-->

rose

rose

sveglia

sveglia

slide benecia

slide benecia
benecia

FRIULI

FRIULI

BLOG DI OLGA

BLOG  DI OLGA

carta lingua friulana

carta lingua friulana

CERCA NEL BLOG

translate

antifascista

antifascista
Visualizzazione post con etichetta friuli. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta friuli. Mostra tutti i post

1 feb 2024

proverbio friulano

 


di Vita nei campi

“La Madone Ciandelore s’al è nulât el frêt l’è lât, se al è serèn el frêt al ven” Ovvero se per la Madonna Candelora (il 2 febbraio) se il tempo è nuvoloso il freddo se ne è andato, se invece è sereno il freddo viene.

12 ott 2023

Proverbio friulano


 “Ai dodis al è San Serafin: cjastinis e un bocâl di vin” Ovvero il 12 ottobre si festeggia San Serafino con castagne e un boccale di vino, prodotti di stagione..

da vita nei campi

18 apr 2023

San MARC

 San Marc

di Angelo Floramo
Superata la metà di Aprile i villaggi delle comunità rurali friulane si preparavano – e lo fanno tutt’ora! - a celebrare in maniera solenne la festa di San Marco, segnata sul calendario al 25 del mese. Non si tratta certamente di un tributo al vessillo imposto dalla Repubblica di Venezia, dopo la conquista della Patria del Friuli, risalente al 1420.
Ma del Santo taumaturgo in persona che in terra patriarcale venne fatto oggetto di un culto improntato alla più grande devozione. Marco infatti godette di una particolare venerazione fra le genti contadine friulane, che lo considerarono il primo evangelizzatore di queste nostre terre poste a settentrione dell’alto seno adriatico. Secondo la tradizione sarebbe giunto nei nostri paraggi via mare, da Alessandria d’Egitto, attorno all’anno 47, sbarcando nei pressi di Latisana dopo aver risalito per un certo tratto la foce del fiume Tagliamento.
E’ qui che avrebbe conosciuto Ermacora, suggellando con lui un rapporto di filiazione spirituale in virtù del quale lo avrebbe più tardi consacrato primo vescovo dell’agro aquileiese, donandogli una copia del suo Vangelo, quello scritto di suo pugno, destinata a diventare reliquia venerata per secoli dalle genti di tutta Europa nelle aule del monastero di San Giovanni in Tuba, presso le bocche del Timavo. Oggi quel manoscritto è conservato nelle biblioteche di Cividale, Praga e Venezia dopo essere stato smembrato in tre distinte parti. Il pastorale che Ermacora ricevette direttamente dalle mani di questo potentissimo santo guaritore richiamerebbe, secondo le credenze popolari, la falce montante e decrescente della luna. Un bastone prodigioso dunque, capace di disegnare in aria quei reticoli magici in grado di individuare, nel cielo stellato, le costellazioni, i movimenti delle sfere celesti, la musica ad esse sottese e quindi una sintesi stupefacente di tutte le conoscenze utili nel mondo antico ad orientarsi nel canto delle stagioni. Potremmo quasi dire che sotto il pastorale di Ermacora si squadernava un calendario astronomico capace di indicare i tempi della semina e del raccolto, i ritmi della morte e della rinascita. Un santo legato profondamente al mondo contadino e pastorale. A lui si deve l’invenzione della ricotta, il cui segreto venne concesso a un pastore della Carnia che gli aveva offerto ospitalità malgrado la povertà che lo affliggeva. E insieme poterono godere di una cena a base di quella bianca schiuma golosa, impreziosita da qualche stilla di miele.
da fb

14 apr 2023

proverbio friulano

 

  • Al è lari tant cui che al robe, che cui che al ten il sac.

  • E' ladro sia colui che ruba che chi tiene il sacco.

24 mar 2023

SAN DANIELE DEL FRIULI

 

Duomo di San Daniele

San Daniele del Friuli (San Denêl in friulano) è un comune italiano di 7 882 abitanti del Friuli-Venezia Giulia. La città è nota in tutto il mondo per la produzione dell'omonimo prosciutto crudo DOP.

Il comune di San Daniele, arroccato sulla sommità di un colle a 252 m s.l.m., è al centro del Friuli e domina la pianura circostante. Il territorio gode di un'aria particolare che dona ai prosciutti (prodotti localmente), un sapore unico e inconfondibile conosciuto in tutto il mondo. A poca distanza dal colle, le limpide acque del Tagliamento sono la naturale dimora della trota (qui chiamata "la regina di San Daniele") che viene allevata e lavorata in modo artigianale. La città può vantare la vicinanza al Mare Adriatico a sud e alla Carnia a nord. San Daniele era in contatto con San Daniele in Carinzia (Sankt Daniel im Gailtal) collegato con la storia del Patriarcato di Aquileia e con San Daniele del Carso (monte San Daniele) in Slovenia (Stanjel na Krasuper comune storia originaria. Città raccolta ed accogliente con diversi tesori artistici, fa parte delle Città Slow.

Uno dei centri della Riforma protestante nel Friuli nel XVII secolo, San Daniele del Friuli fu patria dell'erudito e scrittore Giusto Fontanini (1666-1736).

Il terremoto del 1976 arrecò al paese meno danni rispetto agli altri comuni coinvolti, ma si verificarono distruzioni parziali o totali degli edifici del centro storico, meno toccato dagli spezzonamenti, e danni alle opere d'arte, con feriti e vittime, molte delle quali causate dal crollo di una palazzina a pochi passi dal municipio.

Simboli

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 21 luglio 1962.

«Di rosso, alla croce di Sant'Andrea d'argento. Ornamenti esteriori da Città.»

Il gonfalone è un drappo di colore cremisi.

