Il musicista aveva da poco compiuto 76 anni
Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga❤️
Dal 2004, il 17 maggio di ogni anno, l’Unione europea e le Nazioni Unite riconoscono la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Qual è il senso di un giorno dedicato a questi temi, che tra l’altro in quest’anno cade nel mezzo del dibattito sulla legge Zan?
In molti, si scandalizzando del fatto che nel 2021, ancora si parli di questi temi, come se fossero temi medioevali, d’altronde spesso la critica che viene avanzata a coloro che non accettano alcune libertà pretese dal mondo Lgbt+ è proprio questa: “Sei un troglodita! Sei rimasto nel medioevo?”. Eppure, a ben vedere, dobbiamo affrontare la tematica da un altro punto di vista.
La storia insegna che la tolleranza verso ciò che riteniamo diverso o normale è un concetto estremamente culturale, che è ben cambiato più volte nel corso dei secoli. Come dimenticare, per esempio, che gli antichi greci consideravano del tutto normale una relazione di tipo omossessuale, in particolare tra adulti e giovani adolescenti? Non possiamo quindi pensare che l’omofobia sia un retaggio storico, considerato che la cultura greco-romana rappresenta tra l’altro la base su cui si fonda l’attuale nostro sistema culturale.
Non si può portare, come argomento, nemmeno la natura, in quanto sappiamo che esistono, oltre l’essere umano, numerosissime specie che hanno comportamenti sessuali che riterremmo quanto meno non ordinari: omosessualità a parte (che sembra sia stata riscontrata in almeno 1.500 specie), che dire delle specie che uccidono il compagno dopo il rapporto sessuale (magari per mangiarselo, come fa la vedova nera)?
Cosa può spiegare allora, se storia e natura non lo fanno, le fobie o l’intolleranza nei confronti della comunità Lgbt+ (che qui chiamiamo così per brevità, ma siamo ben consapevoli che include una comunità ancora più ampia con definizioni varie, come Lgbtqiapk, dove quella k sta per kinky, ovvero quelle pratiche anche eterosessuali ritenute non convenzionali).
Proviamo a dare una spiegazione psicologica, anche abbastanza semplice: in generale, ciò che è diverso da noi, ci spaventa. Non si tratta solo di aspetti sessuali, ma anche del colore della pelle o persino di alcune malattie genetiche. E la paura del diverso, si noti, si è sviluppata in ottica di sopravvivenza della specie. Spieghiamo meglio: fin dalle ricerche di John Bowlby, sappiamo che il bambino, già intorno agli otto mesi, è in grado di essere consapevole della presenza di una persona estranea alla famiglia e a riconoscerla come un potenziale pericolo, per questo, la teoria dell’attaccamento, spiega il modo in cui il bambino si rapporta a quel diverso. Se i genitori mostreranno fiducia nell’estraneo, in una condizione di un attaccamento sano, il bambino di conseguenza di fiderà del diverso e lo accetterà, al contrario, un bambino con un attaccamento non equilibrato, potrebbe sperimentare paura, ansia o rabbia.
Io sono caduta e ho rotto il polso,mercoledì mi hanno operata. Sono fortunata perchè la chirurgia della mano di Pordenone è un'eccellenza.
Da giovedì sono a casa .Dovrò tenere il gesso per 35 giorni sperando che basti.Martedì mi fanno il vaccino astrazeneca,spero vada bene.
Potenza e meraviglia del mare e della sabbia di Lignano! Dopo quasi tre mesi dalla loro realizzazione, ancora perfettamente integre, le sculture del Presepe 2020 attendono i visitatori. A partire da lunedì 8 febbraio si potrà finalmente varcare in tutta sicurezza la soglia del tendone bianco allestito accanto alla Terrazza a Mare; l’ambiente è ancora più ampio e capiente rispetto alle passate edizioni proprio per poter assicurare il necessario distanziamento.
Quello che all’origine era sembrato un azzardo si è trasformato in una splendida possibilità di ripartenza – per quanto simbolica, precaria e sospesa al filo della dinamica del contagio – che sta dando ragione alla scelta e agli sforzi sinergici tra Comune, Lignano Sabbiadoro Gestioni e l’associazione Dome aghe e savalon d’aur, ora impegnati, in vista dell’apertura, a mettere a punto gli ultimi dettagli tecnico-organizzativi che prevedono – al fine di garantire un accesso contingentato ed in completa sicurezza – anche un sistema on-line di prenotazione per le visite in presenza unitamente a una rete di monitoraggio per il conteggio automatico del numero dei visitatori via via ammessi all’interno del Presepe ed il tracciamento degli stessi.
