FOTOGRAFIA © SUSNPICS/PIXABAY
GIORGIO CAPRONI
SU UN VECCHIO APPUNTO
“Ora, sazio della città ― delle sue tentazioni e
dei suoi crimini ― mi sono ritirato al limitare
del bosco. Ad appagarmi la vista, poco mi basta:
lo scintillio del fiume nel sole del mattino, giù a
fondo valle. Un albero…”
Un albero…
Com’è leggero
un albero, tutto ali
di foglie ― tutto voli
verdi di luci azzurre nel celeste
dell’aria…
E com’è forte,
un albero, com’è saldo
e fermo, “abbarbicato
al suo macigno”…
Viene
l’autunno, e come
la Fenice s’accende
nel rosso del suo rogo.
Viene
primavera, e splende
d’altro suo verde…
Ma noi,
noi, al paragone,
che cosa e chi siamo, noi,
senza radici e senza
speranza ― senza
alito di rigenerazione?
1977
(da Il franco cacciatore, Garzanti, 1982)
da il canto delle sirene
Ciao Olga! Grazie!
RispondiEliminaIl bosco favorisce raccoglimento e riflessioni.
RispondiEliminaI like the forest.
RispondiEliminaOlga, I wish you a nice weekend!
Altrettanto a te!
RispondiEliminaBei versi!
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