d’essere etnicamente e linguisticamente diverso e perciò etichettato come «indesiderato » già dalla sua entrata nel Regno italico oltre 150 anni fa. Ricordo che stavo preparando la mia tesi di laurea studiando sul campo le problematiche psicosociali dell’area slovena e rimasi colpito dai dati Istat che ci riguardavano da vicino.

Il censimento del 1921, a tre anni dal primo conflitto mondiale, aveva registrato nei nostri sette comuni 17.267 residenti nonostante l’enorme numero di caduti nel corso della guerra. Mentre l’Italia cresceva fornendo baionette al Regime littorio, le Valli si ridussero di numero, tuttavia al censimento del 1951 ci contarono per 16.195 residenti con la perdita di un migliaio di abitanti. Ma, mi chiedevo con sconcerto, cosa è successo che nel corso di 20 anni, tempo in cui l’Italia si riprendeva in tutti i settori dopo la guerra, da noi la popolazione si riducesse a 9.649 residenti? Meno 6.546 abitanti. Il che significa più di quattro valligiani ogni dieci se ne erano andati. Dove? Per il mondo, a iniziare dalla pianura friulana. Una botta da stordire, altro che un mal di denti! Evviva la «Repubblica» che sbandierava nella sua Costituzione articoli santificatori come il 6 e il 2 e il 3.

Non li cito per intero per pudore: tutti uguali come cittadini e cura delle minoranze. Ma finirà questo collasso, mi sono detto. La rinascita italiana lambirà, – se non altro come le briciole cadute dalla tavola imbandita del biblico Epulone – anche l’estremo lembo del confine orientale sacrificato ai sensi della Cortina di ferro. Qualcuno si accorgerà del disagio, pensavo l’ingenuo. Il dente duole nella Slavia. Perché nessun medico antimiseria? Di fatto l’analgesico lo prende il «dottore», mette gli occhiali scuri, i tappi nelle orecchie: lo Stato dibatte sulla definizione di ipotetici diritti di Paleoslavi, Veteroslavi, di popolo italianissssimo (Andreotti) più italiano degli italiani medesimi, tali per diritto divino. Di noi sloveni di lingua si spargevano voci di manovre di autosvendita territoriale alla Jugoslavia.

Sarà finita la mistificazione sulla nostra appartenenza etnica e sulla nostra identità constatando che la Slovenia è entrata nell’area di Schengen! Pensa ancora l’ingenuo. No. Noi siamo speciali, perché noi il nemico degli «sloveni », cioè di noi stessi, purtroppo ce lo creiamo e foraggiamo da noi come un cancro al nostro interno. Colpiti da una malattia nota come sindrome di Stoccolma, diventiamo vittime che solidarizzano con il proprio aggressore. Come non bastasse l’infingardo avversario esterno. Così disunità e conflittualità interna ci hanno impedito perfino di rivendicare efficacemente i nostri diritti umani, diritti costituzionali teoricamente garantiti a tutti.

Solo giunti a cavallo del nuovo millennio una mano fu tesa con il riconoscimento ufficiale della nostra esistenza (legge di tutela 38-2001) e il solito ingenuo si disse: finalmente! Da ora qualcosa cambierà, si sono accorti di noi, abbiamo un nome ed un’identità. Da ora si fermerà l’emorragia che sfinisce la nostra forza vitale; siamo sulla strada della rinascita; i paesi torneranno a vivere, i davanzali delle case a colorarsi di fiori anche lassù nei paesini di Drenchia, Grimacco, Savogna e via di seguito, fin su oltre Resia ed il Canin, fino ai tre confini di Tarvisio.