6 mar 2023

Cormorano ai laghetti rossi

San Lorenzo Isontino (San Lurinç Lisuntin in friulano standard, San Lurinz nella variante localeŠlovrenc in sloveno), già San Lorenzo di Mossa) è un comune italiano di 1 520 abitanti in Friuli-Venezia Giulia.https://it.wikipedia.org/wiki/San_Lorenzo_Isontino

28 nov 2022

Aquileia, le grandi terme svelano due settori inesplorati

 


Due nuove “perle” delle
 Grandi Terme romane di Aquileia, costruite nella prima metà del IV secolo d.C., sono state portate alla luce negli ultimi scavi fatti dalla missione archeologica dell’Università di Udine nell’area. Si tratta di un vasto ambiente che ospitava grandi vasche, mosaici e fontane e di un’ampia area dell’abside (ambiente semicircolare) del calidarium, la zona destinata ai bagni in acqua calda. Le indagini si sono concentrate in due settori del grande edificio termale: quello a sud est, dove lo scavo prosegue da alcuni anni, e quello a ovest, in un settore nuovo, nell’area degli ambienti riscaldati.

Le ricerche sono state condotte su concessione ministeriale, in accordo con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia-Giulia e in collaborazione scientifica con Cristiano Tiussi, direttore di Fondazione Aquileia, che ha assicurato il sostegno economico allo scavo.

Il cantiere-scuola

La campagna di scavi è stata condotta, a settembre e ottobre, da un gruppo di ricerca del dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale, diretto da Matteo Cadario, coadiuvato da Marina Rubinich. Alle ricerche hanno partecipato 25 studentesse e studenti dei corsi di laurea triennale, in Beni culturali, e magistrale, in Archeologia e Culture dell’antichità, e della Scuola interateneo di specializzazione in beni archeologici. "Tutte le attività di scavo, documentazione e lavaggio dei materiali – sottolineano Cadario e Rubinich – sono state svolte anche allo scopo di preparare al meglio i futuri archeologi ad agire in un cantiere".

Vasche e fontane

Nel settore nord-orientale è stato messo in luce un ambiente di oltre 200 metri quadrati che, nella prima fase delle terme (IV secolo d.C.), ospitava grandi vasche e forse fontane. L’elemento più impressionante è la poderosa fondazione dell’ambiente in calcestruzzo e grossi frammenti di colonne reimpiegate, prevalentemente in marmo cipollino. Sulla struttura, spessa oltre un metro e 60 centimetri, poggiavano vari strati di mattoni intorno a una vasca circolare di otto metri di diametro. Vasche, nicchie e pareti dovevano essere decorate con tessere musive in vetro colorato e lastre sagomate di marmi pregiati, i cui resti si trovano nei riempimenti della fase successiva.

Tra la fine del IV e gli inizi del V secolo, infatti, la vasca circolare fu colmata e l’ambiente ricoperto da un mosaico a grandi tessere con un reticolo di quadrati contenenti grandi fiori stilizzati. Si creò così un nuovo vano rettangolare, lungo 15 metri, che fa parte di una importante ristrutturazione non solo di questo lato nord, ma anche di quello sud, a ben 140 metri di distanza.

Le sistematiche spoliazioni delle strutture murarie condotte a partire dal tardo Medioevo hanno asportato tutti i muri fino a notevole profondità, rendendo molto difficile la lettura delle diverse fasi. Tuttavia, qualche raro documento dell’antico lusso dei frequentatori delle Grandi Terme si è salvato. Tra questi un grano di collana in vetro a stampo con una minuscola testina femminile databile, per la sua acconciatura, al III secolo d.C., rinvenuto proprio in uno di questi riempimenti. Lo scavo in quest’area è stato guidato da Marina Rubinich, con il supporto di un piccolo nucleo di professionisti, studenti e specializzandi affidato a Luciana Mandruzzato.

Il calidarium

Nel nuovo scavo nel settore occidentale, che ha interessato un’area di circa 150 metri quadrati, è stata messa in luce quasi completamente l’ampia abside del calidarium, la parte delle terme destinata ai bagni in acqua calda e di vapore, con cui l’edificio si concludeva. Dell’abside dissestata dai crolli delle volte e priva del muro di fondo asportato successivamente, si conserva la massiccia preparazione del pavimento, caratterizzata dall’inserimento di centinaia di lastrine in marmi colorati. L’identificazione del calidarium è assicurata dalla presenza del doppio sistema di riscaldamento a ipocausto (pavimento sopraelevato sostenuto da pilastrini lapidei) e a parete (intercapedine formata da grandi tubuli fittili rettangolari). Entrambi erano alimentati dalla circolazione di aria calda proveniente dai forni.

Intorno all’abside è stata poi riconosciuta la presenza di una piattaforma in laterizi, ampiamente spoliata, pertinente ad ambienti di servizio, tra cui almeno due praefurnia (i forni dove si bruciava la legna), gli imbocchi dei quali sono stati parzialmente messi in luce. La presenza di spessi livelli di bruciato nell’ipocausto e il deterioramento dei pilastrini dovuto al forte calore dimostrano che il calidarium è stato utilizzato a lungo. E questo nonostante le dimensioni e gli alti costi del suo funzionamento, il che costituisce un’ulteriore prova della vitalità dell’Aquileia tardoantica. Lo scavo nell’area, organizzato come cantiere-scuola, è stato eseguito da Chiara Bozzi e Federica Grossi, sotto la diretta supervisione di Matteo Cadario. "La scoperta dell’abside – spiega Cadario, docente di archeologia classica – consentirà in futuro di allargare lo scavo allo scopo di mettere in luce integralmente l’area riscaldata dell’edificio".

"Le Grandi Terme con la loro imponenza rappresentavano un tratto distintivo della grandezza di Aquileia in età imperiale – spiega la Soprintendente del Friuli Venezia Giulia, Simonetta Bonomi –. Indagarne i resti e comprenderne lo sviluppo funzionale e costruttivo, come sta da tempo facendo l'Università di Udine, costituiscono sia una meritoria e importante impresa scientifica sia il presupposto imprescindibile per una futura valorizzazione".

"I risultati dello scavo delle Grandi Terme sono per la Fondazione Aquileia – sottolinea il direttore, Cristiano Tiussi – di grande importanza perché la prospettiva della valorizzazione di questo straordinario ed enorme edificio dovrà rappresentare, per tutti noi, una sfida ineludibile in un futuro non troppo lontano".