Nel frattempo il virtual tour ha efficacemente contribuito a tenere accese le luci sul Presepe consentendo, tramite PC o smartphone, di entrarvi idealmente e di seguirne il percorso fisico e di senso (alla visita virtuale si accede tramite il sito www.presepelignano.it.). La versione in lingua tedesca ha permesso una significativa fruizione in termini numerici anche in Austria e Germania. Quasi 50 mila sono stati gli accessi fin qui attivati dal mondo, compresi Australia e Giappone. Pensato all’inizio come strumento di emergenza, l’uso di queste avanzate tecnologie informatiche si è rivelato esso stesso un potente strumento creativo dalle inattese e straordinarie potenzialità artistiche.
Le difficoltà e gli ostacoli via via affrontati in quest’ultima edizione non sono riusciti a ridimensionare la bontà dell’intuizione iniziale, risalente al lontano 2004, che individuava negli elementi costitutivi del territorio di Lignano – l’acqua del mare e la finissima sabbia – la materia di elezione con la quale realizzare il Presepe. Sabbia e mare: generosi doni della natura che mani sapienti hanno saputo plasmare creando un Presepe d’arte che ogni anno meraviglia i visitatori.
Cura, amore e speranza sono le tre parole, che ben esprimono l’attuale volontà di resilienza e che compongono il titolo della XVII edizione del Presepe di Sabbia di Lignano attraverso il quale si è inteso svolgere un’ampia riflessione intorno al concetto di Uomo e di Umanità.
La peculiarità dell’edizione del Natale 2020 risiede nel fatto che questa, pur conservando ed esaltando l’essenza stessa dell’idea di Presepio (parto, nascita, vita, luce, salvezza) si discosta marcatamente dai modelli della tradizione, ma non li stravolge attualizzando l’universalità del loro messaggio senza però legarla univocamente al periodo natalizio. Per questi motivi non sembrerà poi così “straniante” visitare il Presepe di Lignano adesso o nella prossima primavera.
Le superbe e splendide opere scultoree di quest’anno sono state realizzate dagli artisti Michela Ciappini, Ornella Scrivante e Mario Vittadello guidati – com’è sempre accaduto fin dall’origine del Presepe – da Antonio Molin,Presidente dell’Accademia della Sabbia di Roma; la Direzione Artistica è stata affidata a Patrizia Comuzzi.
Il Presepe di Sabbia, nel contesto più ampio di Natale d’a…mare, è organizzato dall’ Associazione Dome Aghe e Savalon d’Aur con il sostegno ed il contributo della Città di Lignanoe dellaLignano Sabbiadoro Gestioni (Lisagest), in collaborazione con Lignano in Fiore Onlus e in sinergia con molte realtà associative lignanesi.
“Il Presepe di Sabbia – aggiunge l’Assessore al Turismo Massimo Brini – lo abbiamo fortemente voluto anche quest’anno, insieme agli altri partners, perché Lignano Sabbiadoro è viva ed attraente tutto l’anno e lo abbiamo voluto ribadire anche in questo periodo per ricordare il fascino del mare d’inverno e della nostra località.”
L’apertura al pubblico del Presepe di Sabbia avverrà dal lunedì al venerdì dalle ore 14.00 alle ore 18.00 a partire da lunedì 08/02/2021. Eventuali sospensioni del servizio derivanti da variazioni nel colore della regione o nuove normative restrittive verranno valutate di conseguenza.
Per motivi organizzativi le prenotazioni del giorno saranno disponibili fino a 2 ore prima l’ingresso desiderato. Le prenotazioni potranno avvenire attraverso il sito www.presepelignano.it .
Per accedere al Presepe tutta l’utenza sarà sottoposta a misurazione della temperatura corporea e sarà registrata, come da normativa vigente, per garantirne la tracciabilità. I dati non verranno utilizzati da Lignano Sabbiadoro Gestioni SpA per nessuna finalità se non quelle previste dalla legge ai fini dell’emergenza Covid-19 su richiesta delle autorità competenti.