Illusione. Per definire lo stato dei fatti odierni non intendo disquisire su particolari demografici di numero di maschi e femmine, di stato civile, di classi d’età, di famiglie e loro consistenze, di redditi e tributi, di servizi essenziali e quant’altro. La dice lunga, con pacata chiarezza un semplice paio di dati, tanto per comprendere come sia stato possibile ridurci ai 5.167 residenti (01/01/2020). Natalità e mortalità sono parametri inequivocabili e questi, riguardo ai nostri sette comuni, ci dicono quanto segue. Dal primo giorno del 2002 all’ultimo del 2019, in 18 anni, su tutto il nostro territorio sono stati registrati solo 722 nati vivi. Ma al confronto col numero dei morti non credo di poter trovare altrove una proporzione così marcata avendone assommati ben 1.797. Altro che ricambio generazionale! Sempre meno varrà la pena spendere soldi per un piccolo popolo come il nostro nell’inconfessabile aspettativa che il Covid ne confermi il processo involutivo.

https://www.dom.it/i-sette-nani-non-hanno-fatto-un-gigante_iz-sedmih-palckov-ni-nastal-velikan/

Riccardo Ruttar

3 mar 2021

Gorizia: Covid-19: Fedriga, valutiamo nuove restrizioni su zone specifiche

 


"Dopo il continuo decremento a partire dal 10 gennaio scorso di contagi e ospedalizzazioni con una costanza di presenze in terapia intensiva, nell'ultima settimana abbiamo invece assistito ad un'inversione di tendenza con un esponenziale aumento dei positivi e dei ricoveri. Per mettere in sicurezza il sistema sanitario e la popolazione, stiamo valutando delle nuove misure per tutta la regione e più restrittive per le zone più a rischio del territorio".

Fedriga lo ha detto con il vicegovernatore Riccardo Riccardi, gli assessori regionali all'Istruzione Alessia Rosolen, alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti, alle Attività produttive e Turismo Sergio Emidio Bini e alle Risorse agroalimentari Stefano Zannier, durante gli incontri con i capigruppo in Consiglio regionale, l'Anci, i prefetti, i sindacati, le categorie economiche e l'Ufficio scolastico regionale.

Si è trattato di riunioni in videoconferenza volute per aggiornare sulla situazione epidemiologica e confrontarsi con i soggetti istituzionali e non, sulle misure da adottare per il contenimento dell'emergenza anche alla luce dell'incontro telematico, della mattina, sul Dpcm per le misure anti-Covid alla presenza dei ministri per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini, dell'Istruzione Patrizio Bianchi e alla Salute Roberto Speranza.

"Pordenone e Trieste sono ancora aree dove l'incidenza dei contagi non è esplosa - ha detto il governatore - mentre l'indice è alto e preoccupante nelle ex province di Gorizia e ancora di più in quella di Udine".

Gli incrementi sono dettati dalla diffusione delle varianti che colpiscono anche la fascia più giovane della popolazione e sulle quali sono necessari interventi di mitigazione.

Verrà emanata un'ordinanza sul territorio, l'ipotesi è di procedere domani, per farla entrare in vigore venerdì con misure di contenimento generali e più specifiche per i territori a rischio.

continua https://www.viverefriuliveneziagiulia.it/2021/03/04/gorizia-covid-19-fedriga-valutiamo-nuove-restrizioni-su-zone-specifiche/914912

Detto in sloveno delle Valli del Natisone



Buajš za izik se oklat,ku naumno guarit.

E' meglio mordersi la lingua,che parlare in modo insensato.

da Lintver


E' meglio morde
e parlare in modo insensato.

La pianura friulana che ispirò Ippolito Nievo



Viaggi digitali d'autore #1
Se non possiamo - non ancora - viaggiare con l’animo sereno e curioso del turista, ecco che alcuni dei più suggestivi itinerari sul territorio arrivano da noi, nelle nostre case, raccontati da guide d’eccezione, per ritrovare, o scoprire, le suggestioni di paesaggi naturali e urbani, di siti storici e culturali, che hanno ispirato opere di grandi autori del nostro tempo. Questo l’obiettivo del nuovo progetto promosso da Fondazione Pordenonelegge con Regione e PromoTurismoFVG, per abbracciare con un solo sguardo, in otto tappe, un territorio generoso di talenti letterari, e di luoghi capaci di intrigarli: il Friuli Venezia Giulia. La prima puntata è dedicata alla pianura friulana che ispirò "Le confessioni di un italiano" a Ippolito Nievo raccontata da Angelo Floramo.

Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

evidenzia

MAGGIOLATA DI GIOSUè CARDUCCI

  Maggio risveglia i nidi, maggio risveglia i cuori; porta le ortiche e i fiori, i serpi e l’usignol. Schiamazzano i fanciulli in terra, e i...

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