L’Università di Udine ad Aquileia

La presenza dell’Ateneo friulano alle Grandi Terme è ormai consolidata da due decenni e nelle campagne di scavo annuali si sono formati oltre 600 studenti di archeologia. Dal 2016, anno della prima concessione di scavo dal Ministero, allora dei beni e delle attività culturali, fu avviata una nuova e proficua collaborazione con la Soprintendenza e la Fondazione Aquileia, che aveva appena acquisito l’area in gestione.

Storia e caratteristiche dell’edificio

Le Grandi Terme di Aquileia, o Thermae felices Constantinianae, come sono chiamate nell’iscrizione di una base di statua di Costantino rinvenuta nell’area, furono costruite (o completate) per volontà di Costantino stesso nel corso dei primi decenni del IV secolo d.C. Allora Aquileia era uno dei porti principali del Mediterraneo e ospitava spesso l’imperatore. La loro collocazione nella zona sud-occidentale della città, nella località detta poi Braida Murada adiacente a Via 24 Maggio, tra l’anfiteatro e il teatro, suggerisce la progettazione di un grande quartiere dedicato all’otium e alle attività ludiche, protetto dalle nuove mura tardoantiche. Gli scavi dell’Università di Udine, ricollegandosi a quelli condotti dalla locale Soprintendenza archeologica nel corso del ‘900, hanno permesso di ricostruire un edificio “fuori scala” anche per una città importante come Aquileia, con elevati superiori a 10 metri e con un’estensione pari a circa 2,5 ettari (25.000 metri quadrati), paragonabile quindi solo alle grandi terme imperiali pubbliche costruite a Roma da Caracalla, Diocleziano e Costantino stesso.

Un intervento di questa portata dimostra la volontà di Costantino di dotare anche Aquileia, come le altre città divenute residenze imperiali alla fine del III sec. d.C. (Milano, Trier, Arles, Antiochia), di una magnifica struttura termale, adeguata al suo ruolo strategico e degna della frequentazione della corte. Nelle terme imperiali l’edificio era organizzato intorno a un asse centrale formato dalle aule che offrivano di bagnarsi consecutivamente in acque di temperature diverse (calda, tiepida e fredda) secondo il modello di pratica balneare peculiare del mondo romano.

Gli scavi hanno finora rivelato: ampi saloni pavimentati con raffinati mosaici policromi geometrici e figurati o in tarsie di pietre e marmi multicolori; l’enorme frigidarium, con le sue grandi vasche per i bagni freddi; la parte centrale della grande piscina (natatio) lastricata in cui si poteva nuotare; gli ambienti del settore nord-orientale, dove è ancora visibile la sovrapposizione di tre fasi successive con i rispettivi mosaici; alcuni ambienti riscaldati del settore occidentale.

In particolare, dalla grande aula nord provengono i mosaici di eccezionale pregio oggi conservati al Museo archeologico nazionale di Aquileia e raffiguranti soggetti marini e atletici. Ossia i temi caratteristici della decorazione delle terme imperiali, dove erano previsti spazi per agonismo e training sportivo. Le didascalie in greco provano l’intervento di raffinate maestranze di origine greca/orientale.

I rifacimenti e i restauri dei mosaici dimostrano che le terme costantiniane continuarono a vivere fino al termine del V secolo d.C., anche oltre il famoso saccheggio di Attila del 452 d.C. Tra il VI e il VII secolo i ruderi furono riutilizzati a fini abitativi da piccoli nuclei familiari e, dopo il definitivo abbandono e il crollo delle volte e degli elevati, diventarono una grande cava di pietre e mattoni da riutilizzare come materiale da costruzione o da cuocere per ottenere calce.

La spoliazione dei resti delle terme si intensificò in età tardomedievale (XIII-XIV secolo), eliminando tutti i resti delle strutture fino alle fondazioni dei muri. Così si trasformò completamente l’aspetto del sito, che prima dell’inizio degli scavi moderni si presentava come un campo coltivato, proprio grazie a grandi riporti di terra disposti sulle macerie.

Oggi delle terme si conservano quindi solo i pavimenti e le trincee di spoliazione dei muri depredati fino all’età moderna.

Varie zone dell'edificio sono state indagate più volte nel corso del XX secolo dalla locale Soprintendenza e da alcuni dei nomi più noti dell’archeologia aquileiese: Giovanni Battista Brusin (1922-1923); Luisa Bertacchi (1961); Paola Lopreato (1980-1987). "Gli scavi del ‘900 – spiegano Cadario e Rubinich – furono però pubblicati solo in parte e soltanto con le nuove metodologie di scavo stratigrafico, introdotte nel 2002 con l’inizio delle attività dell’Ateneo udinese, è stato possibile ricollegare i nuovi ritrovamenti a quelli pregressi e indagare non solo le fasi di epoca romana, ma anche quelle che dal Medioevo a oggi hanno reso il sito un paesaggio prevalentemente agricolo".https://www.ilfriuli.it/articolo/cultura/aquileia-le-grandi-terme-svelano-due-settori-inesplorati/6/274462

24 nov 2022

Proverbio

 




Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei Vita Nei Campi

“A Sante Catarine el frêt al busine” ovvero A Santa Caterina, il 25 novembre, il freddo “rumoreggia” fischia, urla.

20 ott 2022

MINORANZE. ZANIN: NUOVO SITO MULTILINGUE PICCOLO-GRANDE PASSO PER FVG

 




19.10.2022
 
15:25
(ACON) Udine, 19 ott - "Questa è una delle piccole giornate che fanno grande una Regione". Il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, ha scelto un riferimento implicito al più celebre primo passo della storia del Novecento, quello dell'astronauta Neil Armstrong, per sottolineare l'importanza del nuovo sito Internet dell'Assemblea legislativa Fvg. Che non è un semplice restyling, ma in qualche modo una rivoluzione in quanto da oggi le informazioni per i cittadini si possono leggere in quattro lingue: friulano, sloveno e tedesco, oltre all'italiano naturalmente.