Nel rispetto delle norme potrà accedere di volta in volta al Presepe un numero massimo di 40 persone (compresi gli operatori) per un tempo ipotizzato di visita di circa 15/20 minuti.http://vocedelnordest.it/?p=13971
dal web |
a Tarcento |
La cascata a valle della diga di Crosis, costruita tra il 1897 ed il 1900 |
dal web
proverbio friulano della settimana
Santo Antonio abate, detto anche sant'Antonio il Grande, sant'Antonio d'Egitto, sant'Antonio del Fuoco, sant'Antonio del Deserto, sant'Antonio l'Anacoreta (in greco antico: Ἀντώνιος, Antṓnios, in latino: Antonius, in copto: Ⲁⲃⲃⲁ Ⲁⲛⲧⲱⲛⲓ; Qumans, 12 gennaio 251 – deserto della Tebaide, 17 gennaio 356), è stato un abate ed eremita egiziano, considerato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati.
A lui si deve la costituzione in forma permanente di famiglie di monaci che sotto la guida di un padre spirituale, abbà, si consacrarono al servizio di Dio. La sua vita è stata tramandata dal suo discepolo Atanasio di Alessandria. È ricordato nel Calendario dei santi della Chiesa cattolica e da quello luterano il 17 gennaio, ma la Chiesa ortodossa copta lo festeggia il 31 gennaio che corrisponde, nel suo calendario, al 22 del mese di Tobi...
continua https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_abate
Per chi non conosce la sua storia ....https://it.wikipedia.org/wiki/Omicidio_di_Giulio_Regeni
copre tutto il prato
gioia dei bimbi
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confinamento
stanno tutti in casa
è reclusione
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OGGI 7 GENNAIO GLI ORTODOSSI FESTEGGIANO IL NATALE.
Auguri a tutti gli amici di questa fede cristiana.
Il 7 gennaio è il giorno di Natale per le Chiese orientali cattoliche e le Chiese ortodosse che seguono il calendario giuliano.
Bisogna tener presente che nel 1582 papa Gregorio XIII decise di modificare il vecchio calendario introdotto da Giulio Cesare, chiamato in suo onore giuliano. Per questo motivo i giorni tra il 5 ed il 14 ottobre 1582 furono cancellati e quindi il nostro 25 dicembre diventa il 7 gennaio. Alcuni ortodossi però hanno preferito adattarsi al cambiamento: in Grecia, ad esempio, il Natale coincide con quello cattolico.
La data del 7 gennaio non è dovuta a una volontà “scismatica” come ancora alcuni ritengono, ma per un mero motivo di calendario. «La maggior parte delle chiese ortodosse di tutto il mondo utilizzano il calendario giuliano, creato sotto il regno di Giulio Cesare nel 45 a.C., e non hanno adottato il calendario gregoriano, proposto dal latino papa Gregorio di Roma nel 1582», ha spiegato l’ Archimandrita Christopher Calin, decano della cattedrale ortodossa russa. Il Natale anche gli ortodossi lo festeggiano il 25 dicembre, solo che nel loro calendario in uso questa data cade sul “nostro” 7 gennaio (per cui l’ Epifania per loro diventa la Vigilia di Natale, ndr): «il Natale è ancora conservato il 25 dicembre, che sembra appena cadere ritardo di 13 giorni sul calendario giuliano», conclude Calin.
Secondo la tradizione, il Natale ortodosso viene preceduto da un lungo periodo di digiuno e preghiera che dura addirittura quaranta giorni. Il digiuno non è totale, si può mangiare il pesce il mercoledì ed il venerdì. A Natale gli ortodossi usano offrire candele e germogli di grano. Nel giorno della vigilia, invece, il digiuno diventa rigidissimo e prevede il consumo di cibo "socivo" ovvero grano lesso e frutta.
Il digiuno si conclude generalmente in chiesa con la solenne Messa di Mezzanotte. Terminata la preghiera i fedeli intonano l’ inno di Natale ed al centro della chiesa viene portata l’ icona che rappresenta la festività: una candela accesa che simboleggia la Stella Cometa. A quel punto il digiuno è terminato, i fedeli consumano il pane benedetto. A differenza dalla Chiesa cattolica, nei paesi ortodossi non esiste il presepe come rappresentazione della nascita di Cristo. Addobbare l'albero di Natale è invece una tradizione comune. Le tradizioni variano comunque da Paese a Paese: in Grecia, invece di Babbo Natale, i bambini ricevono i regali da San Basilio il 1° di gennaio. In Bulgaria i fedeli bruciano un tronco di legno per tutta la notte della vigilia, e le scintille simboleggiano la prosperità dell’ anno nuovo e alla fine del pranzo non sparecchiano il tavolo, per lasciare gli avanzi per i cari defunti. Durante la cena della vigilia in Russia si consumano il miele e l’ aglio, che simboleggiano la dolcezza e l’ amarezza della vita.
