🌞Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine (Benecia) Sono orgogliosa delle mie origini.OLga 🌞
🌞Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine🌞 (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga
INNO SLOVENO
"Vivano tutti i popoli
che anelano al giorno
in cui la discordia
verrà sradicata dal mondo
ed in cui ogni nostro connazionale
sarà libero,
ed in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico!"❤️ FRANCE PREŠEREN poeta sloveno
Nelle nove regioni slovene considerate – in base ai dati della scorsa settimana – rosse, sono stati riaperti martedì 26 gennaio gli asili e sono tornate in aula – dopo circa tre mesi – le prime tre classi primarie. L’intervento ha interessato oltre 53.000 alunni e quasi 75.000 bambini. Riaperti anche musei, biblioteche, gallerie e piste da sci. Sono rimaste in nero e con le misure più severe questa settimana le regioni del Goriziano (con il Posočje), del Posavje e Sudorientale.
Secondo i dati del 25 gennaio sono però “nere” anche le regioni Zasavska e quella Litorale-carsica, dove quindi dopo pochissimi giorni verranno nuovamente applicate le misure di contenimento più restrittive, tra cui anche la didattica a distanza anche per i più piccoli.
Breve video-documentario sulla storia della Chiesa di Santa Maria Assunta, ora Chiesa Parrocchiale/Santuario, sita nel capoluogo Prato e che ospita la statua lignea dorata della Madonna di Resia, scolpita nel 1525 da Giacomo Martini. Chiesa molto cara a tutta la comunità
Nell’ottica della valorizzazione turistica delle peculiarità della comunità resiana, l’Ecomuseo Val Resia, dopo vari filmati in cui si presentavano i contenuti e le attività dei musei della valle, ha realizzato anche un video-documentario che illustra il Santuario di Santa Maria in Prato di Resia/Ravanca. Questo video, proposto sul canale YouTube dell’Ecomuseo e realizzato con la collaborazione della Parrocchia- Santuario di Santa Maria Assunta, ha l’intento di far conoscere la storia del sacro edificio invitando a visitarlo e a «leggerlo» con maggior consapevolezza.
Il filmato sull’antica chiesa plebanale della Val Resia illustra, oltre l’architettura della stessa, le molte opere d’arte in essa contenuta. In particolare si possono ammirare alcune preziose pale d’altare e otto statue, due marmoree e ben sei lignee. Tra queste ultime la più antica e la più importante è la statua della Madonna Assunta, scolpita nel 1535 da Giacomo Martini.
Questa visita virtuale propone, inoltre, un viaggio alla scoperta della devozione e della volontà di una comunità che nei secoli, con molta tenacia e fatica, ha reso questo santuario un gioiello artistico nel cuore di Resia. Infatti, questa chiesa, molto cara a tutta la comunità valligiana, è stata anche meta di pellegrinaggi votivi provenienti da diversi comuni limitrofi tra cui Venzone, Resiutta, Chiusaforte, Dogna, Moggio Udinese e Amaro già a partire dal 1467.
Non a caso il filmato è stato pubblicato per la prima volta il 20 gennaio, giorno in cui si celebra San Sebastiano, uno dei due santi collocati sull’altare maggiore della chiesa. A questo santo, come pure a San Rocco, i fedeli da secoli si rivolgono per invocare la protezione contro le epidemie.
Oggi, la chiesa-santuario rappresenta, tra l’altro, anche l’ottava tappa del Cammino Celeste/Iter Aquileiense, un itinerario di pellegrinaggio lungo 200 km attraverso strade e sentieri di montagna che, partendo dal santuario di Barbana o dalla basilica di Aquileia, conduce al Monte Lussari/ Svete Višarje diramandosi poi con altri due percorsi verso il santuario di Brezje in Slovenia e quello di Maria Sall/Gospa Sveta in Carinzia.
A ricordare questo, ben visibile all’esterno del santuario e anche dalla piazza principale del capoluogo di Resia, c’è la meridiana del Cammino Celeste realizzata e donata da Aurelio Pantanali nel 2019.
La realizzazione di questo video segue la stampa, avvenuta nel dicembre 2019, della guida al santuario di Resia Ta ravanška rumarska cirkuw po böžij poti/Il venerando santuario della Madonna Assunta di Resia lungo il Cammino celeste Iter Aquileiense – Štoria carkve anu racjuni po näs/Cenni storici e preghiere in resiano che venne realizzato dall’associazione culturale «Museo della gente della Val Resia» che ne curò i contenuti e fu interamente finanziata dell’associazione «don Eugenio Blanchini» di Cividale.