"Siamo la terza Regione a proporre un sito web nelle lingue minoritarie - ha ricordato Zanin - dopo Val d'Aosta e Trentino Alto Adige, dove però la traduzione dei contenuti era più semplice in quanto si limitava rispettivamente al francese e al tedesco. Abbiamo così raggiunto un ulteriore obiettivo nella tutela delle nostre identità, che ben si inserisce nel percorso avviato con impegno in questa legislatura grazie alla collaborazione di tanti soggetti e alla spinta impressa dalla direzione con delega alle Lingue minoritarie guidata dall'assessore Pierpaolo Roberti".

Cliccando su consiglio.regione.fvg.it si accede facilmente, in alto a destra, alla possibilità di scelta tra le quattro lingue tutelate in Fvg. Non è ancora un sito dinamico in grado di seguire l'evolversi delle notizie, ma anche grazie al recente corso che ha diplomato in friulano numerosi informatori, in futuro sarà possibile raggiungere pure questo traguardo.

"L'obiettivo - ha confermato il presidente del Consiglio regionale - è proprio quello di utilizzare le lingue minoritarie in tutte le situazioni della vita quotidiana, adeguandosi allo sviluppo delle nuove tecnologie come raccomandano gli esperti internazionali di queste tematiche. E ricordo che tra i diplomati in friulano ci sono anche alcuni giornalisti che operano nelle agenzie di stampa della Regione".

"Non sono d'accordo che si tratta di un piccolo passo - ha ribattuto scherzosamente a Zanin l'assessore Roberti - perché credo che il sito sia davvero importante, anche nel merito dei suoi contenuti e non solo simbolicamente. È un nuovo segnale di attenzione alle lingue minoritarie da parte dell'Amministrazione, che già aveva alzato l'asticella con le Conferenze regionali per tutti gli idiomi riconosciuti. Momenti di confronto dai quali sono scaturite riflessioni e proposte che saranno al centro della tavola rotonda in programma venerdì prossimo, sempre nella sede della Regione di via Sabbadini qui a Udine".

Frutto di "un bellissimo lavoro di squadra", come è stato definito da chi ha lavorato sul campo, il sito plurilingue ha impegnato le professionalità di Insiel, un ente che Zanin considera "asset strategico per la nostra Regione". "Si tratta di una tappa - ha spiegato l'amministratore unico della società informatica, Diego Antonini - in un processo avviato qualche mese fa con la presentazione del nuovo sito istituzionale. Il nostro primo obiettivo resta quello di soddisfare le esigenze dei nostri interlocutori, Consiglio e Giunta regionali, di cui siamo gli interpreti informatici, ma stiamo costruendo anche un'altra serie di progetti che interesseranno i cittadini, a partire dalla digitalizzazione dei servizi".

Uno sguardo al futuro condiviso da Roberti, che ha parlato di "molte novità ancora da presentare da qui alla fine della legislatura", mentre Zanin ha ricordato che "il sito multilingue è in qualche modo un antipasto in vista degli eventi legati ai 60 anni dello Statuto di autonomia, che saranno celebrati a partire dal gennaio 2023".

Uno dei partner fondamentali dell'operazione-sito è l'Arlef, l'Agenzia regionale per la lingua friulana. "A volte - ha spiegato il presidente dell'ente, Eros Cisilino - la traduzione in friulano è stata impegnativa e ha richiesto qualche neologismo, ma si tratta di un'operazione di grande importanza che eleva in modo significativo lo status delle lingue minoritarie, portando a conoscenza di un pubblico ancora più vasto luoghi e funzioni del Consiglio regionale".

È stato poi sottolineato come l'infrastruttura di Insiel sia già pronta alla traduzione in inglese, l'attuale lingua franca. Mentre in futuro non sono da escludere - ha risposto Zanin a una specifica domanda - ulteriori allargamenti a lingue parlate dalle comunità straniere più numerose insediate da tempo in regione. "Intanto - ha concluso il presidente rivolto a chi ha realizzato le traduzioni - preparatevi a quanti troveranno qualche errore e magari vi scriveranno. Ma anche questo sarà un elemento di stimolo per migliorare". ACON/FA-rcm

27 set 2022

Minoranze linguistiche del Friuli Venezia Giulia

 


Si può affermare che il friulano soddisfi esigenze comunicative legate alla pratica quotidiana e all’ambiente rurale e tradizionale, mentre più recenti sono gli usi amministrativi e ufficiali: attualmente il rapporto tra italiano e friulano è interpretabile nei termini di un bilinguismo in cui possono intervenire parziali sovrapposizioni e coincidenze funzionali, poiché la marilenghe viene talvolta adoperata nella scrittura letteraria e nella comunicazione pubblica mentre l’italiano, in quanto lingua nativa di gran parte dei parlanti, dilata sempre più il proprio spazio comunicativo anche ai domini informali. Il regresso del friulano è in ogni caso accompagnato dal fatto che esso viene percepito come un vincolo di coesione comunitaria: la storia della regione, la conformazione del territorio, il temperamento degli abitanti poco inclini alle innovazioni, il contenuto processo di urbanizzazione hanno in ogni caso agevolato il delinearsi di una varietà spiccatamente individuale rispetto al resto dell’Italia settentrionale e il mantenimento di un rilevante grado di vitalità. 

Le comunità di lingua tedesca nel territorio friulano 

Le comunità di lingua germanica disseminate lungo le aree alpine del Friuli ( link all’articolo di Marco Caria ) hanno avuto fin dall’inizio caratteri di insediamenti spontanei da parte di gruppi esigui di persone, allontanatisi verosimilmente dalle valli carinziane nel corso del XIII sec. alla ricerca di occupazione nell’estrazione mineraria (a Sappada/Plodn, ora in provincia di Belluno e a Timau/Tischlbong, ca. 700 abitanti, nella valle del But) o di sfruttamento di terre spopolate (a Sauris/Zahre, ca. 500 abitanti, nell’alta valle del Lumiei). Diversa è la vicenda dei tedescofoni della Val Canale/Kanaltal (con i centri principali di Pontebba/Pontafel e Tarvisio/Tarvis) sudditi fino la 1918 dell’Impero Austro-Ungarico. Si tratta di comunità che usano varietà di tedesco o austro-bavarese, talora a stretto contatto con sloveno e friulano in contesto plurilingue. Negli ultimi decenni si osserva, in specie fra i giovani, un progressivo cedimento delle antiche parlate: tale regresso è in parte rallentato dalla riscoperta delle proprie origini e da una più matura consapevolezza linguistica, favorite da molteplici iniziative promosse dalle associazioni culturali e dalle istituzioni locali. 