https://m.famigliacristiana.it/articolo/natale-ortodosso-ecco-perche-si-festeggia-il-7-gennaio.htm
Non in tutti i paesi con una maggioranza della popolazione di religione cristiana, il 6 gennaio è riconosciuto
come festività anche agli effetti civili. Oltre che in Italia (salvo che nel periodo 1978-1985) lo è
in Austria,
alcuni Länder della Germania,
in Grecia,
in Slovacchia,
in Spagna,
in Svezia,
in alcuni cantoni della Svizzera,
nella Repubblica Dominicana,
in Polonia
nel territorio americano di Porto Rico,
nel Regno Unito è festa religiosa
in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord anche civile, ma non di vacanza dal lavoro nonostante sia inglobata
nel Tempo di Natale e nella chiusura delle scuole.
d wikipedia
Per chi lo desiderasse, giovedì 1° ottobre sarò nuovamente presente su UdineseTV , canale 110, alle ore 21.00 all’interno della trasmissione L’agenda, per parlare di problemi respiratori e allergici e del coronavirus. Poiché non si potranno fare delle domande in diretta, chi avesse dei quesiti, può mandarli in anticipo a: studio@mariocanciani.com
COM’È LA SITUAZIONE NELLA NOSTRA REGIONE?
Mentre a fine giugno in Friuli-Venezia Giulia si contavano 1,73 casi di Covid ogni 100.000 abitanti, ora l’incidenza è salita a 34; l’indice di contagiosità, il famoso Rt, è salito da 0,74 a 0,9, ma sempre sotto la soglia di sicurezza che è 1: ciò vuol dire che ogni infetto contagia a sua volta circa una persona. I focolai attivi a inizio estate erano 7, ora sono 86, di cui 30 nell’ultima settimana. I bambini sono quelli a minor rischio, però trasmettono più facilmente l’infezione agli adulti, soprattutto ai nonni: in Regione il 26% degli abitanti ha più di 65 anni e di queste il 40% ha una malattia cronica e il 20% ha due o più malattie croniche. Nel complesso possiamo dire che i nostri numeri sono ridotti e, a parte un focolaio in una casa di riposo nel pordenonese, si tratta di casi contratti all’estero o di badanti dell’est Europa. I ricoverati sono 21, però in aumento, quelli in terapia intensiva 6.
PERCHÉ SI DA TANTA IMPORTANZA ALLA PERDITA DELL’OLFATTO NELLA DIAGNOSI DI CORONAVIRUS?
Come abbiamo già segnalato, la perdita di olfatto (anosmia) e gusto (ageusia) è uno dei sintomi caratteristici dell’infezione, non presente in maniera così evidente in altre infezioni respiratorie, come raffreddore e influenza. Confrontando 47 studi clinici, si è visto che l’alterazione dell’olfatto è presente nell’80% degli infetti, anche se solo la metà lo aveva segnalato, probabilmente perché gli ammalati erano più concentrati sulla difficoltà a respirare. La perdita dell’olfatto è risultata addirittura più affidabile della rilevazione della temperatura corporea nel sospettare la malattia.
SAPPIAMO QUALI PAZIENTI ANDRANNO A FINIR MALE?
Secondo uno studio italiano pubblicato su un’importante rivista medica internazionale, se vengono coinvolti alveoli e capillari la probabilità di morire è del 60%, se uno solo dei due, del 20%. I due parametri vengono identificati valutando il D-dimero nel sangue e la distensibilità del polmone. Lo studio è importante perché permette di concentrarci in modo particolare sui pazienti con questi due fattori di rischio, che di solito vengono eseguiti nella valutazione degli ammalati di Covid19.
PUÒ UN SEMPLICE EMOCROMO INTERCETTARE LE FORME GRAVI DI CORONAVIRUS?
Alcuni ricercatori USA hanno pubblicato un lavoro nel quale eseguendo un semplice emocromo e valutando l’RDW (ampiezza della distribuzione dei globuli rossi) si riesce a predire se il paziente ha una forma grave di Covid19. Se l’RDW è aumentato, la mortalità passa dall’11 al 31%. Il rischio sarebbe ancora maggiore se il valore si innalza durante il ricovero.
COS’È L’EFFETTO SUV?
Come chi guida un SUV diminuisce l’attenzione alla guida più degli altri perché si sente al sicuro dal subire i danni di un eventuale incidente, così chi abbonda nell’uso di disinfettanti finisce per abbassare la guardia sugli altri mezzi di prevenzione, come lavaggio frequente delle mani, uso della mascherina e distanziamento sociale. I disinfettanti vanno usati quando non si può far ricorso continuo al sapone, come nei negozi e negli altri luoghi di comunità.