Tutti i filmati realizzati per l’Ecomuseo Val Resia da Christian Madotto sono visibili sul canale YouTube dell’Ecomuseo all’indirizzo ecomuseo val resia oppure direttamente alla pagina dedicata del sito. (Sandro Quaglia)
"Biagio Marin, un poeta di respiro europeo. Ma certamente influenzato dal rapporto con la sua terra, conGradoin particolare: d’altra parte città comeGorizia, Trieste, e il territorio che racchiudono sono da sempre un grande crocevia internazionale di culture, tradizioni, conflitti e soprattutto linguaggi". Parola del filosofoMassimo Cacciari, che diBiagio Marincustodisce un ricordo speciale legato agli incontri di fine anni Settanta, e alla confidenza a poco a poco acquisita con la “lingua” del grande autore gradese: "non semplicemente un dialetto, ma una rarefazione del linguaggio poetico". Proprio alla città di Marin e alla (ri)scoperta della sua straordinaria opera è dedicato il primo “Viaggio digitale” del format promosso da Fondazione Pordenonelegge insieme alla Regione Friuli Venezia Giulia e a PromoTurismoFVG: “Grado e l’azzurro vento di lontanìa di Biagio Marin” titola la breve ma intensa escursione in programmasabato 30 gennaio, dalle 10 su Facebook e Youtube di pordenonelegge- e successivamente sui canali di PromoTurismoFVG – nell’ambito del ciclo “Friuli Venezia Giulia terra di scrittori. Alla scoperta dei luoghi che li hanno ispirati”. Un progetto concepito per itinerari sul campo ma dalla primavera 2020 convertito in piccole full immersion online: per conservare il gusto del viaggio anche nei mesi di sospensione pandemica.
"Era già anziano, Biagio Marin, quando ci siamo conosciuti – spiega ancora Cacciari – eppure restituiva una sensazione di forza e “monumentalità”. Fu poeta coltissimo: aveva letto di tutto e con lui si poteva parlare dei presocratici e di Meister Eckhart, di Goethe, Novalis e Hölderlin. Nella sua poetica aleggia una compenetrazione ‘spinoziana’ della morte: una consapevolezza che aiuta a vivere ogni giorno nel pieno delle proprie forze, com’è evidente nelle poesie dedicate al figlio Falco. Così è anche per la sua lingua, che non è semplicemente il dialetto gradese, e non è la lingua della prosa: nei suoi versi confluisce quanto Marin aveva assimilato da altri linguaggi, da poeti di altre lingue, il risultato è del tutto peculiare, una lingua tutta sua, valorizzata da Pier Paolo Pasolini che volle inserirlo in una antologia poetica a inizio degli anni Cinquanta".
Con il nuovo viaggio digitale di Fondazione Pordenonelegge e PromoTurismoFVG ci addentreremo “per le stràe solesàe” di Marin: il dedalo natìo di calli e campielli dell’antico castrum, le basiliche, il battistero e il campanile accanto a quella che è oggi Piazza Biagio Marin, verso la panoramica “diga” sul Nord Adriatico e le distese sconfinate di sole e d’azzurro, la linea dell’orizzonte in cui si perdono cielo e mare, sino al banco sabbioso della Mula di Muggia. Ma Biagio Marin significa anche e soprattutto paesaggi ancestrali: le migliaia di terre emerse e barene della laguna, le silhouette dei casoni, i silenzi sospesi solcati dal volo dei gabbiani, i colori riflessi, la luce abbagliante del giorno e la dolcezza rasserenante dei tramonti. E poi il porto canale, gli spazi raccolti del rientro in paese: le barche e le reti dei pescatori che si allungano accanto alle imbarcazioni dei diportisti. La città antica, la spiaggia della Mitteleuropa che rende omaggio al poeta con il monumento per Biagio Marin nel Parco delle Rose: l’”isola d’oro” da cui si dipartono mille itinerari generati da quel "dosso di rena, lido stretto e falcato sul vertice di un delta, che un fiume di una volta ha dimenticato". Oggi è il Centro Studi Biagio Marin a custodire, valorizzare e perpetuare l’opera del grande autore gradese in cui, verso dopo verso, si specchiano la città e i suoi scenari.
Novità di questa nuova edizione, per ricordare il tema dell'accessibilità: i viaggi digitali saranno realizzati anche in LIS (Lingua Italiana dei segni). Gli itinerari si possono ritrovare sul canale Youtube di pordenonelegge e sul sito turismofvg.it
"O ti zemlja rodna,
zemlja bedna,
ki te milost božja,
meni v last je dala" (I. Trinko)
"O terra natia,
terra misera,
piccola,
che la grazia divina,
mi ha donato"
(traduzione)