Le comunità slovenofone del Friuli Venezia Giulia

 Trovano spazio lungo la fascia montuosa e collinare del confine nord-orientale tra Italia e Slovenia. Parte di quest’area (alta valle del Torre e valli del Natisone), appartenente alla provincia di Udine, è anche nota, per l’antica dipendenza dalla Repubblica di Venezia, come Benècija o SlaviaVeneta. Dal punto di vista linguistico, le comunità slovenofone sono suddivise in vari gruppi dialettali da nord verso sud: lo zegliano (zilijsko), propaggine italiana, acquisita dopo il primo conflitto mondiale, del dialetto della valle carinziana di Zeglia, ancora diffuso in alcuni centri della Val Canale (KanalskaDolina), a contatto con dialetti tedeschi e i friulani; il resiano (rezijansko), in uso nei paesi della Val di Resia, che, esibendo tratti conservativi, rappresenta un caso a sé tra i dialetti sloveni del Friuli; il tersko, cioè i dialetti del Torre, sulle Prealpi, con diramazioni verso l’area pianeggiante; il nadiško, ossia i dialetti della Val Natisone (e delle valli contermini), tipo più vitale ed esteso. A questi si affiancano le varietà della provincia di Gorizia (briško cioè del Collio o collinare) e di Trieste (kraško, parlato prevalentemente nei paesi del Carso).Di tale articolata compagine va sottolineato che gli slavofoni della fascia prealpina orientale del Friuli hanno saputo preservare fino ai nostri giorni la loro antica parlata avvantaggiati dal relativo isolamento in cui si sono trovati i loro insediamenti, situati in aree scarsamente popolate, e dal tenace radicamento alle origini etnico-linguistiche. Sul piano del riconoscimento e della tutela, gli sloveni della Provincia di Udine sono stati lasciati un po’ nell’ombra fino all’entrata in vigore della legge 38/2001, che intrducendo “Norme per la tutela della minoranza linguistica slovena della Regione Friuli-Venezia Giulia”, ha promosso una significativa politica linguistico-culturale di sviluppo degli idiomi locali; alla normativa statale si sono poi affiancati provvedimenti regionali. Diverso è stato il trattamento riservato alle altre comunità slovene della regione, che godono della tutela da parte dello Stato, in particolare nel settore scolastico, prevista alla fine del secondo conflitto mondiale dal Memorandum di Londra del 1948 e poi dal Trattato di Osimo del 1975.Gli abitanti delle aree slovenofone non sono concordi nella scelta degli strumenti e del modello linguistico da proteggere e promuovere, che alcuni vorrebbero appiattire sullo sloveno letterario, ritenuto in grado di salvaguardare anche l’identità linguistica delle valli della provincia di Udine. A tale opzione si oppone tuttavia una parte consistente della popolazione, che vi ravvisa un tentativo di imporre una lingua che non percepisce come sua (lo sloveno letterario), a svantaggio delle parlate locali, che sono considerate invece il patrimonio da tutelare. La ragione di tale atteggiamento dipende anche dalla consapevolezza che esiste un forte legame partecipativo con le vicende storiche e culturali del Friuli (e indirettamente, dell’Italia) mentre i rapporti con gli Sloveni dell’opposto versante alpino, seppur mai interrotti, non sono stati mai così stringenti. Fino a qualche anno fa, inoltre, ribadire le relazioni di parentela linguistica coi vicini della ex Repubblica Iugoslava assumeva in alcune comunità il valore di accettazione di un simbolo politico sgradito a molti. 

fonte https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/minoranze/Fusco.html

26/27 settembre giornata delle lingue

 


La Commissione Europea ha scelto il friulano per celebrare la Giornata delle lingue



UDINE\ aise\ - C'è anche il friulano tra le lingue scelte dalla Commissione Europea per celebrare quest’anno la Giornata europea delle lingue. Un appuntamento che si ripete dal 2001, il 26 settembre, e con cui si vuole valorizzare l'importanza della diversità linguistica e promuovere l’apprendimento delle lingue. Nel 2022, Anno Europeo della Gioventù, la Commissione ha scelto di puntare sul web, con uno speciale video, diffuso proprio oggi, dove ha chiamato a raccolta i suoi giovani affinché, in una manciata di minuti, spiegassero che importanza ha per loro la lingua madre e in che modo ne ha influenzato la vita. Ne è uscito un “viaggio” dalla Svezia al Portogallo e dall'Estonia alla Spagna, passando per il Friuli, rappresentato per l’occasione da Federico Benedet, uno degli Youtuber del canale dell'ARLeF, YoupalTubo.
Il 22enne di Fanna spiega nel video come per lui il friulano rappresenti un legame tra le generazioni che lo hanno preceduto e quelle che lo seguiranno. “Nella mia famiglia – racconta in marilenghe, con sottotitoli in inglese - si è sempre parlato la lingua del territorio. Io farà lo stesso con i miei figli, affinché sappiano da dove vengono e abbiano radici forti”.
Entusiasta il commento del presidente dell’ARLeF – Agenzia Regionale per la Lingua Friulana, Eros Cisilino: “non posso che manifestare la grande felicità dell'ARLeF per questa notizia. La scelta della Commissione è un riconoscimento importante che testimonia quanto sia preziosa e considerata la lingua friulana nel quadro delle minoranze europee. Accanto a ciò va sottolineato il valore delle opere video che coinvolgono il team di ragazzi di YouPalTubo, poiché si tratta di un impegno che proprio loro hanno proposto spontaneamente per accrescere il senso di identità friulana, peraltro ben presente nelle nuove generazioni. Le parole di Federico dimostrano quanto il friulano sia vivo, utilizzato quotidianamente, e quante potenzialità abbia la nostra "marilenghe””.
Gli obiettivi generali della Giornata sono quelli di informare il pubblico sull’importanza di imparare più lingue, al fine di accrescere il plurilinguismo e la comprensione interculturale; promuovere, tutelare e favorire la diversità linguistica e, infine, incoraggiare a imparare le lingue lungo tutto il corso della vita, a qualsiasi età e per qualsiasi motivazione. Le competenze linguistiche non sono solo una necessità comune in un mondo globalizzato e in un’economia così in movimento, ma anche un diritto di tutti. Questo è uno dei messaggi principali della Giornata Europea delle Lingue. Si stima che nell’Unione Europea si parlino oltre 80 lingue diverse; di queste, le lingue ufficiali sono 24 e quelle minoritarie oltre 60, parlate da 50 milioni di persone che fanno parte di una minoranza nazionale o di una comunità di lingua minoritaria. Una diversità linguistica e culturale da tutelare e valorizzare, come elemento di base della società multietnica contemporanea. (aise) 