IL TERMOMETRO A DISTANZA È ATTENDIBILE?
Nelle rilevazioni di molte persone in luoghi affollati sono diventati sempre più frequenti i termometri a infrarossi, sia perché sono rapidi, sia perché non richiedono contatto con le persone. Il principio si basa sul fatto che ognuno di noi irradia calore sotto forma di energia a infrarossi, facilmente rilevabile sulle parti più esposte, come il viso. Uno studio americano ha confrontato la temperatura di oltre 500 persone, misurata con termometro orale e con uno a infrarossi; si è visto che la correlazione è buona, purché si osservino alcune regole: non eseguire attività fisica per almeno 15 minuti prima della misurazione, non sostare sotto termoconvettori o al sole e misurare la temperatura sulla fronte e non nella zona dell’angolo palpebrale come era stato suggerito da uno studio precedente.
I TEST SALIVARI FUNZIONANO?
Anche se più comodi, meno dolorosi e più immediati del tampone nasofaringeo e orale, finora i risultati del test rapido sulla saliva non sono buoni, secondo l’Istituto Spallanzani di Roma. Sono validi invece i risultati sulla saliva usando il test semirapido, che dà il risultato in meno di un’ora, ma che deve sempre passare per il laboratorio, rendendolo alla fine però meno attendibile del tampone orale e nasofaringeo.
È MAI POSSIBILE CHE PER OGNI COLPO DI TOSSE VENGA SOSPETTATO IL CORONA?
Il problema viene affrontato in questi giorni dal Ministero e da varie Regioni. Da quello che ne so, la prima a muoversi è stata la Lombardia, che ha messo a punto un protocollo di comportamento con i pediatri, i quali dovrebbero fungere da filtro per individuare chi ha realmente bisogno di eseguire il tampone. Se c’è un sospetto clinico, il bambino resterà in isolamento fino all’esito del tampone; in caso di positività e se ha frequentato la scuola nelle ultime 48 ore, l’intera classe rimarrà a casa per 14 giorni. Al termine della quarantena, verranno eseguiti due tamponi al caso positivo per verificarne la guarigione e un tampone a tutti i bambini. Questa procedura è stata concordata perché si è visto che nei primi 18 giorni di settembre in Lombardia sono stati eseguiti oltre 30.000 tamponi a bambini e ragazzi e solo l’1,5% è risultato positivo. Se si dovesse andare avanti così, nelle prossime settimane le richieste potrebbero esautorare i laboratori.
CHI SONO I “SUPER DIFFUSORI” DELL’ INFEZIONE?
Secondo diversi studi eseguiti in varie parti del mondo, sembra che il 10% degli infetti con coronavirus è responsabile dell’80% dei nuovi contagi. Altre ricerche sono arrivate a conclusioni simili, segnalando quindi che il coronavirus si diffonde da un numero relativamente ristretto di individui. Sono i cosiddetti “super diffusori” di cui si era parlato molto all’inizio dell’epidemia e sui quali stanno proseguendo le ricerche per capire che cosa li renda più contagiosi della media. Un’ipotesi è che in alcune persone i virus riescano a replicarsi molto di più rispetto ad altre, e che quindi abbiano una maggiore capacità di diffondere agenti infettivi nell’ambiente circostante. Alcuni ricercatori sospettano però che le caratteristiche dei singoli incidano solo fino a un certo punto, e che siano invece le condizioni ambientali a essere determinanti e a far sì che si verifichi un evento di maggiori dimensioni.
LE CASE DI RIPOSO SONO ANCORA A RISCHIO?
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, tra febbraio e aprile il tasso di mortalità per coronavirus e sindromi simil-influenzali nelle RSA e case di riposo italiane fu del 3,1%, con picchi del 6,5% in Regioni come la Lombardia; il dato è probabilmente più alto, considerato che non fu possibile verificare con certezza le cause di moltissimi decessi. Da allora le cose sono cambiate sensibilmente: nelle strutture è stata migliorata l’igienizzazione degli ambienti, si utilizzano mascherine e altre protezioni e ci sono molte più cautele nella gestione delle visite. Inoltre, la bella stagione, la vita all’ aria aperta e la ventilazione degli alloggi hanno diminuito i rischi di contagio, che potrebbero però risalire con la brutta stagione.
https://www.dom.it/covid-19-attenzione-alla-perdita-di-olfatto/