27 ago 2022

Al via Aria di Friuli Venezia Giulia

 

Dal 26 al 29 agosto è in programma a San Daniele la festa del prosciutto. Ad aprire la kermesse Eleonora Boi e Filippo Ferraro



Prenderà il via tra una settimana la 36esima festa del Prosciutto di San Daniele nella formula Aria di Friuli Venezia Giulia: la kermesse enogastronomica è in programma dal 26 al 29 agosto a San Daniele del Friuli.

Aria di Festa, la storica manifestazione che da oltre 35 anni celebra il Prosciutto di San Daniele Dop nel suo luogo d’origine, ritorna - solo per quest’anno e dopo quasi vent’anni - a fine agosto per un’edizione speciale che promuove, oltre all’eccellenza dell’enogastronomia friulana, anche sei itinerari turistici lungo un’ideale via dei Sapori e del prosciutto che si estende delle Alpi all’Adriatico, realizzata grazie alla stretta sinergia tra Consorzio e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

Appuntamenti sold out e boom di prenotazioni

Già a partire dalle conferenze stampa di luglio svoltesi a Milano e Udine, Aria di Friuli Venezia Giulia ha suscitato grande interesse da parte del pubblico, subito confermato dal boom di prenotazioni sul sito web dell’evento. Oltre 2.600 le prenotazioni ricevute per i laboratori e le degustazioni. Le attività con prenotazione obbligatoria sono ormai quasi esaurite. Il 62% degli ospiti che si è prenotato proviene da fuori regione in prevalenza Veneto, Lombardia e centro Italia.

Numerose le richieste di bus turistici dal Nord Italia e dall’Austria. La maggior parte dei posti per i laboratori di degustazione del San Daniele si è esaurita già nella prima settimana di agosto, rendendo necessaria l’implementazione degli appuntamenti per garantire le numerose richieste di approfondimento sul prosciutto Dop in abbinamento ai vini, alle birre e agli altri prodotti enogastronomici regionali.

Anche le visite guidate organizzate nei “Prosciuttifici aperti” hanno stimolato gli ospiti: oltre 1.500 le persone che hanno già prenotato le visite per scoprire i segreti del San Daniele, subito attivati altri appuntamenti nei prosciuttifici proprio per assicurare ulteriori disponibilità.

Grande interesse per le visite alla Biblioteca Guarneriana e per i pic nic organizzati sabato 27 e domenica 28 agosto con ancora pochi posti disponibili. Sold out anche per il treno storico ‘Arlecchino’ in partenza da Trieste programmato per la giornata di domenica 28 agosto, ultimi posti disponibili solo con partenza da Udine.

L’inaugurazione

A dare il via alla prima serata di Aria di Friuli Venezia Giulia, venerdì 26 agosto alle 18.45, sarà l’esibizione della Banda dell’Aeronautica Militare Italiana sulla suggestiva scalinata del Duomo di San Daniele del Friuli. Alle 19.30 taglio della prima fetta del Prosciutto di San Daniele, l’atto simbolico inaugurale tenuto a battesimo dalla giornalista sportiva di Sport Mediaset Eleonora Boi e dal conduttore radiofonico di RDS Filippo Ferraro.

Il programma

Nella città del prosciutto, da venerdì 26 a lunedì 29 agosto, saranno presenti 15 stand enogastronomici lungo le vie del centro storico che proporranno degustazioni di Prosciutto di San Daniele con proposte e ricette gourmet, abbinamenti con latticini e frutta e molto altro. Nella suggestiva Terrazza affianco alla Chiesa della Fratta sarà allestita l’enoteca dedicata ai vini del FVG e, dopo il successo del format itinerante, questa edizione prevederà i picnic nella splendida cornice di Villa Seravallo.

Non mancheranno le visite guidate alla città di San Daniele a cui si aggiungono altrettante attività alla scoperta del Friuli Collinare e del fiume Tagliamento. Confermati gli appuntamenti per i bambini e le famiglie con spazi dedicati in Piazza IV Novembre, dove sarà ospitato il mercato delle aziende aderenti al marchio “Io sono Friuli Venezia Giulia”. Per tutta la durata della manifestazione, PromoTurismoFVG sarà presente anche con un’area istituzionale in via Umberto I dedicata alla promozione del comparto agroalimentare e vitivinicolo: una vetrina sui prodotti e le bellezze della regione a cui parteciperanno anche alcuni operatori del territorio per raccontare la loro offerta turistica e saranno a disposizione dei visitatori per presentare le diverse opportunità del Friuli Venezia Giulia. Inoltre, saranno organizzati dei laboratori per bambini a tema cibo, natura e sostenibilità nelle giornate di sabato 27 e domenica 28 agosto.

Gli eventi diffusi

Dal 22 al 25 e il 30 e 31 agosto nei sei percorsi lungo la Strada del Vino e dei Sapori si svolgeranno numerosi appuntamenti per vivere un’esperienza autentica tra cultura e tradizioni e conoscere i prodotti locali, immergersi nella natura incontaminata. Un palinsesto per scoprire la storia della regione attraverso laboratori per bambini, esperienze outdoor ed enogastronomiche serali, per ognuno dei sei itinerari che compongono la Strada. Lunedì 22 agosto eventi dedicati all’itinerario della montagna con tappe a Sappada per un’escursione alla scoperta del borgo, letture espressive a Tarvisio e picnic sul Monte Zoncolan.

A seguire martedì 23 agosto le attività in pianura: Molin Nuovo, Sedegliano e Nespoledo ospiteranno escursioni ebike, trekking sul Tagliamento e picnic. Mercoledì 24 gli appuntamenti sul Carso
a Duino con le passeggiate in fattoria, a Trieste per una degustazione carsica e il picnic a San Dorligo della Valle. Giovedì 25 gli appuntamenti nell’itinerario sul fiume partiranno dal soft rafting a Sacile e si concluderanno con la cooking class a Vivaro ed il picnic a Pinzano al Tagliamento.

Dopo la pausa per i quattro giorni a San Daniele del Friuli, le attività itineranti riprenderanno lunedì 30 agosto in Riviera per un safari archeologico e picnic ad Aquileia ed escursione in canoa alla Riserva Naturale Foci dello Stella.

Gli appuntamenti diffusi si concluderanno martedì 31 agosto con gli itinerari sui Colli: passeggiata onodidattica a Gorizia, rafting sul Tagliamento e picnic in casale a Fagagna.

Tutte le informazioni sull’evento sono disponibili sul sito: eventi.prosciuttosandaniele.it

https://www.ilfriuli.it/articolo/gusto/al-via-aria-di-friuli-venezia-giulia/10/270449


23 ago 2022

Torna la Summer School di LeggiAmo 0-18

 

Lunedì 29 agosto, nel cuore di Udine, la seconda edizione della giornata di alta formazione dedicata a docenti, bibliotecari, operatori e amministratori


 

21 agosto 2022

Lunedì 29 agosto, nel cuore di Udine, si terrà la seconda edizione della Summer School di LeggiAmo 0-18: una giornata di alta formazione dedicata a docenti, bibliotecari, operatori e amministratori regionali.

Un’esperienza formativa di aggiornamento, per parlare insieme di libri, promozione della lettura, strategie di lettura inclusiva, nuovi punti di vista. La Summer School di LeggiAmo 0-18, progetto di promozione alla lettura della Regione, è resa possibile grazie alla virtuosa sinergia dei Partner del progetto: CCM – Consorzio Culturale del Monfalconese (coordinatore), CSB – Centro per la Salute del Bambino Onlus, Damatrà Onlus, AIB Associazione Italiana Biblioteche – Sezione FVG, Fondazione Radio Magica Onlus. L’edizione 2022 è realizzata in collaborazione con il Comune di Udine, la Biblioteca Civica “Vincenzo Joppi” e i Civici Musei di Udine e con il patrocinio di Anci Fvg.

Tre i percorsi formativi proposti (Linea Arancio, Linea Verde e Linea Argento) che traggono ispirazione dalle parole chiave del Manifesto di LeggiAMO 0-18: “tempo”, “libri”, “relazione” e “comunità”. I relatori che condurranno i percorsi formativi sono nomi di spicco nel panorama della formazione, dell’infanzia, della ricerca e della promozione della lettura: Amanda Saksida, ricercatrice e docente; Giorgio Tamburlini, pediatra, esperto di salute dell’infanzia; Fabio Geda scrittore ed educatore; Grazia Gotti autrice, pedagogista e formatrice; Tiziana Mascia ricercatrice e pedagogista; Federico Scarioni scrittore e consulente letterario…continua a leggere https://www.ilfriuli.it/articolo/cultura/torna-la-summer-school-di-leggiamo-0-18/6/270439

Sai perchè Cividale del Friuli è famosa nella storia?

20 ago 2022

proverbio friulano

 


  • Par deventâ vecjos baste vê paziènce di vivi. 

  • Per invecchiare basta aver pazienza di vivere.

9 lug 2022

SABATO (cucina)

 


Al contadin non far sapere quanto è buono il formaggio con le pere
di Roberto Zottar
I proverbi, che trasmettono oralmente trucchi di vita, la cosiddetta saggezza popolare, possono avere anche risvolti gustosi. Al contadino non far sapere... è l'inizio di un adagio famoso, ma difficile però da decifrare: come può un ammonimento di ‘saggezza popolare’ escludere dal sapere il contadino? Massimo Montanari, storico dell’alimentazione che ha scritto sul detto un libro, scopre che i palati esigenti e gli stomaci delicati della nobiltà si innamorano del formaggio con le pere sin dal Medioevo. A un certo punto l’abbinamento diventa espressione di un savoir faire socialmente esclusivo. Ciò accade quando l’idea medievale del ‘gusto’ come capacità naturale è sopravanzata dall’idea moderna del ‘buongusto’ come attitudine culturale. Il guaio è che, in questo caso, la cultura popolare non sta dalla parte di chi recita il proverbio: il contadino, in questo caso, è il nemico. Del resto, i proverbi servono a ricordare le cose, non a ricordarsi di tenerle segrete. Si tratterebbe quindi di uno strano caso di "proverbio dei ricchi" cittadini, che si organizzano contro i contadini per motivi poco chiari. Il formaggio e le pere li fanno i contadini, se "sapessero", li mangerebbero loro, e soprattutto non avrebbero più bisogno delle città. Perché questo abbinamento nasconde il sapere e la cultura, il gusto e la scaltrezza che da sempre sono state associate alla cultura urbana, la cultura di chi consuma il cibo ma non lo produce. Dietro a questo adagio c'è tanta storia contadina, i rapporti fra padrone e contadino, quando quest’ultimo era tenuto in piena soggezione e tutti i prodotti migliori andavano alla mensa del proprietario. Bisognava tenere pertanto il contadino all'oscuro di queste prelibatezze per evitare che si trattenesse i prodotti per sé. Tempi passati, mi direte, ora pere e formaggio sono ovunque, i contadini sono degli imprenditori agricoli e il mercato ha dato la possibilità di accesso a tutti.
In ogni caso è da poco disponibile dai nostri alpeggi il formaggio fresco di malga: prendiamone 2 etti e affettiamolo a bastoncini molto sottili. Mondiamo 2 etti di rucola e disponiamola su un piatto. Adagiamoci sopra il formaggio e tagliamo anche a bastoncini molto sottili 2 pere abate e sistemiamole sul formaggio. Condiamo con un filo d’olio e qualche gheriglio di noce o dei semi di sesamo tostati. I segreti di questo semplice piatto estivo, di cui ho una splendido ricordo per averlo mangiato da Gianni Cosetti al Ristorante Roma di Tolmezzo, è di trovare pere e formaggio della stessa consistenza e di tagliarli ugualmente sottili.
Buon appetito !



6 lug 2022

Ecco il nuovo logo per Go!2025


Patrimonio e proprietà di Gorizia e Nova Gorica, contribuirà a valorizzare e a divulgare al meglio la Capitale europea della cultura


 Il turchese che unisce le 2 Gorizie!

"Si tratta di un altro importante tassello lungo il percorso culturale e sociale che ci porterà alla Capitale europea della cultura, ma è anche un ulteriore passo in avanti nell'ambito di un progetto più ampio per rilanciare Gorizia". Lo afferma in una nota il consigliere regionale Diego Bernardis (Lega), presente insieme ai sindaci di Gorizia e Nova Gorica, Rodolfo Ziberna e Klemen Miklavič, all'assessore comunale alla Cultura, Fabrizio Oreti, al presidente e alla direttrice del Gect Go, Paolo Petiziol e Romina Kocina, alla presentazione del logo definitivo di Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della cultura 2025, svoltasi a casa Morassi - Casa Panizzolo di Borgo Castello a Gorizia.

"Si tratta - spiega l'esponente del Carroccio - di un sistema tipografico originale e diretto, al contempo accattivante e innovativo, sicuramente declinabile per tutti gli usi comunicativi e di promozione".

"Complimenti allo Studio but maybe e ai tre giovani di Bologna che hanno creato il logo. Ora diventa a tutti gli effetti - conclude Bernardis - un patrimonio e una proprietà di Gorizia e Nova Gorica che contribuirà a valorizzare e a divulgare al meglio la splendida opportunità della Capitale europea della cultura 2025".

divisore

divisore

fiori

fiori

follower

separatore

separatore

Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

evidenzia

SPILIMBERGO

  Spilimbergo  ( Spilimberc  in  friulano ) è un  comune italiano  di 11 861 abitanti   del  Friuli-Venezia Giulia , sulla sponda sinistra d...

Etichette

. * abitudini acque acrostico afganistan aforisma aforismi alberi almanacco alta val torre ambienrte ambiente animaii. animali antichi mestieri antifascismo archeologia arte arte. articol articoli articoli. articolo articolo. artigianato astronomia atricolo attività attrezzi agricoli attualiità attualità attualità. attualtà atualità audio auguri autunno avviso avviso . benecia benecia. benecija benečija benvenute bilinguismo blog caldo canzone canzoni carnevale carnia cibi cibi tipici cibi tipici. cibi. cinema citazion. citazione citazioni citazioni; citazioni. citazoni classifica clima collage commenti commento. consigli corso covid covid19 cronaca cronaca. cronata cucina cultua cultura cultura. cultura.storia culura curiosità dedica detti detto documenti dolci dom dom. editoriale esperienze eventi eventi. eventi.resia/rezija evento evnti fauna favola favole fb fede filastrocca film fiori flora flore folclore foto fotografia fotografie fotorafie frase frasi freddo friulano friuli friuli. frutta frutti futuro FVG grandine guerra haiku haiku. IA icorrenze imitando la Meloni. in memoriam informazioni iniziative intervista invocazione istruzione jeggende jesen lavoro leggenda leggende leggende. leteratura italiana letterarura letteratra italiana letteratua letteratura letteratura dialettale slovena letteratura italiana letteratura italiana. letteratura russa. letteratura slovena letteratura straniera letteratura. letteraura letteretura straniera lettertura lettura libri libro libro. lingua lingua friulana lingua friulana. lingua italiana lingua slovena lingue lingue slave lingue.fvg. lioghi luoghi luoghi. luoghi.video lutto mamma memoria mestieri meteo migranti migrazione minoranza slovena minoranze minoranze linguistiche mio video mitologia mondo moreno musei musica musica. narodni dom natale natura neve notizie novi matajur nuovo blog oggi opinioni osservazioni pace paesi pagine parlamento parole parole. pensieri pensieri. personaggi personaggi. personagi personggi pianeta piante piante. pittori poesia poesia slovena poesia. poesie poeta poeti politica precisazione. premio progetto proposta proverb proverbi proverbì proverbi. proverbi.friuli proverbio proverbio. provrbio quadri racconto razzismo reblog reblog. resia ricetta. ricordi ricorenze ricorrenza ricorrenze ricorrenze. riflessione riflessioni romeo trevisan russia. russia/ucraina salute saluti saluti. saluto saluto. sanità scienza scuola scuola. senza categoria settimana simboli slava slavia slovena sloveni slovenia slovenia. slovenia.foto slovenija slovenija. sloveno spettacoli sport sport. storia storia.lingua slovena storie tentativo tradizioni traduzione trieste turismo turismo. turismo.friuli tv ucraina umorismo usanze usanze. usanze.ricorrenze utilità. vajont val canale val torre valli del natisone valli natisone varie viaggi vid eo video video. video.friuli vignetta vignetta. vignette vignette. villanova grotte vinetta

julia

https://ju17-12.blogspot.com/

slovely

https://www.slovely.eu/

questo blog

Questo blog parla delle minoranze linguistiche del Friuli:SLOVENA,FRIULANA eTEDESCA,articoli dei giornali della minoranza slovena,degli usi,costumi,eventi e tanto altro.Buona lettura.OLga

slovely (sito per gli amanti della slovenia)

traffico tempo reale

inno SLO

Brindisi Zdravljica inno sloveno "Vivano tutti i popoli che anelano al giorno in cui la discordia verrà sradicata dal mondo ed in cui ogni nostro connazionale sarà libero, ed in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico!"

olga Uk

https://olga-verse.blogspot.com/

Twitter

Trinko

Trinko

ultimi commenti 👁️‍🗨️

grazie

grazie